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Autore: JAPAN_LOVER    29/07/2018    3 recensioni
Misa fece spallucce e, inarcando maliziosamente un sopracciglio, punzecchiò il ragazzo rachitico che le era affianco:
“Non sarai mica gay, Ryuzaki?”
“No, Misa – rispose lui, con la solita voce priva di emozioni – non sono affatto gay!”
“Allora dimostramelo – lo incalzò, con tono di sfida – baciami!”



Sospettata di essere il secondo Kira, Misa era tenuta sotto stretta sorveglianza al Quartier generale. Questo, in fondo, le stava bene perché avere accanto un Light che sembrava non volerne sapere niente di lei, era più facile da riconquistare.
Se è vero che le migliori armi di seduzioni per una donna sono la bellezza e la gelosia, lei su queste cose era sicurissima di poter contare.

L era il più grande detective del mondo impegnato sul caso Kira. Lucido, freddo, razionale, era disposto a ricorre a ogni mezzo pur di catturare il suo nemico. Figuriamoci se si fosse fatto scrupoli ad approfittare di un’ingenua e innamoratissima modella, per raggiungere i suoi scopi.

Uniti da un tacito accordo, chi per primo tra i due verrá meno al patto?
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Misa Amane
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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TRUST THE LAW, MISA!


Quella sera il detective se ne stava rannicchiato alla scrivania, nella sala monitor, a osservare i suoi prigionieri. Beh, tecnicamente Light e Misa erano stati liberati dalle loro celle, ma sostanzialmente erano tenuti costantemente sotto controllo dall’occhio vigile delle telecamere di L.
Il detective mandava giù un sorso di caffè dopo l’altro e, di tanto in tanto, lanciava uno sguardo ai vari monitor: Light era disteso sul letto e leggeva un libro, Misa se ne stava accoccolata a un cuscino sul divano del soggiorno e guardava la TV.
In quel momento entrò in sala monitor Watari, spingendo un carrellino con sopra una guantiera d’argento, fino ad accostarlo vicino alla poltrona su cui era raggomitolato il detective.
L’uomo anziano sollevò il coperchio argenteo, scoprendo il contenuto della guantiera: una torta con ripieno di crema chantilly, guarnita in superficie con panna montata e fragole.
“Ho pensato che potessi avere fame!” scandì premurosamente il tutore.
“Grazie, Watari!” rispose il ragazzo dai capelli corvini.
Già da qualche giorno, l’uomo aveva notare che nel suo protetto c’era qualcosa di strano. Sembrava particolarmente apatico, ma il fatto che continuasse a mantenere un sano appetito lo rassicurò molto.
“La signorina Amane continua a chiedere un appuntamento con Light Yagami!” informò placidamente Watari.
L ritagliò una generosa fetta di torta e la ripose nel suo piattino.
“Immagino!” disse poi, cominciando ad assaggiare quello che era il suo dolce preferito.
“Suppongo che respingerai la richiesta!” concluse l’uomo dai capelli candidi.
“E perché mai dovrei?” replicò L, suscitando stupore nel suo tutore.
L’esuberante ragazza bionda aveva portato allegria, ma anche scompiglio all’interno del Quartier generale. La reazione brusca di Aizawa aveva fatto supporre a Watari che L avrebbe optato per un approccio più severo e meno permissivo nei confronti dei due giovani ospiti.
“Ma Ryuzaki…”
L distolse lo sguardo dai monitor e reclinò il capo per guardare con i suoi occhi scuri l’uomo che gli era di fianco.
“Secondo i miei ragionamenti Light Yagami è stato il primo Kira e Misa Amane il secondo – spiegò placidamente il detective – tuttavia, allo stato attuale le indagini sono a un punto morto e tutto ciò che è accaduto fino ad adesso mi porta a pensare che entrambi abbiano dimenticato di essere Kira. Lasciamo pure che interagiscano fra loro, sotto la nostra supervisione. Prima o poi, le acque si smuoveranno e sarà allora che li coglierò con le mani nel sacco!”
