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Autore: losingyourmemory    04/07/2018    0 recensioni
[La principessa e il folletto]
In un lontano regno fantastico, viveva in pace un popolo, finché l’arrivo di un re tiranno non li costrinse ad abbandonare il suddetto regno. Essi scomparirono, ma solo per rifugiarsi sottoterra, negli intricatissimi umidi e oscuri cunicoli delle miniere. Qui, questo popolo ha vissuto per secoli, dimenticando completamente com’era fatto il mondo in superficie; il loro aspetto mutò nel corso degli anni, trasformandoli in creature orride, piene d’odio e risentimento. Vennero così chiamati “folletti” da chi un tempo li aveva costretti ad andarsene. Ma i folletti non dimenticarono mai il torto subito e di generazione in generazione la voglia di vendetta verso il “Popolo del Sole” crebbe. Tre secoli dopo, la principessa Irene e il suo amico Curdie cercheranno di ristabilire quella pace un tempo perduta e tanto agognata, sia dal padre di Irene, re Arthur, sia, in fondo, anche dai folletti.
La storia è liberamente ispirata al romanzo di George MacDonald, "La principessa e il folletto", del 1872.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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flashback
 
La giornata era limpida come uno specchio d’acqua. Il sole batteva forte sui tetti delle case di pietra e un venticello fresco muoveva le fronde degli alberi in fiore. Dopo circa due settimane di pioggia e freddo, questa giornata calda era un dono di Dio. Il piccolo Etid giocava all’ombra del grande albero mentre sua madre Lisa lo guardava teneramente.

D’un tratto la quiete del villaggio fu rotta da strane grida. La madre di Etid si girò in direzione delle urla, che provenivano dalla piazza. Sembrava proprio che stessero litigando. Etid come scosso da un fremito interiore, si precipitò fuori dal piccolo cancello in legno, seguito dalla madre che aveva riconosciuto la voce di uno dei litiganti. Arrivati in piazza, Etid, sgattaiolò lesto tra le gambe della gente, avvantaggiato dalla sua piccola statura, mentre la madre cercava di farsi largo tra la folla accorsa.

Lisa sperava con tutto il cuore di sbagliarsi ma fattasi largo tra la gente, al di là della calca, in un cerchio vuoto, a terra c’era suo marito Terin. Al di sopra di Terin si ergeva una possente figura a cavallo. Il re. Terin arrancava a fatica, cercando di rialzarsi. Lisa si portò le mani al viso urlando il suo nome. Il silenzio tra la folla e tutti gli occhi puntati su di lei, anche quelli verdi e infiammati di Terin. Lisa immobile al suo posto, emise come un gemito guardando il marito col volto pieno di sangue. Il tempo parve essersi fermato.

Etid, in quegli istanti che parevano ore, era corso da suo padre, veloce come una lepre in fuga da una volpe. Tutto cominciò a muoversi e il tempo scorreva di nuovo inesorabile. Lisa si avvicinò a Terin e a suo figlio, che aveva aiutato il padre a rimettersi in piedi. Terin le mormorò scusa e prima che Lisa potesse rispondere e dire qualcosa, la voce di Terin fece ripiombare il silenzio. Alta, forte e chiara disse al re, fermo sul suo cavallo e la spada ancora sguainata, che da quel momento in poi se ne sarebbero andati via, via per sempre. La folla, fino a quel momento muta e attonita, iniziò a gridare e ad inveire contro il re e i suoi uomini, quasi cacciandoli. L’avrebbero seguito dicevano, avrebbero seguito Terin, in qualunque posto li avrebbe guidati. Non sarebbero più rimasti lì a guardare, a subire.

Quella stessa notte, circa metà della popolazione avrebbe abbandonato le loro abitazioni per rifugiarsi altrove, lontano da quel posto che per tanti anni avevano chiamato casa, ma a cui adesso sentivano di non appartenere più.
Solo molto tempo dopo, quando il loro ricordo era del tutto svanito e nessuno più era a conoscenza della loro esistenza, si scoprì che avevano vissuto e vivevano nelle miniere. Tutti coloro che abitavano nel nuovo villaggio e lavoravano nelle miniere sapevano della loro presenza, ma si tenevano a debita distanza. Tutti sapevano dei "folletti", tranne chi abitava al castello. Tranne il re, tranne la principessa Irene.
   
 
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