Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Grell Evans    27/06/2018    1 recensioni
Temari decide di trasferirsi a Konoha per chiudere un capitolo lungo e buio della sua vita sentimentale che l'ha turbata e delusa profondamente. 
Shikamaru apatico e scostante appena la incontra le si avvicina, affascinato, dalla sua bellezza sconosciuta.
Tra di loro tutto sembra incominciare in modo tranquillo e delicato, ma c'è qualcosa che turba le loro giornate o per meglio dire, qualcuno.
E quel qualcuno non sarà gentile, nè comprensivo; non avrà intenzione di lasciare Temari senza di lui, piuttosto la morte.
 
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Martedì mattina.

 
 
- Ehi Tem, tutto bene? – le domandò Karui mentre si preparava una bella tazza di cappuccino.La ragazza ancora assonnata batté diverse volte le palpebre assumendo un’aria interrogativa.
 – Sì. – rispose mentre mordeva un biscotto. In realtà aveva sonno da morire anche se la sera prima era rientrata a casa per cena.

- Tu, piuttosto, dove sei stata ieri? – chiese la bionda con sguardo indagatore.
- Sono stata a cena con Choji. – le rispose sorridendo.Gli occhi di Temari si illuminarono. – Davvero? –
- Sì… – confermò timida la rossa mentre si sedeva al tavolo.
- Raccontami com’è andata, dai! – la incitò esuberante inzuppando il biscotto nel latte e caffè. – Su! – continuò battendo la mano sul tavolo.
- Allora: siamo andati in un ristorante, il preferito di Choji, a mangiare carne alla brace e patatine. Praticamente tu ordini i pezzi di carne che gradisci e i camerieri te li portano crudi e, una volta arrivati, te li cuoci sul braciere che c’è al centro del tavolo; è davvero grazioso. – disse mescolando lo zucchero nella tazza.L’amica la guardava sognante e incantata durante il racconto. – E poi? – domandò curiosa.
- Beh, abbiamo parlato del più e del meno sia mentre mangiavamo che quando siamo andati a fare una passeggiata. È stato davvero tenero; è venuto a prendermi a casa e ha voluto anche riaccompagnarmi nonostante abitiamo in due parti del villaggio abbastanza distanti. Testardo com’è ha anche pagato per me, non ha voluto sentire ragioni! – concluse Karui.
- Dai, è stato gentile, infondo era il vostro primo appuntamento e da gentiluomo ti ha offerto la cena; un po’ vecchio stile, ma carino lo stesso. – approvò mentre mangiava l’ennesimo biscotto.
- Tu invece dove sei scappata? – ora toccava a lei subire il terzo grado.
- In realtà… - disse imbarazzata.Karui alzò il sopracciglio come a segnalarle che non voleva sentire bugie ma solo la pura verità.
Erano amiche da diversi anni e ormai la loro amicizia era basata sulla fiducia reciproca. Quando si incontrarono a Suna per la prima volta entrarono subito in sintonia. Lei si ritrovava a fare l’ambasciatrice fuorisede per il villaggio della Nuvola e Temari lavorava a fianco del fratello kazekage. Da quel giorno entrarono parecchio in confidenza tanto che Karui fu l’unica persona ai tempi a conoscere il dramma che Temari stava vivendo con l’ex fidanzato. Erano diventate davvero molto intime e quando entrambe, prima Karui che si trasferì a Konoha per insegnare ai futuri genin e dopo Temari, a seguito della promozione ad ambasciatrice, sentirono la mancanza l’una dell’altra nel periodo in cui non poterono frequentarsi come un tempo. Essere riunite sotto lo stesso tetto in quel momento le rendeva felici tenendo conto anche delle avventure amorose che stavano vivendo.

- Allora?! – la riprese mentre l’altra cercava in tutti i modi di aggirare l’argomento.
- Beh, niente, come dire… - tentennò.
- La pianti? – domandò infastidita – Sembra che ti abbia chiesto chissà che, parla. – la incoraggiò minacciosa.
- Sono andata da Shikamaru ieri, volevo ringraziarlo per quello che aveva fatto per me il giorno prima ma non mi sarei mai immaginata che potesse accadere… -Karui strabuzzò gli occhi. – Che cosa? Hai fatto sesso con Shikamaru? – urlò alzandosi come una furia dalla sedia. – Ma sei impazzita? Capisco che hai una mancanza a livello affettivo ma colmarla così solo perché ti ha regalato un cervo di peluche mi sembra esagerato! – continuò gettando con irruenza la tazza nel lavabo. – Agghiacciante. – concluse ricomponendosi.
Temari la guardò stupita. – Mi spieghi tramite quale meccanismo cerebrale sei arrivata alla conclusione che io abbia fatto cose con lui? – domandò irritata alzando un sopracciglio. – Ci siamo solo baciati e niente più. – rivelò mentre sparecchiava ciò che aveva usato per la colazione.

