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Autore: Blue Flash    19/07/2018    2 recensioni
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è possibile che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. »
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina.
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Lord Petyr Cassiel decide di indire una "Caccia al Tesoro" sulla sua isola misteriosa, ed invita a partecipare l'intera Generazione Peggiore, così da vedere in azione i famosi Supernovellini. Ma non saranno loro i soli a volersi impossessare del tesoro di Cassiel, a sorpresa parteciperanno anche i Rivoluzionari, la famiglia Vinsmoke ed i pirati di Barbabianca, che si ritroveranno bloccati su quell'isola.
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Jewelry Bonney, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12. Chiave di volta

Dopo ancora sette giorni nessuno era riuscito a scoprire niente riguardo l’indovinello e questo aveva vagamente messo in allarme Bonney. Insomma aveva sperato che il genio di Trafalgar sarebbe tornato a risplendere in momenti inaspettati, tirandoli fuori dai guai, o che anche la Fenice avrebbe avuto qualche buona idea, considerato che loro costituivano l’intelligence della situazione.
Ma niente di niente.
Poco male per lei, che nel frattempo aveva deciso di far altro, ovvero limitarsi a godersi quel castello in attesa del momento critico, ovvero il decimo giorno, perché nessuno aveva idea di quel che Cassiel avrebbe potuto fare se non fossero riusciti a risolvere l’enigma. Altri, come lei, avevano affrontato la vita nel grande castello in totale tranquillità, come i fratelli Vinsmoke. Di tanto in tanto il tipo dai capelli rossi andava in biblioteca, come sua sorella, a cercare una soluzione, ma neanche loro avevano colpito nel segno. Insomma erano già potenziati fisicamente, sarebbe stato ingiusto sapere che erano anche dei super geni, anche se il tipo con i capelli verdi, Yonji, che ogni volta che la vedeva le sbavava dietro, non sembrava rientrare in tale classificazione. Da quel poco che aveva capito, perché Bonney aveva deciso di studiarli attentamente, erano tutti e quattro, compreso Gamba Nera, ossessionati dalle donne, o comunque le ragazze erano il proprio punto debole. Cosa buona, considerato che in quel caso Bonney avrebbe benissimo potuto approfittarsi di loro, aveva già guadagnato una cena con il biondo, perché non farlo anche con gli altri? Di altro aveva notato che spesso e volentieri loro sorella Reiju parlava con Marco la Fenice, anzi, era addirittura sicura di averli visti andare in giardino insieme, ma questi non erano affari suoi. Eppure c’erano dettagli ed occhiate chiare che lasciavano ben presagire quello che qualcuno poteva o meno desiderare. Ad esempio Monkey D. Luffy desiderava ardentemente la carne, ed era l’unico che poteva competere con lei stessa a livello di cibo. Avrebbero mangiato tantissimo insieme, anche se lui parlava troppo. Aveva anche notato la disperazione e la stanchezza negli occhi di Law, che dopo l’ennesimo buco nell’acqua aveva mandato tutto al diavolo ed era andato a rinchiudersi in una delle terme per far sbollire la rabbia provata. Aveva anche notato il modo in cui uno dei fratelli Vinsmoke osservava la principessa di Alabasta o gli sguardi segreti che quei due rivoluzionari si lanciavano spesso e volentieri. Anche la Gatta Ladra ogni tanto lanciava qualche sguardo di troppo in direzione di Sanji, cosa inaspettata. Ma alla fine quelli erano tutti affari altrui e per quanto Bonney potesse essere una brava osservatrice era altrettanto discreta, a meno che tali informazioni non fossero state assolutamente necessarie al proprio tornaconto personale. 
Le sue occhiate, invece, erano rivolte al T-Rex, che aveva in ogni modo cercato di evitarla e questo non le era andato giù neanche un poco. Forse era ancora infastidito per quando lo aveva trasformato in un moccioso, ma la cosa era più che ovvia considerato che lui le aveva negato un possibile bacio.
Che oltraggio.
Si era ripromessa di non pensarci, ma ogni volta che incrociava gli occhi cristallini di Drake, ed il rosso si allontanava, sentiva una sorta di fastidio nascerle nello stomaco, tanto da impedirle di mangiare qualcosa. Stupido Drake che ogni tanto le faceva tale effetto. 
E quel pomeriggio, dopo averlo incontrato nel grande salone centrale, Bonney si decise a seguirlo, sia per capire se effettivamente si stesse nascondendo da lei, sia per parlargli e dargli fastidio se la prima opzione si fosse rivelata corretta. Lei era fatta così, se sapeva che qualcosa infastidiva qualcuno allora l’avrebbe fatta davvero. Ed infatti, anche quella volta, dopo che i loro occhi s’incontrarono, Drake deviò e si diresse verso la biblioteca, e quello voleva dire che era in trappola.
Bonney, che dal canto suo poche volte aveva provato a decifrare il codice, non era per nulla interessata ad i numeri scritti sulla lavagna, ed infatti tutta la propria attenzione ricadde sulla figura del pirata seduto su una poltrona, intento a leggere. Neanche lui doveva essere li per l’enigma e questo la fece ben sperare. 
Con fare baldanzoso si diresse da lui e si fermò a pochi metri dalla poltrona sulla quale era seduto Drake ed allora puntò le proprie mani all’altezza dei fianchi ed assunse un’aria decisamente infastidita. 
«Si può sapere perché mi eviti?» domandò ad alta voce, richiamando su di sè le occhiate dei pochi presenti li dentro, come Zoro Roronoa, che doveva essere giunto per caso in biblioteca, ed anche Nico Robin, seduta accanto allo spadaccino. 
«Abbassa la voce, Jewlery, siamo in una biblioteca.» la riproverò anche Drake, senza sollevare gli occhi dal libro che teneva in mano e che stava leggendo. 
