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Autore: reesejordan    01/07/2018    11 recensioni
Oscar è partita per la Normandia senza André. Vuole dimenticare le sue delusioni causate da un amore respinto e un'amicizia perduta. André, invece, non può starle lontano. Certe abitudini sono dure a morire.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Torniamo piano verso la villa. Silenzi e sguardi tra noi. In una mano tengo le redini di Alexander. Nell'altra, l'aria ha preso il posto della tua. 

Sulle scale ci accolgono il custode e la moglie. Li ricordo bene, soprattutto i biscotti di Madame Blanc. Mi guardano sorpresi, ma sorridenti.

- Ciao, André. Madamigella non ci ha detto che saresti venuto.

- Infatti, non lo sapevo nemmeno io. È venuto a portarmi notizie importanti da Parigi.

Sei tu a rispondergli, prima che io possa dire una parola. Annuisco mentre abbraccio i coniugi Blanc. Ti dirigi verso la tua camera, lasciandomi con loro. I due mi dicono che gli fa piacere vedermi, che gli sembrava strano che non ti stessi accanto. Cosa direbbero se sapessero quello che ho tentato di farti? Non gli rimarrebbe quel sorriso sulle labbra, quell'accoglienza nel vedermi. 

Gli hai detto che ti ho portato notizie importanti. È importante il fatto che abbia bisogno di te? No, è solo una risposta di circostanza. Ceniamo insieme con un silenzio rotto da poche parole e dal suono delle posate contro i piatti. Alla fine della cena, il tuo piatto è ancora mezzo pieno. Madame Blanc si preoccupa.

- Madamigella, il pesce non era di vostro gradimento?

- No, era buonissimo. Non ho molto appetito.

Nei giorni seguenti ci teniamo compagnia. Andiamo in spiaggia, duelliamo, cavalchiamo insieme senza dire molto. Facciamo le cose che facevamo di solito. Sono contento che tu non mi abbia allontanato da te, ma c'è sempre una barriera tra noi e voglio abbatterla. 

Stasera hai detto ai coniugi Blanc che sono liberi da ulteriori incombenze. Siamo soli nella villa. Ti porto un bicchiere di vino in camera tua e ne verso uno per me, per farti compagnia mentre leggi. Invece tu vuoi parlare, hai finalmente deciso di smuovere le acque.

- André perché non trovi una ragazza e ti sposi?

La mia mente urla la risposta che conosci anche tu... perché voglio te, amo te, ma dalla mia bocca esce un'altra cosa.

- E tu Oscar, perché non ti sposi?

Mi fulmini con lo sguardo. Sto giocando con il fuoco.

- Rispondimi, André.

Cosa vuoi sentirti dire? Quello che sai già? Quello che ti ho detto in una sera disperata? Mi stai sfidando, ma questa volta non cadrò nella trappola.

- Non voglio ingannare nessuna. Il mio cuore appartiene a una sola donna.

- Anche se il suo cuore non ti appartiene?

- Si. Il cuore è sempre fedele.

- Il cuore? E il corpo?

- Quello no, non sempre. 

Te lo dico francamente. Mi guardi sorpresa. Ormai è arrivato il momento di dare spazio alla verità. Non ha più senso nascondersi dietro inutili maschere. Gioco a carte scoperte. Ti mostrerò tutto il mio amore, questa volta con pazienza. In passato, ho cercato di dimenticarti in una bottiglia o nelle braccia di altre donne, ma il vino lasciava un sapore amaro e il sesso lasciava un vuoto nel cuore. Né l'uno, né l'altro hanno saputo consolarmi.

- Quindi, anche lui...?

- Se ti riferisci a Fersen... sì, anche lui cerca sollievo altrove. Sono solo contento che non sia stata tu una delle sue conquiste.

- Perché? Già sono un uomo, un amico...

Ti ho ferita. Quindi è quello che volevi fare? Abbandonarti a lui, donandogli il tuo meraviglioso corpo di donna? Ah! Oscar! Sei così ingenua negli affari di cuore.

- Scusa, non dovevo. E no, non è perché tu non sia una bella donna con cui fare l'amore...

- André! Ma cosa...?

- Pensaci. Sei amica della regina. Ti saresti fatta più male. E poi, sono un egoista...ti vorrei tutta per me.

Ti sorprendo di nuovo, ma decidi di non continuare su questo argomento. È fragile. Sei fragile in questo momento, ma non voglio più mentirti.