- Seriamente? – chiese sbattendo velocemente le palpebre.In risposta alzò nuovamente il sopracciglio.
- Non facevo Shikamaru così romantico. – commentò cercando di sciogliere quella lieve tensione che si era andata a creare. – Insomma, lui ritiene le donne troppo complicate per la sua persona e poi ti bacia come se non ci fosse un domani. – continuò. -  Sono sorpresa. –
- Evidentemente il fascino della Sabbia lo ha folgorato. -  rispose Temari facendole l’occhiolino. – Vado a sbrigarmi che ho da fare in ufficio. – sorrise e corse via, su per le scale, felice. 
 
***

 
 
Shikamaru stava aspettando Naruto vicino all’accademia; quando aveva bisogno di confrontarsi, sembrava strano persino a lui, gli riusciva semplice parlare proprio con l’Uzumaki. Poteva scegliere tra alcune persone con cui confidarsi, uno tra i primi era Choji, ma dopo l’appuntamento con Karui non avrebbero parlato d’altro e in quell’occasione era lui che doveva essere aiutato. Un’ altra candidata era Ino, ma era sicuro che l’avrebbe ascoltato solo per fare del gossip spicciolo con Sakura e onestamente non gli andava molto a genio la cosa.

- Ehi, Shika! – esclamò il biondo quasi col fiatone.
- Ciao Ciccio. – gli era uscito quel nomignolo a caso e Naruto sembrò apprezzare perché chiuse entrambi gli occhi e sorrise.Incominciarono a camminare per le strade meno frequentate anche di giorno, voleva mantenere la cosa il più privata possibile. Gli riusciva difficile chiedere consigli in generale, le uniche persone con cui riusciva a confidarsi su certi argomenti erano suo padre e il maestro Asuma, ma in quell’occasione specifica voleva sentire un parere meno razionale e più istintivo e Naruto gli apparve la persona adatta come già aveva dimostrato di esserlo in passato.
- Ti ricordi la ragazza della festa? – gli domandò guardando per aria.
- La bionda del villaggio della Sabbia? – chiese mentre si grattava la testa come per sforzarsi di ricordare.
- Già. – iniziava a percepire i battiti del cuore aumentare a mano a mano che il pensiero di lei si faceva vivo.Naruto lo fissò con il suo solito sguardo indagatore. – Dov’è il problema, amico? – domandò.
- Non ce ne sarebbero se solo non sentissi una voglia matta di averla vicino a me in ogni momento. – affermò. – Detesto questa sensazione; che cazzo, mi sento peggio di Kiba, roba che manco i cani. – il suo viso assunse un’espressione infastidita. – Poi ieri da bravo genio il quale sono l’ho anche baciata pensando che mi passasse e invece ho peggiorato la situazione in un modo che neppure immagini. –
- Beh, diciamo che non è stata proprio una mossa degna di un abile stratega. – confermò il biondo.Shikamaru lo guardò storto in segno che l’affermazione non gli piacque affatto. – Inoltre, la cosa è diventata ancora più tragica perché mi sono reso conto che ho bisogno di lei più a livello mentale e spirituale che a livello fisico. – sospirò seccato.
La faccia del biondo assunse un’aria incredula. – Profondo. Non me l’aspettavo. –
Il sopracciglio del Nara si alzò e se avesse potuto sarebbe arrivato fino in cielo per la disapprovazione. – Non sono mica un animale selvatico che si accoppia con la prima cosa che respira. – fece una pausa e per un attimo gli balenarono per la mente gli occhi verdi di Temari, le sue labbra morbide e umide che rispondevano alle sue.

