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Autore: Colarose    04/07/2018    1 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
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Le Cucine

 Severus aggiunse la milza di pipistrello e fece quattro giri in senso antiorario. Con suo grande disappunto, la pozione non divenne lilla leggermente scuro come aveva descritto il libro, ma di un lilla un po’ troppo scuro.
Prese il mestolo indeciso, forse se faceva… un solo giro orario? Che succedeva?
Lo fece seguendo l’istinto, il lilla si schiarì. Severus assunse un'espressione soddisfatta, e senza sapere il perché, ne fece uno antiorario, totalmente assorbito nel lavoro.
Ecco, quello era il lilla perfetto!
Velocemente cercò una piuma nella cartella, mentre faceva rimanere la pozione per 30 secondi sul fuoco come c’era scritto. Alla velocità della luce prese anche una pergamena e scrisse velocemente quell’appunto.
Non poteva scriverlo sul libro, poiché lo aveva preso dalla biblioteca. Madama Pince lo avrebbe ucciso se lo avesse fatto. Poi alzò lo sguardo sulla pozione, e la vide diventare viola. Certo, doveva essere così, il problema era che erano passati 20 secondi. Spense immediatamente il fuoco.
Finita la pozione, perfettamente riuscita per giunta, la versò in una fialetta.
Ne versò una goccia su un ragno morto e quello si ingrossò all’istante. Severus ghignò, compiaciuto di se stesso.
Eppure si chiese come mai fosse venuta bene. Dopotutto non aveva seguito le istruzioni del libro, quindi sarebbe dovuta venire un autentico fiasco, un po’ come quelle che faceva quel zuccone di James Potter.
Scosse la testa. Nah, Potter era Potter: la sua imbecillità era ineguagliabile.
Si distolse dai quei pensieri, e si accorse di aver affrettato il processo!
Forse l’aveva anche un po’ migliorata… doveva verificare immediatamente. Tuttavia non si fece trasportare troppo dalle fantasie, non voleva darsi false speranze.
Svuotò il calderone e rifece di nuovo la Pozione Dilatante, questa volta attenendosi completamente alle istruzioni del libro usato.
Quando la finì prese con calma una dose, e versò una goccia su un altro ragno morto. Passarono circa due secondi, prima che il ragno si ingrossasse di colpo.
Severus non poté che ghignare, estremamente soddisfatto e compiaciuto della sua scoperta. La Pozione Dilatante modificata da lui aveva fatto ingrossare prima il ragno.
Certo, si parlava di due secondi, ma comunque per lui era un bel traguardo. Insomma, si doveva considerare la sua situazione: un ragazzino del primo anno, che era riuscito a fare perfettamente una pozione del secondo anno, e come se questo non bastasse, ne aveva affrettato il processo e gli effetti.
Stava giusto per far tornare normali i ragni, con l’antidoto che aveva preparato, prima che la porta dell’aula di Pozioni si aprisse .
“Cosa ci fa un primino qui?” chiese un ragazzo con un ghigno sfrontato e beffardo, dai lunghi capelli biondo platino, perfettamente pettinati. La spilla di Prefetto luccicava sulla veste.
