Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: Rexmin    22/08/2018    1 recensioni
Dal secondo capitolo:
Ho teso la corda, con la freccia verso l'alto, la punta di ferro che scintillava al sole. Sam mi aveva detto come calcolare l'angolazione in base alla distanza. Ho ripensato al mio primo tiro, mezzo anno prima, quando avevo visto la freccia fare centro prima di averla tirata. Dovevo aver visto nel futuro, come diceva Cylia. Ci ho provato di nuovo. Era la terza volta quel giorno. Ho visto la freccia volare. Le ho quasi imposto di fare centro, come quando stai sognado e ti accorgi che è un sogno, e controlli gli eventi.
'Devo crearmi il mio futuro' ho pensato.

-
(La storia è ambientata prima della serie di Percy Jackson, prima che nasca Talia. Quindi non comparirà nessuno dei personaggi della serie, se non Chirone, gli dei e altri personaggi così)
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Siamo arrivati fino a una specie di villa, che Leak aveva chiamato Casa Grande. Era azzurra con i merletti bianchi, a due piani. Sul portico c'era un cavallo bianco, cosa che mi ha sopreso. 'Cosa ci fa un cavallo lì?' ho pensato. 'Ho visto delle stalle prima, forse è scappato'. Ma quando ci siemo avvicinati mi sono accorta che non era affatto un cavallo. Dove ci sarebbe dovuta essere la testa c'era il busto di un uomo. Ho continuato a seguire Leak stupita, cercando di capire se quel cavallo-uomo fosse veramente lì o me lo stessi immaginando.

Arrivati là Leak ha salutato il cavallo-uomo educatamente. “Buongiorno Chirone”

“Buongiorno Leak” ha salutato il cavallo. Poi si è voltato verso di me. “E buongiorno anche a te...?”

“Shara Welling” mi sono presentata.

“Piacere” ha detto lui. “Io sono Chirone, amministratore del campo. Suppongo che tu sia appena arrivata...”

Ho annuito, cercando di guardare il volto di Chirone invece del suo insolito corpo.

“L'ho vista che arrivava mentre aggiustavo gli allarmi, inseguita da un mostro, e siamo riusciti a batterlo.” è intervenuto Leak. “Cioè, è stata Shara più che altro...” si è voltato verso di me.

“Non ti ha accompagnata un satiro?” ha chiesto Chirone interrogativo.

“Un satiro...? No, mi ha accompagnata...” stavo per dire 'mio papà', ma non potevo chiamarlo più così. “... il mio patrigno”. Suonava bruttissimo così. Anche se non lo era veramente, avrei sempre visto Buck come pio papà.

L'uomo-cavallo ha fatto una faccia ancora più interrogativa.

“Credo che anche lui venisse in questo campo da ragazzo. Si chiama Buck Welling” gli ho spiegato. Lui si è illuminato.

“Ah si, me lo ricordo... era molto amico con un altro ragazzo, Samuel Peering... hanno lasciato il campo quando erano quasi adulti” si stava facendo prendere dai ricordi. “E ora come sta Buck?” ha chiesto sorridente. Ho abbassato lo sguardo. Non lo sapevo come stava, ma non facevo altro che chiedermelo. Chirone doveva aver intuito che non sapevo come dirlo. “Facciamo così, spiegami tutto con calma”

Ci siamo seduti su delle sedie lì sul portico, o almeno, io e Leak ci siamo seduti, Chirone è rimasto in piedi. Ho appoggiato il mio arco, che avevo ancora in mano, accanto alla sedia insieme allo zaino e la faretra, e ho cominciato a parlare.

Ho raccontato tutto quello che ricordavo, partendo da quando avevo conosciuto Sam, raccontando alcune delle discussioni che facevano lui e Buck. Per maggiorparte del tempo lui mi ha ascoltato senza battere ciglio. Leak invece ogni tanto si stupiva di alcune cose. Ho raccontato delle lezioni di tiro con l'arco, evitando di nominare il mio potere. Non glielo volevo dire, non prima di aver avuto io delle spiegazioni. Sono arrivata alla notte che avevo sognato ciò che era accaduto realmente. E poi quella mattina appena passata.

