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Autore: Anya_tara    27/07/2018    2 recensioni
La guerra tra mente e cuore spesso non conosce vincitori. Aiolos di Sagitter lo impara sulla propria pelle: quella ragazza lo ha stregato, catturato, messo di fronte a scelte che ha già affrontato in passato, ma in modo differente.
C'è solo un problema: è la sorella del suo migliore amico. E ... scordarlo, per qualche istante, può condurre a risultati che lui stesso non immaginava.
P.S: questa storia è legata a "Feliz Cumpleanos". Il titolo viene dal famoso romanzo di Jane Austen, Sagittario anche lei ! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Capricorn Shura, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Perché noi non dobbiamo preoccuparci di nulla,
perché abbiamo il fuoco, e stiamo bruciando un accidenti di qualcosa,
loro ti vedranno da fuori,
accendilo, come se fossimo le stelle della razza umana
Ellie Goulding, Burn  
                                    
<< Sei bellissima >>.
Nina china il capo, sul volto il rossore soffuso diviene più intenso.
Lo specchio rimanda indubbiamente un’immagine minuziosa, le restituisce fin nei minimi dettagli i suoi stessi tratti, trasfigurati dall’aspettativa.
L’ansia le fa brillare gli occhi, le avvampa il volto e le fa mordicchiare le labbra, che sembrano più piene e desiderabili che mai.
<< Sicuri che non c’è problema? >>.
<< Ma dai. Sarà divertente  fare gli zii a tempo pieno, per una sera >>. Aiolia tiene stretta contro il petto muscoloso la piccola Ariadne, che dopo aver fatto prendere un accidente a tutti, dormendo quasi per tre giorni di fila dopo essere venuta al mondo – lei!- quasi dovesse riacquistare le forze, senza neanche pensare a mangiare, ed averla costretta a passare al latte artificiale malgrado Nina ne avesse più che a sufficienza del proprio, perché era troppo pigra anche per tirare dal seno, ora ha fretta di recuperare quei giorni trascorsi a sonnecchiare come un gattino e tende le braccine paffute come se volesse afferrare il volto dello zio. I suoi piccoli occhi splendenti cominciano a distinguere le forme, e ciò che finora ha conosciuto solo con il tatto adesso può catturarlo anche con il senso della vista.
Che curioso. E’ esattamente il contrario di quello che avviene agli adulti. Prima si vede, poi si tocca.
E lei vuole che Aiolos la veda, prima di toccarla.
E che rimanga abbagliato da lei, al punto di desiderare di farlo immediatamente. << Il biberon è nel frigo, in caso si addormentasse però non svegliatela. Altrimenti … intorno a mezzanotte dovrebbe iniziare a reclamare. Credo che per la poppata successiva saremo già tornati >>.
<< Tranquilla, Ni. Nell’eventualità c’è sempre quello artificiale, no? Trenta di polvere e centocinquanta d’acqua, bollita e lasciata intiepidire >>.
Nina non può fare a meno di sorridere. Ormai ne sa più di lei, quasi.
E si volta, dando le spalle alla specchiera. << Sai, Lia, sarebbe ora che iniziassi a pensare … ad averne uno vostro. Sei nato per fare il padre >>.
Leo rialza gli occhi, arrossendo anche lui, d’imbarazzo. << Oh, cioè … noi … è troppo presto >>. Aiolia raccoglie nella propria la manina di Ariadne. Con una delicatezza commovente. << E poi … non so … come … la pensi lui >>.
<< Mi auguro che almeno abbiate risolto. Sono mesi che non ne parliamo, ma adesso penso sia bene rispolverare un attimo l’argomento >>.
Aiolia arrossisce ancora di più. << Sì. Abbiamo … risolto >>.
<< Ah ah. E … hai seguito il mio consiglio? >>.
<< No >>. Ora è bordeaux, e sembra particolarmente interessato a verificare se le unghie di Ariadne siano abbastanza corte perché non si ferisca da sola. << Non è servito >>.
Nina fa un’espressione ammirata. << Però. Dovrei chiederti come hai fatto, sai, metti che dovesse servire a me, un consiglio … >>. Il cuscino che le arriva addosso è troppo lento, e troppo piccolo perché possa anche solo spettinarla. Si scansa e lo afferra, posandolo sulla poltrona su cui è seduta.
E scoppia a ridere. << Dai, scemo >>.
<< Ancora non ti sei levato questo vizio? Ma essere madre non ti ha cambiata nemmeno un po’? >>, la redarguisce suo fratello, che evidentemente ha colto l’ultima parte della conversazione, e non ha gradito, sottolineandolo con il lancio del guanciale.
<< No, mi spiace. Non si può cambiare la propria natura, hermano. Tanto meno una duplice come la nostra >>. Nina si guarda di nuovo nello specchio, sistema una piccola ciocca sfuggita alla forcina. << Sempre in bilico tra acqua e terra. Tra cuore e ragione >>.
<< Ragione? >>, la rimbrotta scherzosamente Shura.
