Alex-futile
Futile. Senza importanza, banale.
In California, da dove viene lui, Alex si descriverebbe con una sola parola.
Worthless.
Stringe i denti, gli occhi spalancati, lo sguardo che sbatte contro il buio
nero che riempie la stanza.
Sente i respiri lenti di Adam solleticargli il petto, sente la sua mano
poggiata con dolcezza sulla pancia.
Hanno finito da qualche ora di fare l’amore, e l’altro ragazzo è crollato
subito, avvinghiato a lui.
Affonda il viso nei suoi capelli e inspira il profumo del suo shampoo, cercando
di calmarsi.
Gli trema un labbro e mai, mai come oggi ha avuto paura di ricaderci.
Alza lo sguardo, anche se non vede nulla, cercando di ricacciare
silenziosamente le lacrime per non svegliare Adam.
Alex si odia per questo, perché sa che non è così, ma si sente così solo.
Solo in un senso strano, vuoto.
Come se non avesse senso.
Come se fosse solo un “Di più” nella vita degli altri, un qualcosa di non
necessario, che non dovrebbe esistere. Senza alcuno scopo.
Guarda verso la porta del bagno, vedendo una sottile linea di luce tracciarne i
contorni.
In quel momento, Alex si sente spaccato.
Una parte di lui spinge contro la sua schiena e lo tiene giù, perché sa che è
la cosa sbagliata, perché sa che Adam lo scoprirebbe e lo porterebbe da quell’odioso
dottore, e non vuole rischiare di dover prendere fottute medicine.
L’altra parte, però, è più forte. Sa come farlo muovere senza alcuna fatica,
come persuaderlo dolcemente, con la promessa di una dolce carezza argentea sul
polso. Due. Tre, quattro, cinque…e di baci di fuoco sulle cosce, come far l’amore
con la pietra incandescente dell’accendino.
Un respiro tremante, poi con tutta la dolcezza che riesce a recuperare Alex
sposta Adam da sé.
Gli bacia la fronte, piano.
Un assonnato “dove vai?”
Un rassicurante “in bagno”, seguito da un bacio sulle labbra, leggero come un
battito d’ali.
E colpevole, Alex aspetta che si riaddormenti, per poi andare in bagno,
chiudere a chiave la porta, ed aprire piano il cassetto sotto il lavandino,
dove loro lo guardano e sorridono, vittoriose.