Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Rivaille_02    28/06/2018    0 recensioni
«Senti. Quand'è il tuo turno?».
«Di pomeriggio dall'una alle quattro. Se devo fare gli straordinari resto fino alle cinque» lo informò il ragazzo confuso. Levi gli porse il bicchiere vuoto.
«Verrò qui a bere il tè quando sarà il tuo turno allora» gli disse mentre prendeva il portafoglio per pagare. Eren e Petra si guardarono straniti ma felici allo stesso tempo. Il ragazzo non riuscì a togliersi il rossore dal viso. «Qual è il tuo nome, ragazzo?» gli chiese Levi dandogli i soldi.
«Eren. Eren Jaeger» rispose lui prendendo il denaro. L'uomo guardò l'ora: le quattro e cinque.
«Scusami se ti ho trattenuto oltre il tuo turno. Ci vediamo domani, Eren» lo salutò andandosene.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«L-E-V-I!» lo chiamò Hanji entrando in camera sua. «Guarda qui!» esclamò sbattendo il giornale sulla scrivania. Si voltò poi verso il letto e vide l’uomo che dormiva sopra Eren. «Insomma, svegliatevi tutti e due!» andò da loro e li scosse. Una volta svegli, la donna portò loro il giornale.
«Cos’è?» chiese Levi leggendo.
«Vi hanno scoperto, ecco cos’è successo!».
«Ci hanno seguiti tutti i giorni?» domandò Eren incredulo. Guardò poi una foto infondo alla pagina dove lo ritraeva nella hall insieme all’uomo. «Questa è di ieri sera, sono sicuro che è stato quell’uomo» affermò indicandola.
«Sapete che ora siete sotto gli occhi di tutti, vero? E sicuramente sarà un problema per Eren...». Ci fu un attimo di silenzio dove i diretti interessati si guardarono negli occhi. Il ragazzo aveva uno sguardo preoccupato mentre l’altro era irritato. Sbatté il pugno sul letto.
«I fatti loro mai, eh? Eren, così non potrai più presentarti a scuola» disse Levi abbassando lo sguardo.
«Io sarei più preoccupata per i tuoi genitori, Eren...» intervenne Hanji guardando il ragazzo.
«Sono morti, vivo con mia sorella... di sicuro mi aiuterà, quindi non c’è da preoccuparsi» li rassicurò Eren sorridendo. Levi gli prese la mano e gliela accarezzo.
«Confermiamo il fidanzamento su Instagram, vieni Eren» disse l’uomo prendendo il telefono.
«E dopo che farai?» gli chiese Hanji.
«Parlerò personalmente co sua sorella e faremo il live regolarmente» annunciò lui.
«E dopo il live? Dovrò rimanere qui?» domandò Eren.
«Non lo so, Eren. Ci penseremo poi» concluse Levi aprendo la fotocamera di Instagram. Chiese ad Hanji di scattagli una foto mentre baciava il ragazzo. Una volta fatto, si riprese il telefono e scrisse sulla foto: “Come dicono i giornali, sono gay e sono fidanzato con questo bellissimo ragazzo chiamato Eren Jaeger. Se la cosa non vi sta bene, siete liberi di non seguirmi più”. Subito dopo, la donna pubblicò, sempre una storia di Instagram, un selfie con gli altri due scrivendo: “L’amore non ha sesso. Se non siete d’accordo potete smettere di seguirci”. In men che non si dica, le due immagini divennero virali su internet. Dopo qualche ora persino i siti giornalistici online e i telegiornali ne parlavano. Le reazioni dei fans erano differenti: chi li sosteneva, chi smetteva di seguirli e chi li offendeva nei commenti e nei messaggi privati, soprattutto a Levi. Eren si preoccupò ancora di più quando Armin, il suo migliore amico, lo chiamò. Andò in bagno per rispondergli.
«Armin?».
«Eren! Ma che sta succedendo? Cosa sono quelle foto?» gli chiese agitato. Il ragazzo deglutì.
«Armin, posso spiegarti...» gli disse con la voce che gli tremava.
«Non hai proprio niente da spiegarmi, Eren! Sei gay e ho vinto la scommessa. Ora devi invitarmi fuori» ridacchiò l’altro. Eren si mise una mano sulla fronte e iniziò a ridere.
«Idiota, mi hai fatto prendere un colpo! Eri così serio!» gli disse appoggiandosi alla parete. «Non ricordavo della scommessa... pensavo fossi scioccato».
«Io? Scioccato? Per queste cose? Eren, sai che leggo yaoi» gli ricordò Armin.