L’anziano si sistemò gli occhiali sul naso. Non proferì parola ma la verità era che, da quando L aveva accettato di occuparsi di quel caso, Watari era preoccupato per il suo ragazzo. Per la prima volta il giovane detective si era esposto troppo, uscendo allo scoperto e mettendo a repentaglio la sua vita.
In quel momento i due, videro sullo schermo Misa lasciare il proprio appartamento.
“Le recupero e la riporto nella sua stanza?” domandò l’anziano.
“No, non sarà necessario!” rispose piattamente L, ormai abituato alle visite notturne della sua nuova amica.
“Come desideri!”
L’uomo si voltò e increspò le labbra in sorriso compiaciuto, prima di dileguarsi oltre le porte automatiche.
Quando la ragazza entrò nella sala monitor, il detective era preparato ancora una volta all’arrivo dell’uragano Misa. Tuttavia, quella sera la bionda sembrava particolarmente calma, priva della solita esuberanza che aveva portato tanto scompiglio al Quartier generale.
Quando lei si avvicinò, il detective si accorse immediatamente del suo umore. Per L, Misa era ormai un libro aperto. Riusciva a captare tutte le emozioni che le ribollivano appena sotto la superficie della pelle.
“Cosa c’è, Misa? – domandò L – per caso non ti piace il tuo appartamento? Se vuoi posso chiedere a Watari di cambiare tappezziere!”
“No, mi piace molto – replicò lei, perplessa – Ryuzaki, come mai me lo chiedi?”
Il detective la guardò di sottecchi. Quella sera non sembrava affatto lei.
“Beh, ho pensato ci fosse qualcosa che non andasse nel tuo appartamento dato ogni sera vieni sempre qui, anche se non c’è Light” osservò il ragazzo dai capelli corvini, sorseggiando dell’altro caffè.
Già, Light…
Misa si sentiva profondamente avvilita per i risultati pressoché nulli ottenuti con lui. Lei le aveva provate davvero tutte, ma niente aveva prodotto gli effetti sperati. Tuttavia, l’unica cosa che sembrava recarle conforto erano le chiacchierate notturne con Ryuzaki. Quel ragazzo rachitico estremamente intelligente e con il suo strano umorismo – talvolta anche cinico – riusciva a farla stare bene.
“Non dirmi che adesso vuoi mandarmi via anche tu!” piagnucolò lei, esasperata.
“No, affatto!” le rispose lui, sincero.
Lei gli rivolse un sorriso pieno di gratitudine. Poi, prese la fragola che guarniva la fetta di torta nel piattino e la gustò golosamente, lasciandosi scappare un mugolio soddisfatto.
“Deliziosa!” squittì lei.
Geloso dei suoi dolci, il detective attese un moto di irritazione, che però non arrivò. Di solito mal tollerava che gli si venissero sottratte le sue leccornie.
“Ryuzaki, non vedo loro che catturiate Kira! – esclamò poi lei, scrutando con curiosità tutti quei dati e quelle tabelle di cui non poteva capire alcunché – siete vicini alla soluzione del caso?”
“Curioso che sia proprio il secondo Kira a pormi una domanda del genere!” rispose il detective, con tono provocatorio.
Misa alzò gli occhi al cielo, indispettita.
“Ryuzaki, ancora con questa storia? – replicò lei – è vero che ammiro molto Kira e che, se avessi i suoi poteri, probabilmente li userei per rendere il mondo un posto migliore ma, Ryuzaki, io non sono Kira!”
L le credeva o meglio sapeva che Misa era convinta di dire la verità.
“Il fatto che tu dica che useresti i poteri di Kira per uccidere, mi porta inevitabilmente a pensare che tu lo sia – le fece notare il detective dai capelli corvini – è talmente evidente che mi riesce difficile crederlo!”
