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Autore: terryoscar    23/08/2018    5 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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La scrivania….sbagliata
 


E’ notte fonda, dopo una giornata estenuante, finalmente arriviamo in caserma, ciascuno di noi prende il suo posto.

Ho deciso di passare la notte qui in caserma, tanto per me non fa nessuna differenza, palazzo o caserma; resterò nel mio ufficio.

Andrè, prima di recarsi nelle camerate con i compagni, mi dice: “Faccio in un attimo Oscar arrivo subito!”
Sono ancora arrabbiata con lui e non gli rispondo nemmeno. Mio padre ed io entriamo nel mio ufficio.

L’ambiente è sobrio, illuminato da alcune candele. Le pareti sono rivestite da una boiserie in legno, ornata da rilievi e decori di ottima fattura. Addossati alle pareti si trovano alcuni armadi di noce carichi di documenti. Sulla parete opposta a quella di ingresso, si apre una finestra che da sul cortile centrale. Il pavimento è in legno, coperto da un lato da un morbido tappeto. Al centro si trova la scrivania, pesante, ampia, in noce come gli armadi. Dietro si trova la poltrona del comandante, in legno dorato con la seduta, i braccioli e lo schienale imbottiti, rivestiti da un tessuto di broccato rosso. Dall’altro lato sono collocate due sedie della stessa fattura della poltrona. Completa l’ambiente un grande camino con una cornice in pietra grigia, un tavolino e due poltrone collocate davanti al camino stesso. . Su un lato della stanza si apre una porta che da accesso alla piccola stanza da letto, che uso quando passo la notte in caserma. 
Pochissime volte ho alloggiato in quella stanza, ma stasera ho deciso che passero la notte li ….. chissà magari con Andrè … se non mi avesse fatto arrabbiare!


“Oscar, perché tu e Andrè non siete tornati a palazzo?”
“Padre, ma è tardissimo, avete visto che ora è? Non ne vale la pena, visto che tra poche ore riprenderemo servizio, preferisco passare la notte qui in caserma, così, domani mattina, potrò dormire un po’ di più … e poi Parigi di notte è diventata molto pericolosa, meglio evitare di aggirarsi a quest’ora!”
“Uhm … la situazione a Parigi è diventata sempre più difficile, io giuro non ti capisco, non vedo perché tu non lasci il servizio!”
“Io invece non capisco Voi, ma si può sapere perché dovrei?”
“SEMPLICE, SEI UNA DONNA SPOSATA!!”
“Padre non urlate, sono stanca e ho un leggero mal di testa, siete pregato di lasciarmi tranquilla! .. Come avete visto, ho avuto una giornata piuttosto pesante, quindi …... per favore andate a riposarvi anche Voi”
“Cosa dici Oscar? Davvero vuoi passare la notte qui con … Andrè?”
“La notte con Andrè dite? Sempre se mi darà una spiegazione convincente su quanto accaduto in quel posto!”
“Parli di quella donna?”
“Certo che si padre, Voi … quella …”
“Oscar, mi sorprendi ….”
“Io vi sorprendo? E perché mai Vi sorprenderei?”
“Oscar sei un soldato o … una donna gelosa?”
“Co .. cosa? .. Ma Padre io .. io gelosa? Secondo Voi sarei gelosa?”
“Certo che si, gelosa e irrazionale, ti basta?”
“Certo che no! Io non accetto che Voi mi diciate …”
“La verità?”
“Ma Padre! …”
“Oscar, la tua è una scusa per discutere con tuo marito?!!”
“Io? Certo che no!”
“E allora lascia in pace Andrè e vedi di non ascoltare a tua assurda gelosia, visto che Andrè è stato avvicinato da quella … donna, come del resto è accaduto a me.”

Zittisco, non rispondo a mio padre, riconosco che ha ragione, Andrè non ha fatto nulla ed io sono gelosa.

Bussano alla porta.

“Avanti!”
Mio padre, appena vede entrare Andrè, lo accoglie felicemente.