«Non abbasso un bel niente fin quando non mi dai qualche risposta—… perché mi stai evitando?»
«In realtà adesso non ti sto evitando, o sbaglio?» le domandò di rimando il pirata sfogliando l’ennesima pagina del libro.
Bonney gonfiò le guance e sbuffò pesantemente. 
«Perché pensavi che la biblioteca ti avrebbe protetto, non è così?!»
«E da chi mi avrebbe protetto? Da te?
» e Drake ghigno divertito. «Nessuno può proteggermi da te, Bonney.»
«Ed allora rispondimi, diamine—… è per la storia dell’altro giorno?»
Con ostinazione la rosata iniziò a camminare avanti ed indietro, sfogando tutto il proprio nervosismo del momento e con una mano si ravvivò i lunghi capelli rosa, che fluentemente le ricaddero lisci sulle spalle. 
«Forse—… volevo solamente pensare.»
Pensare, che brutta parola, ed infatti, in un impeto di rabbia e di fastidio la rosata afferrò uno dei cuscini poggiati sui divani di quello spazio nella biblioteca, e poi lo lanciò addosso a Drake, che non si mosse di una virgola. 
«Bonney!»
«Finalmente così posso avere la tua attenzione, anche perché te ne stai qui a leggere senza fare niente e—… mi da fastidio.»
«Sai, anche tu dovresti provare a leggere ogni tanto, non ti farebbe male.»
«Non m’interessa leggere e poi non ho trovato nessun libro che m’intrigasse al punto da—… non distrarmi, Drake!» ancora una volta la ragazza alzò il tono della voce ed imbronciata andò a sedersi sulla scrivania, accavallando le lunghe gambe in parte coperte dalle calze colorate, ed in parte scoperte dagli shorts che indossava. Forse, solamente allora, Drake la degnò di un vero sguardo, come se fosse interessato alle proprie gambe, in fondo sapeva che su quelle avrebbe potuto contare sempre e comunque essendo un suo punto di forza. 
«Non ti sto distraendo, ti ho risposto, Bonney. Sei tu quella che distrae chi è venuto qua dentro per cercare di risolvere quell’enigma.»
La pirata dai capelli rosa, allora, non mancò d’inarcare leggermente un sopracciglio e poi scrollò le spalle. 
«Ma se ci siamo solamente noi e quei due, di cui uno sono certa che si sia perso, senza offesa, Roronoa.»
E da lontano, dopo quelle parole di Bonney, si udirono una risata ed un sonoro “EHI!”, probabilmente doveva essere stato lo spadaccino con i capelli verdi a rimproverarla. 
«D’accordo—… vuoi sapere che cosa sto leggendo?»
Ed ecco che ancora una volta Drake se ne usciva con qualcosa di assolutamente differente che di certo ben poco le interessava. Infatti roteò gli occhi, la rosata, ed intrecciò le braccia all’altezza del seno. 
«Andiamo, che cosa stai leggendo?»
«Un libro che si chiama “L’arte della guerra”. » rispose con assoluta tranquillità il fruttato, per poi mostrarle la copertina di quel libro decisamente molto poco interessante. «E’ un libro di strategia militare—…»
«Ovviamente non potevi che leggere queste cose noiose, perché ancora mi stupisco?»
«Non mi hai lasciato finire, Bonney—… dunque, dicevo, è un libro di strategia militare, ma in realtà mette in luce l’arte del vincere i conflitti, di qualsiasi natura essi siano. Qualcuno sostiene che tale libro sia stato scritto da una donna, perché ci sono certe frasi, e certe parole, che hanno una sottigliezza tale da non poter essere stati pensati anche solo da un uomo. Perché voi donne siete decisamente più furbe ed anche sottili quando fate le cose, e vedete significati nascosti anche in semplici gesti, ma allo stesso tempo siete in grado di ottenere sempre quel che desiderate.»
La pirata rimase in silenzio ad ascoltare quanto Drake aveva da dirle, ma tutto ciò risuonò parecchio noioso nella sua testa. Se c’era qualcosa da spiegare allora lo avrebbe dovuto fare senza usare uno stupido libro.
«Ah—…» si lasciò sfuggire lei, decisamene annoiata. 
«Ascolta questa frase, Bonney—…»
Ma ovviamente la ragazza non ascoltò nulla, eppure nella sua mente una molla impercettibile scattò dopo che Drake le chiese di ascoltare una frase. Una frase appartenente ad un libro, e loro, in quel momento, si trovavano dentro ad una biblioteca piena di libri e quel particolare la fece voltare immediatamente in direzione della lavagna con quei numeri che non significavano niente. Eppure, in quel secondo, fu come se Bonney avesse chiaramente visto qualcosa che stava sfuggendo a tutti, perché ognuno di loro si era concentrato su dettagli troppi complesso per essere davvero plausibile, dimenticandosi di qualcosa di così semplice e banale che nessuno aveva preso in considerazione. 
Quei numeri, tutto ad un tratto, iniziarono ad avere senso per la teoria che si era fatta strada nella mente di Bonney, infatti la pirata aveva smesso di ascoltare le parole di Drake, che continuava a chiamarla.
«Bon? Stai bene?» le domandò ancora una volta, e non ricevendo risposta, visto che era rimasta seduta su quel tavolo a fissare la lavagna con aria persa, l’uomo si avvicinò a lei e con delicatezza le pose una mano sulla porzione di spalla lasciata scoperta dalla bianca canottiera. 
«Ho capito tutto!» mormorò lei in un sussurro voltandosi verso il pirata per guardarlo negli occhi. 
