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Autore: ele_free395    19/06/2018    0 recensioni
Un giovane ragazzo si risveglia in una radura. Non si ricorda nulla di sé e del suo passato. Una serie di eventi gli faranno ritrovare la memoria e lo porteranno a fare una scoperta che cambierà non solo la sua vita ma anche quella dei suoi nuovi amici.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1 BLACKOUT
Un lieve tepore sul viso lo svegliò. Mosse la testa e numerose fitte gli annebbiarono la vista provocandogli la nausea. Non riusciva ad aprire gli occhi, ma si accorse di essere sdraiato in un letto. Non era più in mezzo a un prato, ma disteso tra soffici cuscini e morbide lenzuola che profumavano di pulito. Lavanda, con esattezza. Sentì un sussurro lontano e gli sembrò di udire «finalmente… sei sveglio» o qualcosa del genere. Si trattava di una voce femminile, dolce e lieta. Aprì gli occhi e si trovò a qualche centimetro da sé un volto tondo. Essendo così vicino riuscì a notare immediatamente tutti i dettagli, aveva labbra carnose, occhi grandi e azzurri come il cielo, una spruzzata di lentiggini sul naso e capelli castani ‒ che sembravano piuttosto lunghi ‒ che sotto la luce del sole mandavano riflessi dorati. Era incantevole.
‒ Come ti senti? ‒ gli chiese la ragazza seduta sul letto ‒ Riesci a sederti? ‒ Ma lui si sentiva confuso, gli ronzavano le orecchie e l'unica cosa che riusciva a ricordarsi in quel momento era solo un paio di occhi viola chiaro. Li aveva quasi impressi a fuoco sulla propria retina. Voleva risponderle ma aveva la gola secca e gli uscì un rantolo roco e gracchiante. Tentò quindi di mettersi a sedere ma era davvero molto debole, tutto indolenzito e stanchissimo. Avrebbe voluto stare per sempre in quel letto così soffice a contemplare quella meravigliosa ragazza… Ma non poteva. Quasi contro la sua volontà la sua voce rauca ruppè il silenzio -Cosa ci faccio qui? Come ci sono arrivato?- Le domande iniziarono ad affollargli la mente ‒ Cos'è successo? Chi sei? Di chi erano gli occhi viola? ‒ poi spalancò gli occhi sentendo l’ansia prendere il sopravvento – E perchè non ricordo più niente?
‒ Ehi ehi ehi! Sei stato mezzo morto per secoli, ti consiglio di non scaldarti tanto se non vuoi rimanere in questo letto per altri cento anni! Piano con le domande! Sei tu quello strano qui! ‒ Il giovane sollevò le sopracciglia sorpreso per la reazione della ragazza, non sembrava minimamente la stessa voce di prima e non capiva come una ragazza così bella potesse essere così scontrosa.
‒ Vabbè ‒ riprese lei ‒ Io rispondo a quello che posso ma dopo anche tu dovrai rispondere alle mie domande, intesi?
Lui annuì e lei sospirò. ‒ Mi chiamo Layla. Sei a casa mia, nella stanza di mio fratello. Stamattina stavo portando i cani a fare una passeggiata come sempre, quando Vaniglia ha fiutato qualcosa ed è corsa vicino a te. Eri nascosto dietro a dei cespugli, per questo non ti ho visto subito. Eri sdraiato nella radura all'inizio del bosco e pieno di sangue… Anche se le tue ferite non sembravano così gravi per giustificare tutto quel sangue. Non sapevo cosa fare, non potevo lasciati lì di certo, allora ho chiamato mio fratello… quello grande ‒ alzò gli occhi al cielo e sbuffò parlando a macchinetta ‒ e lui ha detto che era meglio portarti a casa nostra perché non sembravi così grave e all'ospedale ci avrebbero fatto troppe domande a cui non avremmo potuto rispondere. E si è preso una bella responsabilità per te, sai la legge e tutte quelle cose lì… Poi niente ero salita a vedere come stavi e ti sei svegliato. Sembra che stai bene no?
  Il ragazzo iniziò a provare una forte antipatia verso Layla. Sto bene un cavolo!, pensò, mi sembra di essermi schiantato contro la luna!
‒ Ehi! Mi senti? O hai riportato qualche danno all'udito? Ti ho chiesto come ti chiami... Sono stufa di chiamarti ragazzo o il giovane mezzomorto della radura.
Lui la fulminò con lo sguardo, in effetti non ci aveva ancora pensato, lui chi era?, l’ansia gli strinse ancora di più il petto. ‒ Allora ce l'hai un nome o no? ‒ quella ragazza iniziava veramente a innervosirlo.
‒ Io... non mi ricordo ‒ rispose pensieroso fissando fuori dalla finestra ‒ Non mi ricordo... Ah ‒ disse poi alzando lo sguardo su Layla ‒ Grazie per non avemi lasciato lì ‒ e attese una sua battuta sarcastica ma invece si limitò a stringersi le spalle. Si alzò dal letto e aprì la porta per uscire dalla stanza.
‒ Cerca di riposare ‒ disse senza voltarsi chiudendo la porta dietro di sé. Il ragazzo rimase solo nella stanza e si accorse di essere ancora più stanco di quando si era svegliato. Chiuse gli occhi, solo per un attimo, ma si addormentò subito.

 
   
 
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