“Vieni avanti Andrè, ti sei già congedato dai tuoi compagni?”
“Sissignore, abbiamo scambiato qualche parola, niente di più.”
“Avrei preferito che tornaste a palazzo, ma Oscar ha preferito rimanere a dormire in … caserma, a questo punto mi sembra il caso che rimanga anch’io, alloggerò nella stanza adibita agli ufficiali … ehmmm … magari quella assegnata a te Andrè, visto che tu non ne hai bisogno in quanto dividerai quella di tua moglie! … Suona tutto così strano che due ufficiali dividano lo stesso letto, ma è così, in fondo siete marito e moglie! .. Vi lascio alla buona …. Notte, e ci vediamo domani mattina.”
“Buona notte Generale.”
“Buona notte Padre.”
Vedo mio padre lasciare il mio ufficio, uscendo si è assicurato che la porta fosse ben chiusa.
Andrè ed io rimaniamo soli, non nego che in un primo momento tra noi c’è un certo imbarazzo, ripenso alle parole di mio padre, lo so, riconosco di essere terribilmente gelosa di mio marito e l’ho trattato davvero male!

Vedo Oscar un tantino fredda, no ma che penso, non un tantino, è davvero molto fredda e distaccata, sembra fatta di ghiaccio, mi ha guardato appena quando sono entrato. I suoi occhi sembravano due spade pronte ad essere sguainate contro di me, so che ce l’ha con me ma io non ho fatto nulla!

La vedo avanzare appena verso di me, e con tono altero mi dice: “Andrè io … Andrè quella donna …”
“Io non ho fatto nulla, non ho nulla da rimproverarmi ..”
“Lo .. so Andrè, e mi dispiace che io … mi sia arrabbiata con te in .. quel modo .. è che … riconosco che …”
“Che sei terribilmente gelosa ..”
“Ehi Andrè, cos’è quell’aria soddisfatta?! Forse ti fa piacere che io sia gelosa?”
“Beh, come hai detto tu quando eravamo in quel posto, mi lusinga essere corteggiato da una donna, e adesso è mia moglie a farlo, e non sai che immenso piacere che sto provando in questo momento!”
Sento la rabbia salire e protesto: “Ehi un momento Andrè tu …. Tu … Andrè sei .. sei ..”
“Sono cosa?”
“Un.. arrogante e .. presuntuoso e …..!”
“Nient’altro Oscar? .. Possibile?”
“Andrè non ti sopporto quando fai così .. tu .. non è giusto che tu mi prenda in giro in questo modo e … e .. poi .. io ..”
“Tu e poi .. è che .. hai per caso finito le tue argomentazioni?!”
“Sei davvero…..davvero…..uff…. stai approfittando della situazione e di .. me! Sei insopportabile Andrè! …”

Andrè avanza verso di me, mi dice: “E così io madame Grandièr mi starei approfittando di Voi?!!”
“Certo che si André …. E vedi di non guardarmi in quel modo che mi irriti … e .. soprattutto non avvicinarti altrimenti …”
“Altrimenti cosa Madame Grandièr …... sono in pericolo di vita forse? Devo temere la Vostra collera? Oppure sfiderete a duello Vostro marito per qualcosa che non ha fatto e di cui non ha alcuna colpa!”
“Sme .. smettila Andrè di prenderti gioco di me!...”
“Cosa avete madame, adesso fate l’offesa?”

Non gli rispondo, continua ad avanzare lentamente, fino a che non è a un passo da me! Mi sorride con impertinenza e continua a dirmi: “E adesso madame cosa pretende da me, che io passi la notte qui nel Vostro ufficio, sul tappeto? Sulla poltrona? O magari sulla vostra scrivania?!! .. E no madame, se mai io dovessi passare la notte qui e …. Sulla vostra scrivania ….. porterei anche Voi .. e non sarebbe certo per dormire …”
Sicuro di sé, Andrè posa le sue forti braccia sulle mie spalle, e le sue mani accarezzano il viso, mi lascio trasportare dalle quelle mani che emanano calore, mi piace …… mi lascio cullare dolcemente … mi inebrio di quel meraviglioso contatto, mi offusca i sensi, la mente: è così incredibilmente bello.
Andrè mi guarda con dolcezza, mi sorride, in pochissimi istanti ha abbattuto tutte le mie difese, mi lascio cullare ancora dalle sue braccia, non penso più a nulla se non stringermi a lui.
Mi bacia, mi dice: “ti amo … ti voglio …”




Anch’io sento di volerlo e desiderarlo … non avverto più la stanchezza, ne il sonno … lo desidero e basta!

