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Autore: T612    20/08/2018    1 recensioni
1956, Russia, base operativa del KGB.
La nascita della leggenda della Vedova Nera e il Soldato d'Inverno all'ombra del Cremlino.
Ufficialmente gli eventi di quell'anno non si sono mai verificati, ufficiosamente gli eventi di quell'anno sono stati cruciali.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'M.T.U. (Marvel T612 Universe)'
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3 febbraio

 

A pranzo aveva mangiato il minimo indispensabile, la mandibola scricchiolava con un rumore orribile ad ogni morso e Natalia stava iniziando a rimpiangere di non avere altri antidolorifici. Durante l’allenamento di quella mattina il Soldato d’Inverno era riuscito ad atterrarla, le aveva sferrato un pugno sul volto e la ragazza aveva visto le stelle, l’incidente aveva spinto Karpov ad intervenire fermando il suo Maestro mentre Dmitri la trascinava via dal ring… aveva percepito la voce furibonda del Generale inveirgli contro, sgridandolo che poteva colpirle ovunque, ma non al volto. 

L’avevano scortata alla propria stanza per permetterle di medicarsi con quello che le era rimasto del disinfettante e delle garze guadagnate durante la prima lezione con il Soldato d’Inverno, ma all’ora di pranzo il labbro rotto e lo zigomo tumefatto avevano solamente contribuito a farle passare la fame.

Saltando il pranzo, combinato al fatto che fuori imperversava una tempesta di neve che bloccava l’accesso al tetto, aveva raggiunto in anticipo la sala da ballo di Madame B. Erano diversi anni che le lezioni di danza erano individuali, per il semplice motivo che quattro quinti delle allieve non avevano superato i primi tre anni di addestramento. Nelle lezioni individuali Madame B pretendeva la perfezione, la ricompensa ad ogni errore era una bastonata che ti spediva a terra… Natalia aveva imparato a proprie spese che i Capi consideravano la danza classica una disciplina in grado di formare il carattere, a differenza dell’opinione sviluppata dalla ragazza, che dopo anni aveva dedotto che nella danza classica l’unica cosa veramente importante era non cadere dalle punte nonostante le dita sanguinassero. Dovevano essere la perfezione in persona, per questo nonostante le percosse e le torture non potevano mutilarle o sfigurarle, era severamente proibito intaccare esternamente la materia prima. 

Natalia si era affacciata all’ingresso della sala da ballo, osservando le giovani allieve alla sbarra mentre eseguivano diligentemente gli esercizi impartiti, venendo presto raggiunta da Madame B con a seguito tre ragazzine, spedendole in infermeria con tono inquisitorio… non dovevano avere più di dodici anni. 

-Che ne pensi Natalia? -chiede l’insegnante puntando lo sguardo sulle ragazzine che si esercitavano sulle punte gessate, rendendo implicito il soggetto riferito alla propria domanda.

-Sono troppo deboli, non sopravviveranno. 

Non aveva detto che era crudele illuderle di avere una possibilità, che erano troppo giovani ed inesperte per sapere che l’infermeria equivaleva alla morte… l’aveva tenuto per sé, perché mostrare compassione era indice di debolezza.

-Non tutte possono essere perfette come te, Natalia.






 

Edit: 16/09/2019

   
 
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