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Autore: Shade Owl    16/07/2018    4 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Si leccò le labbra un'altra volta, poi fece lo stesso col suo dito: non era acqua. Non era proprio pioggia... erano lacrime. Il cielo piangeva.
E non era solo il cielo a farlo: in mezzo alla piccola folla che si era fermata ad ascoltare vedeva alcune persone, anche uomini adulti, che piangevano in silenzio, e non smisero nemmeno per applaudire. Lei si asciugò gli occhi e fece un inchino rapido, rimettendo poi il violino nella custodia prima che si bagnasse troppo (già così aveva rischiato parecchio), lasciò i trecento dollari pattuiti ai tre musicisti di strada e si diresse di nuovo verso casa.
Passando accanto a un uomo sentì uno stralcio della sua conversazione al cellulare: stava dicendo che non ne poteva più di quel lavoro asfissiante, e che se ne andava.
Dio mio... e se avesse ragione?
I lampioni, che ora iniziavano a spegnersi lentamente, potevano essersi accesi per un malfunzionamento, e la gente poteva essersi fermata e messa a piangere semplicemente perché lei era brava. Anche la pioggia improvvisa e fuori programma poteva essere spiegata.
Ma il sapore di quell'acqua...
E poi, quelle erano davvero troppe, troppe coincidenze. Ma perché non se n'era mai accorta prima?
Tornata in casa asciugò con attenzione il violino, accertandosi che fosse ancora incolume, poi rovesciò la borsa fino a trovare il telefono che le aveva dato McGrath quella mattina. Lo aveva a malapena preso in mano quando sentì il trillo del telefono in salotto.
- Pronto?-
E così mi pianti in asso per le esibizioni fuori programma? E con degli artisti di strada, tra l'altro?-
Era David. Si era scordata di non voler rispondere.
- Sì, ehm... una decisione d'impulso. Ma tu che ne sai?-
Stai scherzando? Piccola, sei su YouTube! Ti hanno ripresa coi cellulari e ti hanno caricata nel giro di tre secondi!-
- E lo sai già?-
Ho pagato un tizio per creare un'app che mi avvisa quando uno dei miei artisti finisce in rete.- spiegò in tono gongolante David - E poi anche Twitter e Facebook sono in fiamme. Non saresti riuscita a nascondermelo nemmeno se mi fossi trovato in una caverna in Tibet.-
- Beh, ho suonato uno dei pezzi che avevi bocciato, comunque.- disse Orlaith - E, come puoi vedere, è piaciuto. Quindi perché non...-
Mentre parlava le tornarono in mente i discorsi di Allwood e sull'influenza che la sua musica poteva avere sulle persone, oltre che gli obbiettivi (reali o presunti) di Stanislav Vaněk.
Perché non è il tuo stile. Hai un'immagine, non è il momento di fare inversione in questo modo.-
- Già... me l'hai detto.- sospirò Orlaith, passandosi una mano sulla faccia: in fondo, i rifiuti di David potevano essere un bene.
Ma che senso avevano? Se Vaněk voleva che la sua musica fosse triste o deprimente, perché non ordinava a David di lasciargliela pubblicare? Forse lui non ne sapeva niente? Era l'amico che affermava di essere? Poteva arrischiarsi a parlargli di quello che stava succedendo?
- Dave... ti posso chiedere una cosa?-
Una cosa? Stellina, tu puoi chiedermi tutto. Il mio lavoro è farti felice, ricordi?-
- Sì... senti, tu... in tutta onestà, cosa ne pensi di Vaněk?-
Il produttore esitò qualche secondo, come se stesse soppesando le parole.