Era senza parole, anche perché non poteva credere di aver pensato ad una cosa tanto semplice ma allo stesso tempo ingegnosa, ed allora, preoccupata come non mai, balzò giù dal tavolo rischiando di cadere a terra, e probabilmente sarebbe andata a finire così se Drake non l’avesse afferrata al volo. 
«L’indovinello—… i numeri—… Drake ho capito tutto anche per merito tuo!» urlò ella prima di gettare le braccia al collo dell’uomo, stringendolo in un abbraccio. «Alla faccia di Trafalgar o del gatto geniale—… anche se forse devono aiutarmi ancora.»
«Ma di cosa stai parlando, Bonney? Come fai ad aver risolto tutto?» le domandò lui, effettivamente confuso, ma allo stesso tempo speranzoso.
«Giusto, devo fare vedere quella cosa a Trafalgar perché lui avrebbe dovuto capirlo immediatamente.»
«Cosa devi fargli vedere?»
«Il foglio che avevano lasciato sul tavolo, quello con la filastrocca. La chiave per risolvere tutto è la dentro.»
Ancora una volta Bonney urlò tanto da destare l’attenzione di Nico Robin e di Zoro, che li raggiunsero lentamente. 
«Se intendi dire il foglio che abbiamo letto quella sera è li sopra da qualche parte—…» ammise la corvina, decisa ovviamente ad aiutarla nel risolvere l’indovinello. 
Bonney si staccò da Drake e poi corse verso di lei a gran velocità.
«Ottimo, tu cercalo io vado a chiamare Trafalgar e gli altri, così ci mettiamo subito al lavoro ed a proposito—…» tornò rapidamente indietro e si fermò esattamente dinnanzi a Drake e prima che lui potesse evitarla, gli stampò un rapido bacio sulle labbra, accompagnato da un sorrisetto. «Grazie Drake, devi fare il finto intellettuale più spesso
E con tali parole abbandonò i presenti, mettendosi a correre fuori dalla biblioteca alla ricerca di Law, che se non aveva capito male era fuori nelle vasche termali. Di solito avrebbe atteso, ma quella era una cosa fin troppo importante per poter aspettare sul serio, quindi la corsa di Bonney non s’interruppe neanche lungo i corridoi, come se tutto ciò fosse questione di vita o di morte. Lungo la strada incontrò altre persone, alle quali urlò di dirigersi immediatamente in biblioteca perché avevano scoperto qualcosa di importantissimo da dire. Rischiò di andare a sbattere contro il Dio Usopp, che urlò terrorizzato dalla paura, abbracciandosi a quell’inquietante scheletro maniaco che aveva nella ciurma Mugiwara. Non aveva ben chiaro dove si trovassero le terme, anche perché poteva girare cento volte quel castello ma rischiava sempre di dimenticare la giusta strada perché era come se le cose cambiassero volutamente o si aggiungessero o modificassero a loro piacimento. Era un bel posto, ma avrebbe dovuto impiegare tempo per imparare ogni singolo passaggio. 
Correndo e saltando giù dall’ennesima rampa di scale, la rosata balzò dinnanzi la navigatrice dei Mugiwara, che in costume reggeva un cocktail fra le mani ed un vestito nell’altra. 
«Credo proprio che la piscina sia dall’altra parte—…» l’apostrofò Bonney, forse perché quella ragazza aveva il vizio di stare un po’ troppo spesso in costume, anche in momenti poco necessari, ma si ricordò della cosa davvero importante ed allora lasciò perdere. «A proposito avverti gli altri di andare in biblioteca, forse stiamo per risolvere l’enigma.»
Nami sgranò i grandi occhi nocciola e rischiò di fare cadere a terra il proprio cocktail. 
«Cosa? Dici sul serio? Ma che meraviglia. D’accordo faccio tutto e tu—… dove vai così di fretta, Volpe Rosa
Quel soprannome decisamente inaspettato fece inarcare le labbra colorate di rossetto della pirata in un sorriso divertito. 
«Gatta Ladra, sto cercando Law, sai per caso dove posso trovarlo? Così mi risparmieresti un bel po’ di strada.»
«Oh, Law—… fammi pensare, credo che fino a non molto tempo fa fosse a litigare con Kidd  e Sabo sul retro, tanto per cambiare. Poi ha raggiunto le terme che sono dritte da quella parte. Probabilmente li troverai immersi nell’acqua calda, quindi attenta a quel che vedrai.»
Ovviamente tale avvertimento da parte di Nami fu più che gradito, ed allora Bonney riprese la sua improvvisa e rapida corsa alla ricerca disperata delle fonti termali. Lei stessa, prima di andarsene da li, avrebbe dovuto farci un salto, ma quello non era esattamente il momento giusto.
Col fiatone si fermò davanti all’ingresso sul retro, che a quanto pareva dava sulle fonti termali, ed allora, dopo un profondo sospiro di puro coraggio, perché non aveva idea di quel che avrebbe potuto trovare in piscina. A differenza del giardino sul lato ovest, quella zona sembrava più protetta, nonostante ancora a quell’ora del giorno il sole arrivasse, ed a pochi metri dal porticato vi era una fonte termale, più piccola della normale piscina, dalla quale fuoriusciva del fumo caldo. Ecco, era decisamente quello che avrebbe tanto desiderato fare, però al momento la mente di Bonney era focalizzata su altro. Insomma stare in una piscina dove si toccava era fattibile anche per chi possedeva un frutto.
Si trattenne dal chiudere immediatamente gli occhi, perché riuscì ad individuare immediatamente Law, che aveva lasciato in bella mostra il proprio fisico pieno di tatuaggi, anche abbastanza notevoli e strani, ma che Bonney osservò un secondo di troppo. Il ragazzo, che se ne stava disteso a bordo piscina, con degli occhiali da sole chinati sul viso, non si voltò neanche a guardarla dopo il suo arrivo. 