- Perché ti sei arruolato?

- Perché ho da sempre desiderato fare il soldato.

Mi guardi sconcertata. Sbuffi. Ti sorrido. Mi gratto la testa. Capisci che sto scherzando. Allora passo all'attacco.

- Perché sono l'unico che possa proteggerti.

- So difendermi da sola.

- Dagli altri, sì. Da te stessa, no.

Di nuovo non sai cosa dire, come reagire. È una battaglia dura, ma leale, almeno da parte mia.

- E tu, perché hai chiesto di essere trasferita? Per scappare da lui? 

- Te l'ho detto. Ho scelto di vivere come un uomo, un soldato vero. Uno che non si perde in inutili sciocchezze come l'amore.

- Anche un uomo, soffre, piange per amore. Un soldato è un uomo sotto la divisa.

Continuo a spararti, una dietro l'altra, le verità che non vuoi vedere. Ti alzi e ti muovi verso il terrazzo. Ti seguo. Stai cercando di capire le tue emozioni, le tue paure. Adesso è venuto il momento di affrontarle. Ci troviamo qui, anime nude e cuori pieni di dolore. Il vento fa ballare la tenda sul terrazzo e porta con sé il profumo del mare, il rumore delle onde.

- Vuoi seguirmi, nonostante tutto?

- Ti seguirò, sempre. In questa vita o nell'altra, anche se non mi vuoi con te.

- André, non so amarti come vuoi tu... ma io ti voglio con me.

Il mio cuore sanguinante si cicatrizza all'improvviso. Mi vuoi con te? Azzardo. Mi avvicino a te. Il mio petto tocca la tua schiena. Il tuo corpo si muove all'indietro e ti accolgo in un abbraccio forte ma tenero. Annuso il tuo odore. Le mie mani ti accarezzano le spalle e tu cerchi il contatto con la pelle, posandoci il tuo viso. Sento le tue lacrime sulle dita, mentre un gemito lascia la tua bocca. Stai cercando di controllarti, respingere le tue emozioni.

- Lasciati andare. Lasciati cullare dal mio amore.

E con quelle parole, la corda tesa in te, finalmente si spezza. Ti giri e il tuo viso trova posto sul mio petto, il tuo corpo nel mio abbraccio. Piangi. I miei occhi si riempiono di lacrime, ma mi trattengo. Poso un bacio casto sui tuoi capelli tinti di rosso dalla luce del tramonto. Da bambini scavavamo nella sabbia per trovare le conchiglie. Trovavi sempre quelle più belle. Le guardavamo soddisfatti e affascinati. A volte le mettevamo vicino all'orecchio per sentire quel suono intrigante e misterioso. Abbiamo scavato nei nostri cuori, e questa volta sono stato io a trovare la conchiglia con dentro la perla più bella di tutte e la accarezzo geloso fra le mani. Ascolto i tuoi sospiri e gemiti sommessi e li accolgo come i suoni più seducenti di tutti.

- André, non so se potrei...un giorno...

Ti faccio zittire con un tocco lieve delle mie dita sulle labbra.

- Aspetterò, come sempre. Non posso certo cambiare adesso, non credi?

La tua guancia ritorna a toccare il mio petto, sotto l'apertura della camicia. La tua pelle contro la mia. Rimaniamo un po' così, sospesi, avvolti, sorreggendoci a vicenda. Mi permetti di fare pace con te, con me stesso per il mio comportamento. Dopo un tempo che non so definire, sciogliamo l'abbraccio, lascio un'ultima carezza sulla tua mano e ti auguro la buonanotte.

Ho sellato i cavalli e ti sto aspettando per il viaggio di ritorno a Parigi, verso il tuo nuovo ruolo di Comandante della Compagnia B. Ti starò accanto, non come tuo attendente, ma come tuo soldato. Non aspetto altro che i tuoi ordini. Sali in groppa a César e, prima di colpire leggermente i suoi fianchi, mi dici le stesse parole che mi avevi detto prima di iniziare il tuo incarico come Capitano delle Guardie Reali.

- E adesso andiamo, André.

Ti guardo, obbedisco. Sarò per sempre tuo. Tu non lo sai ancora, ma anche tu sarai mia. Aspetterò, vivrò della speranza portata dal vento della Normandia, fino a quando tu potrai capire di amarmi. Mi donerai ogni respiro, ogni pensiero, ogni battito del tuo cuore...un giorno.
   
 
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