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Autore: Blue Flash    22/06/2018    1 recensioni
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è possibile che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. »
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina.
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Lord Petyr Cassiel decide di indire una "Caccia al Tesoro" sulla sua isola misteriosa, ed invita a partecipare l'intera Generazione Peggiore, così da vedere in azione i famosi Supernovellini. Ma non saranno loro i soli a volersi impossessare del tesoro di Cassiel, a sorpresa parteciperanno anche i Rivoluzionari, la famiglia Vinsmoke ed i pirati di Barbabianca, che si ritroveranno bloccati su quell'isola.
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Jewelry Bonney, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2. Incontri

Il grande salone centrale, elegante ma ingombro di inutili fronzoli che servivano esclusivamente per “abbellire” il posto, era troppo pieno di gente per i gusti di Trafalgar Law. Lui preferiva starsene per i fatti suoi, limitandosi semplicemente a pochi cenni di riguardo nei confronti di quei pochi con cui parlava, ma purtroppo la sua pace non era possibile da quando era giunto sull’Isola del Mistero. Quelle lettere erano state consegnate sia a lui che al proprio compagno ed alleato, Monkey D. Luffy, che ovviamente aveva accettato con entusiasmo quella sorta di caccia al tesoro. 
Law, invece, aveva esitato fino all’ultimo. Alla fine, però, sotto ragionamento di Penguin e Bepo, si era deciso a partire alla volta dell’isola semplicemente per evitare che il proprio alleato combinasse eccessivi guai. Ormai lo conosceva, sapeva come ragionava, purtroppo, quelle poche volte che ci riusciva, ed infatti, proprio per colpa di Mugiwara, adesso si ritrovava incastrato in una situazione alquanto oscura e che non prometteva nulla di buono. Lo aveva capito nel momento stesso in cui erano giunti a destinazione, ed altre navi, fra le quali la Moby dei Figli di Barbabianca, erano ormeggiate al porto centrale. La sua lettera, ed anche quella dell’alleato, dicevano che l’invito era rivolto solo ed esclusivamente ad i pirati della Peggior Generazione, quindi i prodi figli dell’ex Imperatore non dovevano essere da quelle parti.
Ed infatti i timori di Law si erano rivelati veritieri non appena misero piede sull’isola, perché nessuno poteva più lasciarla.

Le navi non erano in grado di muoversi, come se ci fosse una sorta di campo invisibile a fermarle, e quelle che andavano a motore, come ad esempio la sua Polar, era come se avessero messo loro fuori gioco l’intero quadro di comandi, in maniera irreversibile. 
Eccolo, dunque, bloccato su quell’isola, ormai già da quattro giorni, insieme ad i Mugiwara, i propri uomini, ed altra gente piuttosto bizzarra. Aveva avuto modo di conoscere il Fiero Primo Comandante della flotta di Barbabianca, la Fenice Marco, le cui gesta erano giunte alle sue orecchie. Insieme a lui anche il resto dei suoi uomini, quelli che avevano valorosamente combattuto a Marineford, fra essi non tardò a farsi riconoscere l’accentrico Izou, che aveva letteralmente provato a far vestire Penguin con un kimono, proprio come lui.
In aggiunta a queste vere e proprie leggende dei mari erano giunti fino a destinazione anche altri compagni della Peggiore Generazione, fra i quali Basil Hawkins, con le sue bambole voodoo aveva cercato di incutergli timore, e forse con Mugiwara c’era anche riuscito, in sua compagnia era giunto anche X Drake, che a differenza di tutti quanti in quel castello immenso sembrava essere a proprio agio, e purtroppo era giunto a destinazione anche Eustass Kidd, che probabilmente si stava impegnando ampiamente per fargli saltare i nervi dopo i primi cinque minuti dal suo arrivo.