“Ma insomma! – protestò lei, per poi mitigare il suo tono di voce – Ryuzaki, sei incredibilmente intelligente, ma credo che tu non ti renda conto di molte cose. Non è tutto bianco o tutto nero, al mondo non esistono solo cose riprovevoli o irriprovevoli, ci sono delle ingiustizie…terribili ingiustizie. Un anno fa i miei genitori sono morti, uccisi orribilmente da un ladro entrato in casa nostra. Io ho visto ho visto in faccia quell’uomo, ma la mia testimonianza non bastò e i giudici lo assolsero. Devo solo ringraziare Kira se la mia famiglia ha ottenuto giustizia! Non la polizia, non i giudici, a fare giustizia ci ha pensato Kira! Per questo venero Kira e sono dalla sua parte!”
Misa era semplicemente esplosa, con quella pioggia di concitate parole. Non aveva idea del perché avesse aperto il cuore proprio a Ryuzaki, con la sua storia e tutto il dolore che, inevitabilmente, scaturivano da quei ricordi. L si soffermò per un attimo su quella ragazza che lo guardava severamente con occhi lucidi. Prima dell’arresto, il detective si era informato molto su Misa ed era al corrente di quello che era accaduto ai suoi congiunti. Lui non era certo il tipo da lasciarsi intenerire da quegli occhioni nocciola, tuttavia, era in grado di comprendere il suo dolore.
“Misa, ti sbagli, mi rendo conto che quello che è capitato alla tua famiglia sia stato terribile. Ma a prescindere da Kira, le ingiustizie ci sono sempre state e continueranno a succedere – replicò placidamente il detective, sorseggiando dell’altro caffè – mi spieghi come può una persona in carne e ossa, assolutamente passibile di errore, giudicare e uccidere un’altra? Come puoi credere che Kira rappresenti la giustizia? Un individuo che si è imbattuto in un simile potere omicida, arrogandosi il diritto di giudicare gli altri come se fosse un dio, non può che essere un megalomane infantile, totalmente pieno di sé. Ascoltami bene, Misa, c’è qualcosa al di sopra dell’uomo in grado di garantire un margine di equità: questo qualcosa è la legge. Non sarà perfetta, ma è quanto di più vicino abbiamo alla giustizia. Appellati alla legge, Misa. Può averti deluso in passato, ma ti prometto che ti salverà in futuro”
Le sue ultime parole suonarono alla bionda come un caloroso invito. Misa poteva specchiarsi in quelle profonde pozze scure, dalle iridi argentee. Per uno strano attimo, non riuscì a capire se Ryuzaki la stesse invitando ad affidarsi alla legge o a lui stesso. Si lasciò travolgere dall’effetto di quelle parole e si avventò su quelle labbra sottili. Catturò quel suo viso diafano tra le mani e lo baciò lungamente.
Il detective rispose al bacio con veemenza, sentendo un fremito scorrere dentro di sé.
Così come aveva portato scompiglio nel Quartier generale, Misa era riuscita a scombussolare anche il grande L.
“Light non è qui…” le ricordò lui, chiedendosi il perché di quel bacio.
“Lo so…” ammise lei, chiedendosi se al suo amico fosse dispiaciuto.
Tuttavia, Misa non scorse traccia di disappunto su quel viso marcato da profonde occhiaie. Con le nocche gli attraversò le guance ceree in una tenera carezza, ottenendo in cambio un brivido di piacere.
Quindi, lo baciò ancora una volta.
“Ryuzaki…facciamolo…. – sussurrò lei – ti va?”
Vedendolo deglutire, Misa si alzò dalla sedia e si liberò del corpetto nero, mostrando il reggiseno in pizzo dello stesso colore rimasto a coprirle il seno.
L avvertì una violenta eccitazione premere contro la patta dei suoi jeans. Con un ultimo brandello di razionalità rimastagli, si domandò quanto fosse giusto lasciarsi andare, ma questo pensiero svanì completamente quando Misa si sedette sulla scrivania davanti a lui.
