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Autore: Camila Serpents    15/07/2018    1 recensioni
ATTENZIONE: Questa è una FF su Gaara e Mihoko, un personaggio ideato da me in tutte le sue più piccole caratteristiche fisiche e comportamentali, come anche tutte le tecniche che possiede.
DALLA STORIA:
Era una ragazza sola al mondo, l’aveva vista strabiliarsi per un particolare così effimero, nei suoi grandi occhi neri aveva visto una luce che prima d’ora mai aveva intravisto. Si stupì per quell’incredibile senso di protezione che aveva provato poche ore prima quando l’aveva trovata in mezzo alla sabbia. La verità era che si riconosceva in lei, desiderava ardentemente che avesse un appiglio, qualcuno su cui contare.
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Gli occhi azzurri di lui rimasero ancora per qualche secondo a guardare quelli neri di lei, che dopo quella piccola carezza stavano cercando una via di fuga, nonostante quel piccolo gioco la divertisse molto. Sentì per pochi secondi mancare la presa della sabbia, che fu sostituita immediatamente da quella delle braccia di Gaara.
- Me la pagherai paraculo della Sabbia. – Gli sussurrò a qualche centimetro dalla faccia, dandogli un piccolo pugno sul petto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Konoha era molto più grande rispetto a Suna, non solo per quanto concerneva il clima ma anche la fauna e la flora erano nettamente diverse. Erano arrivati nel primo pomeriggio a casa Nara e aveva conosciuto sia Shikamaru che i suoi genitori, assieme ad alcuni componenti del clan come zii e nonni.
La stanza in cui alloggiava era molto rustica, arredamenti in legno, un bel letto grande con delle morbide coperte in pizzo dove al capezzale campeggiava un busto imbalsamato di un cervo con delle grosse e robuste corna. La finestra affacciava sul meraviglioso parco di proprietà della famiglia da generazioni. Anche lì aveva il suo piccolo bagno privato, questa cosa non le dispiaceva affatto, anzi, le sembrava un’usanza davvero intelligente.
La festa era programmata per le 20.30 e visto che mancavano poche ore all’evento decise di immergersi nella vasca per essere il più presentabile e carina possibile visto che avrebbe conosciuto un sacco di gente nuova, ma soprattutto, sarebbe stata un’occasione per mostrarsi in un modo diverso davanti a Gaara.
Quest’ultimo pensiero suonò come un campanello dall’allarme al cuore della ragazza che immediatamente lo percepì, da un momento all’altro, andare un po’ più veloce.
Perché ci stava pensando? O meglio, perché pensando a Gaara le batteva forte il cuore e le si formava un sorriso ebete sulla faccia? Si stava forse rimbecillendo? Perché effettivamente si sentiva una cretina di serie a.
Immerse il suo corpo nell’acqua tiepida in cui aveva aggiunto del bagnoschiuma alla vaniglia, un aroma quest’ultimo, che aveva sempre amato sia per la cosmesi, sia per il gelato.
- Mani nelle mani soltanto noi, baby fai piano… che poi ci scopre qualcuno ma quanto ti amo…* - Canticchiò mentre si spazzolava i capelli prima di uscire dalla vasca. – Però avrei spaccato il mondo con te vicino… E ti scriverei sotto casa tipo sono qui…*- Continuò la canzone mentre si avvolgeva nell’asciugamano, guardandosi allo specchio. I capelli neri le scendevano bagnati lungo la schiena, il viso era leggermente arrossato per colpa dei vapori. Incominciò ad asciugarsi le braccia, poi il petto e infine le gambe, proseguendo poi per il resto del corpo, tamponando leggermente il viso per non stressarlo ulteriormente.