In ultima analisi Law constatò anche l’arrivo della famigerata Germa 66, che aveva fatto il suo ingresso nel salone centrale due giorni dopo di loro, e convinti di dover ricevere qualche incarico avevano mostrato le loro Raid Suite. Esempio di tecnologia piuttosto itneressante, anche perché pur essendo un medico Law ha sempre provato una forte passione per la scienza e loro ne erano il perfetto esempio. Ancora stentava a credere che Sanji Gambanera, in realtà fosse loro fratello, ma la somiglianza era palese e loro non sembravano neanche andare parecchio d’accordo. Questo almeno era quanto accadeva fra i quattro fratelli maschi, l’unica eccezione era costituita dalla Principessa Vinsmoke, Reiju, che a differenza loro sembrava aver preso quella situazione con calma e filosofia, decisa a godersi quel soggiorno li dentro. Poteva anche sembrare un agglomerato di beltà e vanità, ma Reiju era più intelligente di quel che mostrava e quelle poche battute avute con lei ne erano la prova più lampante. Un po’ come Nico Robin o anche Nami. Quelle erano donne di cui preoccuparsi e di questo Law ne era certo. 
Il libro che stava sfogliando da più di un’ora Law lo aveva letto così tante volte che ormai conosceva a memoria ogni singola pagina. Trattava di medicina, ovviamente, i principi basilari per la buona riuscita di un intervento al torace. Cose che ormai Trafalgar sapeva fin troppo bene, purtroppo però quella era l’unica cosa interessante da fare, considerato che aveva visitato il castello già tre volte e non aveva scoperto niente di niente. La sua vita, all’interno di quella gabbia, perché era certo che si trattasse di questo, era pressoché uguale ogni giorno. Potevano scegliere se alloggiare nelle immense camere del castello oppure sulle proprie navi; ad ora di pranzo ed a cena dei servitori, dei robot, preparavano la grande tavola; era possibile girare per il castello e che solo a tempo debito Lord Cassiel sarebbe giunto per spiegargli come funzionavano le cose. Questa era solo una misura di sicurezza per non perdere i partecipanti, o così aveva spiegato quell’uomo, Gaspard, una volta giunti sull’isola. 
Non volevano farli andare via, questo era chiaro, e forse perché cose non molto belle sarebbero accadute mentre cercavano di prendere quel tesoro. Qualcuno aveva provato a scappare usando i propri poteri, Marco, ma a quanto pareva perfino la sua Fenice aveva subito dei danni mentre aveva tentato di allontanarsi, cosa che alla fine non era riuscito a fare. 
In quell’istante, però, la sua lettura venne bruscamente interrotta da una pallina di carta che lo colpì in testa, distraendolo. I gelidi occhi del chirurgo si sollevarono con una calma inaudita, puntandosi sul salone pieno di finestre e divani. Lui aveva scelto appositamente una poltrona più in disparte, ma non era servito a nulla, perché a più di tre metri di distanza, nascosto dietro la testata di un divano, si vedeva il cappello di paglia di Luffy. Uno sbuffo, neanche troppo nascosto, abbandonò le sue labbra, costringendolo a stringere con insistenza la copertina del libro: chi diamine glielo aveva fatto fare? Chi gli aveva suggerito di allearsi con lui? Doveva essere diventato pazzo, su questo c’erano pochi dubbi.
Penguin, con il cappello calato sugli occhi, sogghignò dinnanzi a tale scena, e per questo Law si decise a parlare.

«Se Mugiwara-ya ti fa tanto ridere, perché non ti unisci a lui, Penguin?» 
Avrebbe tanto voluto aggiungere “considerato che da quando siamo qua sei diventato più stupido del previsto a causa delle donne?”, ma evito di farlo per dar inizio ad una conversazione che sicuramente sarebbe divenuta imbarazzante, ormai lo conosceva. 
«Perché è più divertente guardare mentre tu ti spazientisci, capo.» lo rimbeccò il moro, continuando a sghignazzare. 
«Considerato che sta per succedere, ti consiglio di allontanarti o giuro che ti ritroverai con la testa al posto del—…»
Ma questa volta le minacce di Trafalgar Law vennero interrotte da un cuscino che lo colpì in pieno facendogli cadere addirittura il cappello, il tutto unito da delle risate quasi disperate alle sue spalle. La massa di capelli corvini, perennemente scombinati, gli ricadde dinnanzi la fronte, costringendo il chirurgo a far uso di tutta la propria pazienza per non esplodere. 
«Bel colpo, Rufy, anche se non credo che Trafalino abbia gradito.» 
