Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: Roiben    24/06/2018    1 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Trentanove


Il cielo d’un tratto si fa cupo, nuvole plumbee si frappongono dense fra il luminoso sole e la terra desolata. Ombre nere come inchiostro sfrecciano sull’erba tenera e investono come una tormenta il gruppo di kitsune radunato su una dolce altura, sparpagliandole, arruffandole e facendole volare all’aria, spezzando di conseguenza l’incanto ordito ai danni della dea della notte e del figlio. Alcune di quelle ombre si solidificano e prendono forma, arrestandosi a pochi passi dal gruppo di nøkken e pixies; zoccoli neri battono sul terreno attirando l’attenzione delle creature dell’acqua. Altre ombre si alzano in quota fino a sfiorare le ali dei draghi d’argento, attorcigliandosi dispettosamente attorno ai loro colli squamosi e alle loro zampe artigliate, facendoli sbuffare forte e costringendoli a scendere al suolo.


L’inattesa figura di un alto cavallo dal setoso manto perlaceo e dagli occhi cinerini cala al suolo fra i lupi bianchi e le due divinità stremate, interrompendo momentaneamente le ostilità. In groppa al destriero un certo spirito oscuro fin troppo noto e ormai ampiamente dato per disperso.


Ba’al vorrebbe dirgliene quattro, ma non è poi così sicuro di avere il fiato sufficiente per farlo. Dal canto suo Mot ha già le sue belle difficoltà a restare ancorato a questo mondo per sprecare ulteriori energie nel notare la ricomparsa di Pitch Black.


Pitch, a voler puntualizzare, non sembra particolarmente interessato a Ba’al e Mot, né tanto meno alle loro disavventure; invece osserva Alcor e Mizar con una certa curiosità, peraltro perfettamente ricambiato dai due lupi che mostrano i denti ma non l’aperta intenzione di tornare all’attacco.


Poi Pitch d’un tratto sorride. «Cercavo Liùsaidh~dorcha, in effetti. Sapreste dirmi dove posso trovarlo?» chiede con garbo.


Mizar ruota il capo e lo fissa dubbioso, Alcor decide invece di sedersi perché quella è stata una giornata decisamente movimentata come da molto tempo che non ne vedevano di simili. Mizar quindi fissa il fratello e i suoi occhi gialli sono apertamente interdetti e parecchio confusi. Alcor riderebbe, se potesse, ma è un lupo e può unicamente scuotere il capo e sbatacchiare la coda a terra, divertito. I suoi occhi grigi si soffermano in quelli del cavallo, poi in quelli dello spirito; annuisce, si rimette in piedi e si allontana, facendo in questo modo capire allo spirito oscuro che, se davvero desidera una risposta, dovrà proprio seguirlo, dato che Alcor non ha un modo migliore per dargliela.


Pitch e il suo cavallo (cui Pitch ha voluto a tutti i costi dare un nome: Alioth) si scrutano un lungo momento vicendevolmente, poi lo spirito fa spallucce e sprona la sua cavalcatura perché tenga il passo dei due lupi.


Ba’al, attonito per il totale disinteresse dimostrato nei loro confronti da quel bastardo dell’Uomo Nero, borbotta pesanti ingiurie fra i denti e stringe la presa dietro la schiena del fratello, trascinando entrambi in un angolo più riparato in cui trovare un poco di ristoro e di riposo.


*


Il prato e parte della collina e del lago sono ora rigidamente presidiati da numerose squadre di neri incubi i cui occhi dorati rappresentano al momento le uniche fonti di luce presenti sul posto, considerato che le pesanti nuvole hanno richiamato una notte prematura che neppure Nyx sarebbe in grado di evocare con tanta disinvoltura.