Sento la sua voce sussurrami all’orecchio: “Comandante … ce l’avete ancora con me? ……… Cosa c’è non mi rispondete Comandante?”
“An.. Andrè .. io … non ce l’ho con te! ..”
“Meno male … cominciavo davvero a preoccuparmi … mio bellissimo Comandante ….”

Andrè si avventa sulla mia bocca e la fa sua con avidità, con passione e … con dolcezza! …. Sento di appartenergli totalmente … lo ricambio con tutta me stessa … mi abbandono a lui …..

“Andrè … Andrè … anch’io ti desidero … Andrè …!”

Mi bacia sempre più intimamente, sento le sue mani percorrere il mio corpo, la sua bocca si allontana appena dalla mia e con un fil di voce mi dice: “Aspetta un attimo Oscar adesso arrivo!”


Andrè si allontana, chiude la porta e gira la chiave.
“Cosa fai?”
“Secondo te? Voglio qualche minuto con mia moglie, è possibile Comandante?”
“Uhm …..teoricamente no …. qui non si fanno favoritismi …. Ma per voi capitano farò un’eccezione …”
Andrè mi abbraccia e posa le sue labbra sulla mie, poi mi sussurra piano: “Un’eccezione, una sola ….”.

La sua voce è un soffio, un sussurro. Mi accarezza con dolcezza, prende una ciocca dei miei capelli tra le dita, mi perdo nei suoi occhi verdi, pieni di amore e desiderio, e mi lascio andare.
Mi spinge verso la scrivania fino a farmi sedere. Mi sfiora i capelli con una mano, mentre con l’altra inizia a sfilare gli alamari della divisa, uno ad uno, piano. Poi fa cadere la giacca dalle mie braccia.
Gli sorrido, lo amo. Quanto è bello, il mio Andrè! Certo, l’idea di essere tra le sue braccia qui, in caserma, mi agita un poco …..ma lui è così sicuro di se, così dolce …. non so resistergli, non so oppormi, non voglio fermarlo.
Mi slaccia lo Jabot, mi sbottona la camicia, slega i lacci dei polsini.
Si stacca un attimo da me, si toglie la giacca della divisa, si inginocchia e mi sfila gli stivali.
“A … Andrè …. Qui …. Noi ….”
“Oscar, ti prego, non dirmi no …..”
Le sue mani risalgono sulle mie gambe in una lenta carezza, mi sbottona i piccoli bottoncini dei pantaloni, slega i lacci delle calze bianche e me le sfila, con una carezza, una gamba alla volta, lasciando una scia di piccoli baci al suo passaggio, dal ginocchio fino al piede, su ogni centimetro di pelle.
Non resisto … .lo amo, tanto, come non avrei mai creduto fosse possibile!
Gli sfilo la camicia, mentre lui fa cadere la mia a terra.
Rimane sorpreso, invece delle solite fasce, indosso un corsetto, leggero, allacciato sul davanti. Un regalo di Joséphine.
“Oscar! Sei una sorpresa!”
Andrè inizia così a slacciare i nastri del corsetto, piano. Sento le sue mani sul mio seno, il suo respiro sulla mia pelle.
Anche il corsetto va a raggiungere il resto del mio abbigliamento.


La guardo, è bellissima. E il corsetto è stata una sorpresa! 
Ha le guance rosse, un sorriso timido. Io invece mi sento audace, siamo in caserma, nel suo ufficio. Le accarezzo i capelli, la bacio, piano, dolce, leggero. Le tempie, il naso, le gote, le labbra. Poi lascio una scia di piccoli baci sul suo petto, fino a raggiungere l’ombelico. Le sbottono piano i pantaloni …..e poi ci amiamo.