«Sì, sì lo so. Quando vuoi uscire? Stasera per cena ti va bene?» chiese il ragazzo sorridendo.
«Certo. Vengo in hotel alle sei e mezza? Almeno si parla di te e Levi mentre si va».
«Si va dove? Non vuoi mangiare in hotel?». Eren non capì. Armin aveva sempre cenato lì quando lo invitava.
«Si va in un ristorante. I soldi ce li hai, no? Almeno abbiamo un tavolo tutto per noi dove si può parlare tranquillamente» gli spiegò il biondo. Il ragazzo allora accettò per poi salutarlo e tornare da Levi e Hanji. Informò loro dell’impegno preso quella sera e disse all’uomo che, se voleva parlare con sua sorella, poteva accompagnarlo in quel momento. Nonostante ciò, lui rifiutò. Gli chiese l’indirizzo così da poter andare da solo e avere una conversazione più completa. Levi allora si alzò e si vestì.
«Eren, sai se questo tuo amico può aiutarci in qualche modo? Non so... magari ha qualche idea sul da farsi» gli chiese Hanji guardandolo speranzosa.
«Posso chiedere» rispose il ragazzo. «Con tutto quel che legge saprà sicuramente che fare...» disse a bassa voce guardando in terra.
«Cosa?» domandò la donna.
«Cosa?».
«Se è davvero così allora vale la pena parlarci» disse Levi mettendosi le scarpe. Era già pronto per andare da Mikasa. Eren guardò l’ora per poi correre a vestirsi: Petra sarebbe arrivata dopo pochi minuti per fare colazione con lui. Appena pronto, salutò Hanji e Levi e si avviò nella hall per incontrare la ragazza.
Una volta lì, la trovò in piedi davanti alla porta dello staff che guardava il so orologio da polso. Eren andò da lei scusandosi. Petra gli disse che non c’era bisogno e che pensava di essere stata lei ad aver sbagliato orario, siccome il castano era un tipo molto puntuale. Andarono nel bar dell’hotel, si misero al bancone e ordinarono. Subito il ragazzo si sentì osservato.
«Che c’è, Eren? Non ti senti bene?» gli chiese la ragazza guardandolo preoccupato.
«Non è niente, tranquilla Petra» rispose sorridendole. Continuarono a fare colazione finché Eren non si sentì a disagio tanto da dire a Petra che quel giorno non sarebbe andato a lavoro. Ogni volta che si girava c’era sempre qualcuno che parlava mentre lo guardava, chi ridendo, chi sorridendo e chi con disprezzo. Scappò in camera di Levi dove trovò Hanji sdraiata sul letto ad aggeggiare il telefono. Si mise disteso accanto a lei. La donna, appena lo vide, tolse il  cellulare e si girò verso di lui.
«Che è successo? Perché questa faccia impaurita?» gli chiese dolcemente.
«Mi guardavano» rispose con la voce che gli tremava.
«Chi?». Hanji si distese su un fianco.
«Tutti» disse alzando un po’ la voce agitato. La donna iniziò ad accarezzargli i capelli.
«Quindi oggi non lavori?» domandò dispiaciuta.
«No, non ce la faccio» rispose stringendo il pugno. L’altra lo strinse a sé dandogli un bacio sulla fronte.
«Tranquillo, non preoccuparti» gli disse a bassa voce.
«Posso rimanere qui per oggi? Non le do noia?» le chiese guardandola più calmo di prima. Hanji gli sorrise annuendo. «Hanji, Levi non diventerà geloso se mi coccoli così?».
«No, macché».
«Perché ti stai comportando così ora?».
«Hai detto che i tuoi sono morti, quindi volevo... sai...» la donna non seppe come finire.
«Volevi farmi sentire a mio agio mostrandomi affetto materno, giusto?» chiese conferma Eren. Hanji annuì. «Mia sorella fa lo stesso, sai? Anche se non è la mia vera sorella» le disse. La donna chiese spiegazioni. «È figlia di un amico di famiglia. È morto durante una sparatoria, quindi i miei hanno chiesto l’affidamento».
«E ora è tua sorella».
«Sì, anche se ha voluto mantenere il suo vero cognome» precisò il ragazzo.
«Posso sapere qual è?» domando Hanji.
«Prometti di non dirlo a nessuno?». La donna promise confusa. «Il suo cognome ha una storia un po’ complicata con la giustizia, quindi vorrei che non si sapesse in giro» le spiegò.
«Se è così come fa a scuola?» domandò Hanji stranita.
«Usa il mio, Jaeger». La donna lo intimò a continuare. «Il suo cognome è Ackerman».
   
 
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