Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    18/06/2018    3 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il viaggio a ritroso nella metro fu per lei come una sorta di sogno, e non si accorse quasi di quello che stava facendo. All'improvviso si ritrovò semplicemente sul sedile posteriore di una macchina d'epoca, mentre McGrath guidava lungo le vie di Manhattan con l'aria di chi è appena uscito per pagare una bolletta o comprare il pane, con quel suo solito sorriso quieto e l'aria impeccabile.
Jayden Allwood invece era seduto accanto a lei, ma non le prestava troppa attenzione: continuava a guardare fuori dal finestrino e, ogni tanto, dal lunotto posteriore; nel mentre consultava a ripetizione una app sul traffico che aveva nel telefono. Era evidentemente più agitato del suo maggiordomo, come un animale braccato da un predatore feroce.
- Prendi la prossima, lì scorre meglio.- disse dopo l'ennesima occhiata allo schermo - E non farti scrupolo se vedi un semaforo giallo.-
- Certamente, signore.-
- Dove stiamo andando?- chiese Orlaith, il tono ancora roco a causa del colpo ricevuto poco prima.
Allwood aggrottò la fronte.
- Ehi, che voce...- commentò - Acqua?-
Orlaith annuì e lui tirò fuori una bottiglietta da sotto il sedile. Lei la aprì e ne fece fuori quasi metà, sentendo un intenso sollievo, mentre il sapore di sangue che sentiva da quando era stata colpita scivolava via a poco a poco.
- Grazie.- disse, tossicchiando leggermente. Non era passato tutto, ma stava migliorando. Forse non aveva subito danni seri - Dove andiamo?-
- La stiamo portando a casa mia.- rispose Allwood - Dovremmo essere al sicuro. Non credo che ce ne fossero altri.-
- Cos'erano?-
- Homunculi. Esseri umani artificiali.-
- U... umani?- ripeté incredula Orlaith.
- Beh, di solito non si distinguono da una persona comune.- spiegò lui, stringendosi nelle spalle - Ma se fatti a tirar via possono venire in quel modo. Immagino che fosse una cosa voluta, per renderli spaventosi.-
- Io non... non capisco...-
- Lo so, ma le spiegheremo tutto quando arriveremo.- disse Allwood - Per ora pensi a riprendere fiato e cerchi di rilassarsi. Non capirà niente di quello che le dirò se prima non si ricompone un momento.-
Dopo quelle poche parole tornò a rivolgere la propria attenzione al percorso, parlando solo con McGrath. Quando raggiunsero l'area di Fort Hill era ormai tardi, e in quella zona non c'era praticamente nessuno in giro. Incrociarono solo rare macchine mentre si avvicinavano alla casa di Allwood, e la maggior parte dei segni di vita del quartiere proveniva dalle finestre illuminate delle varie abitazioni.
McGrath parcheggiò nel vialetto e aprì loro la portiera mentre scendevano, aiutando Orlaith a camminare, anche se ormai sentiva di non averne davvero bisogno: ora si sentiva più ferma sulle gambe, anche se era sempre scossa da qualche brivido. Il problema più grande, tuttavia erano le innumerevoli domande che si rincorrevano furiosamente nella sua testa, oltre agli strascichi del terrore che aveva provato. Ancora non aveva mollato il violino: lo teneva stretto al petto da quando lo aveva riavuto, e per tutto il viaggio era rimasto tra le sue braccia, come se fosse un talismano protettivo con cui difendersi da nuove aggressioni.
Si lasciò condurre nel salotto, dove McGrath le tolse il parka ormai macchiato e ancora vagamente umido e la fece accomodare su una morbida poltrona dallo schienale alto nei pressi del camino spento.
- Posso portarle qualcosa?- chiese McGrath, ripiegando la sua giacca - Del the? Caffè, magari? O preferisce qualcosa di più forte?-
Orlaith ci mise qualche secondo a registrare le sue parole e, quando lo ebbe fatto, si passò una mano sulla faccia, confusa.
- Io... forte... qualcosa... qualcosa di forte. Parecchio forte. Lasci la bottiglia.-
L'uomo fece uno dei suoi soliti inchini accennati e si allontanò, incrociando Allwood che invece stava entrando. Si era tolto la felpa, senza la quale mostrava un fisico meno imponente di quanto avesse lasciato intendere quando l'aveva ancora addosso. Non era particolarmente muscoloso, anche se abbastanza proporzionato, e sull'avambraccio sinistro spiccava una vecchia cicatrice da ustione.
- Forse non è una buona idea bere superalcolici adesso.- osservò, sedendosi di fronte a lei - Deve restare lucida se vuole capire.-
Orlaith serrò i pugni, scoccandogli un'occhiata furiosa.
- Ieri mi hai terrorizzata a tal punto che non ho dormito.- disse, lasciando cadere ogni formalità - Sono in piedi da prima dell'alba. Poi sono rimasta in sala incisione per quasi cinque ore con un produttore pazzo e drogato di energy drink. Dopo sono stata buttata a terra, inzuppata, sgridata ingiustamente, aggredita nella metro... chi diavolo sei tu per dirmi che non dovrei bere superalcolici adesso?- ringhiò.