Severus lo guardò indifferente. “Mi stavo esercitando, è per caso vietato?” Chiese impassibile, ben sapendo che no, non era vietato.
Lucius avanzò con eleganza e sicurezza, chiudendosi la porta dietro di sé.
“Esercitando? E dimmi, che pozione stai preparando?” chiese guardandolo all’alto in basso, quasi a sbeffeggiarlo.
“Non vedo come possano essere affari tuoi, dal momento che non so neanche chi sei” ribatté Severus restando impassibile, trattenendo l’irritazione.
 “Oh, scusa per la maleducazione. Lucius Malfoy, sesto anno, piacere” si presentò il prefetto chinandosi per arrivare alla sua altezza, con un  ghigno. Piton la strinse, dopo averla osservata un attimo.
“Severus Piton, primo anno “ rispose. Lucius lo studiò un attimo.
“Sei un sanguemarcio?” domandò, pronunciando la parola con disgusto. Severus alzò le sopracciglia.
“No, mia madre è una strega” rispose guardandolo più diffidente di prima.
Malfoy non disse niente, e scrutò il calderone e le fiale sul banco, fino a quando i suoi occhi non si fermarono sui ragni ingrossati, arricciando le labbra con fastidio.
“Una Pozione Dilatante, giusto?” chiese a Piton, quest’ultimo annuì.
Fu il turno di Lucius di alzare le sopracciglia.
“Se non sbaglio è nel programma del secondo anno” disse, mentre un luccichio d’interesse si affacciava dai suoi occhi.
Severus lo colse, e decise di approfittarne. Magari  riusciva a metterselo tra le simpatie. Era un Malfoy, dopotutto.
“Si, lo so. L’ho anche un po’ modificata” rispose trattenendo un ghigno. 
“Modificata?” ripeté Lucius guardandolo.
“Ho scoperto come velocizzare gli effetti” gli spiegò Severus.
“Interessante. Puoi mostrarmelo?” chiese Lucius, con un sorriso affabile.
Severus ghignò da vero Serpeverde, e prese le due fiale.
“Questa è quella fatta seguendo le mie istruzioni, e  quest’altra seguendo le istruzioni del libro” disse, alzandone una e poi l’altra per far capire.
Fece tornare i ragni normali, e poi riversò una goccia di ciascuna pozione su di loro.
Ci fu lo stesso effetto di prima.
Lucius osservò la fialetta contenente la pozione modificata da Severus, interessato. Poi ghignò.
“E dimmi, come faccio a sapere che non è il contrario?” chiese.
Severus alzò un sopracciglio, indignato. Gli rispose malamente
“Se non vuoi credermi, non farlo. Io non mi rimetto di certo a rifare la pozione solo per dimostrarti che sto dicendo la verità” disse acido.
Lucius lo studiò un attimo.
“Come hai ottenuto questo risultato?” chiese alla fine decidendo di credergli.
“E io secondo te lo dico come uno stolto?” rispose Severus, ghignando divertito.
Lucius fece quello che somigliava a un sorrisetto. Gli piaceva quel giovane, si vedeva che aveva del talento.
“Arrivederci, Severus. È stato un piacere conoscerti, spero che potremmo perderci in chiacchiere ancora.” Lo salutò con un ghignetto, lasciando perdere. Si avviò verso la porta, poi scorse con la cosa dell’occhio un libro che fuoriusciva dalla borsa del ragazzino.
Un libro a lui familiare.
Ampliò il ghigno quando uscì dall’aula.
Decisamente interessante quel Severus Piton, anche se era un Mezzosangue.

