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Autore: FairySweet    22/08/2018    1 recensioni
"Tu non sai cos'è l'amore, non è così?" la risposta la conosceva, viveva marchiata a fuoco dentro di lui ma era la paura a costringerla lì.
Teneva incatenato quel nome senza permettere alle labbra di pronunciarlo, forse aveva ragione Kurama, forse non era pronto, forse non era quella giusta ...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                             Nel Vento





Profumo di nuovo, profumo di vita, profumo e basta.
Invadeva i polmoni incurante del tempo, dell'ora, pioggia fresca che lasciava dietro di sé un cielo limpido e cristallino come i fiumi di montagna.
Aveva sempre amato la pioggia, lavava via le imperfezioni della vita restituendo nitidezza, purezza.
La stessa che ora spiava nel volto di quella giovane irriverente.
Era rimasto seduto su quella pietra per ore intere a spiarla, ad interrogarsi sul perché di quella meditazione forzata senza in realtà riuscire a comprenderla.
Aveva i capelli sollevati, tenere ciocche scivolavano via dalla costrizione del nastro incorniciandole il volto, gli occhi chiusi, le mani posate sulle ginocchia mentre respirava la natura.
Indossava un abito chiaro come il cielo all'alba, la stoffa avvolgeva dolcemente le gambe esaltandone le linee delicate, i muscoli scolpiti dall'allentamento, la schiena dritta, le spalle delicate, il seno che si sollevava dolcemente ad ogni respiro.
L'aveva trovata per caso, una mattina fresca di primavera, una delle tante che regalavano sogni e gioia.
Erano giorni che non la vedeva e ritrovarla così, per caso, per gioco, rivederla di colpo aveva lacerato ogni certezza.
Da quel giorno, ogni attimo di respiro che gli concedeva Sakura, ogni ora rubata alle cure e all'ospedale la passava lì, seduto su quella pietra tra gli alberi a lasciarsi cullare dal suo respiro.
Si era accorta di lui lo sapeva bene eppure, gli concedeva questa fugace vicinanza.
Aveva bisogno di vederla, di mostrarle la sua presenza, era lì, malconcio e senza un braccio ma era al suo fianco.
Il vento leggero mosse i rami e piccole foglioline di un pallido verde scivolarono al suolo sfiorandole il volto, si incastravano tra le pieghe del vestito, tra i capelli d'ebano.
Era la stessa di sempre eppure ai suoi occhi, non era mai stata così bella “Non sei scomodo seduto lì?” sorrise scuotendo dolcemente la testa “Dovresti riposare” “Sto bene” scese dalla roccia avvicinandosi lentamente a lei, un passo dopo l'altro, come se in realtà stesse parlando con un fantasma, una meravigliosa apparizione che un respiro troppo forte poteva costringere a svanire. “Non devi preoccuparti per me” la vide sollevare leggermente le spalle mentre con una mano si sfiorava il volto liberandolo dalle ciocche scure che il vento si divertiva a scompigliare “Perché sei qui?” “Non lo sai?” sussurrò sedendo di fronte alla giovane, quegli occhi di cristallo si aprirono dolcemente ed ogni parola, ogni pensiero si bloccò in fondo alla gola perché in quel mare di limpida tenerezza, era racchiuso un mondo a lui vietato.
Come riusciva a farlo? Come poteva renderlo un'idiota con uno sguardo soltanto? Era questo l'amore? Sentire il cuore schizzare nel petto, pregare che le costole fossero abbastanza forti per trattenerlo, per impedirgli di spaccare ogni dannato osso nella sua folle corsa? Era questo l'amore che toglieva il respiro e nascondeva la ragione? Forse Kurama aveva ragione, forse non era il momento giusto, forse non era quella giusta ma davanti a quegli occhi, a quel volto di perla così perfetto, non riusciva nemmeno a pensare.
“Non dovresti essere qui, è sbagliato” sussurrò Hinata abbassando lo sguardo ma lui rise sollevando la mano, le dita sfiorarono l'incarnato fresco della ragazza “Hai paura di me?” sussurrò, gli sguardi si fusero assieme.
C'erano due parole pesanti come macigni sulle labbra, due parole che non riusciva a pronunciare o che non voleva pronunciare, il perché lo conosceva bene.
Erano quelle parole il respiro troppo forte, il rumore improvviso che avrebbe costretto il suo fantasma a scomparire “Non scappare da me” “Non sto scappando” “Non è vero” la sentì tremare, le dita sfiorarono quelle labbra di rosa scendendo dolcemente sul collo, il suo profumo stordiva i sensi, la perfezione di quell'incarnato offuscava la ragione costringendolo ad uno sforzo immenso “Stai scomparendo davanti ai miei occhi e non riesco a … non riesco a fermarti” una lacrima scivolò via dagli occhi spaccandogli il cuore a metà “Parlami” ma lei non rispose, abbassò lo sguardo di nuovo nascondendosi in quel mondo ovattato precluso ad ogni altra persona “Hinata ti prego, parla con me” “Io devo … devo andare” un debolissimo sorriso le sfiorò le labbra mentre si alzava allontanandosi, la mano scivolò via dal suo volto, dal collo, seguì la linea delicata del braccio stringendosi attorno al polso, trattenendola, implorandola ma quel sorriso così carico di mistero, teso e imbarazzato lo costrinse a lasciare la presa, le dita si aprirono lentamente mentre restava immobile come un'idiota ad osservare un fantasma scomparire nel vento.