«Che vuoi, Jwealry-ya?» le domandò con il suo solito tono apatico, aggiungendo anche uno sbadiglio. «Sono in pausa, se non te lo avessero detto.»
Bonney si avvicinò a lui e lo squadrò dall’alto, oscurandogli volutamente il sole in modo da avere la sua totale attenzione. 
«Tafalgar, fai meno l’imbecille perché forse ho capito come risolvere l’indovinello dei numeri.»
Law, che non aveva accennato a muoversi fino a quel momento, con estrema lentezza abbassò le lenti scure che oscuravano i suoi occhi di ghiaccio. 
«Tu hai risolto l’indovinello?»
«Sì, idiota, o almeno ho capito come possiamo risolverlo—… voi cercavate codici e cose nascoste, ma abbiamo tralasciato un dettaglio fondamentale: siamo in una biblioteca. Non è un caso che Cassiel abbia lasciato quell’indizio la dentro.»
Law, ancora non molto convinto della cosa, le rivolse un cenno della mano e poi scosse il viso. 
«Continua.»
«Ecco, lui ha lasciato cinque file orizzontali di numeri, per tre colonne. Non c’è nessun rebus da capire, nessun diagramma da decifrare ma solo—… pensare ad i libri.» ed allora Bonney allargò le braccia come se quella fosse la cosa più ovvia di sempre, e si inginocchiò accanto al chirurgo ancora immerso nell’acqua calda. «E se quei numeri corrispondessero a pagina, riga e parola di un determinato libro?»
Ecco quello che Bonney aveva pensato, l’insana idea che le aveva messo in mente Drake con quella sua noiosa voglia di leggerle qualcosa. Un indovinello tanto banale quanto complicato da mettere in ginocchio alcune fra le più grandi menti li dentro, ed alla fine l’idea più semplice e banale l’aveva avuta proprio lei. Trafalgar, sorpreso come non mai, rimase in silenzio ancora qualche secondo mentre la sua mente analitica stava analizzando le parole della rosata, trovando scandalosamente semplice tutta quella storia. Infatti, se in un primo momento era rimasto sorpreso, qualche attimo dopo si fece largo in lui la consapevolezza di aver tralasciato quel fondamentale dettaglio che era l’idea di Bonney. 
«Cazzo.»
«Già—… non ci avevate pensato. Però ho bisogno del tuo aiuto per capire quale sarà la nostra chiave di volta. Deve essere un libro la dentro, così ho pensato che Cassiel ci aveva lasciato quella—…»
«Filastrocca. Cazzo, potresti avere ragione, quel biglietto era più importante di quanto avremmo mai ammesso, mentre noi ci siamo focalizzati solo sui numeri dimenticandoci una parte dell’enigma.»
Ed improvvisamente, facendo forza sulle braccia, Law riemerse in costume da bagno dalla piscina incredibilmente calda, senza neanche curarsi di asciugarsi tanto era preso dalla nuova idea che Bonney aveva suggerito con tutto quell’entusiasmo. 
«Esatto, esatto! Dimmi se non sono un genio.»
«In questo istante, Jewlery-ya, potrei anche sposarti
Le labbra di Bonney, ancora una volta, si lasciarono andare ad un ghigno diverito, perché mai prima di allora aveva sentito Trafalgar Law arrivare ad una simile affermazione, questo voleva dire che finalmente era riuscita a colpirlo in positivo.
«Potrei prenderti in parola, Trafalgar, stai attento ed allora saresti rovinato
Gli rispose a tono prima di prendere per mano il chirurgo, o meglio dal polso, e trascinarlo via da quel posto all’esterno, diretta in tutta fretta verso la biblioteca dove aveva detto agli altri di organizzarsi ed attenderli.
«Magari per te mi rovinerei con piacere, specialmente dopo che scopri certe cose. »
Ancora stentava a credere che Law, il quale al momento correva insieme a lei in costume da bagno e pettorali in bella vista, non avesse pensato a qualcosa di tanto semplice ed ovvio, perché era vero che quegli indovinelli li dovevano confondere, ma perdersi fino a quel punto era davvero impensabile. Ma in fondo Bonney non era sorpresa più di tanto, forse perché certe volte erano proprio le cose più ovvie a saper nascondere al meglio la verità. 
Riprese, ancora una volta, la propria corsa disperata lungo i corridoi del castello, dirigendosi in compagnia di Law, verso la biblioteca laddove aveva detto agli altri di riunirsi. Bonney,in cuor suo, già ghignava al solo pensiero di quel che sarebbe successo una volta scoperto che era stata lei a risolvere l’indovinello, sfatando così ogni possibile idea malsana che si erano fatti su di lei. Perché la ragazza sapeva pensare, nonostante spesso e volentieri cercasse di passare inosservata, era più che logico il suo confonderli, anche perché non voleva che nessuno sapesse davvero qualcosa riguardo lei.
Era una regola ben precisa che non avrebbe mai infranto. 
Strinse maggiormente il polso del chirurgo che non esitava nel correre accanto a lei, ed improvvisamente, però, fu lo stesso Law a liberarsi dalla presa di Bonney, sotto lo sguardo violaceo della ragazza, ed ad afferrarla con forza per il polso prendendo lui le redini della corsa. 
Ovviamente, essendo molto più alto di lei, il chirurgo della morte non esitò nell’aumentare l’ampiezza delle falcate rischiando di lasciare indietro la fanciulla dai capelli rosati, ma essendo lei la fonte dell’illuminazione della giornata non l’avrebbe lasciata andare, e questo lasciò piacevolmente sorpresa Bonney che si mise a correre più veloce che poteva. Non incontrarono nessuno lungo la strada, forse perché gli altri erano già dentro la biblioteca, ed infatti oltrepassando le grandi porte che davano in quella sala piena di libri ad attenderli c’era già una folla numerosa di gente riunita la dentro, intenta a parlottare ed a mormorare. 