Prima qui, sulla scrivania, e poi, non ancora appagati, a terra, sul morbido tappeto, sui nostri vestiti gettati lì, a farci da giaciglio.


Oscar si è addormentata, stanca, nuda, sul pavimento. Mi alzo, la sollevo piano, appoggio il suo capo al mio torace, cercando di non svegliarla, e la porto nella stanza adiacente, dove c’è un piccolo letto che Oscar usa quando rimane in caserma. La adagio li, e la copro con il ruvido lenzuolo in dotazione. Non si è mai concessa nessun lusso. L’ambiente è sobrio. Le pareti sono rivestite con legno di noce, come nell’ufficio. In un angolo un piccolo armadio ed uno scrittoio. A fianco del letto, un tavolino da notte su cui è appoggiato un candelabro. Una piccola finestra da luce ed aria all’ambiente, delle tende bianche coprono i vetri. Un paravento è collocato al centro della stanza, Oscar lo usa quando si cambia d’abito in caserma e per rinfrescarsi senza correre il rischio di essere vista.
Vado a raccogliere i nostri indumenti e li sistemo sulla sedia della stanzetta. Poi mi corico a fianco ad Oscar, e la appoggio su di me …..
La vedo aprire un attimo gli occhi e mormorare “Andrè …. sono stanca …. Andrè ….”.
La bacio “Dormi, amore mio, dormi”.
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Schiudo gli occhi con lentezza, lo sguardo va al soffitto e mi rendo conto che non sono nella mia stanza ma in caserma e nella stanza di Oscar … di mia moglie!
Reclino la testa sulla mia destra, la guardo, dorme … la sua espressione è dolce, non posso fare a meno di posare la mia mano sui suoi lineamenti dolcissimi.
La mia mano scivola giù .. sul collo, la vedo muoversi … vedo le sue labbra schiudersi, un sussurro appena: “Andrè …”
“Buongiorno amore … scusami se ti ho svegliata ma … non ho resistito ad accarezzarti ….”

Guardo Andrè, gli sorrido, mormoro appena: “Buongiorno Andrè … già sveglio?!!”
“Si, ma … da qualche minuto, giusto il tempo di averti svegliato!”
Sorrido appena, gli dico: “Adesso cosa pensi di fare, visto che non è ancora l’alba?”
“Sei stanca?”
“Appena un po’ …… e tu?”
“Per niente …. Solo a guardarti, e immaginarti che sotto quelle lenzuola non hai nulla indosso e magari non aspetti altro che me, tuo marito, mi è passata la stanchezza!”

Mi sollevo appena, gli sorrido e mi stringo a lui …. Ci abbracciamo e ci perdiamo nell’ennesimo bacio … lungo e appassionato.
Andrè mi scopre dal lenzuolo, sono nuda, le sue mani accarezzano leggere tutto il mio corpo, mi bacia, mi stringe a sè, mi dice: “Non qui .. ma sulla scrivania … ti voglio sulla scrivania ….”
“Ancora lì Andrè?”
“Si … ancora lì … Oscar …” 
Dopo avermi dato l’ennesimo bacio, lo vedo alzarsi dal letto, sento le sue forti braccia passarmi sotto la schiena e sotto le ginocchia, mi solleva, in un attimo sono tra le sue braccia. Metto le mie braccia attorno al suo collo e mi stringo forte a lui, ne percepisco il calore e la tensione di ogni singolo muscolo.
Mi porta fuori dalla camera da letto per portarmi nel mio ufficio.
Mi siede sulla scrivania e ricomincia a baciarmi, prima con dolcezza e poi sempre con più passione, sento il calore delle sue mani sulla mia pelle, le sue carezze sconvolgono nuovamente i miei sensi. Andrè mi reclina dolcemente sulla scrivania, i suoi baci percorrono il mio corpo, mi accarezza, mi sussurra parole dolci, parole d’amore. Sono sua, ancora una volta. Questa scrivania è testimone involontaria del nostro amore.



L’alba è passata da un po’, i soldati aspettano l’arrivo del Comandante per la rassegna di inizio giornata. 
Si sta facendo tardi e non vediamo arrivare il Comandante, il Colonnello De Guille decide di mandarmi nel suo ufficio, per avvertirla che siamo pronti.