“Mi dispiace per Buck” mi ha detto Chirone quando ho finito.

“Si...” ho mormorato. Mi sentivo in colpissima per averlo lasciato. 'Ho fatto quello che mi aveva detto di fare lui' ho pensato, ma solo per giustificarmi da sola.

“Ora che ho raccontato la mia storia, potete spiegarmi cosa sta succedendo?” ho chiesto, forse un po' bruscamente. “Cos'è tutta questa storia? Usate nomi in codice...?”

“Niente nomi in codice” mi ha detto subito l'uomo-cavallo. “Gli dei dell'Olimpo esistono, così come i loro figli semivini” mi ha spiegato con semplicità. Sono rimasta atterrita.

“Sta scherzando...?” mi è venuto naturale dirlo. Tra le due opzioni che mi ero immaginata, lui mi assicurava che la più assurda e impossibile fosse quella vera. Anche se non avevo preso in cosiderazione che colui che mi stava davanti era letteralmente un personaggio da storie mitologiche, come d'altronde gli Dei.

Ha sospirato. “Nessuno sherzo. Buck Welling era un figlio di Efesto, e Samuel un figlio di Apollo. Vale a dire che erano figli di una divinità e di un mortale, cioè una persona comune”

Ho annuito, anche se quelle informazioni erano uscite dalla mia testa come erano entrate.

“Questo è il Campo Mezzosangue, l'unico posto sicuro per i semidei. Qui si possono addestrare per potersi difendere dai mostri che girano per il mondo” ha continuato. “I mortali non possono vederli grazie alla Foschia, che trasforma ciò che vedono in qualcosa di più 'normale'.”

“Quindi tutti i ragazzi che ci sono in questo campo sono semidei?” ho chiesto incerta.

“Si, e anche tu” ha assicurato lui. “Buck ti ha detto che il tuo vero padre ti ha affidata a lui, vero? Il tuo vero padre è uno dei dodici Dei dell'Olimpo.”

Mi sono presa un attimo per processare la cosa. Uno degli Dei... ma quale?

“Come si faccio a capire quale degli Dei è mio padre?” ho chiesto.

“Per esserne certi, deve essere lui a riconoscerti come figlia. Ma possono passare giorni come anni perché questo accada” mi ha spiegato. Poi ha controllato l'ora sul suo orologio da polso. “È quasi ora della riunione con i capo cabina” ha detto. “Uno di loro dovrebbe farti il tour del campo, ma saranno tutti alla riunione...” ci ha pensato un attimo. Po si è voltato verso di Leak. “Leak, potresti farlo tu?” gli ha chiesto.

“Eh? Oh, si, certo” ha risposto lui, risvegliandosi dai suoi pensieri. Era stato zitto per tutta la conversazione.

“Bene allora. Ci vediamo a pranzo, Shara” si è congedato Chirone. “Ah, e se te lo stessi chiedendo, sono un centauro” ha aggiunto, prima di trottare via. 'Ecco, centauro, è così che si chiamano gli uomini per metà cavalli...' mi sono detta. Poi ho seguito Leak giù dal portico.

Mi ha fatto strada attraverso i diversi stabilimenti, spiegandomi cosa erano: c'era il padiglione della mensa, dove saremmo andati a mangiare a breve; Leak mi ha detto che i piatti erano magici e si riempivano di qualunque cosa volevi tu. Poi c'era il poligono del tiro con l'arco, dove alcuni ragazzi per la magiorparte biondi si stavano allenando; il muro dell'arrampicata, dal quale... sgorgava lava...? Molto pericoloso; il lagetto delle canoe; le stalle, dove apparte i cavalli normali c'erano anche dei cavalli alati; l'anfiteatro, che era proprio come un anfiteatro dell'antica grecia.

Siamo arrivati su uno spiazzo con dodici case posizionate a 'u', tutte diverse una dall'altra.

“Queste sono le cabine” mi ha spiegato Leak. “Ce n'è una per ogni dio, e nella cabina di un rispettivo dio vivono i suoi figli”

“Tu di chi sei figlio?” gli ho chiesto. Era da quando avevamo iniziato il tour che me lo chidevo.