Nina fa una smorfia nello specchio. << Sei antipatico. E io che volevo chiederti una cosa, ma ora non lo faccio più >>.
<< Se è dello stesso tenore di quelle che chiedi a Lia, me la risparmio volentieri >>.
<< No >>. Posa le mani sulle ginocchia. E’ impressionante vedere come le entrino ancora gli abiti che indossava prima della gravidanza. In un mese e mezzo, il suo corpo è ritornato quasi del tutto identico a prima, eccetto l’addome di un lieve filo più morbido nella zona sotto l’ombelico, e il seno, ancora florido per via dell’allattamento.
Ha evitato di mostrarsi nuda davanti al suo compagno, se non altro per rispetto, sapendo che non poteva toccarla. Il medico è stato chiarissimo: circa quaranta giorni, e sarebbe ricomparso il ciclo. Anche se potevano esserci sbalzi più o meno considerevoli, per via dell’allattamento appunto, e anche per quello ch’era accaduto.
Sapeva che Aiolos si sarebbe arrabbiato. Ma mentre era lì, e i medici si affaccendavano intorno a lei per aiutarla come possibile a far nascere la creatura nel suo grembo, in anticipo sui tempi, le cose si erano complicate, era sopraggiunta un’emorragia inattesa, e la sua pressione era andata a farsi benedire.
Allora gliel’aveva fatto giurare. In quanto paziente, il suo ginecologo aveva l’obbligo di assisterla e mantenere il riserbo, qualora lei l’avesse richiesto. Non c’era stato il tempo di farle firmare nulla, ma non sarebbe comunque servito. Era adulta, vaccinata, e si assumeva tutte le responsabilità sulla sua vita, e quella che ora stava per dare alla luce.
<< Non dica nulla … a mio marito, quando arriva. E se doveste scegliere … salvate il bambino. La prego >>.
<< Non arriveremo a quel punto. Stia tranquilla >>. Ma il pallore improvviso su quel volto serio raccontava un’altra storia.
Però alla fine era andato tutto bene. Avevano fermato l’emorragia, avevano stabilizzato la pressione e pochi minuti dopo, Nina stringeva tra le braccia sua figlia.
Solo quello contava. Solo quello.
Il giorno dopo la nascita di Ariadne, tuttavia, Nina aveva fatto chiamare il medico, e insieme a lui aveva ragguagliato Los sulla faccenda. Lui era sbiancato, era rimasto in silenzio fino alla fine, e Natalia era stata grata al dottore che si era dichiarato pronto a assumersi lui, le proprie responsabilità, in caso Aiolos avesse voluto intentargli causa perché non era stato del tutto etico, tacergli la verità.
Allora Los si era alzato in piedi, serio. E gli aveva preso le mani tra le proprie. << Grazie >>. Poi si era voltato verso di lei. << E grazie … anche a te, amore mio >>.
Non che fosse un codardo, e fosse lieto che lei avesse scelto di risparmiargli una sofferenza: no. Nina sapeva che fosse dipeso da lui, le sarebbe rimasto accanto, ogni istante, cercando di far proprio il suo dolore per risparmiarne quanto più possibile a lei.
Era per Aiolia. Aveva capito che anche per lui aveva preso quella decisione.
Ci sono tempi e modi, per dire la verità alle persone. Non tutte vogliono sentirsela dire come vorremmo noi.
Gliel’aveva insegnato suo padre.
Non avrebbe mai dimenticato il viso di Diego mentre prendeva in braccio sua nipote per la prima volta. E quando gli avevano detto come si chiamava la bimba, era scoppiato in un pianto convulso, cui solo Teresa, con tutto l’amore e la comprensione di cui era capace, aveva saputo por fine.
Mai Nina aveva compreso il vero significato della parola “famiglia”, fino a quel momento. Quando aveva visto tutte le persone care intorno a sé, i loro amici, la sua nonna, tutti intenti a far feste alla piccola Ariadne. Tutti pronti a dimenticare le barriere linguistiche, e tutte le altre, pur di accogliere al meglio quella nuova vita sbocciata tra le mura del Santuario.
I suoi si erano trattenuti fino al battesimo, quattro giorni prima. Poi erano ripartiti, a malincuore, contando di tornare il prima possibile. Magari per Pasqua. Finché Ariadne non avrebbe compiuto almeno un anno, sarebbe stato complicato convincere Aiolos, Diego e Gabriel dell’opportunità di un viaggio in Spagna.
Nina ridacchia, al pensiero di sua mamma appena approdata al Santuario.
<< A che pensi, mamma? >>.
<< Che non mi spiacerebbe avere almeno vent’anni di meno. Ed essere single >>.
<< Ma’! >>.
<< E’ vero. Da un lato sono contenta che tu ti sia accasata così presto. Lo spirito è forte, la carne è debole … e in mezzo a tutti questi baldi giovanotti … >>.
<< Lo so che non parli sul serio >>.
Teresa aveva sorriso. << No, è vero. Credo … che tu abbia scelto … l’uomo giusto per te, Nina >>.
<< Dici così perché è del Sagittario come te >>.