Aileliath, senza mai perdere di vista i draghi atterrati sull’erba e anch’essi circondati da incubi, avanza guardingo facendosi incontro a quelli che crede di riconoscere come due dei suoi recenti amici e principali aiutanti dell’Uomo Nero. A dargli ragione, infatti, poco dopo dal gruppo compatto si distaccano due incubi che si affrettano a raggiungerlo.


«Buon tempismo!» esclama gioioso, visibilmente lieto di rivederli al loro fianco. Solleva gli occhi al cielo plumbeo e li riabbassa su Lumbar ed Epiales. «Opera vostra?» domanda, sinceramente incuriosito.


I due incubi scuotono il muso, negando, e gli trotterellano intorno, felici di averlo ritrovato sano e salvo, proprio come desiderava il loro padrone.


«Non sono riuscito a vedere Pitch. Dove si trova, ora?» chiede speranzoso.


Epiales adocchia Lumbar, incerto, ricevendo un’identica occhiata insicura. Di nuovo scuotono il capo, questa volta dispiaciuti per la delusione che adombra gli occhi di Aileliath.


«D’accordo, in qualche modo riusciremo a scovarlo. Adesso però sarà meglio se diamo un’occhiata alle condizioni degli altri» propone, guardandosi attorno con leggera preoccupazione e invitando i suoi neri amici ad andare con lui.


*


Insieme, non molto più tardi, ritrovano i cinque guardiani presi nell’occupazione di fare una ragionevole stima dei danni accusati in seguito allo scontro con le fatine, mentre queste ultime sembrano tutte intente a fare smorfie e linguacce ai pochi incubi sopraggiunti a dare un taglio alla futile diatriba.


«Ohi, ciao!» esclama Jack, il primo a individuare l’appena sopraggiunto Aileliath.


Il custode sorride, sia per averlo ritrovato più o meno illeso e ancora piuttosto pimpante, sia per la capigliatura totalmente sconvolta e reduce da parecchie bruciature, seppur superficiali.


«Come state? Tutti ancora interi?» chiede gentilmente.


«Ah, figurati, solo qualche graffio» sdrammatizza Nicholas.


«Sì, e ghiaccio ovunque» lamenta Aster, parecchio contrariato. «Frost a confronto è un dolce coniglietto» commenta.


«Io?» dubita Jack di rimando, strabuzzando gli occhi. «Ma non eri tu il batuffolo soffice e tenero?» sogghigna, prendendo agilmente quota quando Aster punta una spada su di lui ma senza smettere di ridersela beato.


*


Il suo passo nervoso e marziale rallenta sensibilmente nel giungere nei pressi del laghetto, fino quasi a fermarsi. Ruota il capo, facendo vagare uno sguardo costernato all’intorno, deglutisce e serra le dita facendo scricchiolare le nocche.


«Madre» mormora la voce di Ouranós alle sue spalle.


«Osserva. Non dimenticare. Questo è ciò che accade nel momento in cui cerchi di scaricare le tue responsabilità su altri» replica con durezza.


Ouranós si sofferma cogliendo frammenti di distruzione e sospira avvertendone il peso. «Cosa possiamo fare?» domanda, fissando ora gli occhi sulla schiena della madre.


«Cerchiamo chi ancora esiste e lo aiutiamo a raccogliere ciò che non è più» replica asciutta, riprendendo lentamente ad avanzare in mezzo alle macerie di quelle che un tempo erano creature speciali


*


Alcor e Mizar si fermano infine al limitare di uno strapiombo scavato con pazienza da un fiume che scorre qualche metro più sotto, serpeggiando a valle. Sollevano entrambi il muso puntando gli occhi al cielo e lo stesso fa Pitch, scrutando ansioso le nubi contro le quali finalmente individua due figure che si fronteggiano, incuranti del finimondo che fino a qualche minuto prima metteva in subbuglio l’altrimenti pacata tranquillità del luogo. Torna a posare gli occhi a terra con un sospiro e accenna un gesto di ringraziamento ai due lupi, congedandoli silenziosamente, prima di spronare Alioth; questi, dopo poche eleganti falcate sull’erba, si solleva agilmente in aria, librandosi leggero e prendendo via via velocità, diretto con decisione verso le due figure avvolte nella densa cappa di grigie nuvole di pioggia.