*

Harry sbuffò guardandosi allo specchio. Si stava decisamente irritando. Era da cinque giorni che cercava di fare quell’incantesimo bene e ormai era metà Aprile.

No, Harry. Devi stare calmo, in pace, la rabbia ti distrae. Calmo, ci riuscirai, prima o poi, basta concentrarsi” si disse chiudendo gli occhi, cercando di svuotare la mente.

Poi li riaprì e puntò la bacchetta sopra la testa, determinato.
“Desilludo” scandì lentamente. Si sentì come se un uovo gli fosse stato spaccato in testa, e immediatamente il suo corpo scomparve.
Harry guardò lo specchio con occhio critico.
Ma perché non riusciva a farlo più potente!?
Certo, era invisibile, ma si vedeva leggermente la sua sagoma. Ed era anche un po’ opaco.
“Finite Incantem” sussurrò un po’ rassegnato. Ci doveva riuscire, assolutamente.
Stava per rifarlo, quando colse un lampo di luce dirigersi fulmineo verso di lui. Si spostò di scatto, e l’incantesimo andò a colpire lo specchio che si ruppe. Sguainò la bacchetta e fece partire una fattura non-verbalmente, talmente veloce e rapido che non si ricordò nemmeno come aveva fatto.
Harry guardò con occhi increduli il Signor Duellante (Si, lo aveva chiamat0 così. Problemi?) puntargli contro la bacchetta.
“Ma che ti prende?!” sbottò incredulo ben sapendo che il suo avversario era muto, tenendo alta la guardia. A Harry passò di mente che ad un tratto fosse diventato malvagio.
In risposta, quello scagliò un altro schiantesimo, poi un incantesimo di Disarmo e poi una fattura.
Schiva. Scudo. A terra. Fattura.
Presero a duellare ed Harry usò tutti gli incantesimi che aveva imparato in quei tre mesi in cui si era allenato.
“Ebublio, Excelsiosempra,Exlucero, Incarceramus!” esclamò rapidamente, dopo cinque minuti di duello. Il primo lo scagliò verso la pancia dell’avversario, il secondo al fianco sinistro, il terzo al fianco destro e l’ultimo verso le gambe.
Credeva di averlo messo alle strette, ma con suo grande stupore quello evocò uno scudo completo, una specie di bolla che andò a coprire tutto il corpo.
Si appuntò mentalmente che doveva impararlo per bene.
Dopo un altro minuto estenuante, in cui Harry si concentrava per non far uscire nemmeno una lettera dalla sua bocca, il Signor Duellante sembrò prendere la carica.
Corse e fece un salto verso di lui, tant’è che Harry pensò volesse combattere alla maniera babbana, ma cogliendolo di sorpresa, all’ultimo minuto gli puntò la bacchetta al petto e lanciò uno schiantesimo.
Harry volò e andò a sbattere contro un muro, mentre la bacchetta gli sfuggiva di mano.
Gemette di dolore per la botta che aveva subito la sua povera schiena.
Dopo un po’ vide il Signor Duellante chinarsi davanti a lui e porgergli la bacchetta.
E Harry capì.
Lo aveva colto di sorpresa, per allenargli i riflessi. La prese e si alzò, ringraziò mentalmente quel ‘VIGILANZA COSTANTE’ che Moody gli aveva piantato in testa con la forza, altrimenti avrebbe già perso sei minuti fa.
Poi lanciò l’ennesimo sguardo di sfida al manichino e ripresero a duellare.
Otto minuti dopo, Harry si curava le maledette bolle che quel maledetto Signor Duellante gli aveva lasciato come regalino.
Passò le altre due ore tra incantesimi, libri e duelli.
Quando finalmente giunsero le tre del mattino, prese il Mantello dell’Invisibilità e se lo mise addosso. Uscì silenzioso dalla porta e se la chiuse dietro di sé.
In poco tempo arrivò in Sala Comune e salì le scale del dormitorio.
Aprì la porta del suo dormitorio, la chiuse in modo più silenzioso possibile e si tolse il Mantello. L’unica cosa che lo aiutava a vederci piuttosto bene era la lieve luce della luna che filtrava dalle finestre.
Lo ripiegò con cura e aprì il baule di James, rimettendolo all’interno. Poi in punta di piedi si avvicinò al suo letto e ci si infilò silenziosamente, ben attento a non fare il minimo rumore. Poi si sistemò meglio e chiuse gli occhi mentre, a sua insaputa, un paio di occhi indiscreti lo osservavano silenziosamente.

*

Peter prese a scappare come mai aveva fatto in vita sua, mentre Rosier e Avery lo seguivano con due volti ghignanti che non promettevano niente di buono. Maledisse la sua sbadataggine per aver dimenticato il libro di Pozioni in aula, maledisse la sua stupidità di aver rifiutato che James lo accompagnasse.
Se ci fosse stato lui, probabilmente Avery e Rosier si sarebbe ritrovati con delle pustole in faccia, non di certo a inseguirlo!

Stupido, stupido!” pensò affaticato, schivando per un pelo un incantesimo.