<< Ah no. Poteva essere pure del segno dello scarabocchio, che tanto andava bene comunque >>. Poi aveva guardato Gabriel, che Nina avrebbe voluto come padrino, assieme ad Aiolia; ma purtroppo non era stato possibile, così quell’onore era toccato ai suoi genitori. << In effetti, tu e tuo fratello avete ottimi gusti, in fatto di uomini. Anche se non credo sia una coincidenza il fatto che siano fratelli, non ti pare? >>.
<< Che dire. Lo siamo anche noi. E abbiamo lo stesso segno. Forse, amiamo cose simili, e persone simili >>.
<< Già. Spero solo che tuo padre non segua il vostro esempio >>, aveva quindi osservato Teresa, scuotendo la testa nel vedere Diego conversare amabilmente con Saga.
<< Mamma! Sei terribile. Mi stai facendo sanguinare le orecchie >>.
<< Buon sangre non mente >>.
Quindi era successo l’irreparabile. Abuelita, ligia alle tradizioni, aveva messo fuori il famigerato liquore.
Ed era stato impagabile godersi tutti quei valorosi Cavalieri sfidare il malefico intruglio, dacché lei era al sicuro. Meno male che pà aveva ripreso tutto, così avrebbe potuto rivedere la scena ogni volta che avrebbe voluto.
Gabriel la guarda, l’ammirazione sul suo volto è il miglior complimento che Nina potesse desiderare. << Dai, cabrita maggiore. Cosa volevi chiedermi? >>.
<< Se … te la senti di accompagnarmi. Se non ti chiedo troppo, naturalmente >>. Natalia abbassa lo sguardo, ma la lastra riflette fedelmente il rossore sugli zigomi.
<< Ma no. Certo che no. Ormai sei una donna sposata. Solo … se me lo concedi … non rendermi di nuovo zio troppo presto >>.
<< Idiota >>. Nina gli tira un pugno nel fianco, e Gabriel ride.
E’ così bello, sentirglielo fare. Ed è così bello anche vedere Aiolia alzare su di lui lo sguardo e sorridere, scuotendo piano la testa.
Stanno proprio bene, insieme. Sono fatti l’uno per l’altro.
E ancora una volta Nina non può fare a meno di domandarsi cosa sarebbe successo, se quella sera, a disagio in quel locale, non avesse deciso di alzarsi dal proprio posto, lasciare le sue amiche e avvicinarsi a Gabriel. Mettere da parte tutti i suoi timori, il pensiero di fare una cosa sconveniente, e fidarsi del suo istinto.
Ma non poteva mentire a se stessa: quella decisione l’ha presa dopo aver visto quel giovane bruno e taciturno parlare con quell’uomo così splendido, bello come il sole, e dagli occhi buoni, innocenti.
Forse è vero che il Fato opera per vie misteriose. Se Aiolos non fosse mai entrato in quel locale, lei alla fine avrebbe soggiaciuto alla sue logiche remore, e sarebbe rimasta seduta con le sue amiche, pensando alle valigie da fare, alle ultime cose da spedire. E si sarebbe perduta un’occasione irripetibile.
E invece … aveva trovato tutto. Suo fratello. Un amico insostituibile. Una figlia meravigliosa.
E l’amore della sua vita. << Andiamo, allora? Perché preferirei essere qui, per quando Lia dovrà dare il biberon ad Ariadne. Sai com’è, ho come il brutto presentimento che per scaldarlo rischi di dar fuoco alla cucina >>.
Il chiamato in causa fa una smorfia. << Ringrazia che c’è Aria. Sennò sai cosa ti risponderei? >>.
Gabriel ride di nuovo, poi porge il braccio alla sorella. Nina si alza, raggiunge Aiolia, bacia sulla fronte la bambina. << Fa’ la brava, agapì mou. >>.
<< Lei è brava. E’ lo zio che dà da pensare >>. Natalia posa un bacio sulla guancia di Aiolia, gli sorride. << Ciao, Lia >>.
<< Divertiti. Te lo meriti >>.
Una volta fuori, Nina scende con cautela la Scalinata, al braccio del fratello. Sono mesi che non indossa i tacchi, e non si sente tanto stabile.
Ma sorretta da Gabriel, e dalle persone che ha intorno potrebbe sollevare il mondo. Come diceva Archimede. La sua leva sono gli affetti che ha conquistato, i cuori in cui sa di essersi ritagliata un posticino più o meno grande. << Di la verità. Ti piace >>, sbotta, mentre scendono con cautela la Scalinata della Seconda.
<< Cosa? >>.
<< Vedere Lia che si occupa di Aria. E non dire no. Ti conosco, hermano >>. Nina lo guarda in volto. << Sento il tuo orologio biologico ticchettare da qui >>.
<< Ahhh, ti sbagli. Aiolia… è ancora troppo giovane >>.
<< Io sono più giovane di lui >>.
<< Per te è diverso. Tu sei una donna >>.
<< E in quanto tale dovrei pensare solo al focolare e ai figli, vero? Che discorso sessista >>.