Nel farsi più vicini Pitch nota dettagli che da lontano gli erano sfuggiti: la figura di Phanês sembra aver perduto parte della luminosità che di norma la contraddistingue; le scaglie di Liùsaidh~dorcha al contrario brillano di riflessi dorati, quasi fossero in grado di immagazzinare la luce e rimandarla moltiplicata; le labbra di Phanês sono distorte in una piega amara che poco gli si addice; negli occhi del demone, quando è solo a poche falcate da loro, scorge qualcosa che gli ricorda triste malinconia. Scuote la testa, confuso ma anche deciso a dare un significato a ciò che può vedere. Nonostante tutto, nessuno dei due prova paura, e Pitch ne deduce che debbano essere entrambi degli sconsiderati e con seri problemi mentali. D'altronde vivere così a lungo non sempre assicura la saggezza; loro, certamente, ne sono la dimostrazione pratica e lampante: un’esistenza prolungata, se gestita male, porta a squilibri mentali, e Pitch, beh, ne sa qualcosa.


Socchiude le labbra in una muta espressione di sorpresa quando scorge una mano del demone torcersi e Phanês aggrottare le sopracciglia e digrignare i denti. Liùsaidh~dorcha sta probabilmente mettendo in pratica qualcuno dei suoi giochetti ai danni della divinità. Con le ginocchia fa pressione sui fianchi di Alioth, indicandogli di virare di modo da scivolare dietro al demone e, nel passaggio, afferra con forza il bordo di una delle sue ali e strattona trascinandoselo dietro per diversi metri, prima che il demone trovi modo di reagire. Liùsaidh~dorcha si contorce su sé stesso, richiudendo le ali attorno alle spalle e facendo perdere la presa allo spirito, precipita per qualche istante al suolo poi spalanca le ali e, piroettando in volo, riprende velocemente quota.


«Cosa credevi di fare?» ringhia contro lo spirito.


Pitch accenna un sorrisino divertito. «Distrarti?» domanda retoricamente.


Liùsaidh~dorcha volta di scatto la testa e vede Phanês planare dolcemente verso terra.


«Maledetto, come osi?» sputa adirato.


Pitch non si scompone, invece affila lo sguardo e lo osserva con più attenzione, scorgendo ciò che fino a quel momento lo aveva reso dubbioso e irrequieto. «Tu sei… un demone della luce?» mormora, disinteressato alle sue minacce ma non ai dettagli che ora può ben vedere, forse anche grazie al rito.


Liùsaidh~dorcha sembra congelarsi per un lungo momento, poi allunga le dita di una mano e cerca palesemente di farlo secco con un deciso attacco che Pitch scansa all’ultimo istante, sorpreso. La sua sorpresa, durata il tempo di un battito, è dovuta soprattutto alla conferma indiretta alla sua domanda: il demone lo ha attaccato condensando la propria energia in un fascio di luce.


«Grazie per la risposta» replica, perfino divertito.


«Muori, insetto!» sbraita il demone, tornando all’attacco, evidentemente deciso a sbarazzarsi di lui per poi tornare a occuparsi della divinità.


«Già fatto, spiacente» comunica lo spirito, abbandonando momentaneamente la cavalcatura per evitarle brutte conseguenze e scoprendo in quel modo di potersi reggere sospeso in aria del tutto autonomamente. «Interessante» mormora fra sé.


Liùsaidh~dorcha, frustrato e adirato, segue con ostinazione i mutevoli movimenti di Pitch, incapace di credere a come possa riuscire a scansare così a lungo la sua giusta punizione per tanta insopportabile sfrontatezza. Eppure, per quanto si stia dando da fare, non è ancora stato in grado di colpirlo. Ringhia e si lancia all’inseguimento, intenzionato ad abbattere quell’indisponente creatura una volta per tutte.


