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Autore: Spensieratezza    03/07/2018    4 recensioni
Spin off della storia "il quinto mondo." e sesta storia del ciclo delle fiabe.
Castiel e Gabriel raccontano a Dean e Sam, lo sbocciare della loro storia d'amore, iniziata in Paradiso, ma non rivelata mai veramente, fino a quando non si sono rincontrati dopo la presunta morte di Gabriel, nel mondo delle fiabe
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Gabriel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Come nelle favole'
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Jared aprì gli occhi e si ritrovò in un’aula sconosciuta. Guardò di fronte a sé e vide una…scuola?

Giovane. Era di nuovo…un ragazzo.

Quanto? 16 ? 17 anni? si chiese.

“Ti senti bene? Guarda che qui prendono in giro chi parla da solo.” Disse un ragazzo dai capelli corvini e gli occhi celesti.

Jared lo guardò a occhi sgranati.

“Misha??” chiese sbigottito, facendo una smorfia plateale.


“Sai, di solito non dicono il mio nome con tanto disgusto.” Disse il ragazzo ridendo della cosa e mangiando patatine.

“Ok, senti, sono partito con il piede sbagliato..e forse la cosa ti sembrerà un po’ strana, ma..conosci per caso un ragazzo di nome Jensen? Dean..non ricordo bene il suo nome..” disse Jared sudando.

“Mmmm…” disse il ragazzo guardandolo con sospetto.

“Sì, lui. Lo conosci??” chiese Jared con ansia.

“Tu mi prendi in giro.”

“Cosa?? No, ti assicuro di no!!”

“Ok, senti, a parte il fatto che siete entrati insieme oggi e vi siete anche presentati alla classe come nuovi alunni, mi dici perché diavolo vuoi sapere di mio fratello?” 
Jared spalancò la bocca nuovamente.

Tu..ti fai di crac. “ disse Misha con un sorrisino. “Ne ho frequentati talmente tanti di tipi così, da saperli riconoscere.” Concluse con un sorriso divertito.

“No! Ti assicuro che io non…”

In quel momento entrò in classe un ragazzo biondo con un gran fisico. Era magro ma straordinariamente bello. Maglietta bianca e jeans a vita bassa.

“Eccolo lì, mio fratello. Ehi, Jensen, vieni qui.”
 “Eccoti qui, Jensen, questo bel ragazzo chiede di te. Mi raccomando, fa attenzione. Si fa di crac.” Disse Misha facendogli l’occhiolino e allontanandosi.
“Cosa? No, non è affatto vero!!” si ribellò subito Jared. Nel frattempo MIsha si era allontanato da loro, quindi si girò verso Jensen che lo guardava con curiosità.

“Jensen, tu…mi riconosci, vero? Dimmi che mi riconosci.” Disse Jared. Non si era accorto che per l’ansia aveva afferrato Jensen per la felpa.

“Calmati.” Disse l’altro.

Jared deglutì.

“P-perdonami.” Disse Jared.

Jensen si avvicinò di più a lui e gli sussurrò:

“Mantieni la calma fino a quando non finiscono le lezioni e fa finta di non conoscermi, ok? Poi parliamo.”

Jared lo guardò. La speranza si era riaccesa nei suoi occhi, ma quello che gli aveva detto Jensen non era proprio una conferma, insomma…

“Tu..sai chi sono, però, vero?” chiese, insistendo.

Jensen sbuffò sorridendo.

“Ti bacerei anche adesso, ma è meglio aspettare di essere soli, per farlo.”
Per il resto delle lezioni, Jared e Jensen continuavano a rifilarsi occhiate reciproche. Jared aveva l’impressione di essere tornato indietro nel tempo e di vivere quello che non aveva mai vissuto. Il classico flirt adolescenziale. Jensen continuava a lanciargli occhiate ammiccanti ed era sempre più difficile concentrarsi sulla lezione.
 
 
 
“Perché noi siamo…ringiovaniti?” chiese Jared. “Perché andiamo di nuovo al liceo??”

“Perché questa era una cosa che tu desideravi.” Spiegò la fata.
in sostanza, ho potuto modificare lo spazio tempo della vostra dimensione, elevandola ad un livello superiore.”

“La..quinta dimensione?”
È come se fosse la quinta dimensione ma senza poteri telepatici o teletrasporto. Un semplice mondo di pace.”
“Una fata può fare tutto questo?”

“Ho usato l’energia che è stata scatenata dal vostro amore. Un’energia potentissima, in grado di sconfiggere qualsiasi maledizione!” spiegò la fata.

“Continuo a non capire..noi saremmo tornati indietro nel tempo ma in un mondo parallelo, quindi? Che ne è dei ricordi delle persone? Dei ricordi della tua famiglia? Misha…”

“Misha sa tutto. Quella di prima è stata una piccola messinscena.” Spiegò Jensen, lasciando Jared sbalordito.

“Lui..sa tutto?”