Allwood alzò le mani in segno di resa.
- Le mie scuse.- sospirò, mentre McGrath rientrava con la bottiglia di Connemara e due bicchieri già pieni - Vorrei solo essere certo di venire ascoltato.-
Il maggiordomo sistemò tutto sul tavolino lì accanto e si congedò senza una parola, sparendo chissà dove. Prima ancora che la sua schiena fosse sparita dal campo visivo di Orlaith, la ragazza aveva già afferrato uno dei bicchieri e ne aveva fatta fuori una buona metà in un solo sorso, sentendosi scaldare dentro dal torbato sapore del whiskey irlandese.
- Allora... immagino che tu abbia alcune domande da farmi, vero?- chiese l'uomo, prendendo l'altro e dando un sorso un po' più misurato.
- Alcune?- ripeté incredula lei - A... ALCUNE?-
- Non serve alzare la voce.- disse accigliato Allwood - Quindi, bevi il tuo whiskey e ascolta, perché le cose che ho da dirti sono parecchie, e di certo ti sorprenderanno non poco.-
Orlaith strinse i denti e serrò le dita attorno al bicchiere, senza rispondere.
- Intanto, è importante dire che non sei mai stata veramente in pericolo.- iniziò Allwood - Come accennato, quei due Homunculi non erano lì per ucciderti, sarebbe stato controproducente. In realtà dovevano solo spaventarti. Tutta la tua vita, tutto quello che ti è accaduto in questi ultimi anni, è stato pilotato. È questo che cercavo di dirti ieri, quando sei scappata via: ti senti depressa perché qualcuno vuole che tu sia depressa. Devi sentirti a terra, sconfitta, senza nessuno a cui rivolgerti e priva di qualsiasi potere decisionale su qualunque aspetto riguardi la tua intera esistenza.-
- Cosa?- esclamò Orlaith - Io... qualcuno sta cercando di... indurmi al... al suicidio?-
- No, solo alla disperazione. Nessuno ti vuole morta. Sei troppo importante per lui.- rispose Allwood, continuando a sorseggiare il Connemara.
- Lui?-
- Vaněk.- chiarì il suo ospite - Se ricordi, ho tentato di metterti in guardia da quell'uomo.-
Orlaith lo guardò con tanto d'occhi, sempre più confusa.
- Vaněk sta cercando di... di deprimermi... o quello che è?-
- Già.- confermò secco Allwood - Non molto gradevole.-
- Ma... ma oggi mi ha ripresa proprio perché non rendo quanto vorrebbe!- esclamò lei - Che senso ha? Perché dovrebbe farlo se...?-
- Calma. Se mi lasci parlare ci arrivo.- disse l'uomo - Vedi, il motivo è estremamente semplice, e lo stai stritolando fin da quando ti abbiamo raccolta nella metro.-
Orlaith abbassò lo sguardo, come se si aspettasse di vedere qualcos'altro che non fosse il suo violino.
- Cosa? Il violino? Perché?-
- Non è proprio il violino...- corresse Allwood, passandosi una mano sul mento, pensieroso - Semmai, è per quello che puoi farci.-
- Cosa, suonare?-
Allwood ridacchiò, scuotendo la testa.
- No, mia cara. Suonare è solo il modo in cui esprimi ciò che sai effettivamente fare... ed è qualcosa di così incredibile che, quando l'ho saputo, anche io ho faticato a crederci. Io stesso non riesco a spiegarmi davvero come sia possibile o perché.- rispose, posando il bicchiere e prendendo dalla tasca dei pantaloni una penna e un pezzo di carta - Vedi, devi sapere che al mondo c'è ben più di quanto tu possa immaginare. Ti risparmio il discorso su "forze potenti e misteriose" che "governano le leggi della natura".- ridacchiò, mentre disegnava qualcosa - D'altra parte, posso affermare in tutta sicurezza che ci sono persone come me che, a differenza di tantissimi altri, come il nostro buon McGrath, non sono in grado di fare... per esempio... questo.-
Mise via la penna e toccò il disegno, che Orlaith notò essere identico a quello che aveva visto in metropolitana. Subito, l'inchiostro prese fuoco e, in un piccolo turbine, le lingue incandescenti si diressero verso i ciocchi nel camino, i quali presero ad ardere come se fossero accesi da ore, riscaldando l'aria intorno a loro.
Orlaith osservò il prodigio appena compiuto in silenzio, riflettendo su ciò che provava. Scoprì che il suo stupore era estremamente contenuto.
- Credo sarebbe più d'effetto se non avessi visto... quello che ho visto.- sentenziò.
Allwood scoppiò a ridere, dando un altro sorso al bicchiere, e non rispose.