Gabriel si ferma, alza lo sguardo al cielo. Le stelle sono ancora indistinte, piccoli bagliori argentei nel blu vellutato della sera. << La verità … è che lo desidero anch’io, un figlio. Ma … con la nostra vita, sempre pronti ad alzarci domani e ritrovarci in guerra, non ci riesco a decidere volontariamente di averlo >>. China lo sguardo, puntandolo sulla mano della sorella avvolta al suo gomito. << Ho il terrore di proporglielo, e poi di ritrovarmi preso tra l’incudine e il martello. Senza contare che siamo entrambi Cavalieri, e quindi, la chiamata giungerebbe per tutti e due. E cosa accadrebbe, allora? >>. Sospira, scuotendo la testa corvina. << Per questo dico che per te è diverso. Non perché devi stare a fare la calza, e badare ai figli, ma perché è successo, è stato imprevisto, spontaneo, e non ti sei ritrovata a domandarti se facevi la cosa giusta o no. Era già … dentro di te, e quella realtà è stata così catalizzante, che non hai dovuto scegliere, hai potuto solo accettarla, e viverla. Ma a noi toccherebbe una lunga trafila, e tante cose possono accadere, nel frattempo >>.
<< Gabriel … Los ha davvero ragione, su di te. Le cose che passano nella tua testa non verrebbero in mente ad anima viva >>. Nina si morde il labbro. Non ci aveva proprio pensato, a questo. << Però … non è giusto, Ga. Se tu lo vuoi, e se lui … lo vuole …. >>.
<< Certo che lo vuole. La notte in cui è nata Ariadne, me l’ha fatto capire molto eloquentemente. Prima di … >>. Gli zigomi arrossiscono, non occorrono parole per chiarire cosa sia avvenuto.
Aiolia deve aver scelto di fare al suo uomo un regalo molto particolare, per il suo compleanno. Forse cercava inconsciamente di battere quello fattogli da lei e Los.
Lungi dall’esserne punta, Nina fa un sorrisone da un orecchio all’altro. I Leoni gareggiano sempre, inutile dirlo. << Visto che avevo ragione? Non potevi neanche immaginare quanto ti amasse, il tuo Lia >>.
<< Comincio ad averne una vaga percezione. Non so se ti ho detto … che il suo cosmo è uno dei più potenti, tra quelli di noi Saint. Ed è legato al suo cuore, in quanto organo dominato dal suo segno >>.
<< No, non mi pare di ricordarlo. Però ci credo. Il cuore di un Leone … è l’arma più potente, il tesoro più prezioso, che un essere possa custodire. Per questo ti chiedo di prendertene cura … e non pensare sempre alle cose brutte. Non lasciare che il tuo pessimismo distrugga la più bella parte di lui, e di te >>.
<< Ci penserò >>. Le dà un bacio sulla fronte. << Ora, mi raccomando >>.
<< Non ti preoccupare. Il dottore è stato abbastanza chiaro. Almeno due anni, prima di un’altra gravidanza >>. Nina sorride. << Però non mi spiacerebbe se nel frattempo arrivasse un nipotino >>.
<< Devi sempre averla vinta tu, vero, hermanita? >>.
<< Sempre. Anch’io … ho il cuore di un Leone. E il cervello di un Capricorno. E ne sono fiera >>. Nina lo abbraccia. Forte. << Sei il fratello maggiore migliore che una donna possa desiderare >>.
<< Vorrei poter dire lo stesso, ma il fatto che mi lasci sempre in mutande pone dei ragionevoli limiti, a quest’affermazione >>.
<< Ti odio >>.
<< Mi mancava, sentirmelo dire da qualcuno che avesse a che fare con i Leoni >>. Poi torna serio, accarezzandole una guancia. << Fa’ la brava, Nina >>.
Natalia sorride. E guardare suo fratello che scuote la mano prima di darle le spalle e riprendere la via del ritorno la fa sentire … piena.
Felice, realizzata. Anche se è stata solo uno strumento nelle mani del Fato, lei a quel Fato deve tanto che non può rimproverarglielo.
Cammina serena, tranquilla. La sua bambina è in mani sicure, sa di non doversi preoccupare. Ariadne poi è così buona, e adora tanto gli zii, anche s’è così piccola, che non ha punto tema di lasciarla con loro.
Anzi. Spera tanto che serva da incentivo a quel testone di suo fratello. E che la piccola Aria abbia presto un futuro compagno di giochi, un cugino a cui fare tutti quei piccoli dispetti che lei non ha potuto, e di cui prendersi cura, magari giocando a fare da sorella maggiore, o da mamma.
Lei lo ha fatto solo con dei bambolotti, chiedendosi spesso come sarebbe stato con un bambino vero. Adesso ch’è giunta ad averla tra le braccia una creatura viva, sa che non esiste al mondo cosa più grande dell’essere madre.
E dell’essere moglie. Di un uomo come lui. Che l’attende appena fuori la recinzione che separa il Santuario dal territorio di Rodorio. << Ciao >>, mormora, evidentemente emozionato.