Ascolta, lo so che non ti piace.- disse - Quello è un ricco bastardo che firma un sacco di assegni, non sa nulla di com'è fare l'artista. Fregatene di quello che ha detto ieri, va bene?-
- Lo sai?-
Ci ho parlato dopo che mi hai richiamato stamattina.- rispose - Gli ho detto che ci penso io a te, che per poco non ti ha fatta scappare eccetera.-
- Gli hai raccontato che ero sparita?- chiese - E lui che ha detto?-
Non molto in realtà. È rimasto in silenzio quasi tutto il tempo.-
- E non ti ha chiesto niente? Non vuole che pubblichi comunque quei brani che tu hai rifiutato?-
Ha detto solo di sbrigarsi col nuovo album, e che non gli interessa della tua immagine, perché "è quello il motivo per cui io ho un lavoro". Ma si può sapere cos'è tutto questo interesse?-
- Ah, lascia stare... te lo spiego un'altra volta.- rispose - Grazie, Dave... ci sentiamo domani, magari. Cosa c'è in agenda?-
Prove. Hai un concerto di beneficenza allo Yankee Stadium tra meno di un mese. Cos'è, te n'eri scordata?-
- Se ti dicessi di sì?-
Ti direi che tanto sono qui apposta. Dimmi se ti serve un vestito per l'occasione. Ti voglio tutta carina e in ghingheri, è per gli orfani di guerra.-
Ringraziato David e riattaccato, Orlaith recuperò il telefono di Allwood e aprì la rubrica, trovando solo due numeri: "J" e "M".
Chiamò il primo, sicura di sapere chi avrebbe risposto.
Pronto, Orlaith?-
Allwood?-
Sì, che c'è? Qualche problema?-
- No, solo... non hai visto i social network?-
Non ho molto tempo da perdere su Facebook. C'è qualcosa che dovrei sapere?-
- Nulla di speciale, ma ho suonato con un gruppo di artisti di strada. Volevo provare... sì, insomma, a capire se mi avevi detto la verità.-
Ancora non ti fidi?- chiese Allwood - Capisco che è difficile, ma se Vaněk lo scoprisse...-
- Lascia perdere Vaněk. Ho acceso dei lampioni, fatto piangere mezzo mondo... e dal cielo pioveva acqua salata. Sembravano lacrime. È possibile far piangere il cielo?-
I tuoi poteri non sono come i miei, che dipendono dai Cerchi Magici. I tuoi dipendono dalle tue emozioni. Se quel brano era particolarmente triste, e soprattutto se sentivi così intensamente quell'emozione particolare, allora sì. Più forte è l'emozione, più forte è l'effetto. Una volta che avrai imparato a controllare i tuoi poteri potrai fare questo e molto, molto di più. Dimenticati le leggi della fisica... non hanno nulla a che fare con quello che ti sta capitando.-
Orlaith si strofinò la collottola, piena di dubbi. Controllare i poteri le avrebbe fatto fare altro? E cosa, di preciso?
- Allwood... tu hai accennato al fatto che ci sono altri come me o sono io che ho capito male?-
Ci sono stati. In passato.-
- E cosa sapevano fare?-
Dipende. Magari te ne parlerò la prossima volta che ci vedremo.- rispose - Vuoi che ti insegni?-
- Lo puoi fare?-
Ma certo che posso. Però, in questo caso, devi renderti conto che non potrai fare finta di nulla. Vaněk ed io prima o poi arriveremo allo scontro, e se tu impari a usare i tuoi poteri ci sarai dentro fino al collo. Se quello che hai fatto oggi è finito in rete, prima o poi lo saprà. Capirà che stai cominciando a renderti conto. Sarà dura.-
- Certo, finora è stata una passeggiata...- brontolò amaramente lei.
Dormici su.- disse Allwood - E richiamami quando hai deciso. Averti come alleata mi farebbe piacere, e parecchio, ma devi esserne sicura.-
- Va bene. Allora... grazie di nuovo. E salutami McGrath.-
Non mancherò. Buona serata, Orlaith.-