Lui si alzò e tolse la maglietta bianca, che la ragazza gli aveva visto sempre indossare, mostrando una muscolatura che lei proprio non si aspettava. Misa accarezzò quei pettorali alabastrini e poi gli slacciò la cintura, facendogli scivolare a terra i jeans sbiaditi.
Per L quella situazione era completamente nuova. Aveva voglia ma, allo stesso tempo, una gran paura di toccarla.
La bionda allargò le gambe per rendersi più accessibile a lui e il detective fece scivolare le mani nel suo interno coscia, per poi sfilarle le mutandine.
Il sorriso di Misa gli rivelò che era soddisfatta, quindi procedette e uscì anche lui dalla biancheria intima.
Lei gli sorrise di cuore. Fu una gran sorpresa scoprirlo timido nell’intimità, forse anche un po’ impacciato. Si era sempre immaginata un Ryuzaki rude e dominante, proprio come il detective che impartiva ordini a chiunque, dentro e fuori il Quartier generale.
“Così…” sussurrò lei, mostrandogli i punti per lei nevralgici.
Il detective assecondò i movimenti, sentendosi particolarmente goffo. Qualche mugolio di piacere di Misa persuase L che forse non doveva essere poi un così gran disastro...
Misa lo abbracciò e lasciò che il suo corpo aderisse perfettamente a quello caldo del detective. Quando L entrò dentro di lei, Misa gemette e intrecciò le dita in quei capelli corvini così selvaggi e disordinati.
Le mani di L vagavano caute lungo il corpo di lei. Cercava di razionalizzare ogni movimento, trovando incredibile che gli risultasse più semplice utilizzare un catalizzatore di nanoparticelle, piuttosto che fare l’amore con una donna. Lei però gli piaceva, eccitava la sua mente e la sua carne più di quanto avesse mai ritenuto possibile.
“Ryuzaki…” mormorò lei, aggrappandosi a lui e invocando quello che credeva fosse il suo nome.
In quel momento nella sua testa c’era soltanto lui. Non riusciva a capire se ciò che la attraesse maggiormente di quel ragazzo fosse il suo sguardo intenso, la sua capigliatura indomabile o la sua testa capace dei più brillanti e arguti ragionamenti e anche – come aveva appena scoperto – di grande umanità.
L non volle pensare alle conseguenze di quell’atto, così puro e istintuale: ci sarebbe stato tempo per i pensamenti e i ripensamenti. In quel momento desiderava soltanto godersi quel momento.
Come se una confusa nebbia gli avesse ottenebrato completamente la mente, L si lasciò andare a un’aspirale vorticante di puro piacere.
***
***
***
CIAO,
ERA DA PARECCHIO CHE NON AGGIORNAVO QUESTA FAN FICTION. VI SARESTE ASPETTATI UN RISVOLTO DEL GENERE?
ERA DA PARECCHIO CHE RYUZAKI HA COMINCIATO AD OCCUPARE UN POSTO IMPORTANTE NELLA VITA DI MISA. LEI E’ ATTRATTA SOPRATTUTTO DALLA SUA INTELLIGENZA, MA IN QUESTO CAPITOLO SI CAPISCE CHIARAMENTE CHE NON E’ SOLO UNA QUESTIONE MENTALE, C’E’ ANCHE UNA CERTA CHIMICA.
L SI MANIENTE MOLTO PIU’ IC. SEMPRE LUCIDO E RAZIONE, MA FINO A UN CERTO PUNTO… :’D
IL TITOLO GIOCA AMBIGUAMENTE CON LA PAROLA LAW (LEGGE, IN INGLESE) E LAWLIET (IL VERO NOME DI L). ANCHE CIO' CHE DICE RYUZAKI SUONA A MISA MOLTO AMBIGUO, PUR NON CONOSCENDONE IL VERO NOME.
SPERO DI AGGIORNARE PROSSIMAMENTE,
A PRESTOOO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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