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Autore: MaryFangirl    19/08/2018    3 recensioni
Quando la vita offre una seconda opportunità...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Kaori si svegliò lentamente nella sua stanza. Aveva fatto un sogno meraviglioso. No, non era un sogno, era la realtà: Ryo l'aveva baciata, due volte. Arrossì e si nascose sotto la coperta alla constatazione.
Avevano trascorso una bella serata al parco anche se lei non aveva prestato attenzione ai diversi gruppi che avevano suonato. Poco le era importato, perché in quel parco Ryo l'aveva baciata. Era poi giunta l'ora di rientrare, con dispiacere di Kaori. Ma Ryo l'aveva piacevolmente sorpresa tenendole la mano per tutto il tragitto fino a casa.
Entrando nell'appartamento, Kaori aveva dubitato di Ryo: e se tutto fosse tornato come prima, se lui avesse ripudiato il bacio di quella sera.
Si era diretta verso la sua camera, persa in tristi pensieri.
Quando stava girando la maniglia per aprire la porta, aveva sentito un soffio caldo contro il collo:
"Non mi auguri la buonanotte?"
"...Sì, buonanotte Ryo..." aveva mormorato lei voltandosi verso di lui.
Le labbra di lui si erano posate sulle sue, domandando di più rispetto alla prima volta, e lei si concesse senza esitare.
Aveva sentito le sue mani calde e possenti attirarla verso il suo corpo virile, sempre più vicino. Quel bacio aveva avuto il sapore del sale e del miele, era stato tenero e fervente, era stata una promessa che i giorni a seguire sarebbero stati migliori, che niente sarebbe stato più lo stesso, che Ryo non avrebbe cambiato idea.
"Buonanotte Kaori"
Ryo aveva ripreso fiato, carezzandole teneramente la guancia e le labbra socchiuse.
"Buonanotte..."
Lui aveva sorriso ed era entrato in camera sua dopo un ultimo sguardo.
Kaori era rimasta contro la porta e dopo essersi ricomposta, era andata a dormire.
E quel mattino, aveva già voglia che giungesse la sera per vederlo. Perché doveva lavorare con Eriko? Ma non poteva mollarla, le aveva detto che l'avrebbe aiutata per la sua collezione, per il negozio e i clienti...clienti...Gin.
Quel nome e quell'uomo macchiarono i suoi pensieri, lo aveva completamente dimenticato. Non aveva detto niente di lui a Ryo. Non doveva sapere della sua esistenza.
Ma non era stata troppo dura con lui? Si era imposta senza lasciargli occasione di spiegare le proprie ragioni. Non avrebbe dovuto essere così accesa nelle sue reazioni, non era stata la loro prima discussione, ne avevano avute altre.
A quanto pareva Hide e lui si erano trovati in disaccordo, ma su cosa? Era combattuta tra la voglia di proteggere la memoria di suo fratello, di mantenere intatti i suoi ricordi e la curiosità di sapere cosa li aveva separati e di rivedere il suo amico d'infanzia.
La vita li aveva divisi e sicuramente lui era cambiato ma lo stesso era per lei, e in ogni caso, conoscendolo sarebbe tornato ora che sapeva dove trovarla.
Si alzò e si diresse in bagno per farsi una bella doccia che facesse sgombrare tutte quelle emozioni.
Davanti allo specchio, si studiò. Gin aveva dovuto essere sorpreso nel vederla.
Mentre si toglieva la maglietta del pigiama, avvertì un dolore all'altezza del braccio. Levò l'indumento e si ispezionò: aveva un bell'ematoma sul braccio sinistro, si era dovuto verificare durante la discussione di Gin, si ricordò che lui l'aveva stretta con fermezza ed ecco il risultato dei loro temperamenti esplosivi.
Non c'era bisogno che Ryo lo vedesse, né nessun altro, quindi avrebbe indossato maglie a maniche lunghe finché il livido non fosse scomparso.
Fece una doccia veloce, si asciugò e si mise un po' di pomata sul livido, poi si rimise la vestaglia addosso per tornare in camera e vestirsi.
Fece tranquillamente colazione e preparò qualcosa per il suo partner, poi prese la borsa per raggiungere Eriko, lo sfioramento a livello dell'ematoma risvegliò il dolore. Doveva fare attenzione a come si muoveva se non voleva intensificarlo.