La vocina di Chopper, il medico della Sunny, giunse alle proprie orecchie, ed era portatrice di una grande verità.
«Ma mi sto annoiando a morte, Zoro dorme e Sanji ha detto di fare qualcosa.» aggiunse il moro assumendo un’espressione triste, come se quella potesse davvero essere una cosa terribile. 
«Mugiwara-ya!» lo rimproverò Law, alzandosi in piedi e stringendo il cuscino, che un attimo prima lo aveva preso in pieno, fra le mani per poi rilanciarglielo indietro, come se nulla fosse accaduto. 
Un urlo riempì la sala, con quei pochi che erano la dentro, ovvero Drake e Kidd, seduti lontani da dove si trovavano loro, ed ovviamente anche parte dei Mugiwara. Era piuttosto sicuro che Nico Robin fosse nella grande biblioteca, Nami doveva, invece, essere a dormire nel grande letto a baldacchino od a provare i vestiti che erano stati lasciati negli armadi, mentre Frankie, il loro cyborg, era rimasto sulla nave a sistemare i motori, nella speranza di far ripartire la Sunny. Invece il resto di loro era la dentro a dargli fastidio. 
«Trafalino! Vuoi iniziare una battaglia di cuscini?» urlò il moro, che era stato colpito in pieno dal cuscino, che nel mentre aveva afferrato tutti quelli che aveva sotto tiro. 
«Rufy, non credo che Law voglia una battaglia.» lo rimproverò con calma il cuoco biondo, che era seduto a sfogliare a sua volta un libro, ma che con lo sguardo li soppesava, cercando di capire se intervenire o meno. 
«Sanji! Invece secondo me sì! Possiamo anche fare delle squadre, sveglia Zoro e vai a chiamare i tuoi fratelli così ci divertiamo.»
«Ma Rufy—… non è saggio—…» aggiunse il Dio Usopp, che in verità si stringeva ad un cuscino, come se volesse anticipare le mosse di Rufy, anche se aveva ragione: non era saggio.
«Perché no? Deve essere divertente e poi mi sto annoiando a morte! Non c’è niente da fare qua dentro.» 
«Esci a giocare in giardino, Mugiwara.»
Lo rimproverò, improvvisamente, Kidd, che stava fissando annoiato fuori dalla finestra. Le sue labbra scarlatte s’inarcarono in un ghigno divertito, mentre l’espressione sembrava piuttosto spaventosa. Quel pallone gonfiato, che adesso aveva addirittura un braccio in metallo, credeva di essere il più forte di tutti quanti, con la sua aria di superiorità, ma invece non era così e Law lo sapeva bene. Ricordava la sua sconfitta insieme a Basil ed Apoo, e l’avrebbe tirata fuori al momento opportuno. 
«Kidd!!! Vuoi unirti anche tu?» domandò Rufy senza comprendere davvero l’ironia del rosso. 
«Sono piuttosto impegnato, ma credo che Law ed anche Drake vogliano giocare. Anzi, Drake si trasformerà anche in T-Rex!»
A quelle parole provocatorie i due interpellati lanciarono uno sguardo fulminante in direzione di Kidd, che stava facendo di tutto per farsi prendere a calci nel culo. 
«DRAKE!!! Ti puoi trasformare in dinosauro? E’ meraviglioso!» 
Ovviamente Mugiwara venne colpito da quelle parole e rotolando si diresse dal rosso, mentre abbracciava ancora tutti i cuscini che era riuscito a prendere, ed il composto Drake si limitò a roteare gli occhi con esasperazione quasi pari a quella di Law. 
«Non credo sia il caso, Monkey D. Luffy—…»
«Andiamo, ti prego sarebbe bellissimo!» aggiunse il piccolo Chopper che si era illuminato alla sola idea.
«Un dinosauro? Anche se spaventoso deve essere fantastico.» si unì Usopp nell’implorare Drake, che al momento si ritrovò circondato. 
«Capo, almeno facciamo qualcosa.» 
Penguin, ancora una volta, trovò l’occasione per metterlo in imbarazzo, anche se con tutta la calma di quel mondo si fermò al suo fianco intrecciando le braccia all’altezza del petto. 
