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Autore: Ram92    19/07/2018    1 recensioni
Sono passati circa dodici anni dall'inizio della Grande Era della Pirateria. Tra pirati e Marina lo scontro è aperto. Nel frattempo, su una remota isola del Mare Occidentale, una bambina dai capelli rossi cresce con un piccolo, grande sogno.
(Storia ideata ai tempi di Punk Hazard)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Benn Beckman, Ciurma di Shanks, Nuovo personaggio, Shanks il rosso, Yasopp
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La leggenda del fantasma rosso'
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Capitolo quarantotto.

Dal suo angolo, Riku spiò nuovamente la situazione. I due pirati russavano fragorosamente, le pance piene di carne e saké. Seppur ostinatamente aggrappata alla camicia del padre, anche Aki era ripiombata in un sonno profondo. Era il momento di andare.
- Shanks potrebbe insegnarti parecchie cose, sai.
Riku si bloccò sentendosi gelare il sangue. Eppure aveva atteso talmente tanto da essere certo che ormai nessuno dei due potesse essere ancora sveglio.
- Se vuoi diventare davvero un pirata, intendo. – continuò Yasop aprendo definitivamente gli occhi. – Se vuoi un consiglio spassionato, io approfitterei della situazione. Non capita spesso che il capitano si debba fermare tanto a lungo su un’isola. Nemmeno su questa… nonostante tutto.- aggiunse lanciando un’occhiata che qualcuno avrebbe potuto persino descrivere come intenerita all’indirizzo delle due teste rosse sprofondate nel sonno.
Nel silenzio che seguì, Riku meditò sull’opportunità di scattare un balzo, recuperare il bastone dall’angolo dove era stato posato durante quella strana cena e correre verso il bosco prima che il pirata potesse fermarlo.
- Sai, anche io ho un figlio. Deve avere più o meno la tua età. – disse poi il pirata, riprendendo a parlare. – Non lo vedo da quando era grande all'incirca quanto Aki. Sono parecchi anni, ormai. Probabilmente non si ricorda nemmeno la mia faccia. – aggiunse con un sorriso amaro. – Ma se dovesse riuscire a ricordarsi anche solo un parte di tutte le storie che gli ho raccontato di quando andavo per mare, non mi sorprenderebbe affatto ritrovarmelo un giorno tra i piedi, con una taglia e una ciurma di folli, a giro per la Rotta Maggiore.
Abbandonata ogni idea di fuga, Riku ascoltava adesso attentamente quel lungo monologo che non aspettava risposte.
- Io un po’ lo spero. – ammise Yasop sorridendo. – Sarebbe bello incontrarlo di nuovo, da pirata.
Riku osservò a lungo l’espressione tra idiota che illuminava il volto del cecchino nella flebile penombra arrossata dalla brace.
- Non hai mai pensato di prenderlo con voi… con la vostra ciurma, dico. – azzardò con lo sguardo ostinatamente chino sui tizzoni morenti.
Yasop si riscosse improvvisamente e guardò Riku come se non si fosse ancora accorto della sua presenza. E, per sommo stress dei nervi del ragazzino, si mise a ridere sguaiatamente.
- Cosa c’è di tanto buffo? – saltò in piedi, offeso.
Alla confusione improvvisa, le teste rosse padre e figlia si limitarono a grugnire seccati e rigirarsi nel sonno.
- Voi ragazzini, - riuscì a dire il cecchino tra le lacrime e i sussulti. – tutti a pensare che fare i pirati sia una cosa da niente!
- Io lo so bene com’è fare il pirata! – protestò il bambino. – E sono pronto!
- Ah sì? E cosa sai fare, sentiamo.
- So procurarmi da mangiare, so combattere.... – elencò Riku. - ...e poi so nuotare. – aggiunse.
Il pirata scoppiò in una nuova, irritante risata.
- Sa nuotare...! – esclamò convulsamente.
- Che c’è da ridere? Almeno se dovessi finire in mare non avrò bisogno dell’aiuto di nessuno!
- E se dovessi incontrare un mostro marino?
- Lo ucciderei e lo metterei in stiva per cena.
Il pirata continuava a sbellicarsi con i crampi allo stomaco e le lacrime agli occhi.
Al colmo dell’umiliazione, Riku strinse i denti, si alzò di scatto e fece per afferrare il bastone deciso a riscattare la propria dignità. Un colpo di pistola mandò il legno in pezzi a pochi centimetri dalla sua mano.
Aki si svegliò bruscamente, trovandosi a sedere prima ancora di aver finito di aprire gli occhi e con il grosso cappello che comunque le copriva la faccia. Quando riuscì a riemergere alla luce, davanti a lei Yasop stava puntando la fidata Flintlock contro Riku.
- Riku, atte-! - riuscì a strillare prima che il padre le tappasse la bocca.
- Lascia che se la vedano tra loro. – le sussurrò senza staccare gli occhi dalla scena del combattimento.
Preso alla sprovvista, il ragazzino aveva afferrato uno dei pezzi più grossi di quella che fino a poco prima era la sua arma preferita e si era scagliato contro il cecchino con tutta la forza e la rabbia che aveva a disposizione.
Impugnando il calcio della pistola come una spada, Yasop intercettò il colpo e lo deviò con facilità, mandando il bambino a terra e puntandogli nuovamente la pistola contro.
- E così sapresti combattere, eh? – disse con un ghigno bloccandogli una spalla a terra con un piede.
Riku gli rivolse uno sguardo carico di odio.
- Non dureresti un giorno sulla Rotta Maggiore.
Aki si divincolò e morse la mano del padre, che però non sembrò neanche accorgersene.
Con il braccio libero, Riku riuscì ad afferrare nuovamente la metà di bastone rimasta, ma un nuovo colpo la ridusse in schegge.
- Allora, ti senti pronto a fare il pirata? – chiese Yasop da dietro il mirino. – O pensi di aver ancora bisogno di qualche lezione?
La pressione del piede diminuì e Riku sgusciò frettolosamente via dalla linea di tiro della Flintlock. Umiliato e spaventato al contempo, stentava quasi a reggersi sulle gambe. E la spalla faceva male.
Fu solo quando il ragazzino si diede alla fuga, che Shanks tolse la mano dalla bocca di Aki.
- Riku! – chiamò divincolandosi per essere lasciata andare e potergli correre dietro.
- Lascialo andare. – mormorò il padre, senza sperare di convincerla e senza allentare la presa.
- Perché gli hai fatto questo? – gridò allora la bimba al cecchino con voce di accusa. – Che cosa ti ha fatto? Perché gli hai sparato? Perché lo hai fatto?
Yasop ignorò tutte queste domande, limitandosi a riporre la Flintlock in silenzio. Avvertiva distintamente lo sguardo di Shanks posato su di lui.