- Non fare il sostenuto: ammettere che ti attira anche fisicamente non vuol dire essere superficiali, anche perché a baciarla l’hai baciata, quindi qualcosa vorrà pur dire. – disse il biondo convinto di ciò che diceva.
- Non ho detto questo. – sottolineò marcando ogni parola.
-  E allora Shika? – domandò per sottolineare l’ovvio. – Si vede che ti ha colpito, allora ascolta il tuo cuore e il tuo gran bel cervello… più il cuore che a volte la materia grigia che hai chiusa in testa ti fa fare certe cazzate madornali. –Shikamaru sbuffò a quel velato insulto al suo cervello. – Quindi? – domandò.
- Quindi che?! – urlò spaventando un gatto randagio che attraversava la strada. – Cazzo, sei tanto intelligente ma non capisci i segnali che il tuo corpo di manda? Dannazione, quando la vedi vorresti stringerla tra le tue braccia, coccolarla, baciarla, farle i grattini, accarezzarla e non so cos’altro? Allora vorrà dire che ne sei attratto in qualche modo, che diavolo! Mica devo spiegarti io come fare a capire che va oltre l’intesa mentale! – la faccia di Naruto era più che eloquente. – Su, non mi far essere volgare. – continuò.
- Ehi, amico. Non sono a questi livelli di ignoranza del mio corpo e anzi me ne rendo fin troppo conto e mi preoccupo pure. -  dichiarò guardandolo ancora più seccato. –  Dopo quel bacio mi è salito quell’istinto primordiale di prenderla e portarmela dentro casa e ti assicuro che ho fatto fatica a tenere a bada la situazione. – confessò.
- Mi sarei preoccupato del contrario. – disse ridendo il biondo. – Innamorarsi, soprattutto alla nostra età, consiste anche in questo. Te lo dico perché l’ho provato e lo provo tutt’ora con Hinata. Ai miei occhi lei è bellissima e ogni volta che la vedo sento emozioni diverse; a volte la vorrei stringere tra le mie braccia e coccolarla e starei le ore con lei che mi accarezza. Altre volte invece non riusciamo a staccarci e staremmo a letto insieme per un tempo infinito, con tutto il mondo che scorre e che va avanti ma con noi che rimaniamo sempre lì. Succede che non ne hai mai abbastanza ed è quello che ti fotte il cervello, è quello che ti fa sentire nel posto giusto e al sicuro. – gli occhi gli brillarono. Evidenziavano un trasporto davvero invidiabile. – Provaci Shika, scommetto che lei è altrettanto presa da te. – gli batté una mano sulla spalla. – Cos’hai da perdere infondo? –Shikamaru in effetti non aveva assolutamente nulla da perdere e sapeva di doversi dare una possibilità. Dopotutto Naruto aveva ragione; programmare qualsiasi cosa nella vita o la rendeva impossibile o insoddisfacente, priva di emozioni. Lui rimaneva a pensare per ore, a calcolare qualsiasi probabilità di riuscita o fallimento di qualsivoglia esperienza e spesso risultava un’arma a doppio taglio; da una parte lo preparava a ciò che sarebbe potuto accadere e dall’altra lo limitava nei sentimenti. Decise che si sarebbe dovuto godere quelle sensazioni nuove che solo la frequentazione di Temari gli avrebbe potuto regalare, sapeva che lei poteva essere in qualche modo compatibile con il suo essere solitario e calcolatore; lei con la sua velata timidezza celata dietro uno strato d’orgoglio lo spingeva a provocarla e a rivolgerle sempre la parola per primo. Era come se non riuscisse ad esserle indifferente e probabilmente l’avrebbe notata persino in mezzo ad una folla per un singolo particolare che fossero stati i capelli o il profumo lui l’avrebbe trovata.
- Niente. – rispose secco.
- Vedi che allora sei veramente intelligente? – disse con un sorriso smagliante Naruto mentre Shikamaru, di tutta risposta, lo guardò storto per avere messo in dubbio le sue capacità intellettive sbuffando in segno di disapprovazione.
 - Sei sempre il solito! – aggiunse poi il biondo scuotendo leggermente la testa. – Come te non c’è nessuno. – 
 


 
 
Martedì pomeriggio tardi.



 
 
Sentì qualcuno suonare il campanello e si stupì; Karui era uscita da qualche ora e sarebbe tornata molto tardi quindi non aveva idea di chi potesse essere.