Orlaith passò il resto del pomeriggio a pensare alla proposta di Allwood, ma non rimase esattamente con le mani in mano: usando il computer fece una ricerca in rete, nella speranza di saperne di più su tutta quella situazione.
Per prima cosa provò a cercare altre persone che, in passato, avessero avuto esperienze o situazioni simili alla sua. Tentò tutto quello che le veniva in mente, da "poteri" a "musica magica", e anche "violino magico". Qualsiasi parola chiave provasse, tuttavia, la rimandava a pagine sulla musica, sulla teoria del violino, su forum di discussione del mondo dello spettacolo e roba del genere. Dopo un po' si arrese, accettando l'idea che, se anche qualcuno avesse attraversato qualcosa di simile, di certo non si era scomodato a scriverlo in rete o a condividerlo con chicchessia.
Cosa che, in effetti, dubitava avrebbe mai fatto anche lei.
Passò allora a fare ricerche sulla magia in genere, sugli Homunculi e sul Cerchio Magico. Lì le notizie abbondavano, ma erano perlopiù discordanti e dispersive, e ogni campana dava la sua versione, in particolare sul secondo argomento, e poco di quello che trovò aggiunse qualcosa alle parole di Allwood.
A quel punto decise di provare a cercare notizie su Vaněk, nella speranza di saperne di più. Lui da solo diede migliaia di risultati; secondo la sua biografia ufficiosa era il tipico pezzo grosso che si è fatto da sé: nato a metà degli anni trenta, aveva trascorso i primi anni di vita nell'Europa del dopoguerra; dopo un'infanzia di povertà era scappato di casa e si era imbarcato, ancora quindicenne, su un mercantile in partenza dalle coste italiane verso l'America, in cerca di fortuna.
Arrivato lì aveva messo da parte il denaro guadagnato lavorando come ragazzo di fatica un po' ovunque, risparmiando ogni centesimo, arrivando a fare più lavori contemporaneamente, fino a che non aveva avuto abbastanza da comprare un piccolo apprezzamento di terra nel Nebraska, quand'era poco più che ventenne.
Da lì in poi era iniziata la sua fortuna: per quanto minuscolo fosse, il suo terreno aveva dato buoni frutti nella produzione del grano, grano che era riuscito a rivendere a prezzi esorbitanti quando molti suoi concorrenti avevano dovuto rinunciare alle proprie colture in seguito a tempeste di grandine o al cattivo tempo in generale.
Nel corso degli anni era riuscito a imporsi sempre più, espandendosi soprattutto grazie alla sfortuna degli altri coltivatori che, non riuscendo a pagare i debiti, gli avevano venduto la propria terra a prezzi irrisori, trasformando velocemente Vaněk nel primo produttore di grano della fascia centrale degli Stati Uniti.
In seguito aveva iniziato a differenziare, acquistando allevamenti, fabbriche, piattaforme petrolifere, compagnie di investimenti, immobili... da semplice mozzo si era trasformato in un gigante grazie al duro lavoro e alla fortuna.
C'erano anche riferimenti alla sua vita politica, ai rapporti che aveva con figure di spicco nei vari ambienti della classe dirigente e la sua adesione al Partito Conservatore.
Trovò anche alcune fotografie che lo ritraevano quando era più giovane, coi capelli folti e il viso meno segnato. Le scorse rapidamente, già decisa a passare ad altro, quando una catturò la sua attenzione, costringendola a fermarsi.
Era un po' piccola, e non si distinguevano bene i volti, anche se riconobbe facilmente Vaněk. La didascalia diceva che era stata scattata nella sua residenza estiva, mentre riceveva alcuni importanti uomini politici dell'epoca. Erano intenti a parlare e a bere del the portato loro da un maggiordomo.
Un maggiordomo che somigliava tremendamente a McGrath.

Abbiamo fatto qualche timido passo avanti nel conoscere gli altri personaggi. Vedremo cosa frutterà quello che sappiamo adesso.
Ringrazio come sempre i miei lettori John Spangler, Old Fashioned, Kira16, Fiore di Girasole e Sahara_2, e anche Queen FalseHeart e _Alexei_, che hanno iniziatoa seguirmi. A presto!

 

   
 
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