Percepiva una strana sensazione aleggiare nell’aria, si sentiva emozionata ma allo stesso tempo, un tepore che non aveva mai percepito prima, faceva capolino dentro di lei, un qualcosa di assolutamente nuovo e inconsueto. Incominciò a pensare che stava viaggiando troppo con la testa, che si faceva troppi film mentali. Probabilmente se l’avessero candidata al premio oscar l’avrebbe anche vinto.
Il vestito che aveva comperato era in oro rosa, aveva la gonna in tulle molto vaporosa, la parte superiore, era composta dal corpetto con uno scollo a cuore molto profondo e stretto. Per i piedi, aveva scelto delle scarpe gioiello d’orate in abbinato con la pochette del medesimo colore. Quando erano usciti per fare acquisti, Gaara era andato con Kankuro e lei con Temari. Avevano deciso che avrebbero conosciuto le loro scelte solo la sera della festa.
Osservò la sua immagine riflessa nello specchio, soffermandosi sui più piccoli dettagli: i fianchi morbidi, le ciglia lunghe e folte, lo sguardo sereno. Le sembrava quasi una stupidaggine, ma erano particolari a cui lei non aveva mai badato, aveva sempre pensato a tante cose che non avevano mai come fulcro lei come essere umano, come persona, come oggetto della sua felicità. 
- Mihoko vieni che dobbiamo truccarci! Ti sei vestita? – Sentì Temari urlare dalla stanza accanto – Dai che sono le 20.15 e siamo in super ritardo! – Esclamò ansiosa.
Velocemente uscì dalla porta e si recò dall’amica che indosso aveva un meraviglioso vestito lungo argentato, contaminato da micro paillettes del medesimo colore che a contatto con la luce creavano mille iridescenze. Il punto forte dell’abito era lo spacco che scendeva da sotto il fianco destro fino ai piedi. La ragazza aveva sciolto i capelli abbandonando per una sera la sua solita capigliatura, lasciandoli cadere lungo le spalle.
Un’altra ragazza era seduta davanti a Temari intenta a farsi sistemare i capelli. L’aveva colpita per il colore particolare degli occhi: il perimetro dell’iride era di un lilla molto chiaro, mentre l’interno era bianco.
- Mihoko lei è Hinata, la fidanzata di Naruto, che conoscerai fra poco. – Disse sorridente. – Hinata, lei è Mihoko. – Concluse continuando a piastrare i capelli alla ragazza.
- Piacere di conoscerti, sei molto carina! – Asserì l’amica di Temari, stringendole la mano.
- Ino esci da quel bagno che è arrivata Mihoko! – Ancora una volta la fidanzata di Shikamaru urlò, stavolta, rivolta alla porta della toilette.
Si ritrovò davanti, dopo qualche minuto, una ragazza alta, con dei lunghi e folti capelli biondi e due occhi azzurri che le dominavano il viso. – È arrivata la fidanzata di Gaara! È un piacere conoscerti tesoro! – La ragazza si chinò leggermente salutandola con due baci con tanto di schiocco.
Per un attimo Mihoko si trovò completamente spaesata ed imbarazzata, temeva di aver capito male, ma in verità lei ci sentiva benissimo. Pensò a quell’affermazione, e un piccolo sorriso comparve sulle sue labbra.
- In verità non sono la sua fidanzata, stiamo instaurando un rapporto d’amicizia e…- Non fece in tempo a finire che subito la bionda la interruppe.
- Dai si sa che è solo un preambolo quello dell’amicizia, fra di voi sicuramente è nato qualcosa di più! – Disse con fare malizioso mentre finiva di mettere il mascara. – Vieni che ti presto i trucchi. – Le fece un occhiolino e Mihoko si avviò con lei, cercando di non dare troppo peso a quelle affermazioni. Sapeva di non essere la fidanzata di nessuno, non c’erano i presupposti per sentirsi tale: nessun bacio, nessun ‘ti amo’, nessuna dichiarazione, nessuna effusione. Niente di niente, fatta eccezione per i loro sguardi, quella carezza, quelle piccole attenzioni e il suo soprannome, Miho.