“Hei Miiinuuus, che c’è? Non ci sono i tuoi amichetti, eh? Stai realizzando quanto sei inutile senza di loro?” urlò Rosier maligno.
Peter semplicemente lo ignorò e accelerò la corsa, facendo forza sulle sue gambe grassocce.
Era nei Sotterranei! Sotterranei! Vicino al covo delle Serpi! Per di più non conosceva molto quel piano, anzi, conosceva solo il modo per andare nella Sala Comune di Serpeverde e nell’aula di Pozioni. E poi basta!
In poche parole, stava correndo alla cieca.
Salì una scalinata, che sapeva portare al piano terra, dove c’era la Sala Grande, ma quella d’un tratto si mosse. La guardò incredulo e terrorizzato, aggrappandosi alla ringhiera. Non poteva credere alla sua sfiga!
Guardò, col panico che cresceva, Rosier e Avery prendere un’altra scala per raggiungerlo.
Ma non si arrendevano mai?
Partì in quarta verso un corridoio a caso quando le scale (finalmente!) si fermarono.
Ma dov’era? Dov’era finito?
Salì della scale sempre correndo. Non era certo se lo seguissero ancora, ma meglio seminarli il prima possibile e andare più lontano che poteva.
Passò affianco a un una decina di botti senza neanche farci caso, ma poi inciampò su i suoi stessi piedi.
Cercò di aggrapparsi alla parete, ma toccò un quadro con un cesto di frutta, andando a sfiorare la pera.
Ma comunque cadde.
Poi si sentì una risatina. Alzò di scatto la testa, già rosso in faccia, pensando che qualcuno lo avesse visto.
Ma quando capì la fonte del suono ne rimase sorpreso.
La…pera? Una pera stava ridendo?

Perfino le pere ti prendono in giro, Peter” pensò amareggiato mentre si alzava.

Poi si voltò a guardare la pera. No no no, aspetta! Cos’era quella? Una maniglia?!
Curioso la spinse, e il quadro si aprì, quasi fosse una porta.
Gli si parò di fronte una sala immensa, con quattro tavoli disposti nello stesso modo di quelli della Sala Grande. In fondo alla stanza, invece, c’era un grande focolare di mattoni.
Ma quello che più stupì Peter, era la presenza di centinaia di quelli che sembravano Elfi Domestici, tutti affaccendati a cucinare e pulire.
Immediatamente una decina di loro corse verso di lui.
“Il signorino ha bisogno di qualcosa?”
“Il signorino desidera dei pancakes?”
“Il signorino vuole del succo di zucca?”
“Il signorino vuole delle fette biscottate? Del cioccolato? Una zuppa? Qualsiasi cosa signorino, e Pity ve la porterà!”
A Peter, che già venuta l’acquolina in bocca al pensiero di tutte quelle prelibatezze, dovette fare forza su stesso per non ordinare immediatamente tutto.
“Ehm, Pity” disse incerto, sperando di aver azzeccato il nome “Dove sono?” continuò.
“Nelle cucine, signorino! È qui che si prepara il cibo che mangiano gli studenti!” disse entusiasta l’elfa, sembrava molto allegra per un motivo a Peter ignoto.
“Oh e… gli studenti lo sanno?” chiese Peter, sperando di aver fatto una nuova scoperta che non tutti sapevano.
“Da quello che sa Pity, signorino, pochi studenti sanno dove sono le cucine, signorino”
Peter sorrise felice. Doveva subito dirlo agli altri! Chissà quanto si sarebbero complimentati!
Ma potevano aspettare… prima doveva riempirsi lo stomaco!
 