E’ questo il bello di Aiolos. Riesce a non far dare mai nulla per scontato, persino la prima volta che hanno fatto l’amore Nina non avrebbe immaginato che fosse tale in ogni senso anche per lui.
Ed è stato un bene. Altrimenti forse non avrebbe mai ceduto a quella fame che l’aveva stretta a lui, anche se non sapeva quasi niente del sesso, e dell’amore. Non si sarebbe mai azzardata a violare la purezza di un Santo d’Athena, in tal caso.
Il bacio in cui l’aveva avvinta era stato tutto tranne che innocente. Aveva sentito di potersi affidare a lui ciecamente, che un uomo in grado di stregare una donna a quel modo con un semplice bacio fosse ignaro delle arti amatorie.
Lei aveva baciato diversi ragazzi, da adolescente. Tanti piccoli flirtarelli innocui, di cui l’ultimo era stato un po’ più serio, e aveva pensato di spingersi un tantino oltre, salvo rendersi conto che no, non avrebbe ceduto la sua verginità a quel ragazzo, neanche se era tanto carino ed era il capitano della squadra di basket maschile, se tutte gli morivano dietro e la invidiavano perché non capivano cosa ci trovasse in lei.
Dopo due mesi lui considerava doveroso, andare a letto insieme. Lì Nina aveva alzato d’un tratto la testa, e rivolto le sue piccola corna ritorte contro quello scemo abituato a schioccare le dita per avere ciò che voleva. Le sue amiche dell’epoca, con cui aveva commesso l’errore di confidarsi, le avevano dato della pazza, a diciannove anni stava ancora a pensare alla verginità? Andiamo, manco fossimo nell’Ottocento!
E lei aveva scaricato anche loro, senza rimpianti. Sentiva di aver fatto la cosa giusta.
Il tempo le aveva dato ragione. Dopo aver conosciuto Aiolos, aveva capito immediatamente che a nessun altro avrebbe potuto affidare qualcosa di tanto prezioso, e significativo. Con nessun altro avrebbe voluto attraversare quella soglia.
Era stato abbastanza doloroso, ma ne aveva dato la colpa al fatto di essere ancora intatta. Era rimasta scossa, perché temeva di averlo deluso in qualche modo. Aveva … raggiunto il piacere così in fretta forse perché lei, che fin lì aveva tentato di mostrarsi accattivante, sensuale si era rivelata la “frigida” che le sue amiche dell’ultimo anno di liceo e il suo ex non avevano perso tempo a mettere in piazza, facendole passare un anno tra i più orrendi della sua esistenza. Anche se lei faceva mostra di alzare le spalle e fregarsene.
Non è semplice, per chi ha il cuore di un Leone, accettare le critiche altrui senza batter ciglio. E lei aveva fatto appello al suo lato Capricorno: aveva apprezzato la solitudine, si era concentrata sugli studi, ottenendo un punteggio più alto degli altri, e gongolandone.
Poi aveva iniziato l’Università, e molte cose erano cambiate. Aveva continuato ad uscire coi ragazzi, mettendo però un paletto quando si trattava di sesso.
Tutte le amicizie finivano, arrivate a quel punto. E aveva insistito su quella via, tanto da stupirsi di se stessa quando si era ritrovata a fissare al limite della decenza quel giovane sconosciuto, dall’aria da eroe tenebroso. Con curiosità.
E l’aveva approcciato, scherzando e assestando piccoli morsi come le era solito fare coi ragazzi. Senza volerlo, dacché la sua natura felina glielo rendeva spontaneo.
Così aveva fatto anche con Los, portandosi un filo oltre il confine del consentito. Lui doveva aver pensato che fosse più esperta, più smaliziata, di certo non si figurava di aver a che fare con una vergine che gli avrebbe lasciato l’amaro in bocca.
Il resto era storia. Quanto meno, Nina se lo augurava che passasse ad essa. Perché sarebbe stato un bene che anche tutti coloro che avevano smesso di credere nell’amore vero aprissero gli occhi, fissandoli solo sulla persona che davvero avrebbe potuto completarli, nel profondo.
<< Ciao >>, risponde, sorridendogli. Ha in mano un fascio di rose, arancio vivo. Le stesse che la ha portato in ospedale. << Niente peluche, stavolta? >>.
<< Perché, lo volevi? >>.
<< Chiaro. Io sono niña. Sono ancora una bambina >>, dice, appressandosi a lui e accettando l’omaggio dalle sue mani, e dai suoi occhi. Ha capito da tanto l’intenzione di Diego nel darle quel vezzeggiativo, mantenerla il più possibile piccola, pura, innocente, perché non avesse dovuto a patire quello che invece era toccato alla madre di Gabriel. << Non si vede che sono già madre, vero? >>.
<< Sì, invece. Solo uno sciocco non penserebbe che una donna così bella non abbia ha già custodito il mistero della sua vita, nella propria carne >>.
Nina avvampa. Stringe le rose al seno, rialzando su di lui gli occhi indefiniti. Non hanno la bellezza luminosa e limpida del turchese dei suoi, calmi e lucenti come il mare.