Quando li videro arrivare il primo a parlare fu Sabo dei rivoluzionari che puntò una mano in direzione di Law. 
«E’ così che risolvevi l’enigma? Stando a mollo alle terme?» 
«Sabo!» lo rimproverò immediatamente Koala al suo fianco, lanciando al biondo un’occhiata furente. 
«Avevo bisogno di una pausa, Sbo-ya, non commentare ulteriormente, grazie.» ci tenne a precisare il chirurgo abbassando gli occhi di ghiaccio verso il proprio costume. 
«Non rompete altrimenti non vi svelo quello che ho capito.» aggiunse Bonney che era scattata in difesa del corvino, mentre si liberava dalla sua presa sotto lo sguardo attento di un Drake seduto in poltrona. 
«Eh? Vorresti dire che sei stata tu a risolvere l’enigma?» 
Questa volta a parlare fu Kidd, che accompagnato dal suo fedele compagno Killer, fermo a pochi metri di distanza dal proprio capitano, ghignò avvicinandosi in direzione della rosata. 
«Sorpresa, Eustass!»
«Che cazzo! Allora siamo fottuti.»  le rispose il rosso mentre si guardava intorno, come se volesse studiare gli altri li in mezzo. 
«Se non mi credi allora vattene, Kidd, altrimenti stai zitto e non rompere le palle perché siamo in una situazione anche abbastanza critica.» non tardò ad arrivare la risposta della pirata dai capelli rosa che mosse un paio di passi in direzione della scrivania, ma che venne improvvisamente bloccata dal braccio di Kidd, come a volerle impedire di avvicinarsi oltre. 
«Abbassa la cresta, Jewelry altrimenti ti strappo quel piercing e te lo faccio ingoiare, ci siamo capiti?»
Molto lentamente le iridi violacee di Bonney si sollevarono ad incontrare gli occhi ambrati della bestia dai capelli rossi. Era decisamente molto più alto e muscoloso, e quel suo braccio metallico era inquietante perfino per lei. Di fare a botte non ne aveva voglia, quindi le labbra s’allargarono in un ghigno prettamente divertito rivolto verso di lui. Le sarebbe bastato semplicemente allungare una mano per fargli perdere quel sorriso da schiaffi, in modo tale da poter andare a spiegare ciò che aveva capito, però prima ancora che le sue dita potessero avvicinarsi a lui una figura s’interpose fra di loro, impedendo l’inizio di una catastrofe di dimensioni immani. 
Reiju, la principessa della Germa, colei che possedeva i capelli rosa simili ad i suoi, si era fermata proprio davanti ad entrambi, poggiando rispettivamente le mani sulla spalla di Bonney e sul petto nudo di Kidd.
«Vi prego. Se è vero che abbiamo una possibile soluzione non ne vale la pena fare a botte adesso, non trovate?»
Era vero che quelle maledette principesse sapevano essere così tanto diplomatiche, infatti probabilmente anche Bibi Nefertari era stata sul punto d’intervenire, anche se Nami ed Usopp la stavano tenendo ferma, per evitare che si facesse male, ma lei, Reiju Vinsmoke, era effettivamente l’unica che non si poteva preoccupare essendo indistruttibile, o almeno così si diceva. Gli occhi cristallini della ragazza studiarono sia Bonney che Kidd, rimanendo in silenzio, ed alla fine il primo a ritirarsi, incredibilmente, fu proprio lui.
«Sei salva solo per questa volta, Jewelry. Ringrazia Miss Vinsmoke.» e con tali parole Kidd afferrò la mano di Reiju e molto lentamente l’allontanò dal proprio petto, prima di lanciare un ultimo sguardo alle due ragazze dai capelli rosa ed andarsene. 
«Stronzo.» bofonchiò la pirata beccandosi una gomitata da parte di Drake, che l’aveva raggiunta forse per aiutare Reiju con il mettere fine all’ipotetica rissa che stava per scatenarsi. 
«Andiamo, ragazzi, vediamo di risolvere questo indovinello perché non vedo l’ora di fare altre prove.» con ritrovato entusiasmo Luffy s’avvicinò a loro, stringendo Bonney per l’altro braccio mentre la trascinava verso la scrivania. 
«Ha ragione, anche perché io mi sto annoiando tremendamente.» aggiunse lo spadaccino dai capelli verdi che si era alzato dal divano sul quale poco prima era seduto con Nico Robin. Zoro trattenne uno sbadiglio, accompagnato da un’occhiata particolarmente scettica della rosata, ed allora si lasciò portare verso la scrivania. Fu in quel momento che gli altri la raggiunsero, creando una sorta di cerchio intorno a lei. C’erano tutti, ovviamente l’intera famiglia Vinsmoke, con la sorella ritornata dal resto degli uomini, i pirati di Barbabianca e Marco era rimasto in silenzio fino a quel momento, ascoltandoli con interesse, i rivoluzionari non potevano mancare, e poi anche il resto dei Mugiwara e Law.
«Bonney, ho ritrovato il foglio che mi avevi chiesto, eccotelo.» e Nico Robin le porse con eleganza quella sorta di filastrocca che inizialmente non aveva molto senso per lei. Insomma, anche adesso non aveva senso, però era certa che qualcuno, li in mezzo, sapendo adesso su cosa focalizzarsi ci sarebbe riuscito a scoprire la chiave di volta della situazione. Bonney, afferrò il pezzo di carta e lo sventolò in aria con aria di vittoria e poi lo usò per indicare la lavagna con i numeri. 
«Adesso che ci siamo tutti vi dirò quello che ho pensato e credo che anche Law concordi con la mia idea—…»
Il chirurgo al proprio fianco annuì impercettibilmente e le fece segno di continuare a parlare. 