Parecchie leccornie e pietanze dopo, Peter si alzò soddisfatto, completamente dimentico che l’ora che aveva trascorso doveva essere spesa in una lezione di Trasfigurazione.
Uscì dalle cucine, dicendo a Pity che sarebbe sicuramente ritornato.
E può contarci!” pensò gongolando.
 Al secondo piano si scontrò con i suoi amici.
“Peter, per Morgana!” esclamò Sirius, correndo verso di lui insieme agli altri.
“Ma dove eri finito?! Ti abbiamo cercato dappertutto!”esclamò James tirando un sospiro di sollievo.
“Ci hai fatto preoccupare” disse Remus scrutandolo
Peter in risposta sorrise.
“Voi non avete idea di cosa ho trovato, ragazzi! Circe, devo subito mostrarvela!” esclamò saltellando. I quattro aggrottarono le sopracciglia.
“Cos’ hai trovato, Peter?” chiese Harry curioso.
“Le Cucine! Lo sapete che ci sono centinaia di Elfi Domestici?! Per non parlare della loro disponibilità! Mi hanno fatto mangiare come mai prima d’ora!” Peter assunse una faccia sognante.
“Cosa?!” urlò quasi James, incredulo.
“Portaci verso il Paradiso, Pete!” disse Sirius solenne , puntando l’indice verso il lungo corridoio che pullulava di studenti.
“E dove sono?” chiese Remus curioso. Harry si limitò a fare una finta faccia sorpresa.
“Ve le faccio vedere!” disse Peter, incamminandosi con loro al seguito. Remus disse qualcosa a proposito che tra mezz’ora c’era la lezione di Storia della Magia, ma fu completamente ignorato.
Dopo un po’, Peter si fermò nel bel mezzo della scale che si muovevano.
 “Peter?” lo chiamò impaziente Sirius. Il risposta Minus fece un sorrisetto incerto.
“Ehm, ragazzi, fatemi pensare… non credo di ricordarmi bene…” rispose incerto, mentre il suo viso si tingeva di rosso.
“Come fai a non ricordarti la strada per una cosa simile?” chiese James incredulo, mentre si passava una mano fra i capelli.
Peter prese a gesticolare. “È che stavo correndo, Rosier e Avery mi stavano inseguendo! Non facevo caso a dove andavo!” spiegò concitato
“Rosier e Avery….?” Esalò James, mentre la sua espressione si deformava per la rabbia
“Quegli stron-“ iniziò a sibilare il Black
“Sirius!” lo rimproverò Remus, quasi scandalizzato.
Harry si trattenne dallo scoppiare a ridere. Riprese il controllo della sua espressione facciale e cercò di calmare tutti.
“Calmatevi, ragazzi. Gliela faremo pagare” disse ghignando malandrino, mettendo le mani nelle tasche. Non era molto arrabbiato in verità, certo gli dispiaceva per Peter, ma non aveva quel senso di protezione che avevano gli altri. Poteva averlo accettato, iniziato a volergli un po’ bene, ma comunque, per quanto avesse cercato di scacciare questo pensiero, in fondo in fondo la sua mente lo etichettava ancora come “Futuro Traditore”. Questa cosa lo frustrava, ma sarebbe riuscita a toglierla solo se il piccolo Peter avesse dato una vera prova che era diverso dalla sua versione adulta.
Peter intanto, osservava meditabondo tutte le entrate che vedeva da lì, sopra le scale. Poi, ebbe l’illuminazione.
“Ma certo! È lì!” esclamò, indicando un corridoio non molto illuminato, molto in basso.
“Ma quello è il seminterrato!” disse Remus  alzando un sopracciglio.
“È quello! Quello! Ne sono sicuro!” disse convinto Peter.
Dopo un bel po’ di scale, e qualche corridoio, Peter si fermò  di fronte al ritratto.
Come si apriva? Doveva cadere? O doveva solo far ridere la pera?
La grattò e quella rise, poi si trasformò in una maniglia. La spinse e si gustò le facce incredule e eccitate degli altri.
“Sei un genio, Pete! Ed è la secondo volta che te lo dico!” esclamò Sirius entrando di corsa, mentre veniva circondato da Elfi Domestici.
 