Si era abituato da usare un braccio solo, a portare a termine i piccoli lavoretti quotidiani con facilità ma ora, avere di nuovo due mani, era strano, forse era colpa del troppo tempo passato a rimuginare sulla sua vita, sul passato o forse era colpa delle lunghe ore d'ospedale ma il sorriso di Sakura, quella compagnia forzata che gli imponeva giorno dopo giorno, aveva evitato che il buio della solitudine si portasse via la luce.
Averla attorno tutti i giorni era stato un meraviglioso diversivo al silenzio “Stringimi la mano” le dita si chiusero con forza attorno a quelle della giovane costringendola a sorridere “Migliori ogni giorno” “Ne sei sicura?” “Sei più forte di ieri” “Non assomiglia solo ad un pezzo di carne?” “Con nervi e muscoli” continuò Sakura sfiorando il braccio avvolto dalle bende “Domani le toglieremo per controllare la medicazione. È ancora gonfio e arrossato, sarà diverso da quello che … insomma, non sarà la stessa cosa” “Cerchi di convincermi dell'ottimo lavoro che hai fatto o, è te stessa che stai provando a convincere?” “Ehi” ribatté indispettita “Cerco solo di prepararti” “Posso … posso vederlo?” “Adesso?” annuì appena sospirando “D'accordo” sussurrò la giovane iniziando a sciogliere la tela candida che nascondeva la pelle.
Secondi lunghe ore intere fino a quando gli occhi non si posarono su quell'incarnato leggermente più scuro del suo, il battito forte del suo cuore rimbombava sulla pelle delicata del polso sollevandola veloce.
Sakura aveva ragione, era gonfio e pizzicava da morire, la spalla era tumefatta e piena di linee chiare, cicatrici che non sarebbero mai andate via ma che almeno, gli avrebbero regalato una vita più o meno normale “Naruto ...” “Niente male” la vide sorridere, mordere leggermente le labbra mentre sedeva silenziosa sullo sgabello di fronte a lui “Sei stata fantastica” “Dovrai seguire una terapia speciale, i tuoi allenamenti saranno diversi da quelli che fino ad ora hai ...” “Lo so” “Ehi ...” inclinò leggermente la testa di lato sfiorandogli il polso “ … non rovinare il mio braccio d'accordo?” “L'hai attaccato al mio corpo, è mio” ma un buffetto leggero colpì il volto costringendolo a ridere “La medicazione tiene bene, qualche altro giorno e riuscirai a sollevarlo senza sentire alcun dolore” “Non fa male” “Bugiardo” ma quel silenzio carico di mistero era troppo pesante per entrambi “Non è venuta nemmeno oggi?” ma lui non rispose.
Lo conosceva, lo conosceva così bene ormai da poter leggere la sua anima, sentiva il suo cuore sanguinare e l'ombra della paura sfiorargli lo sguardo “Andrà meglio” sussurrò iniziando a bendare il braccio di Naruto “Domani andrà meglio”.
  
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