«Piantala. »
Kidd, che aveva messo in moto quelle lamentele da parte dei Mugiwara, se la rideva in un angolo della sala, con la pesante pelliccia rossa poggiata sulle spalle, e quell’espressione infastidita nei confronti del mondo. 
«Trafalgar, perché quel muso lungo? Non vuoi giocare anche tu?»
«Piantala anche tu, Eustass, non ho alcuna voglia di giocare, anzi, penso che me ne andrò a leggere da qualche altra parte.»
«Sei sempre così sfigato, non ti smentisci mai. » Ecco, quella era decisamente una provocazione da parte di Kidd, ed ormai Law doveva essersi abituato, ma non era vero. Lo avrebbe volentieri fatto a pezzi, e probabilmente quello era il giorno giusto. 
«Davvero, Eustass?» ghignò il chirurgo, che con semplicità sollevò una mano, sulle cui dita era chiaramente leggibile la scritta “Death” e fu come se le iridi di ghiaccio s’accendessero di complicità. 
«Oh ma che paura, mostrami quello che sai fare, imbecille.» rispose a tono Kidd, che a sua volta ghignava e sollevava il pesante braccio metallico, frutto del suo potere. 
Improvvisamente nella stanza gli oggetti metallici, come candelabri e lampade, iniziarono a muoversi. Le spade di Zoro, che ancora beatamente dormiva sul proprio divano, si sollevarono di qualche metro da terra, senza che lo spadaccino se ne accorgesse. Killer, il suo vice che indossava sempre la maschera, si fece avanti senza dire una parola. Forse stava controllando che Kidd non facesse casini, ma ormai era troppo tardi. 
«Room!» sibilò Law in risposta ed allora dalle sue mani si venne a creare la sua famosa camera virtuale, con cui era solito combattere, ma che al momento rimaneva di piccole dimensioni non sapendo bene cosa aspettarsi da quel combattimento. 
«FORZA! Combattete!» urlò Rufy brandendo tutti i casini che aveva, come se quella fosse la cosa più divertente del mondo, mentre Chopper ed Usopp si nascondevano dietro la sua schiena. Drake, come sempre, li guardò con aria di superficialità e noia, che poteva anche capire, mentre Sanji si preoccupò principalmente di spostarsi dalla loro traiettoria, lasciando invece lo spadaccino in mezzo. 
«Adesso, finalmente, le cose diventano interessanti.» mormorò Kidd, che accumulava sempre più metalli dietro di sé. 
«Ovviamente.» sibilò Law, che ingrandì la propria Room, riuscendo ad inglobare buona parte della camera. 
Penguin, al suo fianco, gli stava passando la spada, la sua Noiroachi, pronto per uno scontro in piena regola, ma in quel preciso istante le grandi porte del salone s’aprirono di scatto, richiamando l’attenzione di tutti all’entrata. 
Sulla soglia della porta, infatti, s’era appena fermata la figura di una Jewelry Bonney, con tanto di cappello calato sugli occhi e l’espressione confusa più che mai. I lunghi capelli rosati della pirata le ricadevano sulle spalle, mentre una giacca marrone le copriva il busto. Era sempre uguale, non era cambiata di una virgola, anche perché per lei invecchiare era impossibile. Quelle labbra leggermente colorate di rosa s’incurvarono in un sorrisetto palesemente divertito. Ma lui non era stato il solo a focalizzare la propria attenzione su Bonney, anche tutti gli altri la stavano fissando. Chi ovviamente sbavava, come il Vinsmoke biondo e Penguin, chi invece sembrava la confusione fatta persona, ovvero Mugiwara e company e chi come Drake e Kidda la stavano studiando come si studiava una preda. probabilmente anche lui rientrava nella categoria, perché quella rosata era pericolosa e lui lo sapeva bene. Era riuscita a scappare dalle grinfie della marina e dello stesso Grande Ammiraglio, come ci fosse riuscita rimaneva un mistero, ma adesso eccola li, con quella sua aria da sbruffona. 
«ASPETTA IO TI CONOSCO!»