“Sì, è un mio regalo. Lui ricorda, inoltre gli ho spiegato ogni cosa. La storia della reincarnazione di Jensen.. I genitori di Jensen hanno la memoria cancellata e un po’..revisionata. Come tutti gli abitanti della popolazione qui. Penseranno che hanno ancora dei figli adolescenti, ma è possibile che tra qualche anno il muro che ho alzato su di loro, si disgregherà. Sarà allora che tornerò e dovrete dirmi se desiderate che lo rialzi di nuovo o se preferite che, con garbo e dolcezza, spiegheremo loro tutto quanto.”
“Prima Misha ha detto che..noi ci siamo presentati alla classe, ma io non mi ricordo che l’abbiamo fatto..”

“L’universo trova sempre il modo per correggere la rotta. Non importa quello che facciamo per modificarlo, si riaggiusterà da solo.
 
 
 
Misha ascoltava tutto questo, nascosto dalle siepi del bellissimo giardino della scuola.  Si sosteneva con un braccio, mentre ascoltava tutto quanto, cercando di non perdere le parole.

è un mio regalo

“Misha sa tutto

“L’universo trova sempre il modo per correggere la rotta
 
Su quest’ultima frase, delle lacrime scivolarono via dalle sue guance.

Nella sua testa continuava a rivivere i momenti in cui Gabriel si era sacrificato con lui.

Era ancora in quel dannatissimo mondo.

Ma come avrebbe fatto stavolta ad aiutarli, ad aiutare i loro amici,
con un tale peso nel cuore?
 
 
 
 




*

Castiel non dormiva. Ufficialmente la fata aveva preparato una famiglia nuova anche per lui, ma Castiel avrebbe preferito invece essere di nuovo fratello di Dean. Da quando erano in quel nuovo mondo..

Da quando Gabriel se n’era andato…

Si sentiva molto debole e faceva fatica a camminare, ogni giorno di più.

Aveva cominciato a vomitare e appariva sempre come se fosse malato.

Era chiaro che il suo spirito aveva preso male, molto male, questa separazione.

Si chiese cosa sarebbe successo se fosse morto. Sarebbe forse rinato?

Qualcosa di simile a un nuovo dolore, più intenso, prese parte di lui. Se fosse rinato, con ogni probabilità, si sarebbe dimenticato di nuovo di Gabe.

“NO, NON VOGLIO!” gridò al nulla, mentre era seduto sul letto.
 
 
Lo stress di tutta quella situazione, portò Castiel a fare materialmente fatica a camminare. Nel giro di altri due giorni, quando ci provava, faceva solo due passi prima di provare un dolore atroce, inoltre aveva cominciato a non sentirsi più tanto fermo sulle gambe.

Si sentiva stanco, spossato e incazzato.

Imprecò contro la maledetta Amara, chiamandola fata del male e gli rivolse epiteti ancora più coloriti, fino a quando Amara, incazzata, non arrivò da lui, guardandolo male ma con un accenno di preoccupazione.

“TU osi insultare me?? Tu essere inferiore, osi insultare la regina di tempi, colei che esiste fin dai tempi della Creazione?”

Ma nonostante cercasse di darsi un tono, il suo tono apparì più debole del solito, quasi come se si imponesse di recitare. Castiel non sapeva perché, ma aveva colto immediatamente che non era baldanzosa come voleva far credere, come era sempre. Era un privilegio della febbre, stranamente gli faceva notare particolari che forse in altri momenti non avrebbe notato.
 
Castiel non aveva risposto alla sua domanda retorica e invece di subire un attacco o magari una scarica elettrica, come sarebbe successo, se Amara fosse stata la stessa stronza di sempre, si ritrovò a fargli un’altra domanda.



“Che cosa ti è successo?” la sua voleva essere una domanda di disprezzo, tuttavia non suonò così indifferente come voleva far credere. Seguì con lo sguardo Castiel , mentre prendeva una medicina dalla sua scrivania e per la foga faceva  cadere la scatoletta dei medicinali.

Amara, lentamente, gliela raccolse.

Castiel la fissò. Era forse pietà quella che vedeva nel suo sguardo. La ricambiò con qualcosa che lui sperava lei avrebbe riconosciuto come disprezzo.

“Grazie.” Disse gelido. “Se intendi fisicamente, credo che il mio corpo mi stia abbandonando. Forse il mio spirito sta tornando a casa. Mi dispiace per te, il tuo piano non ha funzionato, fata. “ disse Castiel con un finto sorriso, ostentando una sicurezza fasulla che non provava.

“Non è il tuo spirito che ti abbandona, è la tua anima che grida..” disse Amara.

“Ohh, su questo non c’è alcun dubbio..” disse ironico Castiel.

“No, intendo che materialmente la tua anima grida. Quello che ti ha colpito è qualcosa di un po’ più materiale, CASTIEL.”

Castiel continuò a guardarla interrogativo.

Stress, Castiel. I medici sulla Terra, la chiamano ricaduta fisica da stress , noi esseri celesti, beh, preferiamo dire che è l’anima che grida tutto il suo dolore ed è talmente forte da piegarsi su sé stessa, da piegare il corpo. Non è niente di permanente, riprenderai a camminare tra qualche giorno, ma..i medici dovrebbero visitarti..” disse pensierosa.