 * * *

- Che seccatura. – Shikamaru sospirò, fissando assieme al suo gruppo di amici le scale, aspettando la propria fidanzata e le sue amiche. – Possibile mai che sono le nove e ancora devono finire di prepararsi? – Sbuffò afferrando un tramezzino dal tavolo del buffet.
- Di cosa ti stupisci conosci bene mia sorella, sai com’è quando si presentano certe occasioni. – Asserì Gaara, incrociando le braccia sul petto.
Era pensieroso, in tensione. Forse era solo curioso di vederla, ma la curiosità non si tramuta in nervosismo se non vedi subito quello per cui stai aspettando. Aveva chiacchierato con Naruto del più e del meno, si erano raccontati tante cose visto che era un mese che non si vedevano, avevano toccato l’argomento ‘Mihoko’, e secondo Naruto, lui provava un interesse per la ragazza, anche se non era lampante. Aveva cercato di negare, ma alla fine due più due fa quattro a casa di chiunque.
- Gaara c’è una signorina che aspetta che tu la prenda e la porti fuori in giardino per la festa. – Disse Kankuro, fissando il fratello mentre usciva a braccetto con Ino dalla sala da pranzo.
Era uscito all’aperto, non si era minimamente accorto che poco dopo le ragazze erano scese. Si maledì interiormente per la disattenzione, si passò una mano fra i capelli e rientrò.
Naruto era accanto al buffet con Hinata, Temari limonava con Shikamaru in un angolo, Rock Lee e Sai giocavano alla morra cinese per decidere chi avrebbe avuto diritto ad un ballo con Ino, che però era già chissà dove con Kankuro mentre Neji e Ten-Ten li guardavano divertiti sorseggiando un cocktail.
Tra un saluto e l’altro la cercò ovunque con gli occhi, poi, decise di uscire dalla seconda porta della sala, di fronte a quella da cui era entrato che dava sulla parte di dietro della casa. L’odore di tabacco gli fece capire che l’intuizione che aveva avuto era stata giusta, lei era lì.
La prima cosa che notò era la gonna e a seguire il corpetto pieno di brillantini, aveva accentuato i boccoli sulle punte dei capelli, che le scendevano lisci attorno alla sua figura.
Con una mano ordinò alla sabbia di fuoriuscire e di avvolgere il corpo della ragazza, che appena sentita la stretta, sobbalzò spaventata.
- Tana per Miho. – Un sorriso beffardo gli invase il viso, che si tramutò in breve tempo in una risata vedendo l’espressione imbruttita di lei.
- Gaara! – Strillò, cercando di soffocare una risata. – Mi hai fatto prendere un colpo dannazione! – Continuò inveendo contro di lui, dimenando le braccia in aria.
Con un’altra protesi di sabbia le sfilò la sigaretta dalla bocca, ponendola poi fra le sue labbra.
- Grazie. – Asserì, continuando a guardarla.
- Se volevi una sigaretta bastava chiederlo come una persona normale. – Disse sarcastica. – Ma aspetta un momento... Da quando fumi? – Domandò turbata.
Il ragazzo ordinò alla sabbia di lasciare Mihoko, facendole comparire davanti delle piccole scalette formate anch’esse da granelli dorati di sabbia.
- Ogni tanto mi faccio qualche tiro con Kankuro e Shikamaru. – Le fece un occhiolino, poi le porse la mano.
Mihoko era divertita da quel comportamento, infondo a lei piaceva che le tenesse testa, che la prendesse alla sprovvista, cercando di essere divertente ma senza esagerare. Era sempre accorto nell’accertarsi di non infastidirla.
Gli strinse la mano, notando che la camicia nera che indossava aveva i primi tre bottoni non allacciati, il colore gli donava molto, sia per via della carnagione molto chiara, sia per il rosso dei suoi capelli. L’aveva inserita all’interno di un pantalone color ocra chiaro, leggermente attillato. Le scarpe che aveva scelto erano nere, stile classico.
In quella prima settimana di convivenza non aveva mai avuto modo di capire come fosse fatto il suo fisico, portava sempre dei vestiti molto larghi, tipici del Villaggio della Sabbia, che nascondevano alcuni lineamenti scolpiti del suo corpo.
Istintivamente avvolse le dita attorno a quelle di Gaara mentre scendeva i gradini, fino ad arrivare all’ultimo, poggiando l’altra mano sulla spalla del ragazzo che la fissava divertito mentre metteva di nuovi i piedi sull’erba.
Tra i due ci fu un momento di esitazione, per qualche istante si guardarono intensamente con un’aria di sfida che si tramutò poi in dolcezza.
Le mani di Gaara si posarono con delicatezza attorno al suo viso, d’istinto Mihoko chiuse gli occhi lasciandosi trasportare, senza voler pensare a cosa fosse giusto o sbagliato, se fosse troppo presto o troppo tardi. Sentiva bruciare dentro di lei un ardore, una sensazione che non riusciva a controllare; infilò le mani fra i capelli di lui, continuando a baciare quelle labbra così morbide e calde. Si soffermò nel trattenere per un po’ il labbro inferiore fra le sue, mordicchiandolo leggermente. Venne avvolta in un abbraccio mozzafiato, pelle contro pelle, si sentiva come incatenata in quel momento che desiderava non finisse mai, ipotizzò che anche per lui valeva la stessa cosa, in quanto non accennava a smettere o a distaccarsi da lei, dalle sue labbra e dal suo corpo.
- Ah, siete qui! – Strillò Ino, che evidentemente, spinta dalla sua voglia morbosa di scoop, li aveva cercati da tutte le parti. – Temari sono qui! – Continuò facendo cenno all’amica di raggiungerla.
Solo allora, dopo aver guardato per bene il viso di Gaara, Mihoko si accorse di averlo reso come un clown sfatto dopo uno spettacolo. La tinta labbra rossa si era praticamente plasmata attorno alla bocca di lui, e di certo una pettegola osservatrice come Ino non si sarebbe mai fatta scappare un dettaglio simile.
Prima ancora che la ragazza potesse accorgersene, Gaara abbracciò Mihoko da dietro, smaterializzandosi insieme a lei davanti agli occhi increduli della bionda.


- Ti porto dove vuoi, per me ci siamo soltanto noi. - *




NB: *  Sono delle strofe di una canzone di Astol, si chiama 'Soltanto noi'. 
 

   
 
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