- Chissà chi è che rompe! – canticchiò mentre raggiungeva la porta. – Ma che diavolo! –
- Chi è che rompe? – ripeté il ragazzo di fronte a lei.
- Tu. – rispose con un mezzo sorriso. – Comunque, Karui non c’è. – aggiunse.Shikamaru alzò un sopracciglio. – Quindi? –
- Quindi torna più tardi. – gli disse facendo spallucce.La guardò interrogativo. – Seccatura, io sono qui per te. – confessò spegnendo la sigaretta.
Gli occhi di Temari si spalancarono per lo stupore insieme alle labbra che si dischiusero leggermente. – Beh, allora sei proprio masochista. – disse ironica cercando di nascondere la profonda emozione che provava nel vederlo.

- Sarà. – rispose mentre seguiva la ragazza dentro casa.Poté accorgersi che mentre camminava ondeggiava i fianchi in maniera naturale e non fu in grado di non notare che il tutto veniva accentuato da un paio di pantaloncini corti neri di tuta che lei portava al di sotto dell’ombelico, abbinati a un top largo a maniche corte bianco con la stampa di un koala.
- Ho pensato di offrirti del succo. – la vide arrivare con due bicchieri in mano.
- Grazie. – la seguì con lo sguardo mentre di accomodava sul capo opposto del divano rispetto a dove si trovava; con una mano stringeva il bicchiere mentre con l’altra si accarezzava delicatamente i capelli.
- Allora, qual buon vento ti porta? -  cercò di sdrammatizzare sentendosi i suoi occhi addosso.
- Volevo invitarti ad uscire con me, se non hai da fare stasera. – mise da parte l’imbarazzo concentrandosi sul succo che oscillava nel recipiente.
- Eh? – fu tutto quello che riuscì a dire.Shikamaru la guardò dalla testa ai piedi; era davvero buffa quando si imbarazzava e le guance le si coloravano di un lieve rosso. Più che buffa è adorabile, pensò.
- Tem? –Solo così mancava che la chiamasse. “Tem” e il cuore le si liquefaceva nel giro di pochissimi secondi come se fosse di cera. – Sì, okay, va bene. – disse scandendo velocemente ogni parola.
- Ottimo, allora se ti prepari andiamo. – le sorrise.
- Avrai da aspettare. – le rispose facendogli l’occhiolino. – Non andartene eh! – e corse su per le scale.In realtà fu abbastanza veloce e ne fu contento perché mai avrebbe sopportato aspettare intere ore come quando lui e Choji attendevano Ino fuori casa nonostante fossero sempre puntuali. Quando la vide tornare in salotto rimase ad osservarla quanto bastava a fotografare nella sua mente quanto fosse ancora più bella. Aveva scelto una maglietta bianca, con lo scollo a barca rivestita di merletto tono su tono e con qualche perlina qua e là, che portava infilata nei pantaloncini a vita alta di jeans corti fino a metà coscia.
- Eccomi! – fece una piroetta su sé stessa e la suola di gomma dei sandali bassi che si legavano intorno ai polpacci fino a sotto il ginocchio emise un leggero rumore.Chiusero la porta d’ingresso e si incamminarono lungo il grosso viale che portava verso il centro di Konoha. L’aria frizzante della sera solleticava loro la pelle scoperta mentre il cielo era colorato ancora dai toni del tramonto; dall’arancione virava al rosa, poi al rosso, con qualche tocco di giallo e celeste, il sole si nascondeva dando spazio alla luna che a poco a poco emergeva.
- Dove ti piacerebbe andare? – domandò Shikamaru accendendosi una sigaretta.Temari fece spallucce. – Non conosco niente di questo villaggio, scegli tu. –
- D’accordo. Allora ti porto io da qualche parte. – disse mentre aspirava dal filtro.Strinse gli occhi in segno d’assenso e poco dopo giunsero in un piccolo ristorante tipico della zona centrale del quartiere. Quando entrarono notò subito che i tavoli avevano delle braci al centro e subito le tornò in mente la descrizione che Karui le aveva fatto del posto in cui era stata con Choji.
- Ci sei già stata? – le disse mentre si accomodarono.
- Da quando leggi nel pensiero? – controbatté inclinando leggermente la testa.Lui sorrise. – Sono solo un abile osservatore. –
- Modesto. – affermò mentre faceva roteare le bacchette tra le dita. – Comunque me ne ha parlato Karui; l’ho riconosciuto dalla sua descrizione. –
- Sai, questo per me è un posto speciale. Il mio maestro portava me, Ino e Choji a mangiare qui appena c’era da festeggiare qualcosa. Spesso si trovava un pretesto anche stupido pur di venire qui ad ingozzarci. – gli occhi di Shikamaru le parvero persi nel vuoto, come se stesse rivivendo alcuni momenti non più da protagonista ma da spettatore. – Sono dei bellissimi ricordi. – commentò tentando di chiudere il discorso che aveva maldestramente aperto.
- Percepisco un po’ di malinconia. – affermò Temari guardandolo enigmatica.
- Può essere. – confermò tamburellando le dita sul tavolo. – Anche tu non sei male come osservatrice.  –Lei gli sorrise orgogliosa. – Diciamo che me la cavo. –
Sentì gli occhi di Shikamaru scrutarla come ad analizzarle ogni millimetro della sua pelle, concentrarsi su ogni sfumatura delle sue iridi e delle sue labbra. In tanti anni il suo ex non l’aveva mai guardata in quel modo eppure non era un semplice sguardo; era come se volesse provare ad entrarle dentro semplicemente osservandola.