A rompere l’improvviso silenzio era stato proprio Luffy, che era saltato dinnanzi alla ragazza, brandendo ancora tutti i cuscini, e la stava osservando con interesse. 
«Spostati, idiota, sei rimasto lo stesso di due anni fa.» lo rimproverò con severità Bonney, che gli diede un colpo sulla mano che Luffy stava allungando verso di lei. 
Era strano che non lo avesse già trasformato in un marmocchio, ma gli occhi violacei della ragazza erano fissi sull’intera sala. 
«Ma si può sapere che cosa cazzo stavate combinando voi due? Sono qui da meno di dieci minuti e mi sono ritrovata a dover scappare da un maniaco dai capelli verdi, che non è il tuo spadaccino imbecille, ed adesso invece mi ritrovo in mezzo ad un combattimento clandestino. Perché non mi avete invitata? E soprattutto: perché non c'è del cibo?!»
Era prroprio come Law la ricordava, irriverente, sarcastica e soprattutto incapace a tenere per sé quei pensieri del tutto imbarazzanti. Una vera donna da cui stare attento, ma che stranamente gli fece piacere rivedere li in mezzo, anche se sperava che almeno qualcuno di intelligente a non ascoltare le lettere vi fosse stato. 
«Sempre affamata, come vedo, Bonney.» replicò Kidd che dal canto suo aveva appena fatto cadere tutti gli oggetti alle proprie spalle.
Lui, invece, aveva fatto sparire la Room, concentrato com’era sull’ingresso della ragazza. 
«Eustass Kidd, se non hai della pizza a portata di mano non rivolgermi la parola, sono piuttosto nervosa perché quest’isola non mi piace.»
Kidd, divertito dall’atteggiamento di Bonney, schioccò le dita in direzione di Killer, che sembrò capire al volo ciò che il suo capitano volesse dirgli ed allora il biondo corse via. Probabilmente era davvero andato a procurarle della pizza nelle cucine, ma a spiazzare ancora una volta la ragazza fu il cuoco. 
«Bellissima visione in questo oscuro mondo. Permettimi di cucinarti tutto ciò che vorrai.» e le fece un baciamano che la lasciò interdetta. 
«Eh?! Mi ricordi il maniaco con i capelli verdi che ho trasformato in un marmocchio—…»
«Per me—… aspetta un attimo, hai trasformato Yonji in un bambino?» domandò confuso Sanji, che ancora stringeva la mano di Bonney, intenta a liberarsi. 
«Sì, Sanji-ya, è il suo potere, ti consiglio di starle lontano.»
«Il chirurgo ha perfettamente ragione ed anzi, tu mi ricordi quel tipo—… siete imparentati?» domandò la rosata muovendo un paio di passi all’interno della sala mentre si guardava intorno con aria annoiata. 
«Ovviamente, sono fratelli gemelli.» urlò Chopper per confermare l’idea della pirata, che in risposta fece una smorfia prettamente sconvolta. 
«Capisco—… oh, ma ci sei anche tu Drake, perché non mi saluti? Per caso ti faccio tanta antipatia?»
Effettivamente l’unico a rimanere in silenzio nonostante l’arrivo di Bonney era stato proprio il più silenzioso di tutti quanti, che anzi aveva ripreso a leggere il suo libro, e solamente dopo un attimo in cui sbuffò, sollevò gli occhi e s’alzò in piedi per farsi vedere e lanciare una lunga occhiata alla pirata. 
«Per niente, Jewelry Bonney, ma considerato che eri impegnata in altre discussioni non ho ritenuto necessario interromperti.»
Noioso, decisamente noioso quell’atteggiamento per i gusti del chirurgo, che nonostante quella conversazione s’andò a riprendere il proprio cappello, sistemandolo sul capo, deciso a riprendere posto nella sua poltrona lontana da tutti. 
«Bene, adesso che sono qui volete spiegarmi che sta succedendo? Perché improvvisamente il motore della mia nave è fuso? » domandò lei, ovviamente cosa più che lecita, ma prima che qualcuno di sensato potesse rispondere a prendere la parola fu Luffy. 
«Semplice perché non possiamo andarcene da qui e dobbiamo aspettare l’inizio dei giochi per parlare con Cassiel.»