«Dunque dopo averi pensato a lungo e dopo l’illuminazione divina avuta dalle parole di Drake, ho pensato che quei numeri possano corrispondere rispettivamente a pagina, riga e parola di un determinato libro. Insomma perché lasciarci gli indizi in una biblioteca se non per sfruttarla?»
Ecco svelata la spiegazione semplice che nessuno aveva compreso fino a quel momento. Vide nei loro occhi la speranza, il divertimento e la determinazione perché finalmente quello era un vero indizio.
«Interessante. Peccato che qui siamo in una biblioteca e ci sono migliaia di libri, ma scommetto che hai pensato anche a questo, o sbaglio?» le domandò Ichiji Vinsmoke che sembrava parecchio interessato, nonostante il viso non trasparisse nessuna emozione apparente. 
Le labbra della pirata s’incurvarono in un ghigno divertito ed allora riprese a sventolare il bigliettino che aveva in mano. 
«Ovvio, perché Cassiel ci ha lasciato anche un secondo indizio, ovvero questo. Può sembrare semplicemente una canzone di benvenuto, ma in verità noi scopriremo di che libro si tratta usando questa.»
Ancora una volta il mormorio generale s’alzò da tutti quanti lasciandoli confusi ed allo stesso tempo eccitati dalla grandissima scoperta. 
«Effettivamente sembrava solo un discorso di benvenuto, ma c’erano delle parti poco chiare.»
Nico Robin picchiettò un dito contro le labbra e poi sospirò profondamente, annuendo e scambiandosi uno sguardo d’intesa con Sabo dei rivoluzionari che parlò. 
«D’accordo, ammesso che è come dici tu facci leggere questa cosa e cerchiamo di capire il libro di cui stiamo parlando.»
Con un semplice gesto Bonney poggiò il foglio di carta in filigrana, una carta elegante tipica di Cassiel, in modo tale che tutti quanti potessero leggerlo ed analizzarlo. Ecco perché adesso le servivano Law, Lindbergh e Nico Robin. Loro erano quelli più intelligenti e sarebbero stati facilmente in grado di decrifrarlo, sapendo bene che cosa cercare. 
Il chirurgo puntò un dito su alcune frasi e le lesse ad alta voce.
«“Per andare avanti dovrete cercare una chiave che aprirà una serratura, affrontando posti che mettono in gioco la vostra stessa paura. Dovrete guardare laddove è più facile andar persi, per risolvere l’enigma che costringerà ad immergersi, passando per le rotte di colui che il mare ed il cielo solcò, alla ricerca di qualcosa che mai più ritrovò.”—… scommetto che è qui che Cassiel ha nascosto il libro.»
Marco annuì lentamente e poi si passò una mano a scombinarsi i capelli biondi.
«Ci sta chiaramente dicendo che dobbiamo cercare una chiave affrontando posti pericolosi, questo è abbastanza chiaro—… poi però parla di questo enigma che costringe ad immergersi.»
«Immergersi—… quindi in teoria buona parte di noi è esclusa dalla prova perché non possiamo nuotare?» domandò giustamente Sabo che cercò con lo sguardo gli altri fruttati presenti nella sala. 
Effettivamente, a conti fatti, erano più di quanto ci si aspettasse, e questo sembrò preoccupare Law che scosse il viso, mentre rimaneva pensieroso. 
«Non credo che Cassiel possa fare una cosa simile—… più che altro credo che intenda immergersi nella storia di cui parla, quella del libro. Mi sembra molto più probabile.» 
«Meno male, io volevo partecipare!» urlò Luffy rompendo quell’aria di tensione che si era creata intorno alla scrivania.
«Sei sempre il solito.» e Nami, ancora una volta, rimproverò il proprio capitano tirandogli con forza un’orecchio, senza però scomporre più di tanto il gommoso. 
Certo che il suo potere poteva risultare parecchio interessante, ma non era quello il momento di focalizzarsi sui poterli altrui, doveva concentrarsi sull’indovinello. 
«Le rotte di colui che il mare ed il cielo solcò—… di chi si tratta? Avete qualche idea?» 
Yonji Vinsmoke, che insieme ad i suoi fratelli era fermo intorno alla tavola, fermo in mezzo fra Niji ed Ichiji, poggiò i gomiti sul tavolo e sbuffò ampiamente, come se tutta quella cosa lo annoiasse particolarmente. 
«Sicuramente deve essere stato qualcuno che ha solcato sia il cielo che il mare—… ma non ho idea di chi possa essere.» concluse Sabo senza degnare nessuno di uno sguardo, mentre i suoi grandi occhi scuri studiavano attentamente quel pezzo di carta, con Koala al suo fianco e Lindbergh dall’altro lato.
«Per aver solcato il cielo doveva avere una tecnologia niente male—…» commentò il felino a bassa voce.
«Gatto-ya, ti prego concentriamoci sulle cose davvero importanti.» aggiunse Law continuando a massaggiarsi le tempie.
«Cielo e terra—… e se intendesse—…»
Le parole appena sussurrate di Nico Robin, che sgranò gli occhi azzurri e li puntò in direzione di Sanji e Nami, furono come una sorta di scarica elettrica che animò l’intera sala. 
«Non ci posso credere.» il commento di Sanji non tardò ad arrivare, infatti il biondo, con le maniche della camicia sollevate fino ad i gomiti, scosse il viso e si accese una sigaretta. «E’ sicuramente quello che pensiamo noi.»
«E cosa pensate voi? Illuminaci, Sanji.» lo provocò Niji, che dal lato opposto del tavolo stava trattenendo uno sbadiglio.
«E’ sicuramente come diciamo noi! Ragazzi si tratta dell’Isola nel Cielo, Skypiea!»