-Sei… -
- Mh? –
- Bellissima. –Colse le sue guance tingersi di rosso e le sue dita stringersi in un gesto nervoso. Le apparve incredula a quelle parole, probabilmente non se l’aspettava.
Nella sua mente invocò l’aiuto degli Dei; cominciò a torturare il tovagliolo di carta su tavolo, riducendolo prima in piccole strisce poi in minuscoli pezzi. Pensò di sorridergli, ma sarebbe sembrata un’ebete, poi le venne di rispondergli con un ‘grazie’ ma non voleva apparigli vanitosa. Implorò al suo cervello di sforzarsi di trovare una soluzione, di riuscire a scampare a quell’affermazione senza sembrare una stupida.

- Anche tu lo sei. – ecco l’illuminazione; rispondere con la stessa moneta.Stavolta fu lui a distogliere lo sguardo per qualche secondo concentrandosi sulla carne che sfrigolava sulla brace.
- Che diavolo dici? – sussurrò.Lei alzò il sopracciglio. – Beh, non è così? –
- Che cosa vuoi che ne sappia, mica vado in giro a lodare la mia persona. – rispose con un mezzo sorriso. L’aveva incastrato. Rise di gusto mentre Shikamaru si grattava la testa imbarazzato al massimo.
Fortunatamente riuscirono a passare oltre quel velo d’imbarazzo che si era creato, mangiarono e chiacchierarono tranquilli del più e del meno come se si conoscessero da una vita. Risero fin troppo quando il ragazzo raccontò che la madre prese a padellate lui ed il padre per non essere andati al tavolo per la cena e Temari quasi pianse tanto gli apparve assurda la situazione; poi fu Shikamaru a ridere fino alle lacrime quando lei gli raccontò della volta in cui la madre del suo ex quasi li beccò a letto insieme.
Pagarono lasciando i soldi sul tavolo e si incamminarono nuovamente verso una meta a Temari sconosciuta.