Poi accetta la mano che Aiolos le porge. E’ grande e calda, proprio come quando gliel’ha posata addosso la prima volta, e tutte quelle seguenti. Quelle mani che l’hanno fatta impazzire, gridare di pura estasi, assistita quando aveva bisogno di lui.
E sorride. No, nessun altro avrebbe mai potuto eguagliare l’uomo che si era scelta. Non per nulla, la sua fama era ancora viva tra le mura del Santuario.
Era l’eroe che aveva deliberatamente sfidato il Fato, per salvare una Dea. Meglio di così? Impossibile.  << Dove … mi porti, mio Cavaliere? >>.
<< Ovunque tu desideri, mia signora >>.
Dopo la cena a lume di candela nella piccola cittadina vicina di Agios Andrèas, a cui Los l’ha condotta con la sua macchina, fatta arrivare dalla Spagna, e che nonostante tutto non ha mai usato durante la gravidanza, per non farlo preoccupare inutilmente, bastava solo che sapesse di poterla prendere se le fosse saltato il ticchio, sono ritornati a casa. Ovvero, quasi: hanno deciso di tornare a quella oasi misteriosa e affascinante che li ha visti più vicini che mai. << Sembra trascorso così tanto tempo. Invece non è nemmeno un anno >>, mormora Nina, ascoltando la melodia della risacca senza vedere il mare. Un richiamo insostenibile, per chi era curioso come lei.  
<< Già. E pensare … che proprio qui … >>.
<< Cosa? >>.
<< Niente >>.
<< E dai, Los >>.
<< Qui ho desiderato coscientemente per la prima volta … fare l’amore con te >>.
Nina ride, sistemandosi le balze dell’abito. << Davvero? Allora sono scarsa, come tentazione. Pensavo l’avessi capito già da un po’ >>.
<< Non l’avevo capito. Civettavi con tutti, ma non prenderlo come un rimprovero. Non lo facevi apposta, ti veniva spontaneo … così com’era spontaneo essere attratti da te. Anch’io lo ero. Ma non mi riusciva facile accettarlo >>.
<< Los? >>.
<< Sì, Nina? >>.
<< Abbiamo un debito con questo posto >>. Nina porta le mani indietro, fa scorrere la cerniera dietro la schiena. << E io ci tengo a saldare i miei debiti >>.
<< Ma, Nina … è la prima volta, da quando è nata Ariadne. Non credi sarebbe meglio … stare comodi? A casa, magari? >>.
<< No >>. Gli va sotto, dolce ma determinata. << Ho voglia di te, Los. Qui. Adesso >>. Si tende a baciarlo, con lentezza, per non spaventarlo. Sa che non è semplice per lui, ora meno che mai.
Ma può stare tranquillo. Giusto il giorno prima ha smesso di sanguinare, e ha chiamato il suo medico per chiedergli conferma. << Possiamo, sai? Anche se dovrai di nuovo stare attento >>.
<< Non credo … di esserne in grado. Dei, Nina. Ti desidero da impazzire >>. Si china a catturarle le labbra, con forza, dando libero sfogo alla sua passione, alla sua fame di maschio virile e splendido.
Ma subito dopo si ritrae. << Ho paura di farti male. Dopo quello che hai passato, io … >>.
<< Shhh. Non mi farai niente, se non darmi piacere >>. Nina si accomoda per terra, tende una mano verso il suo compagno e la prende nella propria, guidandola sul seno. << Los … non vedo l’ora di riaverti dentro di me >>.
A quell’accenno lui cede. Le infila piano la mano sotto l’orlo, stuzzicandole il capezzolo sensibile.
Nina s’inarca. Le stelle sopra di loro non sono mai state tanto luminose, e vicine.
E quando Aiolos si tende a raccoglierlo in bocca, nonostante sia attutito dagli innumerevoli strati tra esso e le labbra di lui, freme.
Le sovviene il momento in cui ha deciso di darci un taglio coi suoi dubbi e assecondare il suo istinto. Giusto lì, tra quegli arbusti.
Ricorda il candore del suo rifiuto. Il calore del suo bacio rimasto distante, il suo sguardo intimorito, che l’aveva riempita di disappunto e soddisfazione. Che ancora non aveva capito da cosa scaturisse, aveva solo pensato di non essere abbastanza per lui.
In seguito aveva ottenuto la prova che la voleva. E questo l’aveva spinta ad insistere, come sta facendo adesso.
Aiolos l’accarezza delicatamente, sondandola con premura. Lei è meno cauta, gli slaccia i calzoni  e vi infila la mano dentro, priva di riguardi.
Quella fame felina che si porta dentro è di nuovo forte, insopprimibile. Si è accontentata per mesi delle sue dita, e non che fosse poco.
Ma ora vuole sentirsi pienamente donna. Farsi schiacciare dal suo peso, avvertire il fuoco della sua passione premerle addosso, impossessarsi del suo corpo e farle girare la testa, quasi fino a perdere i sensi.