Ecco, quello era decisamente l’indizio che non si sarebbe mai aspettata di trovare e di sentire da parte dei Mugiwara. Insomma, se tutti quanti erano come il loro capitano, cosa che Roronoa spesso dimostrava, non brillavano per intelligenza, almeno per gli standard di Bonney, ma quella volta erano riusciti a sorprenderla in positivo. Le labbra colorate di rosso sìinarcarono in un ghigno e puntò una mano in direzione di Nami.
«Isola nel cielo? Probabilmente ne ho sentito parlare ma non mi sono mai interessata alle leggende, ora però cerchiamo di capire come quest’indizio possa aiutarci a scoprire il—…»
«Noland!»
Ad interromperla era stata Nico Robin che sorridendo prese in mano il foglio di carta e poi lo rilesse attentamente, passandosi un dito sulle proprie labbra sottili. 
«Ha ragione anche Robin-ya.» annuì anche Law, che sicuramente doveva aver capito qualcosa in più rispetto a tutti gli altri. 
«Spiegati meglio, insomma ecco perché ho chiesto il tuo aiuto, io gli indovinelli letterari non li so risolvere.»
Infatti la pirata dai capelli rosa puntò una mano in direzione dei due che sembravano aver risolto tale storia, ma Marco intervenne prima del chirurgo. 
«Penso di aver capito anche io che cosa vogliono dire. Esiste un libro, quello su cui è trascritta la legenda di Noland, colui che giunse nella città del cielo e poi non riuscì a ritrovarla.»
«Ma noi siamo riusciti ad andarci!» urlò Luffy sbattendo entrambi i pugni sul tavolo, richiamando su di sè l’attenzione. «Siamo andati nel cielo con la Merry e li abbiamo combattuto anche contro Eneru, era fortissimo con quel suo frutto elettrico.»
Quelle parole, decisamente inaspettate e sconvolgenti, costrinsero tutti quanti a sgranare gli occhi, urlando una serie di imprecazioni del tipo “cosa? stai scherzando? Ehhhh?”, e fra questi anche Bonney adesso osservava Mugiwara con aria ben più scettica. Se era davvero riuscito ad andare fin li perché non si era applicato meglio per risolvere l’indovinello? Sicuramente doveva essere una balla colossale, perché nessuna nave è fatta per volare. Eppure, conoscendo la reputazione di quella ciurma, il dubbio che tutta quella storia fosse vera s’insidiò nella mente di Bonney e magari, presto o tardi, glielo avrebbe chiesto per schiarirsi le idee. 
«D’accordo, quindi esiste un libro che narra della vita e delle avventure di Noland? Scommetto che è questa la nostra chiave di volta, quindi, signori, è giunto il momento di cercare quello che ci serve!» proprio con tale esclamazione Bonney fu la prima ad allontanarsi dalla scrivania intorno la quale tutti erano riuniti e si diresse, anche parecchio rapidamente, alla ricerca di quel libro. A differenza di altri non aveva passato molto tempo in biblioteca, quindi non era sicura di come le cose fossero sistemate nei vari scaffali, se vi era un ordine logico oppure avrebbero dovuto smontare la biblioteca alla ricerca del libro di cui Marco e Law avevano appena parlato. Però lei era decisa come non mai a liberarsi da tale faccenda, anche perché di stare ferma non ne aveva voglia, specialmente adesso che le cose sembravano essersi sbloccate. Era come se l’adrenalina scorresse nel proprio corpo, donandole una scossa non indifferente. 
Voltò l’angolo, decisa ad iniziare a controllare proprio quegli scaffali, ma una voce, non molto lontana da lei la fece bloccare.
«Dove stai andando, Bon? Il settore narrativa è da tutt’altra parte.»
Drake, che sicuramente doveva essersi divertito nel vederla fare un buco immenso nell’acqua, l’attese all’inizio del corridoio, fra due immense librerie, mentre le braccia erano strette all’altezza del petto e l’angolo delle sue labbra leggermente spinto verso l’alto. Sì, Drake si stava indubbiamente divertendo per quella sua gaffe, e Bonney, decisa a non dargli corda, si voltò verso di lui e lo superò come se nulla fosse appena successo. 
«Solo perché tu conosci a memoria questo posto non sei autorizzato a prendermi in giro.»
«In realtà non ti stavo prendendo in giro—…» replicò raggiungendola, mentre entrambi tornavano dagli altri. «Però apprezzo tutta questa tua determinazione nel volerci liberare, anche se hai appena sbagliato strada.»
Che stronzo che sapeva essere anche Drake quando s’impegnava, o forse era solamente la soglia di sopportazione di Bonney troppo bassa, considerato il terribile ed il momento terribilmente ricco d’ansia, perché non vedeva l’ora di scoprire qualcosa in più. Magari, dopo, avrebbe rimproverato anche lui, ma al momento aveva ben altro per la testa, infatti si limitò ad aumentare la propria andatura tornando al proprio posto iniziale. Con un movimento svogliato poggiò entrambi i gomiti sulla scrivania.
Qualcuno doveva decisamente essere andato a cercare quel libro, considerato che lei aveva appena sbagliato settore, quindi si guardò intorno notando l’assenza di Law ed ovviamente anche quella di altri, fra cui parte dei Mugiwara.
Passarono un paio di minuti, durante i quali la mente della rosata, che sembrava essere totalmente sgombra dai pensieri, non fece altro che focalizzarsi sui numeri scritti sulla lavagna. Era decisamente troppo semplice, eppure non c’erano arrivati, almeno fino a quel momento cruciale. 