“Tu..tutto questo è colpa tua, sei tu che mi hai portato via Gabriel! È per colpa tua se sto soffrendo così!”

“Io..”

“è rimorso quello che vedo nei tuoi occhi? Quindi perfino l’Oscurità può provare pietà? Se sei davvero sincera, riportamelo! Anzi, riporta me da lui. Non voglio più stare qui, ci ho ripensato!”

“Non posso..” sospirò Amara.

“Bugiarda!!”



“Ti sto dicendo la verità, Castiel. Ho perso metà della mia potenza. La strega che era al mio servizio, mi ha tradito e sta cospirando alle mie spalle. Non mi è più fedele, in fondo tu ne sai qualcosa..”

“Non oserai torcerle un capello..”

“Non ho intenzione di toccare la tua preziosa streghetta ingrata e doppiogiochista, ti stavo dicendo che se potessi far tornare le persone indietro, deciderei di farlo per me stessa.”

“Se è una metafora di pentimento, scusami se non riesco  a coglierla..” disse Castiel.

“è la cruda realtà. La parte bambina che era in me, si è allontanata, si è divisa da me, mi ha disconosciuto. Non so dove si trovi adesso, ma ne sento la mancanza..”

“Senti, a me non frega niente della tua malinconia..o delle tue crisi d’identità..cosa sei venuta a fare qui??”

Amara si voltò verso Castiel con aria dura e decisa.

“Io non posso fare nulla per la tua anima, Castiel. Sono l'Oscurità, ma la medicina può. Guarirai, Castiel, ma dovrai farti vedere da dei dottori. Ti metteranno in coma farmacologico per un’ora. Basterà. Ti cureranno con la medicina tradizionale. Non posso prometterti che la tua anima guarirà, ma almeno i farmaci le impediranno di sottomettere e debellare così il tuo fisico.”

“Tz..non voglio la tua pietà..”

“Guarirai comunque ma se non accetti aiuto, sarà molto più doloroso per te, potresti restare in agonia per giorni.”

“IO – NON VOGLIO – LA TUA – PIETAAAAAAì”
 


Ci fu qualche attimo di silenzio. Castiel sfinito si accasciò al pavimento, tenendo una mano sul materasso.

“Mi dispiace, ma non sei tu a scegliere, Castiel.”

Sapeva di aver usato una frase crudele, la stessa che usò Gabriel su di lui.

Non si aspettava, però il telecomando gettato con furia allo specchio, che era proprio davanti di lei e la fece sobbalzare di spavento.

“Io ti odio.” Disse Castiel. Un misto di dolore e disperazione.

“Anche la mia me stessa mi odia.” Disse Amara con un tono insolitamente triste.
 
Stava per andarsene definitivamente, quando Castiel gli disse ancora una cosa.

“Viviamo in un mondo fatto di benessere, pace e prosperità. Me le ricordo le tue parole su questo nuovo mondo che avresti regalato a me, Sam e Dean. Non potrai mandarmi da dei dottori, senza creare un bug in questo fantastico mondo perfetto in cui nessuno soffre.”

Se Castiel pensava che avrebbe spiazzato Amara, non fu così. Lei ne era già a conoscenza.

“Mi inventerò qualcosa. Mi invento sempre qualcosa.”
 
In realtà, quello che si sarebbe inventata Amara, sarebbe stato quello di inventarsi una storia totalmente assurda, coinvolgendo Sam e Dean, facendogli trovare sul loro cammino, la cabina del tempo di Nostradamus e manipolando il passato. Sam e Dean avrebbero creduto che il mondo sarebbe cambiato per via dei desideri che il re di quel giardino, aveva deciso di coltivare, grazie all’Erba voglio che faceva esaudire i desideri e in questo modo non si sarebbero posti altre domande.
 






















Note dell'autrice:

per chi volesse rivedere quel pezzo, qui, quando Amara, Sam e Dean parlano dell'erba voglio nel mondo delle fiabe: ritorno a un'altra fiaba, cap 6, speculando sulle origini.

https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3542943&i=1

 ragazzi..e chi se lo sarebbe mai aspettato che da questa storia venisse su un polpettone simile? xd è una sorpresa anche per me, ma le idee continuano a venire e non riesco a fermarle, è anche incredibile come tutto si incastri alla perfezione xd chiarisco prima una cosa importante! Questa cosa del coma farmacologico e della sindrome da stress, non me la sono inventata, esiste davvero! è possibile per pochi giorni, smettere di camminare per via dello stress xd

il pezzo iniziale è un pezzo vecchio ma dovevo mettere per ricollegarmi a tutto, in fondo non è stato lungo no? xd

se avete notato, mi sono ricollegata al fatto che poi Amara bambina si separa da quella adulta

nel pezzo finale, ci ricolleghiamo alla storia di aladdin, la lampada e il genio, se ricordate è apartito tutto dall'Erba Voglio che spegne o accende i desideri a seconda se esiste o meno e a tutta qulla storia della cabina del tempo :))

questa storia è un parto ahha

   
 
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