Ryo aveva sentito il suo angelo svegliarsi e attivarsi in casa prima di uscire.
Era deluso, aveva pensato che avrebbe fatto una deviazione verso la sua stanza per dargli il buongiorno ma aveva dovuto ritenere che fosse ancora troppo presto per lui, e sicuramente la sua timidezza aveva fatto il resto.
Sorrise e si passò la mano sulle labbra ripensando alla serata del giorno prima. Se avesse saputo prima fino a che punto era bello lasciarsi andare, non avrebbe tardato tanto.
Idiota, imbecille, cretino, non c'erano abbastanza insulti per definire ciò che era. Ma finalmente aveva agito e non si pentiva di niente.
Aveva perfino avuto la forza di non intimidirla e di fermarsi prima che andasse troppo in fretta. Aveva sentito Kaori rispondere al suo bacio con passione ma aveva anche compreso che non era pronta a bruciare le tappe, e poi lui avrebbe avuto l'occasione di corteggiarla, cosa che mai aveva fatto.
Si ricordò della serata precedente e all'improvviso vide rosso: aveva detto che i clienti erano difficili, e se uno di loro aveva avuto un comportamento inappropriato con lei? Voleva saperlo.
A quel pensiero, si irrigidì. Era protettivo e geloso, non concepiva di non sapere cosa succedeva alla sua partner. Non voleva più segreti tra loro.
Decisamente quella piccola donna aveva l'arte e il modo di trasformarlo senza rendersi conto del potere che aveva su di lui.
Si riaddormentò con la testa piena dell'immagine della sua partner.
 
 
Eriko osservava Kaori. Era da tutta la mattina che canticchiava un motivo che solo lei conosceva. La stilista era felice per la sua amica ma fraintese sulla persona responsabile della gaiezza di Kaori.
Nel primo pomeriggio, arrivò un fattorino con un immenso mazzo di rose rosse.
"Consegna per la signorina Makimura"
"Sì, sono io"
"Firmi qui, per favore"
Kaori era sorpresa, chi poteva inviarle dei fiori?
Firmò e ringraziò il fattorino.
"Che mazzo magnifico, guarda, c'è un biglietto"
Eriko le tese il biglietto mentre lei prendeva i fiori per metterli in un vaso. Insistette affinché l'amica lo leggesse.
'Ricominciamo da zero. Gin'.
"Ricominciamo da zero? Tutto qui?"
"Sì"
Kaori le porse il biglietto perché Eriko leggesse da sé.
"Almeno sappiamo che è il bel cliente di ieri"
"È un amico, Eriko, nulla di più"
"Sì, un amico che non vedevi da tanto tempo e che ti manda dei fiori costosissimi a giudicare da dove vengono"
"Eri, per favore...non ho voglia di parlarne"
"Molto bene, come vuoi, ma ciò non toglie che il tuo amico sia molto seducente e galante"
"..."
Kaori fece finta di non capire e riprese con le sue faccende.
Eriko voleva sapere, quindi ebbe un'idea:
"Che ne dici di uscire questa sera? È sabato e abbiamo un momento di relax dopo un mese, possiamo approfittarne per festeggiare il nostro lavoro insieme!"
"Sei sicura che è solo per questa ragione?"
"Sì, abbiamo lavorato duramente e non ce l'avrei mai fatta senza di te...e offro io, te lo devo" terminò con un gran sorriso.
Kaori non ebbe il tempo di rispondere che il telefono squillò.
"Pronto" rispose la stilista. Si voltò verso Kaori mettendo una mano sulla cornetta, dicendole: "È il tuo 'amico', vuole sapere se hai ricevuto i fiori e se ti sono piaciuti"
Kaori prese la cornetta e ringraziò il suo interlocutore:
"È stato un gesto gentile ma non serviva"
"No, Kaori, era il minimo, ieri mi sono lasciato trasportare senza ragione. Tu non potevi sapere, ma mi piacerebbe che riprendessimo la nostra conversazione davanti a un drink stasera, che ne dici?"
"Oh questa sera no, mi dispiace ma sono impegnata. Domani pomeriggio se vuoi, possiamo incontrarci da qualche parte?"