- Senti, stasera al parco Nara festeggiamo l’inizio dell’estate, ti andrebbe di venire? – domandò aspirando dal filtro della sigaretta.
- Vedrò altri cervi? -  rispose guardandolo sognante.
- È probabile. – sorrise.
- Sono troppo curiosa di vedere le vostre usanze, anche noi a Suna facciamo qualcosa di simile. –
- Mi fa piacere. – la mano di Shikamaru strinse quella di Temari mentre passavano sotto al torii d’ingresso al parco. Fu sollevato quando percepì la mano della ragazza ricambiare la stretta e avvicinarsi di più a lui.
- Guarda alla tua sinistra. – le sussurrò all’orecchio il ragazzo.Dalla boscaglia apparve un maestoso cervo, dalle corna grandi ed ampie che, con aria severa, era intento ad attraversare il viale. Notò Temari e le si avvicinò piano annusandola dai piedi fino al volto solleticandole la pelle col naso umido.
- È bellissimo. – disse piano. – Perché mi annusa? – domandò.
- Ti sta studiando perché non riconosce il tuo odore. Ora porgigli la mano che ti ho stretto, più precisamente il dorso. –La ragazza ubbidì e il cervo percependo l’odore a lui noto si fece accarezzare da entrambi, senza fuggire. – Il mio profumo per loro è segno di sicurezza. – le spiegò mentre se ne stava incantata a carezzare l’animale sul collo e sulla schiena.
- Sono un po’ come i cani. – asserì Temari mentre gli sfiorava un corno.
- Meno rompipalle. – la corresse riprendendola per mano.Vide l’animale andarsene e un bagliore illuminare la fine del viale. La musica e le risate si facevano a mano a mano più vicine. Tante persone se ne stavano sedute intorno ad un enorme falò bevendo e mangiando, altre cantavano e ballavano serene e sorridenti.
- Ma quanta gente c’è? -  domandò stupita.
- Troppa. – rispose ironico mentre la guidava verso il grande fuoco.Rimase estasiata dall’allegria che si respirava e dalla spensieratezza che aleggiava e contagiava tutti i presenti.
- È arrivato il principino! – esclamò un uomo alto, con i capelli legati in un codino, il pizzetto e delle cicatrici sul volto. – Tieni, figliolo, bevi! –
- Già brillo a neanche metà festa? – domandò battendogli una pacca sulla spalla.
- Ma che capisci tu, non mi fare la predica! – esclamò mandando giù un altro sorso. – A proposito… -
- Mh? –
- Chi è questa bella signorina? –
- Papà. – 
Padre e figlio si guardarono in malo modo. Se non fosse stato per la barba e le cicatrici sarebbero stati uno la copia dell’altro.
- Lavoriamo insieme. – aggiunse fulminandolo con lo sguardo.
- Mi chiamo Temari. – gli porse la mano cercando di sdrammatizzare e l’uomo ricambiò la stretta con un baciamano.
- Shikaku Nara, capoclan di una delle famiglie più antiche di Konoha. – le sorrise. – Onorato di averti qui, spero tu ti diverta. –
- D’accordo. -  disse il ragazzo seccato prendendo la ragazza per mano e trascinandola via.
- Ma che? – domandò un po’ infastidita.
- Mio padre è una seccatura quando comincia a blaterare. –
- Tale padre… -  e lasciò intendere il finale.Shikamaru la guardò, alzò un sopracciglio e le fece un mezzo sorriso. – Non mi provocare. – si accese una sigaretta.
- Dove sarebbe la provocazione? – gli occhi di Temari si fecero più penetranti.
- Fai pure l’innocentina. –
- Io? –
- No, mia nonna. –
- Deve essere una donna moderna allora. –
- Modernissima. – confermò avvicinandosi al suo viso.Lo fissò, dritto negli occhi, come a volerli catturare e farli propri. Era davvero affascinante.
- Sai Shikamaru, noi donne della Sabbia non siamo particolarmente docili. Non so quanto ti convenga parlarmi così. –
- A me interessa qualcuno che mi tenga testa non una donna a me sottomessa che mi accontenti e basta. –
L’aveva a un soffio dal viso e gli sarebbe piaciuto davvero tanto stringerla, assaporare quelle labbra morbide e delicate e farle proprie, inspirare il suo profumo così intenso ed avvolgente e sentirselo addosso. Quegli occhi verdi continuavano a guardarlo e pregò gli Dei che smettessero di farlo perché probabilmente ne sarebbe rimasto ammaliato e non avrebbe più risposto di sé. Cercò di mantenere la calma, provò a distrarsi fumando, ma servì a poco perché lei era sempre lì e desiderava con tutto sé stesso non cedere a quegli impulsi; non gli pareva il caso di lasciarsi andare così precocemente nonostante il suo corpo manifestasse il contrario.
- Qualcosa non va? – domandò Temari.
- Mh? -  rinsavì dai suoi pensieri. – Sì. –
- Balliamo? –
- Come? –
- Ma che ti prende? –
- Nulla, sono solo un po’ stanco. – mentì. 
Lei lo guardò cercando di cogliere qualche segnale di disagio, poi lo prese per mano e lo trascinò nei pressi di un altro piccolo falò intorno al quale diverse persone ballavano spensierate.
- Vieni! – cercò di trascinarlo in mezzo alla folla. – Coraggio! Non dirmi che non sai ballare. – insinuò tirandolo per le dita.
- Odio stare appiccicato alla gente. – un’espressione seccata gli comparve in viso.
- Su! Basta seguire il ritmo, è semplice. – gli mostrò qualche passo e rise nel vedere come Shikamaru mal volentieri seguiva i suoi movimenti.
- Sei una grande seccatura. – disse mentre le prendeva la mano e le permise di piroettare su sé stessa.
- Allora sai muoverti un po’. – lo provocò.
Non sai quanto. – rispose cogliendo la provocazione e la attirò a sé baciandola dolcemente sulle labbra.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Grell Evans