“Vul.. emh, Efesto, dio delle fucine e gli artigiani” mi ha risposto. Mi sono chiesta cosa stesse per dire al posto di 'Efesto', ma sarebbe stato maleducato chiedere. Mi sono voltata invece verso le cabine provando a indovinare quale di quelle potesse essere la sua. Una sulla destra ha catturato il mio sguardo: aveva delle ciminiere fumanti e somigliava all'officina di Buck.

“È quella, vero?” ho detto indicandola.

“Si” ha sorriso. “Abbastanza facile da indovinare, no?”

“Già... Quando sei stato riconosciuto? Cioè, Chirone ha detto che possono passare anni senza essere riconosciuti...”

“Beh, sono arrivato quest'inverno, e sono stato riconosciuto un mesetto fa” ha abbassando lo sguardo.

Sono rimasta in silenzio per un po'. “E mentre non si è stati ancora riconosciuti in quale cabina si sta?” ho chiesto poi.

“Nella undici, quella di Ermes, dio dei viandanti e tutte queste cose.” mi ha risposto.

'Ha senso. Se è il dio dei viandanti ha il compito di ospitarli' ho pensato. “Quindi fino a quando non sarò riconosciuta vivrò anch'io lì.”

“Esattamente. Dai, ti faccio vedere di chi sono tutte le case”

Abbiamo fatto il giro delle cabine. Da un lato c'erano le cabine delle dee, e dall'altro quelle degli dei. Alcune era vuote, e Leak mi ha spiegato perché.

“Quelle di Era e Artemide sono onorarie, perché loro hanno fatto voto di castità. Invece quelle di Zeus, Poseidone e Ade sono vuote perché alcuni anni fa hanno stretto un patto per il quale non devono avere più figli”

“Perchè?” ho chiesto.

“Non so esattamente... Loro sono i Tre Pezzi Grossi, e i loro figli sarebbero davvero potenti. Credo che la seconda guerra mondiale sia scoppiata a causa di alcuni di loro, e quindi gli Dei hanno deciso di non rischiare più.” ha detto alzando le spalle.

“Okay...”

Abbiamo continuato il tour, passando dall'arena, che era proprio come una arena greca, dove alcuni ragazzi si allenavano con le spade combatendo contro dei manichini, e dalle fucine dove alcuni fratelli di Leak stavano costruendo armi. Lì vicino c'era l'armeria, e Leak mi ha illustrato un po' cosa c'era.

“Maggiorparte delle armi sono fatte con il bronzo celeste, che è mortale per i mostri e semidei, ma innoquo per i comuni mortali.” mi ha spiegato. “Anche le tue freccie sembravano fatte di bronzo celeste” mi ha detto poi.

“Si, me le aveva date Sam. Mi aveva spiegato che fossero fatte di questo bronzo speciale.” gli ho detto.

Ha annuito. Poi si è rivolto di nuovo alle armi. “Poi devi sceglierti anche una spada. L'arco va bene, ma con un attacco ravvicinato la spada è meglio”

“I pilum sono ancora meglio!” ha gridato una voce all'improvviso. Mi sono presa un colpo. Era una voce maschile e sembrava tipo metallizzata.

“Possono tenere i nemici più lontano di quanto può fare una spada, possono essere anche lanciati.” ha continuato. Ho cercato di capire chi era a parlare. La voce veniva da dietro di Leak, ma dietro di Leak non c'era nessuno.

“Sono migliori per -” si è interrotta quando Leak ha dato un pugno all'elsa della sua spada, che aveva ancora al fianco. Si stava mordendo il labbro cercando di fare finta di niente.

“Cosa è stato?” ho chiesto un po' incerta.

“Niente” ha risposto subito lui.

“Non chiamarmi niente!” ha gridato di nuovo la voce.

“Stai zitto!” ha sussurrato Leak guardando la sua spada. 'Ma cosa...?' Ho guardato meglio la spada e mi sono accorta che non era di bronzo celeste come le altre, ma di oro.

“Leak, con chi parli?” ho chiesto a bruciapelo.

“Eh? No, con nessuno.” ha detto lui allarmato.

“Hai definitivamente parlato con qualcuno” l'ho incastrato.