Vuole concedergli tutta se stessa, fino in fondo. A costo di sembrare … triviale, sentendo la sua bocca sul seno desidera aprirgli le gambe, ancora una volta, pronta a donare. Il piacere a lui, e la vita al mondo.
Non di nuovo così presto, naturalmente. Ma sarà bene portarsi avanti, ché Ariadne non dovrà rimanere figlia unica com’è capitato a lei. Certo, non è stata una scelta voluta, quella dei suoi genitori: e se anche dovesse succedere a sua figlia, non se ne adombrerà troppo. Loro ci metteranno l’impegno, ma sarà Dio a decidere.
Riaccoglierlo dentro è un’emozione che non trova paragoni. E’ diverso dalla prima volta, non c’è dolore, neanche minimo. Le scivola nella carne come una lama nel burro, quasi non stesse aspettando altro anch’essa, consapevole che solo in quel modo avrebbe potuto sentirsi completa, finalmente.
<< Los … >>. Si tende a baciarlo, muovendosi contro di lui, che le accarezza piano la cicatrice del cesareo d’emergenza. Non era previsto, ma è stata grata al Destino per averle usato tanta misericordia, e risparmiarle anche sofferenza, alla fine.
Soprattutto per aver potuto mantenere fede alla sua promessa. Dimostrare a Los, e a suo fratello che non sempre le cose devono andare male per forza.
Neppure la lunga astinenza forzata è stata nociva. Le sue terminazioni nervose sono ora ipersensibili, e le basta poco per raggiungere l’orlo del baratro, l’apice del piacere più denso e puro.
Anche lui vi è giunto. Avverte distintamente i fremiti del suo membro dentro di lei, e seppur a malincuore deve fermarlo. << Aiolos, io … >>. Un gemito le spezza il respiro, incrinandole la voce.
Chiude gli occhi, cedendo a quella pressione nelle sue viscere rinsaldate alla perfezione. L’ondata calda e fluida la scuote fin nel profondo, riempiendola di scintille che baluginano nel buio. Come stelle. Se potesse concentrarsi sarebbe certa di poterle contare, scoprendo così che sono esattamente quelle che compongono
la costellazione del Sagittario, invisibile da quel luogo.
Ma poco importa. Le basta sapere ch’è quella in cui si trova il loro Sistema Solare. << Nina … >>. Un istante dopo sente una piccola trafittura dov’è più sensibile, un fiotto del seme di lui, ritrattosi appena in tempo.
<< Non te lo sei dimenticato >>, mormora, baciandogli le labbra socchiuse in un ansito.
<< Come potrei? L’ho imparato con te. Non posso dimenticare nulla, di quello che mi insegni tu >>. Le si sdraia al fianco, lambendole la spalla con le dita.
Nina si puntella sui gomiti, sorridendo. << Allora, tutto bene? >>.
<< Sì. Sei … esattamente uguale a prima >>, esala in un soffio Aiolos, stremato da quell’amplesso a cui non era quasi più abituato.
Non ha accettato di farsi toccare da lei, dopo il parto. E Nina temeva che non si sarebbe lasciato più andare, e avrebbero finito per ricorrere a quella famosa psicologa tanto amica del suo ginecologo.
Non sarebbe più occorso, grazie al cielo. E’ durato soltanto finché non ha ritrovato la certezza di poterla amare senza farsi paranoie inutili.
<< Ringrazia Ariadne, che ha deciso per il cesareo >>, le sfugge, ridacchiando nel vedere la sua espressione scandalizzata.
<< Nina! >>.
Natalia scoppia a ridere. Non le brucia più la ferita, ormai. Adesso, ogni tanto occhieggia la linea ancora un po’ rossa, sentendo esplodere in lei la gioia, nel sapere che si porterà addosso per sempre, come un tatuaggio, il segno della lama che ha permesso alla loro bambina di venire alla luce.
<< Un lavoro perfetto. Quest’estate potrà portare il bikini >>, aveva sentenziato il medico togliendole i punti, e attirandosi la prima occhiata storta da parte di Los. << Se … insomma, se vuole, ecco >>.
<< Ah, certo. Ne ho uno che ho preso l’anno scorso a fine stagione, e non vedo l’ora di indossarlo >>, aveva replicato lei smaliziata.
E ce l’ha addosso. Los non se n’è accorto, preso com’era.
Ma è così. Sotto l’abito di pizzo sangallo che ama tanto, e che ha comprato con Gabriel a Pamplona, insieme al ciondolo a forma di stella e agli anelli al suo dito ha indossato proprio quel famoso due pezzi, bianco anch’esso, con una piccola stella di cristalli cucita nell’angolo del pezzo sopra e dello slip. Se n’è innamorata subito, e l’ha preso immediatamente anche se ormai l’estate era terminata.
Quasi non aspettava di rientrarci. Invece le calza a pennello, e recupera la parte inferiore, infilandola con un paio di contorcimenti. << Ora, dopo avermelo fatto solo sentire, me lo fai vedere? >>.
Los sgrana gli occhi turchesi, a bocca aperta. << Il mare, scemo >>.