“Avete idea di cosa significa questo?” domandò James con un sorriso smagliante (di quelli che facevano svenire le ragazzine) mentre mangiava un cornetto al cioccolato.
“Cosa?” chiese Harry, con una fetta di torta alla melassa nel piatto.
“Insomma…” James gesticolò in preda all’euforia, spalancando le braccia, cercando di far capire che era così ovvio quello che aveva pensato.   “ Le Cucine sono nascoste, non tutti sanno dove sono, di certo non immaginano che sia dietro a un quadro della frutta.  È una specie di passaggio segreto, ecco! Non avete pensato al fatto che possano essercene altri?! Insomma, Hogwarts è enorme! Quanti passaggi segreti, scorciatoie, corridoi dimenticati persino da Dio ci sono in questo castello!? Tantissimi! E poche persone li sanno tutti! Non sarebbe fantastico far parte di queste persone?! Noi siamo i Malandrini! Hogwarts non deve avere segreti per noi” continuò, col sorriso sulle labbra.
Gli altri lo guardarono per alcuni secondi. Harry pensò amareggiato che li sapeva già tutti, e che non poteva dirli, altrimenti avrebbe creato sospetti.
Lui aveva la Mappa del Malandrino già stampata in mente.
“ E che aspettiamo! Andiamo a trovarli! “ urlò Sirius balzando in piedi, facendo cadere un paio di Elfi Domestici per la sorpresa. In particolare, a un elfo chiamato Baloo, cadde il vassoio con una fetta di torta, poiché Sirius lo aveva urtato.
Ma Sirius non si accorse di niente, talmente era impaziente. Harry si scusò con l’elfo, giustificando il compagno.
“Non dire scemenze, Sir! Primo, abbiamo lezione, secondo, il castello è enorme. Certo, possiamo anche iniziare, ma non ora! Ci sono tantissimi alunni per il castello, e se ci facciamo vedere a setacciare muri  ci prenderanno per pazzi!” esclamò Remus, fermandolo.
“Ma che ci prendano per pazzi!” disse in risposta Sirius imbronciato.
“Di notte sarà più appropriato” sussurrò Remus cercando di farlo ragionare, stupendo perfino se stesso.
“No aspetta!” disse James, mettendo una mano sul cuore “Tu, studioso, responsabile studente, tale Remus Lupin, stai suggerendo di…”
“Uscire di notte e violare il coprifuoco?!” concluse incredulo e impanicato Harry. No no no, ci mancava solo che uscissero ogni notte e a quel punto non avrebbe più potuto esercitarsi. E se anche avesse trovato il tempo, comunque avrebbe dormito quattro ore a notte!
Le orecchie di Remus si tinsero di rosso.
“E allora?” domandò Remus schiarendosi la voce “Lo abbiamo già fatto, no?” continuò.
“Certo che lo abbiamo già fatto!” esclamò James, quasi indignato che si potesse pensare il contrario “Ma lo abbiamo sempre proposto noi!”
Sirius mise un braccio intorno alle spalle di Remus, poi strofinò il pugno sulla testa del Licantropo in modo scherzoso.
“Sirius!”
“Il nostro Remmy! Quando fai uscite del genere mi rendi tanto tanto fiero!” disse  sghignazzando.
“Lasciami!” esclamò Remus dimenandosi.
 



Angolo Autrice
Ciao a tutti! Ecco un nuovo capitolo! Severus ha incontrato Lucius Malfoy, e credo che capirete che questa non è una cosa molto positiva. Lucius non è delle migliori influenze per Piton. C’è anche un piccola scena di Harry nella Stanza delle Necessità, vediamo che sta migliorando e che il Signor Duellante non attacca solo quando è programmato. Riguardo agli incantesimi molto avanzati, sto pensando di inventarne alcuni io, poiché non ce ne sono molti assai avanzati che vengono detti nel libro o nei film.
Peter trova le Cucine (e chi se no?) in un modo piuttosto bizzarro. I Malandrini si mettono in testa di cercare altri passaggi segreti e Remus da di nuovo prova, che per quanto responsabile e studioso sia, è comunque un Malandrino. Non ci può fare niente, e neanche se ne dispiace XD.
Harry viene visto mentre torna in Dormitorio alle tre di notte (Chi è, cari ragazzuoli?) e rischia di dire addio al suo tanto amato sonno.
Vi prego recensite e alla prossima!
P.S. mi scuso per eventuali errori di grammatica o/e battitura.
 

 





Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, grazie!
   
 
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