«Fermati, vigliacco!» sbraita al suo seguito.


Pitch volta appena il capo e ghigna, facendo ribollire il sangue del demone.


«Se non riesci a starmi dietro è forse colpa mia?» insinua, ridacchiando e godendosi il ringhio imbestialito del demone.


Dovrebbe rispondere all’offensiva, probabilmente; sarebbe fuor di dubbio la scelta più sensata e forse la miglior strategia. Il problema è che non ne ha voglia, si scopre invece molto più interessato a osservarlo agitarsi e sfoderare le sue indiscutibili abilità. Forse spera di condurlo al limite della pazienza e vedergli far scintille, in tutti i sensi. Sì, sarebbe certamente una delizia. Ridacchia, poi scuote la testa perché quello non è certamente un comportamento confacente al suo carattere: imprudente, sconsiderato, dannoso, decisamente irragionevole. Che diamine gli hanno fatto quei pazzi con quell’insulso rito? L’aria fresca sul suo viso e fra i suoi capelli è molto piacevole, però. Aggrotta le sopracciglia e di nuovo scuote la testa, ormai persuaso di star perdendo totalmente la ragione. Vira bruscamente per evitare un altro attacco da parte del demone e stavolta ruota su sé stesso per poter osservare con agio la creatura che lo sta inseguendo con tanto accanimento, sprecando fra le altre cose una marea di preziosa energia nell’eventualità di ridurlo in polvere, senza tuttavia tenere conto che sopra di loro non c’è il brillante sole cui è tanto legato Liùsaidh~dorcha, ma grevi nuvole plumbee frutto dell’astuzia di Pitch.


«Non mi dirai che sei già stanco» strascica lo spirito con mellifluo divertimento.


Il demone emette un urlo rauco e imbestialito, di nuovo cerca di colpirlo e di nuovo manca il bersaglio. «Io ti distruggo, insulso scarto» sbotta frustrato.


«Sì? Ma guarda, davvero? E come mai sono ancora perfettamente intero? Batti la fiacca, eh?» lo deride Pitch, osservando le pupille del demone restringersi fin quasi a scomparire nel viola e le zanne schioccare di rabbia.


Sospira, comprendendo che non può tirarla ancora per le lunghe. Se una creatura come quella perdesse il controllo sarebbero guai seri per tutti. Chiude gli occhi per un solo istante e scompare dalla visuale di Liùsaidh~dorcha per riapparire un momento dopo sopra di lui. Afferra saldamente entrambe le ali e, dopo aver piantato un tallone fra le sue scapole, le blocca con fermezza facendolo precipitare pesantemente in basso.


«Lasciami immediatamente!» grida Liùsaidh~dorcha, contorcendosi come una serpe nel tentativo di divincolarsi dalla sua presa.


«Non credo proprio» rifiuta fermamente Pitch, scorgendo il terreno avvicinarsi a gran velocità. «Sono davvero curioso di ascoltare il rumore che produce un demone cadendo a terra».


Qualche istante più tardi aumenta impercettibilmente la pressione del tallone e strattona con forza il tessuto membranoso e candido che ancora trattiene fra le mani, udendo un latrato di protesta da parte del demone, infine facendo leva contro la schiena di Liùsaidh~dorcha abbandona la presa e balza agilmente lontano nel momento stesso in cui il demone va a schiantarsi pesantemente lungo il greto del fiume.


«Niente male» mormora soddisfatto, alludendo al sordo boato prodotto dall’impatto e alla nube di detriti sollevata in aria dall’urto.


Leggero, Pitch ricade morbidamente poco distante, posandosi con garbo sugli scogli scampati alla recente distruzione, in attesa che Liùsaidh~dorcha si scrolli di dosso l’intontimento e torni a ringhiargli contro le sue amabili minacce. Non è tuttavia quello che si aspettava ciò che accade di lì a poco.