Correndo ed inciampando, forse per la troppa emozione, il Dio Usopp, seguito a ruota da Bibi Nefertari, Nami e Chopper, agitava la mano in segno di vittoria, e solamente allora la pirata si rese conto che stava stringendo anche un libro. Law, alle loro spalle, sempre in costume da bagno, cosa che rasentava l’assurdo oltre che l’incredibilmente ridicolo, strappò dalle mani di Usopp quel libro e poi li superò tutti quanti avvicinandosi incredibilmente alla lavagna. Bonney, dal canto suo, poggiò entrambi i palmi delle mani sulla scrivania e fece forza per sollevarsi e mettersi in piedi su tale superficie, senza curarsi troppo delle occhiate scettiche che le stavano lanciando. 
Non poteva essere Law a fare tutto il lavoro ed a prendersi il merito, ed infatti balzò dal lato opposto avvicinandosi al chirurgo. 
«Che pensi di fare senza di me, Trafalgar? L’idea è stata mia, quindi a me l’onore di leggere.»
Gli occhi di ghiaccio di Law s’assottigliarono nella direzione di Bonney e se solo ne avesse avuto il potere l’avrebbe incenerita, ne era certa, ed infatti dopo uno sbuffo le passò il libro. 
«Dunque, eccoci qui, iniziamo dalla prima riga di numeri, ovvero—… 17 32 4.»
«Secondo il tuo ragionamento dovrebbero essere Pagina, riga e parola, o sbaglio?» Sabo s’era accostato a loro, facendosi largo fra la gente, perché anche lui sembrava parecchio impaziente di scoprire qualcosa. 
«Ovvio.» replicò lei con impertinenza andando ad aprire il libro. 
«Allora non rompere e leggi, Jewelry!» le urlò invece Kidd, che dal lato opposto della scrivania, esattamente accanto a Mugiwara ed a Drake, la stava osservando. 
Probabilmente se Bonney avesse replicato questa volta la rissa non l’avrebbe scongiurata nessuno, quindi richiamò a sé tutta la pazienza e la buona volontà di cui era dotata e si concentrò su quel libro. Il suo ragionamento, se era corretto, avrebbe rivelato una parola, almeno così credeva e quella parola, forse, li avrebbe aiutati, insieme alle restanti righe di numeri. 
Prese la pagina 17, successivamente contò la trentaduesima riga ed infine la parola numero 4, che si rivelò essere “Le”. Non c’era nulla di strano, insomma era l’inizio di qualcosa, quindi, dopo averla letta ad alta voce, fece segno a qualcuno di trascriverla. Quel qualcuno, puntiglioso come sempre, fu Nico Robin, che aveva una matita a portata di mano. 
«Che vuol dire?»
Domanda più che giusta, quella di Yonji Vinsmoke, decisamente confuso quanto tre quarti dei presenti. 
«Che ne so, la teoria è sua!» rispose suo fratello Niji, indicandola e rivolgendole un ghigno divertito. 
Altro stronzo da evitare o da prendere a calci e trasformare in marmocchio. Bonney non riusciva a credere che quei tre potessero davvero essere imparentati con loro sorella, ma l’aspetto era indubbiamente uguale. Sospirò per non rispondere male anche a lui, ma Law le diede un colpo al braccio per spingerla a leggere le altre righe. 
Sollevò gli occhi sulla lavagna e questa volta andò a pagina 25, utilizzando sempre la stessa tecnica, ed anche in quel caso appuntò una parola che l’archeologa trascrisse.
Ci volle davvero poco per finire di provare a decriptare il resto delle righe piene di numeri, ed alla fine, tutti quanti si fermarono a guardare Nico Robin, che in mano stringeva il foglio sul quale aveva appuntato ogni parola trovata da Bonney, sotto l’attenta supervisione di Law e Sabo. 
Lei non le ricordava, presa com’era a cercare, ma forse, se non aveva letto male, avevano davvero trovato un nuovo indizio che li avrebbe condotti a qualcosa di nuovo. 
«Nico-ya, potresti leggere quello che hai scritto? Spero di aver capito male
Ma Law non capiva mai male, quindi questo voleva dire che avevano fatto bingo. Il cuore di Bonney, che martellava sempre più veloce all’altezza del proprio petto, era come se stesse per esplodere, anche perché l’ansia e l’adrenalina che si accumulavano in lei non facevano altro che renderla nervosa. Voleva sapere e soprattutto adesso anche lei era decisa a giocare seriamente quella partita, forse perché non si divertiva tanto, e s’impegnava a tal punto da parecchi anni. Adorava quella sensazione, era un brivido di pura energia che s’insinuava in lei. 
Robin tossicchiò per schiarirsi la voce ed alla fine si decise a leggere. 
«Le vie sono nei sotterranei.»
Bonney sgranò gli occhi, perché effettivamente quella tecnica da lei adottata aveva portato a qualcosa di nuovo, un indizio totalmente differente dagli altri, qualcosa che adesso li costringeva a spostarsi. La gara continuava, perché questo doveva essere solamente il primo passo della prima prova di Cassiel e loro avevano impiegato fin troppo tempo per risolvere quella parte. 
Un ghigno divertito andò ad abbellire le labbra colorate della pirata, che passò in rassegna tutti i presenti. Se solo qualcuno avesse avuto qualcosa da obiettare, riguardo la sua teoria, li avrebbe benissimo potuti prendere a calci, ma a quanto pareva era riuscita a convincere tutti, anche perché Cassiel aveva appena fornito un nuovo indizio. 
«Quindi avevo ragione.» ammise la pirata poggiando, con molta poca delicatezza il libro sulla scrivania. «Allora, signori, vogliamo spostarci nei sotterranei?» 
E quella domanda, che non aveva bisogno di alcuna risposta, fece sollevare un brusio d’assenso. 
Il prossimo passo era scendere nei meandri oscuri di quel castello che Cassiel aveva lasciato loro ed il gioco sembrava diventare sempre più interessante. 
   
 
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