Riku continuò a correre, il volto rigato dalle lacrime e la mente sconvolta. La spalla pulsava ferocemente. Più volte incespicò senza fermarsi, fino a che non si ritrovò a terra, di nuovo, ed una fitta di dolore gli trafisse la spalla. Il bambinò gridò, per poi rimanere immobile, disteso per terra, la faccia nella polvere, negli occhi le immagini della breve battaglia.
Era bastato un piede. Era bastato un piede soltanto per causargli tanto dolore.
Lentamente, raccolse le proprie energie e si mise a sedere. Solo, nel cuore del bosco, si sentì di nuovo invadere da quel senso di umiliazione e paura. Si strinse forte le ginocchia al petto, mentre le lacrime gli bagnavano la maglietta e le unghie affondavano nel sottile tessuto dei pantaloni. Stava tremando.
Quel maledetto pirata, non poté fare a meno di pensare, non era nemmeno capitano.

Fu solo quando gli strepiti e i pugni sulla porta chiusa a chiave dalla stanza di Midori si furono calmati, che Shanks posò nuovamente lo sguardo su Yasop.
- Questi ragazzini, tutti con la mania di diventar pirati. – borbottò quest’ultimo.
Shanks non disse niente, limitandosi a guardare.
- Non hanno la più pallida idea di cosa li aspetti, là fuori.
Le parole, di solito un fiume in piena nella bocca del cecchino, stentavano ora a venir fuori.
- Devono impararlo, prima di andare a farsi ammazzare.
Fuori iniziava ad albeggiare e la luce cominciava lentamente a riempire la stanza attraverso la finestra e la porta spalancata. Entrambi i pirati spostarono lo sguardo in quella direzione, dove adesso un’ombra si stagliava appena oltre la soglia.
Ansimante e a testa bassa, Riku si gettò in ginocchio davanti ai due.
- Insegnatemi – disse con voce rotta dal pianto e dalla corsa. – a diventare un vero pirata.
Shanks sbirciò in direzione di Yasop con un mezzo sorriso. Il cecchino era troppo vanamente impegnato a non lasciar trapelare alcuna emozione per accorgersene.




Ram's corner

Vorrei fare una piccola dedica a YellowCanadair, non solo perché mi ha supportato a lungo in questa storia (anche se ora non mi caga perché giustamente avrà di meglio/peggio da fare), quanto perché ho scritto questo capitolo rileggendo una sua ff che consiglio a tutti coloro interessati al rapporto Yasop/Usopp. Si chiama 'Father and Son' (https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2926683&i=1) e mi è piaciuta molto. Di nuovo.

Alla prossima,
Ram.
  
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