- Quindi sei cosa... un bravo prestigiatore? Un mago?- chiese Orlaith.
Lui scosse la testa con una smorfia.
- "Stregone" è un termine più arcaico, ma anche più corretto.- rispose - E quello che mi hai visto disegnare era un Cerchio Magico.-
- E cosa ha a che fare con me?-
- Una cosa alla volta, per piacere.- disse Allwood, finendo il whiskey rimasto in un solo sorso - Come stavo dicendo, e ovviamente come hai già avuto modo di scoprire a tue spese, alcune persone come me sono in grado di usare quella che tu potresti definire "magia". Che poi altro non è se non la capacità di riordinare gli elementi naturali e la materia tramite la propria volontà per ottenere qualcos'altro, come appunto il fuoco che vedi nel camino.-
Si interruppe un momento, sfregandosi la cicatrice sull'avambraccio in un gesto apparentemente inconsapevole, come se stesse pensando al modo migliore di spiegarsi.
- Come forse avrai intuito, anche Vaněk è uno stregone come lo sono io... più o meno.-
- Più o meno?-
- Al suo confronto, io svanisco.- ammise amaramente Allwood - Ha poteri molto superiori ai miei. È molto più vecchio di quanto tu possa immaginare. Dopo se vuoi ti darò qualche altro dettaglio in merito. Per ora ti basti sapere che lui è il cattivo e che può permettersi di esserlo anche senza la sua fortuna... accumulata in buona parte grazie ai suoi poteri, aggiungerei.-
Per un attimo Orlaith ripensò a Vaněk, a quanto le fosse sembrato odioso e supponente, ostile...
Sì. Ce lo vedeva come cattivo.
- Il suo scopo, da sempre, è conquistare potere. Ora ne ha parecchio, sia magico che non, ed è quasi inarrestabile. Se lasciato fare nessuno sarà più in grado di fermarlo.-
- E tu ci stai provando da solo?-
- A ognuno la sua croce.- rispose con un sorrisetto stanco Allwood - Ha fatto molte cose... disdicevoli... nel corso del tempo. Tormentare te è solo una, forse nemmeno la peggiore.-
- Ancora non capisco perché avrebbe dovuto farlo. Cosa c'entro io con tutto questo? Sono solo una violinista di elettronica e di dubstep.-
- No, non sei "solo" una violinista.- replicò lui, scuotendo la testa - Vedi, ci sono dei casi... casi rarissimi... in cui persone normali sviluppano capacità inspiegabili. E in casi ancora più rari, queste capacità superano di gran lunga quelle dello stesso Vaněk. Tu rientri in quest'ultima tipologia di persone.-
- E in che modo?-
- Ovviamente c'entra il tuo innato talento.- rispose Allwood, stringendosi nelle spalle - Pensa a quando suoni... non alle tue ultime esibizioni, le ho ascoltate e, perdonami, per quanto possano essere apprezzabili non sono del tutto paragonabili ai tuoi esordi. Pensa a quando ti divertivi sul serio a suonare, a quando ti bastavano pochi accordi per sollevare il pubblico di interi locali e indurlo in uno stato di tale euforia da far venire voglia al più depresso dei depressi di festeggiare.-
Orlaith abbassò un poco lo sguardo, cercando di ripensare a quei momenti in cui, nei piccoli locali di Tresckow, suonava più per il gusto di farlo che per un obbligo o per il compenso, sempre molto contenuto. Ricordava chiaramente come, ogni volta, sentiva l'euforia crescere dentro di sé e, in qualche modo, nelle persone che assistevano alle sue performance da solista. All'epoca non aveva bisogno di collaborazioni con altri musicisti o di artifici scenici, bei vestiti o teatri eleganti. Le bastava avere un po' di spazio e un gruppetto di persone disposte ad ascoltarla.
- Era bello.- disse semplicemente, con nostalgia.
- Lo so. Ed è quella la chiave.- disse Allwood - Quello di cui sto parlando è proprio la tua passione. Sei nata con la strana, incredibile, affascinante e, per certi versi, pericolosa dote di trasmettere ciò che senti, ciò che pensi, qualsiasi cosa tu voglia, attraverso le note musicali di un violino, sia alle persone che all'intero mondo intorno a te.-
Lei lo guardò senza capire.
- In che senso?- chiese - Cosa vorrebbe dire... tutto questo?-
Allwood sospirò, grattandosi stancamente la testa.
- Oh, Orlaith... come posso essere più chiaro?- chiese, più a se stesso che a lei - Vedi... in pratica, hai il potere di manipolare la mente delle persone e, potenzialmente, tutto il mondo che ti circonda trasmettendo le tue emozioni, e puoi farlo con la tua musica.- spiegò, guardandola negli occhi - Quando suoni il violino è come se avessi in mano il potere stesso di Dio.-

Ehm... ops. Ieri mi sono scordato. Scusate tanto.
Ringrazio John Spangler, Kira16 e Old Fashioned, che mi stanno seguendo. A presto!

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl