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Autore: Starships    04/07/2018    0 recensioni
Lavorare per un'agenzia investigativa privata era un grandissimo privilegio e anche una gran figata dal punto di vista di Eleanor Shaw. Soprattutto se facevi parte del livello si massima sicurezza. Un livello in cui pochi riuscivano a farne parte. Un livello dove le tue emozioni sono ibernate da qualche parte dentro di te. Non c'è spazio per sentimentalismi e love story, Eleanor questo lo sa bene.
Per questa ragione non lascia che il suo cuore le parli dell'uomo di cui è innamorato. Specialmente non ora che c'è Anya Ward ad indagare sulla sua squadra. Farà di tutto per metterle i bastoni tra le ruote.
Tra invidie e rivalità Eleanor riuscirà a sentire quello che il suo cuore cerca disperatamente di comunicarle da anni?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«Sì, lo sappiamo. Cercavamo un posto tranquillo dove poter parlare.» Disse Eleanor vedendo che Dustin si era alzato senza dire nulla.

«Sì, ma non è un problema. Io ed Elli ora andiamo fuori.» Disse Dustin scendendo i primi scalini, non si era neanche voltato verso di lei per vedere se lo stesse seguendo.

«No! Elli adesso deve parlare con me.» Rispose acido Benjamin. Senza aggiungere altro Dustin McMillan si diresse verso l'uscita al giardino.

Eleanor rimase seduta e aveva poggiato il bicchiere, ormai vuoto, accanto a sé. Benjamin aveva preso il posto del ragazzo. Inizialmente non disse nulla. Si passò una mano sul filo di barba che aveva e si voltò a guardarla. Aveva le gambe dritte e non sembrava intenzionata a volerle poggiare sulle sue. «Con noi non parli delle indagini, ma con quel tipo del primo livello sì?»

«Non gli ho detto niente.» Eleanor guardava dritta davanti a sé. 

Benjamin non sapeva che dirle. Cercò il suo sguardo. «Ti va se domani rivediamo insieme il rapporto che hai stilato sulla missione?» 

«Perché Anya non mi vuole più parlare?»

«Anya ti vuole fare a pezzi, ma ti conosco troppo bene da sapere che sarà il contrario. Lo faccio solo per proteggere Anya.»

Eleanor si voltò fulminandolo con lo sguardo. «Quindi lei ha bisogno che tu la protegga da me? Caspita lei sì che è un agente modello. Io, io invece sono un mostro!»

«Dai, non era quello che intendevo dire...» Benjamin si rese conto dell'errore e se ne pentì subito.

«Smettila di fingerti mio amico.» Disse Eleanor interrompendolo.

«Elli!» Esclamò Benjamin, ma lei si era già alzata ed era andata via.

Appena uscita fuori Eleanor cercò Jefferson. Vide Dustin che le fece un cenno con la mano, lei ricambiò, ma tornò a guardare i vari ospiti. Vide Jefferson steso su un lettino che guardava il cielo. «Trova Olivia ed Inbar e andiamo via di qui! Io vado a salutare Ellen e Betty.» Ordinò Eleanor avvicinandosi al fratello. Così come aveva detto salutò le due donne, poi incontrò Janet Curtis e Eva Gibson. Avviandosi verso l'uscita incontrò anche Richard Cole. «Sto andando via.» Gli disse.

«Arrivi tardi e vai via prima.» Osservò Richard. Aveva preso un altro bicchiere di liquore. Il suo volto era tirato e il suo sguardo era serio.

«Ci hai obbligati a venire. Saremo almeno liberi di decidere quando andarcene?!»

«Domani ti voglio con un atteggiamento diverso. Buonanotte Elli.» Le disse Richard. Le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte.

Il mattino seguente arrivò in ufficio in anticipo di un'ora. Doveva terminare le sue indagini su Neal O'Connor. Non aveva scoperto molto. Aveva la pescheria al molo da all'incirca quindici anni. Era stato arrestato diverse volte per rapina e furto d'auto. Tra i collaboratori della pescheria c'erano diversi spacciatori. Iniziò a cercare tutti i dati anagrafici dei vari collaboratori. Cercò qualsiasi cosa tutte quelle persone avessero intestate a sé o a mogli o parenti vari.

«Come mai sei già a lavoro?» Chiese Joshua Murray spaventandola.

«Dovevo archiviare dei fascicoli urgenti.» Mentì.

«Ieri ho visto che ti stavi divertendo alla festa.»

Eleanor lo guardò torvo. «Scherzi? Sono stata tutto il tempo con nonna Betty.» Joshua rise.

L'ufficio si riempì ed Eleanor dovette cessare le sue indagini. Gli agenti di Anya erano ovunque. Eleanor si mise ad archiviare alcuni documenti che aveva sulla scrivania e alle undici decise di fare una pausa. Scese al primo piano ordinò il caffè e poi con la tazza fumante si accomodò ad un tavolino accanto alla finestra. Pensò che avrebbe dovuto affrontare Anya il prima possibile così  avrebbe avuto più tempo per indagare su O'Connor. Sarebbe stato come strappare un cerotto.  Anche se ci fosse riuscita, comunque, non avrebbe potuto effettuare l'arresto. Avrebbe avuto bisogno di molti agenti e di coinvolgere il direttore.

Entrò nell'ascensore e con l'indice andò dritta sul numero undici, lo fissò un attimo e poi cliccò sul numero nove. Quando le porte si aprirono al piano, Eleanor, fece un respiro profondo ed uscì. Tutti erano a conoscenza dell'astio tra Eleanor ed Anya, per questo quando Eleanor uscì dall'ascensore tutti si voltarono a guardarla stupiti. Ovviamente lei li ignorò ed andò dritta alla scrivania di Benjamin Cole. Vedendo un'ombra davanti a sé, alzò la testa di scatto. Gli si annebbiò la vista e non era convinto ci fosse davvero Eleanor Shaw. Dovette sbattere le palpebre due volte prima di riuscire a metterla a fuoco.

«Rivediamo insieme il rapporto?» Chiese Eleanor. «Oh! Dimenticavo... buongiorno.»

«Buongiorno anche a te Eleanor.» Le sorrise lui..

«Che ci fai qui?» Chiese acida Anya. La donna si era fermata accanto a loro. Le guance gonfie erano tinte di rosso. Gli occhi erano due strette fessure.  

«Ieri ho chiesto ad Eleanor di rivedere insieme il rapporto.»

«No!» Esclamò Anya aveva messo le mani sui fianchi.

«Eleanor mi dai qualche minuto?» Le chiese Benjamin alzandosi e guardandola con occhi intesi, quasi a supplicarla di avere pazienza. 

Eleanor alzò gli occhi al cielo. «Mi trovi alla mia scrivania.»

«Andiamo a parlare nel tuo ufficio.» Disse Benjamin. Senza dire una parola Anya camminò sino alla sua scrivania e si accomodò dietro di essa. Era furibonda. Benjamin la stava mettendo da parte nelle sue indagini.

«Mi spieghi come ti è venuta in mente una cosa del genere?» Gridò lei.

«Lo sto facendo per te. Per evitare che possa ferirti di nuovo!»

«Ti ringrazio, ma so come tenere testa ad Eleanor.»

«No, non lo sai. Ieri è bastato una piccola frase per farti perdere le staffe.»

«Hai ragione, ma quella ragazzina viziata...» Anya non riuscì a terminare la frase perché Benjamin la interruppe.

«Puoi dire tutto su Eleanor Shaw, ma non che sia una ragazzina viziata! Smettila di attaccarla sempre. È solo colpa tua se lei si rivolge a te in un certo modo.» Benjamin era irritato dalle parole della donna. 

«Io non mi rivolgo a lei in nessuno modo, Ben!» Esclamò Anya sentendosi ferita perché lui continuava a difendere Eleanor e non lei. «Quella ragazza è arrogante e pensa di essere migliore di me!»

«Beh, se continui con questo atteggiamento da bambina è normale che lei pensi di essere migliore di te.» Benjamin si calmò un attimo. «Credo sia meglio che la interroghi io.»

«No!» Esclamò Anya. «Te lo puoi scordare. Credi che sia stupida? Che non mi sia accorta del vostro avvicinamento durante la nostra ultima missione insieme?»

«Ma di che stai parlando? Quale avvicinamento?»

«La interrogherò io con un altro agente.» Disse Anya cercando di cambiare discorso. Non voleva affrontare quell'argomento.

«Non parlerà con un altro agente. È già tanto se è venuta a parlare con me.»

Anya sbatté una mano sul tavolo. «Tu sei troppo coinvolto per stare da solo con lei.»

«Troppo coinvolto? Anya di cosa cavolo stai parlando?»

«Se proprio insisti la interroghiamo insieme.» Disse Anya con un nodo in gola. Alzò la cornetta del telefono e gliela porse. «Chiamala. Falla venire qui.»

Benjamin spazientito fece come gli aveva ordinato. E dopo una decina di minuti Eleanor era seduta accanto a lui nell'ufficio di Anya. Era adagiata sulla sedia in una posizione perfettamente dritta e sul viso aveva un sorriso di circostanza. 

«Parlaci del tuo ruolo nell'operazione?» Chiese Anya con tono molto acido. Eleanor dovette resistere dall'impulso di alzarsi e andarsene.

«Dovevo occuparmi di liberare gli ostaggi insieme ad Eva Gibson. Nel fascicolo sull'operazione troverai tutte le indagini che abbiamo svolto. Basandoci su quello che abbiamo scoperto siamo riuscite a liberare gli ostaggi.»

«Beh a quanto pare avete commesso un errore. Molti degli ostaggi sono finiti in ospedale e altri all'obitorio.»

Eleanor serrò la mascella e poi sorrise. «In realtà, Anya, abbiamo fatto un ottimo lavoro. Abbiamo liberato gli ostaggi, molti di loro hanno lasciato l'edificio incolumi. La bomba è esplosa quando ormai erano usciti quasi tutti.»

«Quindi chi ha sbagliato? Chi non si è accorto della bomba?» Chiese Anya sporgendosi sulla scrivania.

«E io che ne so? Ero occupata con gli ostaggi.» Rispose Eleanor fredda.

«Credevo che la squadra di Janet Curtis fosse infallibile.» Commentò Anya.

«Questo non c'entra niente con le indagini!» L'ammonì Benjamin.

«Mi chiedo come sia stato possibile che la sua squadra abbia commesso un errore. Loro sono sempre stati così bravi.» Disse Anya con finto sarcasmo.

«Ci sono altre domande inerenti all'indagine o vuoi continuare a sproloquiare?» Chiese Eleanor.

Anya la guardò malissimo ed era pronta a risponderle per le rime, ma Benjamin parlò prima che potesse farlo lei.

«Per il momento è tutto. Puoi andare.»

«Perfetto.» Disse Eleanor ed uscì dalla stanza.

Benjamin la seguì. Non voleva parlare con Anya, non voleva doverle ricordare di nuovo che doveva comportarsi come una donna adulta.

«Grazie per aver accettato di collaborare.» La guardò dritta negli occhi come solo lui faceva.

«Tuo padre non mi ha dato scelta!»

«Ah!» Esclamò Benjamin. «Allora grazie per non esserle saltata al collo.»

«Ho promesso a tuo padre che oggi avrei avuto un atteggiamento diverso. Ho mantenuto la promessa.» Le porte dell'ascensore si aprirono ed Eleanor entrò schiacciando il suo piano. «Tu invece mi avevi detto che avremmo rivisto il rapporto insieme e non lo hai fatto.» Le porte dell'ascensore si chiusero prima che Benjamin potesse replicare.

«Ci hai parlato?» Chiese Janet Curtis seduta alla scrivania di Eleanor. La donna si avvicinò lentamente stupita di trovarla lì. 

«Sì, mi ha chiesto che ruolo avevo nella missione. Poi Anya ha iniziato ad uscire fuori dai binari e Benjamin ha interrotto la nostra seduta.» Rispose Eleanor.

«Di questo passo non chiuderà più queste indagini.» Commentò Janet andandosene.

Eleanor si sedette alla sua postazione. Fortunatamente non aveva lasciato carte in giro su Neal O'Connor. Le squillò il cellulare. «Pronto?»

«Elli, sono la nonna.» Rispose dall'altra parte. «Mi domandavo se dopo il lavoro volessi accompagnarmi a fare la spesa. Ho intenzione di fare un dolce per Benjamin. Se mi accompagni stasera puoi restare a cena.»

«Sarei venuta comunque a cena.» Le rispose Eleanor sorridendo. Come se nonna Betty potesse vederla attraverso il telefono.

«Bene! Mi faccio trovare pronta.» Disse nonna Betty e riattaccò.

«Vai a cena dai Cole?» Chiese Jefferson che aveva ascoltato tutta la telefonata.

«Sì, vuoi venire?»

«No. Vado a giocare all'xbox con Travis.»

Puntuale come un orologio svizzero. Eleanor passò a prendere la nonna, andarono a fare la spesa e tornarono a casa Cole in tempo per preparare la cena e il dolce.

«Elli viene anche Jeff?» Chiese Ellen aprendo il forno.

«No.» Rispose Eleanor.

Mentre le tre donne armeggiavano in cucina con fruste, coltelli ed insalate, Philippe era rientrato ed era corso subito in camera. Richard e Benjamin arrivarono qualche minuto prima di sedersi a tavola. Avevano avuto una riunione con Anya Ward. I due si accomodarono e Richard, prima di andare a sedersi a capo tavola, si fermò a baciare sua moglie e sua madre. Poi diede il suo solito bacio sulla fronte ad Eleanor.

«Non sapevo saresti venuta a cena.» Disse Benjamin passandole la coppa dell'insalata.

«Non lo sapevo neanche io sin quando la nonna non mi ha detto che avrebbe preparato un dolce.» Gli rispose Eleanor.

«Oggi ho fatto l'interrogatorio con Denise Spinner. Quella donna è odiosa quanto Anya.» Disse Philippe. Anche lui era sotto indagini. Faceva parte della squadra di Mark Gibson.

«Tu dimmi chi non è odioso in quella squadra.» Disse nonna Betty.

«Ehm... io?» Chiese Benjamin guardandola.

«A parte te, tesoro.» Disse nonna Betty accorgendosi della gaff.

«Anche tu sei odioso.» Lo prese in giro Philippe.

«Io oggi ho parlato con Anya.» Disse Eleanor guardando Richard.

«Lo so. Mi ha detto che sei stata un po' più collaborativa del solito.» Rispose Richard.

«Non è vero. Eleanor è stata molto collaborativa.» La difese Benjamin. «Anya invece ha fatto di tutto per punzecchiarla.»

«Lo fa di proposito.» Disse Eleanor seccata.

«Anche se lo fa per farti perdere le staffe. Tu non darle retta. Ignorala come hai fatto oggi.» Disse Benjamin guardandola dritta negli occhi.

«Adesso mi dai consigli su come restare calma?» Chiese Eleanor. «Avevi detto che avremmo rivisto il rapporto insieme. Mi spieghi poi cosa è successo?»

«Già, me lo sto domandando anche io.» S'intromise Richard.

«Che vuol dire che te lo stai domandando anche tu?» Gli chiese Eleanor. Nonna Betty aveva preso il dolce. Lo aveva tagliato e messo nei piatti.

Prima che Richard potesse rispondere lo fece Benjamin. «Io volevo restare solo con te, ma Anya ha iniziato a fare i capricci e non sono riuscito a persuaderla.»

«Perché avete scelto lei per queste indagini?» Chiese Eleanor guardando Richard.

«Hanno scelto Anya perché sanno che farà di tutto per risolverlo.» Le rispose.

«Secondo me avete sbagliato. Quella donna non mi piace.» Commentò Ellen.

Finirono di mangiare e poi Eleanor aiutò Ellen a sparecchiare. Conosceva il posto di ogni utensile in cucina. Sapeva come caricare e accendere la sua lavastoviglie. Eleanor andava a cena dai Cole almeno due volte a settimana. Ovviamente lavorando fuori città, Benjamin, non era mai presente. Tutte le altre sere invece andava a casa di Janet Curtis. Eleanor e Jefferson erano cresciuti con la famiglia di Janet e da quando avevano iniziato a lavorare per lei erano diventati parte anche della famiglia Cole.

Più tardi quella sera dopo aver rassettato la cucina nonna Betty ed Ellen andarono a vedere una telenovela alla tv. Richard era stanco aveva dato la buonanotte a tutti ed era andato a dormire. Philippe invece era uscito con Ryan Parker, un suo collega nella squadra di Mark Gibson. Eleanor e Benjamin erano rimasti soli in cucina.

«Mi dispiace per oggi. Volevo davvero rivedere il rapporto da solo con te.» Le disse Benjamin poggiato sul bancone dove qualche ora prima Eleanor e la nonna avevano preparato il dolce. Era davvero dispiaciuto. Solo lui riusciva a incatenare il suo sguardo a quello di lei. 

«Sì, per proteggere Anya da me!» Quelle parole uscirono con fastidio.

«No, non era quello che intendevo dire.» Disse Benjamin. Eleanor sapeva benissimo cosa intendesse dire, ma fingere di non saperlo era più facile. «Intendevo dire che Anya avrebbe provato a farti piegare e tu le avresti... perché nella mia testa suona bene e quando provo a dirlo ad alta voce suona male?!»

«Forse è solo una brutta frase da dire.»

«No, Elli.» Disse Benjamin guardandola. «Tu sei molto più forte di lei e non lasci che nessuno ti metta i piedi in testa. Lei invece no. Quando le hai detto quelle parole l'altro giorno l'hai ferita.»

«Non le chiederò scusa per questo. E poi è abbastanza grande da saper affrontare certe situazioni. O comunque è abbastanza grande da non doversi comportare come una bambina ogni volta.» Eleanor fece una pausa. Non credeva di dover davvero far aprire gli occhi a Benjamin. «Anya è una donna insicura e questo la porta ad avere un pessimo atteggiamento con le persone che le stanno intorno. È alla continua ricerca di conferme, ha sempre bisogno che qualcuno le dica quanto è brava. E per quanto lei si sforzi, non riesce ad essere all'altezza delle aspettative perché si distrae a guardare gli errori degli altri. Tutto questo solo per sentirsi migliore. E poi, non fa altro che cercare le tue attenzioni!»

Quelle parole incuriosirono Benjamin che cercò di rimanere fermo. Non voleva che lei si accorgesse del suo interesse.«E a te da fastidio che lei voglia le mie attenzioni?» 

«No. Mi da fastidio che tu le corri dietro.»

«Io non le corro dietro. Eleanor quella donna è il mio capo. Lei mi da gli ordini e io li eseguo.»

«Quindi siccome è il tuo capo se vuole infilarti una mano nei pantaloni lasci che lo faccia?»

«Ovviamente no!» Esclamò Benjamin. «Anya è quello che è. Non possiamo cercare di farla cambiare all'età di cinquantotto anni.»

«Cinquantotto? Credevo ne avesse molti di più.» Commentò sarcastica Eleanor.

«Devi sopportarla solo per qualche mese. Poi chiuderemo le indagini e ce ne torneremo alla nostra sede.» 

«Non riesco a sopportarla. Mi irrita anche quando respira.» 

«A causa sua non hai più risposto alle mie telefonate?» Le chiese Benjamin facendo il giro del bancone e posizionandosi proprio davanti a lei.

Eleanor ebbe una fitta allo stomaco. Sperava che quell'argomento non venisse fuori. Si guardò le scarpe che, in quel momento, erano meglio che guardare lui.




 



- "This is impossible"
- "Only if you believe it is."

                               Mad Hatter
  
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