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Autore: Ciuffettina    20/06/2018    3 recensioni
Siamo proprio sicuri che la super forza di Sansone era dovuta ai suoi lunghi capelli? O era merito di qualcos'altro?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cain, Gabriel, Lucifero, Metatron, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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A sua volta, Sansone decise di ringraziare i Filistei per averlo reso vedovo anzitempo: «Poiché avete agito in questa maniera, non la smetterò finché non mi sarò vendicato di voi.» Dopo di che, li batté l’uno sull’altro, finché non ebbero tutte le giunture disarticolate. Poi si ritirò nella caverna della rupe di Etam.
I guai però non erano ancora finiti perché iniziarono le vendette incrociate tra i due popoli, perciò 3.000 Israeliti decisero di consegnare Sansone ai Filistei. Scesero alla caverna e dissero a Sansone: «Ehm… senti… Noi saremmo qui per legarti e consegnarti ai Filistei…»
«E perché vorreste farlo?» domandò Sansone, mettendo il naso fuori dalla grotta.
«A causa di ciò che hai fatto, se la prendono con noi» rispose uno di loro, «perciò abbiamo pensato…»
«Hanno cominciato loro, io mi sono solo vendicato!» strillò Sansone, interrompendolo.
Il portavoce della spedizione si fece coraggio e disse: «Beh sono loro che governano il nostro Paese… quindi se tu sei d’accordo…»
«Oh, va bene» lo interruppe Sansone, «però giuratemi che non mi colpirete.»
Quelli risposero: «Sì, sì, te lo giuriamo! Ti legheremo soltanto e ti metteremo nelle loro mani; ma non ti uccideremo.»
Ottenuta la sua collaborazione, lo legarono con due funi nuove e lo fecero salire dalla rupe.
Mentre giungeva a Lechi e i Filistei gli venivano incontro con grida di gioia, Sansone ruppe le funi, come se fossero fili di stoppa, estrasse la Prima Lama e cominciò a uccidere tutti quelli che erano venuti ad accoglierlo, mentre i Giudei si diedero alla fuga.

«Ho sete! GABRIEL!!! HO SETE!» urlò Sansone a squarciagola, quando ebbe sbudellato l’ultimo Filisteo.
«Che cos’hai da strillare?» esclamò Gabriel, comparendo.
«Sto morendo di sete!» rispose Sansone.
«Saresti l’unico di questa valle» replicò l’arcangelo, guardandosi in giro. «Tutti gli altri sono morti per il mal di pancia.»
Sansone rimase perplesso per un po’ poi esclamò: «Oh, adesso ho capito! Vuoi dire che gli ho fatto male, mentre li sventravo!» Ridacchiò. «Quanti ne ho fatti secchi?»
Gabriel si guardò rapidamente in giro. «Mille» rispose atono.
«Mille? Che forza! Ora voglio bere.»
«Immagino che tutto quell’esercizio possa far venire sete.» Schioccò le dita e dal terreno sgorgò uno zampillo d’acqua. Fosse stato per lui, avrebbe già abbandonato quello zuccone al suo destino da un pezzo ma non era stato sollevato dal suo incarico di arcangelo custode.
Dalla culla alla tomba, era questa la durata di un compito del genere, gioendo se l’umano alla fine approdava in Paradiso, rammaricandosi se, al contrario, diventava un gradito ospite di Lucifer.
Sansone bevve poi declamò: «Con la mascella d’asino ne ho fatto un gran mucchio! / Con la mascella d’asino ho percosso mille uomini! / Con la mascella d’asino…»
«Ti hanno mai detto che come poeta sei peggiore che come enigmista?»
«Ma guarda quanti nemici d’Israele ho fatto fuori. Lucifer aveva proprio ragione a proposito di quest’arma» disse Sansone, rigirandosela fra le mani compiaciuto.
«Ed io ti dico che ti sta corrompendo l’anima. Restituisci il Marchio finché c’è ancora dell’umanità in te.»
«No, prima devo finire di vendicarmi» replicò il Cavaliere Infernale.
«Ma vendicarti di che cosa?» domandò Gabriel.
«I Filistei hanno appiccato il fuoco alla casa di mia moglie.»
«Dopo che tu avevi incendiato i loro campi.»
«Dopo che mio suocero mi aveva tolto la moglie.»
«Dopo che tu l’avevi ripudiata.»
«Dopo che lei era andata ad arare con i miei testimoni.»
«Ma sempre lì dobbiamo andare a finire?» domandò esasperato l’arcangelo. «Perché non vuoi ascoltarmi? Quando eri piccolo lo facevi sempre, ti ricordi?» Gli posò una mano sulla spalla.
«Tu mi hai sempre mentito!» urlò Sansone, sottraendosi al suo tocco.
«Io?» esclamò l’arcangelo sorpreso. «Ma quando mai?»
«Mi hai detto che il tuo nome era Fadahel, invece è Gabriel» lo accusò.
L’arcangelo sbuffò. «Te l’ho già detto: Fadahel è davvero uno dei miei nomi. Gli altri sono Gabriel, Ingethel, Zeruel, Ervihel e Nathaniel, contento? Ora che li sai tutti, mi darai retta?»
«Lucifer non mi ha mai mentito» s’incaponì Sansone.
«Allora la prossima volta che hai sete, fatti servire da lui!» strillò Gabriel decollando.

Mentre Gabriel non sapeva più dove sbattere la testa per riportare il suo protetto sulla retta via, Lucifer si stava divertendo come non faceva da secoli: lo spettacolo di quell’umano, che era stato Prescelto come Giudice di Israele e che, invece, faceva tutt’altro, era assolutamente impagabile: stragi, meretrici, ubriacature… tutte cose vietatissime a un nazireo.
La più divertente fu quando Sansone andò a Gaza, vide una prostituta e decise di passare la notte da lei.
Quando gli abitanti di Gaza lo seppero, stettero in agguato tutta la notte presso la porta della città in attesa che uscisse per ucciderlo.
Quando Sansone decise di andarsene a mezzanotte, afferrò i battenti della porta della città e i due stipiti, li divelse insieme alla sbarra, se li mise sulle spalle e li portò in cima al monte che guarda in direzione di Ebron. «Così entro ed esco quando mi pare» era stata la giustificazione del bestione.

Ogni tanto Lucifer pensava all’espressione di Dio, nel vedere i suoi piani scombinati e si metteva a ridere sguaiatamente. “Allora Padre caro, questo non l’avevi previsto, eh?” pensava con soddisfazione.
Quello era il problema della Sua presunta Onniscienza divina: farsi calpestare i piedi cercando di non avere l’aria (troppo) sorpresa. Oh certo, per non perdere la faccia, Dio aveva fatto sapere che tutto stava andando come Lui aveva previsto e pianificato perché i Filistei erano comunque dei miscredenti che andavano puniti.
«D’altronde che cos’altro avrebbe potuto dire?» disse Lucifer ridendo.
   
 
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