«Dovevo immaginarlo» borbotta infatti la voce del demone in tono stizzito ma del tutto ragionevole.


Pitch reclina il capo, incuriosito. «Di cosa parli?».


Liùsaidh~dorcha solleva il volto appena graffiato e punta su di lui i suoi occhi indagatori. «Ti hanno usato per arrivare a me, esattamente come io ho fatto per riprendermi la libertà». Scuote la testa con aria seccata e un po’ afflitta. «Avrei fatto meglio a trovare il modo per costringerti in quel luogo».


Lo spirito socchiude gli occhi e stira le labbra, contrariato. «Dovrai perdonarmi se non mi dolgo del fatto che tu non ci abbia pensato prima» rimbrotta sarcastico.


Ed ecco un altro fatto che non si aspettava: il demone accenna un sorriso alle sue parole, uno che non è affatto un ghigno.


«Mi costringi a rimpiangere che non sia stato tu a trovare quello specchio. Giurerei che avrei potuto guadagnare qualche anno in più di vera luce» ipotizza stranamente pacato, perfino sereno.


Pitch lo osserva e non capisce. Qualcosa è cambiato, ma quando? Perché?


«Cos’è che non so?» pensa, rendendosi conto solo in un secondo momento di aver espresso la domanda ad alta voce.


«Ah, scommetterei fin troppi dettagli, giovane spirito» offre Liùsaidh~dorcha in tono palesemente divertito.


«Ho più di duemila anni» protesta Pitch, sforzandosi di non mettere il broncio.


«Certo» sorride nuovamente il demone, guardandolo con un brillio negli occhi, «e io ne ho circa diecimila in più rispetto a te».


Notizia che ammutolisce Pitch per lunghi istanti che paiono infiniti. «Un’eternità» commenta in un soffio costernato.


«Non proprio, ma quasi, sì» concorda Liùsaidh~dorcha, ripulendosi lentamente dalla polvere sollevata.


«Perché eri lì dentro?» decide quindi di chiedere lo spirito.


Il demone continua a osservarlo mentre si accomoda sull’acciottolato e ascolta il mormorio del fiume. «Ch’io sia un demone non è forse motivo sufficiente?» propone di buon grado.


Ma lo spirito scuote la testa, facendo pochi passi che lo conducono a sfiorare l’acqua. «Non se parliamo di Phanês. Non credo a lui possa realmente interessare la natura di una creatura, ne convieni?» chiede attento, notandolo irrigidirsi impercettibilmente alla menzione della divinità.


«A quell’essere non interessa di niente e di nessuno, neppure di chi dovrebbe rappresentare la sua famiglia, condividendone il sangue» sibila Liùsaidh~dorcha.


Pitch annuisce concorde. «Giusto. Dunque perché? Tu, evidentemente, gli interessavi».


«Sì» ammette Liùsaidh~dorcha, «è così. E lui interessava a me, mio malgrado».


A quelle parole gli occhi di Pitch si sgranano appena, si fa più attento e in silenzio rimane in attesa di un seguito.


Liùsaidh~dorcha si sofferma ancora una volta a osservarlo, poi ghigna, facendo rabbrividire lo spirito.


«Desidero fare un patto» propone improvvisamente.


«Con me?» si stupisce Pitch.


«Esatto. Io ti parlerò di ciò che ti preme sapere e tu, in cambio, mi racconterai la tua storia».


Pitch schiude le labbra e spalanca gli occhi, deglutisce, riflette febbrilmente e, infine, per quanto reticente, accetta il patto annuendo gravemente e guardando con preoccupazione un nuovo ghigno fiorire sulle labbra del demone e spalancarsi fino a trasformarsi in una risata soddisfatta.


  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: Roiben