Bonney, improvvisamente sbiancò, perdendo l’uso della parola, infatti fissò il moro col cappello di paglia e la giacca rossa, come se la causa dei suoi mali fosse unicamente lui.
«Che vuol dire che non possiamo andarcene?» sibilò Bonney, pronta a scattare. 
«Esattamente quello che ha detto Mugiwara, bellezza, nessuno può andarsene da quest’isola. A quanto pare anche La Fenice ci ha provato ma ha fattlito miseramente.»
«La—… fenice? Quella fenice? »  balbettò ancora una volta lei, sempre più sorpresa. 
«Proprio lui, Marco. Lo conosci? »
«Ne ho sentito parlare. Portatemi da lui.»
«Cosa?» questa volta fu Law a sembrare confuso. Che diamine poteva volere una come lei da uno dei figli di Barbabianca? Insomma era assurdo e soprattutto non capiva il motivo, per questo era scattato prima degli altri. 
«Avete capito bene, portatemi dalla Fenice.» continuò Bonney iniziando a giocare con tutto ciò che aveva a tiro, compresi vasi, fiori e soprammobili. Rischiò di farne cadere la metà, ma nessuno la fermò. 
«Se vuoi, mia bellissima Bonney, posso portarti io da Marco la Fenice, credo che gli farebbe bene un po’ di compagnia considerato che è da giorni sul tetto e non ha intenzione di scendere.»  ammise Sanji con tranquillità, porgendo il proprio braccio nei confronti della ragazza, che  in risposta esitò ad avvicinarsi a lui.
«Bene, ma niente gesti azzardati o finisci come tuo fratello.»
«Quelli non sono miei fratelli. Io non c’entro nulla con loro.»
«Perché ce ne sono altri?»
«Purtroppo sì, altri due, meglio che tu non li conosca mai.» 
«Forse hai ragione.»
Ed improvvisamente, l’accoppiata più bizzarra di sempre, si diresse verso l’ingresso dal quale partivano le due enormi scalinate per andare ad i piani superiori. Vederla allontanarsi in compagnia di Sanji da un lato diede sicurezza a Law, dall’altro, invece, lo intimorì. Più che altro quello in pericolo era lui, conoscendo l’irruenza della fanciulla, ma decise di lasciarlo sperimentare sulla sua pelle.
«Ah, Jewelry-ya, non so se te lo hanno detto ma—…»
Bonney si fermò, puntando le iridi violacee verso di lui ed in tutta risposta gli rivolse un occhiolino. 
«So già tutto, Trafalgar. Gaspard, all’entrata, mi ha detto che nell’ala ovest ci sono le camere per le donne a sinistra quelle degli uomini. Adesso capisco il perché di tutto questo, anche se io volevo sapere dove si trovavano le cucine.»
«Io lo so, ed anche Sanji lo sa, possiamo portarti dopo che avrai conosciuto Marco, è un tipo simpatico.»
La rosata non rispose alle parole di Luffy, ma si limitò ad uscire seguita a ruota da Sanji che non faceva altro che sbavarle dietro. Quel ragazzo aveva decisamente un problema da risolvere, ma di certo non sarebbe stato Law ad aiutarlo, non ne aveva minimamente voglia. Solamente quando passarono un paio di secondi e furono certi che la nuova arrivata si fosse allontanata più del previsto, Law guardò di sbieco a Kidd, che ghignò divertito. 
«Qualcuno di divertente, per fortuna, anche se ha l’aria di essere una vera rompi coglioni.»
Purtroppo non poteva dargli troppo torto, Bonney sapeva essere fastidiosa quando s’impegnava, ma nessuno poteva battere i livelli del proprio alleato, infatti con un sospiro evitò anche solo di rispondergli e si andò a sedere sulla propria poltrona.
Ciò che davvero voleva sapere era il perché di quell’incontro con la Fenice, era strana e lo sapevano tutti quanti, ma avrebbe indagato in un altro momento, adesso ne aveva abbastanza della gente in generale, ed infatti decise che avrebbe ignorato Mugiwara e company almeno fino ad ora di cena. 
Doveva riprendersi da quel pomeriggio di pura follia. 
   
 
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