Dopo aver concordato sull'ora e sul luogo dell'appuntamento, Kaori riattaccò sotto lo sguardo curioso e impaziente di Eriko. Quest'ultima si promise di farla parlare, in un modo o nell'altro.
Più lontano, per strada, un uomo rifletteva battendo con le dita contro il vetro della cabina telefonica. Sembrava contrariato.
Da dov'era, poteva osservare due sagome attraverso la vetrina del negozio.
"Allora, Kaori, siamo d'accordo per stasera?" insistette Eriko.
"Ok, va bene, ma devo chiamare Ryo per avvertirlo"
"Ah, perché lui ti avverte quando esce?"
"Eri..."
Kaori chiamò Ryo ma le rispose la segreteria telefonica, quindi spiegò brevemente che quella sera avrebbe festeggiato con Eriko la fine della loro collaborazione e che non sapeva a che ora sarebbe rientrata.
Era delusa, le sarebbe piaciuto sentire la sua voce, quindi si tuffò nel lavoro sperando che il tempo passasse il più velocemente possibile.
Ryo aveva sentito il telefono mentre era sotto la doccia e si era messo una salvietta intorno alla vita mentre ascoltava il messaggio della sua bella.
-La faccenda è soltanto rimandata- pensò, per una volta sarebbe stato lui a rimanere sveglio fino al suo ritorno.
 
 
Finalmente la giornata giunse a conclusione. Le ragazze decisero di recarsi in un bar/ristorante poco lontano da lì. Chiusero la boutique e si avviarono senza notare che un uomo usciva dalla cabina telefonica, divenuto il suo luogo di osservazione per il pomeriggio.
Il bar era pieno ma c'erano ancora dei posti, rapidamente le due trovarono un tavolo dove sistemarsi. Il locale era piacevole e l'ambiente era festoso, con una musica ritmata come colonna sonora.
Le donne ordinarono e cominciarono a discutere di tutto e niente.
Tuttavia Kaori non era a suo agio, si sentiva spiata ma non sapeva da dove. Lanciò uno sguardo in sala al fine di provare a distinguere la sensazione, ma fu inutile. C'erano senza dubbio degli uomini che guardavano lei ed Eriko ma non era questo a disturbarla, anche se ne era un po' imbarazzata.
Riportò la sua attenzione al tavolo quando un uomo vi si accostò:
"Buonasera affascinanti signorine, posso offrirvi qualcosa da bere?"
Eriko e Kaori sorrisero alla proposta ma rifiutarono gentilmente.
"Ci ho provato" disse l'uomo sorridendo e tornando al bar.
Kaori seguì il bar con lo sguardo e non vide l'uomo nell'ombra che non si era perso quello scambio. Osservava le ragazze da qualche momento quando quell'uomo aveva tentato la sorte per ritornare a mani vuote. Aveva notato che gli uomini adocchiavano senza imbarazzo le giovani donne non accompagnate, e l'iniziativa dello sconosciuto lo infastidì.
Quando quello si allontanò per recarsi in bagno, lo seguì. Erano soli.
"Che bella ragazza che hai puntato"
"Sì ma non era interessata, peccato"
Si posizionò dietro l'uomo, che era sereno, e con un movimento brusco gli spezzò il collo.
"Non lascerò che nessuno le si avvicini. Lei è mia e io non condivido"
Sollevò il corpo dell'uomo quando un altro entrò:
"Qualche problema?"
"No, niente di grave, ha bevuto troppo, ha solo bisogno di prendere aria"
"Oh, capisco. C'è l'uscita di sicurezza se vuole, a sinistra, è più discreta"
"Ok, grazie"
Aiutò il suo 'compare' a uscire e una volta nel viottolo, lo lasciò a 'smaltire' la sbornia dietro i bidoni della spazzatura.
Rientrò nel bar e fu sollevato nello scoprire che le donne erano sempre lì.
Con l'esperienza, aveva appreso che era necessario non far interferire alcunché nei suoi piani e un'osservazione minuziosa dell'obiettivo era essenziale per essere in grado di interpretare i gesti, che dicevano molto della persona da raggiungere e permetteva un approccio migliore.
L'osservò pazientemente, notando ogni sua mossa, gesto e comportamento, poi guardò l'orologio.
Era ora che andasse a salutarle.
  
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