Aiolos scuote la testa, sorridendo. << Ma certo >>. Tira su i calzoni, grigio perla, da catino – un’espressione che ha coniato con Helena e Catarina, le sue nuove amiche, di certo più affidabili e sincere che quelle del liceo, per indicare qualcuno da sbavo con più eleganza- e le porge una mano, tirandola su prima di riallacciare la camicia scura, che forma un contrasto perfetto con la sua pelle abbronzata, e i ricci castano scuro.
Non solo è bellissimo, è sexy da morire. E quel “ ci farei un figlio anche domani”, che tante volte ha sentito per modo di dire, giusto per esplicare il desiderio di portarsi a letto qualcuno, adesso è vero più che mai.
Due anni. Non ci vuole poi tanto a farli passare. Soprattutto se nel mezzo hanno da occuparsi già di una bambina, che somiglia ad entrambi: un po’ a lei, e un po’ a lui.
Tenendola per mano la conduce al passaggio tra la riva e la macchia, rivelando un paesaggio bellissimo, illuminato dalla luce della luna. Le onde ornate di schiuma s’infrangono lentamente sulla parte sabbiosa, con più energia dal lato degli scogli.
<< Los, è fantastico >>. Si volta verso di lui, un sorriso da bambina che sa di avere in viso. << Facciamo il bagno? >>.
<< No, dai, Nina … e se ti fa male? >>.
<< Mi fa male solo sentirti dire ancora di no >>. Sfila rapida il vestito che non aveva neppure riallacciato, e corre, pronta ad incontrare quell’acqua che le è amica, complice, l’acqua delle sue sensazioni, delle sue emozioni, le stesse che non si è mai lasciata convincere a trattenere, se sentiva che l’occasione era quella giusta.
E’ fredda, com’è giusto che sia per la stagione. Ma non le importa. << Andale, vieni, Los! >>.
<< Ti ammalerai, così >>. Però la raggiunge, fermandosi appena sulla battigia, sfilando le scarpe. << E io che ti do retta >>.
<< Tu devi darmi retta. Lo sai che non puoi far altro >>.
Aiolos ride. E’ un suono pieno, gioioso, luminoso. Riempie la notte, con il suo splendore. << Ovviamente, mia signora >>. Sfila i calzoni, la camicia, raggiungendola e abbracciandola, stringendola a sé.
Nel suo battito Nina ritrova la melodia delle onde. << Ti amo >>, sussurra Los, e lei rabbrividisce nel pensare che quel corpo così saldo e vitale è già stato sottoterra.
Non le fa impressione. Al contrario, rafforza in lei il desiderio d’impedire che avvenga di nuovo quanto più a lungo possibile.
E l’ha già fatto. Dandogli una figlia, il suo retaggio non andrà perso, continuerà ad esistere, nei loro figli, e nei figli dei loro figli.
Sperando che non reagisca come Shura, quando un futuro per ora lontano Ariadne verrà ad annunciare loro che aspetta un figlio dall’uomo che ama.
Anzi, no. Sperando che reagisca … esattamente così. << Ti amo anch’io >>.
Continuano a stringersi, nell’alone sempre più colorato della luna, prima bianca, poi gialla, arancio, come il suo colore preferito, e infine rossa, bassa sull’orizzonte.
Come il sangue. Il legame più importante, la catena che più di ogni altra ha il potere di assicurare cose e persone a sé. << Torniamo da Aria? >>, le sussurra Aiolos, riguadagnando la riva sabbiosa.
<< Sì. Penso debba aver fame, ormai >>.  Nina infila l’abito sulla pelle bagnata. << Anche se zio Lia se la cava egregiamente, con biberon e pannolini. E Gabriel s’incanta come uno scemo, a starlo a guardare >>.
<< Nina? Non avrai … >>.
<< Chiaro che sì. Non lo vuoi un nipotino da due delle persone a te più care al mondo, agapì? >>, fa Nina, strusciandoglisi addosso come una gattina.
<< No >>.
<< Come no? >>.
<< No, scusa. Volevo dire no. Ma com’è che riesci sempre a far maledire alle persone non soltanto quello che dicono loro, ma anche quel che dici tu stessa? >>.
Nina sorride. Nella luce lunare Aiolos è bello più che mai, ammantato dell’alone di Selene. Non è difficile immaginarlo quella notte, con la neonata Saori in braccio, che tenta in ogni modo di renderle salva la vita. << Te l’ho detto. Sono un Capricorno. Non hai speranze di vincere con me, mio caro Sagittario >>.
Los la ferma, fa salire al posto suo la lampo dell’abito. Le posa un leggero bacio salato sulla nuca, poi sulle labbra, facendola voltare. << Un Capricorno con il cuore di un Leone >>.
<< Sì. Un cuore … che batte … solo per te, mi amor >>. Nina ricambia il bacio, a lungo, finché quella stessa luna non svanisce sotto l’orizzonte, occhieggiando ai due innamorati.
Restano solo le stelle, quella sul suo sterno e quelle nel cielo.
Mai Sagittario e Capricorno sono stati tanto vicini.
E lo resteranno a lungo.
Per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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