“Non è vero” ha continuato a negare.

“Si che è vero!” è intervenuta di nuovo la voce. “Parlavi con me!”

“E chi sei?” ho chiesto alla voce.

“Mi chiamo Pluviam” ha risposto. La spada di Leak ha vibrato un poco. L'ho guardata di sbieco.

“E... dove sei?” ho chiesto ancora con le sopracciglie aggrottate. Leak nel frattempo cercava di guardare il più lontano possibile da me o la sua spada, mordendosi ancora il labbro.

“Più che altro dovresti chiedermi cosa sono... he he” mi ha detto Pluviam.

“Okay, cosa sei allora?”

Ha riso, e la spada di Leak ha fatto la cosa più strana che poteva fare. Non che le spade normalmente facciano qualcosa. Ma quella si è trasformata... in un ombrello. D'orato.

“Sono un ombrello-spada, costruito da Vulcano in persona!” ha detto la spada-ombrello-Pluviam con tono orgoglioso, mentre si dibbatteva per quanto glielo consentisse l'essere appeso alla cinura di Leak. “Certo, sarei molto più utile se fossi un ombrello-pilum” ha aggiunto. Ho sbattuto le palpebre. Poi ho guardato Leak, che era rosso di vorgogna. Lui si è voltato verso di me, e gli ho fatto la faccia più interrogativa che sapevo fare.

Ha sospirato “Vieni fuori che ti spiego”

L'ho seguito fuori e ci siamo messi dietro l'armeria.

“Mia madre era una appassionata di ombrelli” ha cominciato. “Ne collezzionava tantissimi. Quando mio padre l'ha conosciuta, gli ha fabbricato questo ombrello, Pluviam, facendo in modo che si trasformasse in spada all'occasione. Poi sono nato io e tutto, e questo era sempre l'ombrello preferito di mia madre. Quest'inverno, stavamo tornando a casa insieme da una passeggiata e pioveva. Dei mostri ci hanno attaccato e... Sono riuscito a scappare grazie a lui.”

“E tua madre...” mi sono pentita subito di averlo detto. Leak ha abbassato lo sguardo. “Scusa”

“Non preoccuparti.” ha detto lui. “In ogni caso, Pluv è ossessionato con i l'antica Roma e non fa altro che raccontarmi di quanto erano forti i romani rispetto ai greci. E chiama gli dei con i loro nomi romani, così mi fa confondere anche a me.” Probabilmente alludeva a prima, quando stava per dire Vulcano, probabilmente, invece di Efesto.

“Ma i Romani erano più forti dei Greci” è intervenuto Pluviam, che si era liberato dalla cintura di Leak e ora saltellava perterra aprendosi e chiudendosi. “Tutto il mediterraneo era sotto il loro controllo, e sono andati pure in Persia, in Inghilterra! Per i Greci invece le conquiste più grandi furono nella battaglia di Troia, e proprio quella diede vita ai romani!”

“Si si, certo” gli ha detto Leak sorridendo.

“Non sto scherzando!” ha protestato. Ho riso anch'io.

“Perchè non volevi farmi sapere che hai un ombrello-spada parlante?” gli ho chiesto. “È una figata!”

“Perchè l'unico amico che avevo quando gliel'ho detto ha pensato che fosse una cosa stupida avere un ombrello come spada. E ora non è più mio amico”

“Io sono ancora tua amica” l'ho rassicurato. “Dobbiamo vedere altre cose?”

“Ormai è ora di pranzo” ha detto. “Andiamo”

-------------------------

Angolo Autrice: Buongiorno, buonasera! Scusate tanto per non aver pubblicato questo capitolo prima, ma è stato un pò difficile scriverlo, e mi è mancata l'ispirazione per un pò... In ogni caso eccolo qui: che ne pensate? Vi sta piacendo la storia? Vi prego, fatemelo sapere.
E vabbè, alla prossima, spero di poter aggiornare presto.
P. S. Mio fratello ci tiene a puntualizzare che Pluviam ha la sua personalità, cioè che mio fratello è ossessionato dai Romani e non fa altro che dirmi che erano più forti, come fa Pluviam.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: Rexmin