Percorro il corridoio che mi conduce al suo ufficio, sono davanti alla porta e penso: Un momento, ormai il Comandante è una donna sposata, magari è in compagnia con … suo … con il Capitano Grandièr, magari sono impegnati in un corpo a corpo ih ih ih! … Credo che sia opportuno accertarmi prima che la mia visita inaspettata non li disturbi ! .. Ho deciso .. Sbircerò dal buco della serratura, sempre che riesca a vedere qualcosa! 
Sorrido all’idea, mi piego sui talloni tento di guardare, sbircio … Li vedo, sono sulla scrivania, proprio sopra. Il Diavolo Biondo è di schiena….le vedo il sedere.
“Non ci osso credere …  chi l’avrebbe detto! Che belle chiappe che ha il Comandante!”……Però … accidenti Andrè …. Non ci posso credere! .. Davvero quei due si danno da fare, ed io che pensavo di far galoppare la mia fantasia ih ih ih! ….. Dovrebbe vederli il Generale, così si tranquillizzerebbe, vedendoli in azione ih ihi h!
Sento una voce alle mie spalle, un sussurro appena: “Che belle cosa? Sossoin!!! Di chi o di cosa stai parlando? A quanto pare, spiare i tuoi superiori ti mette di buon umore, sento che sghignazzi, e magari ti stai divertendo vero? Ma si può sapere perché stai guardando dal buco della serratura? Non sarebbe stato meglio che tu fossi entrato, magari senza spiarli? Oppure preferisci improvvisarti guardone?”
Mi alzo di scatto e un poco imbarazzato, vedo il Generale con il vassoio della colazione, e dico a voce bassa: “No .. no ..Signore, non è come pensate … è solo che ero venuto a vedere come mai il Comandante non si è ancora presentato per la rassegna e così …”
“Cosa c’entra tutto questo, con lo spiare?”
“E’ che … Signore, beh adesso quei due sono sposati ed io prima di bussare, ho voluto assicurarmi che .. si insomma che non li disturbassi e così io ….. Generale, meno male che non l’ho fatto, sapete,quei due sono in piena attività fisica ih ih ih!”
“Smettila Sassoin, non parlare così dei tuoi superiori! .. Prendi … tieni il vassoio e togliti da qui!”

Il vecchio pazzo mi allontana dalla porta, e portandosi l’indice alla bocca mi fa cenno di tacere e prende il mio posto! ….. Non ci posso credere!… Li sta spiando!! Quello è un maniaco…..
Con voce appena udibile gli dico: “Ma Generale cosa fate, li … state spiando di … proposito? Ma se Vi ho appena detto che sono impegnati in un combattimento a distanza ravvicinata, a cosa vi serve spiarli?”
“Vedi di star zitto Sassoin, questi non sono affari tuoi!”
“Ma neanche vostri Signore … non mi sembra corretto quello che state facendo! E se è per accertarvi che Vi assicurino la Vostra discendenza, statene pur certo che quei due stanno provvedendo a farvi felice ih ih ih!”
“Chiudi il becco Sassoin, se guardo, ho i miei buoni motivi, non sono dovuto a darti spiegazioni, e adesso chiudi quella boccaccia una volta per tutte! E ti proibisco di fare commenti sulle…..sulle grazie di mia figlia!!! O filerai diritto a spalare letame a vita!”
“No Signore, ma vi pare che io mi metta a fare commenti sulle grazie del Comandante? .. Non dimenticate che siamo amici, e poi non ci tengo a spalare letame, ne ho avuto abbastanza ih ih!”
“Meglio per te Sassoin, e adesso chiudi quella boccaccia e lasciami in pace!”
“Come sempre, a i Vostri ordini Generale!” – Anche se mi ha detto di zittire, continuo a pensare: ma è mai possibile che il vecchio pazzo provi gusto a spiare sua figlia e il genero? Ma .. secondo me è proprio fuori di testa!



Finalmente Sassoin si è deciso a lasciarmi in pace, voglio cercare di capire se quei due fanno il loro dovere fino in fondo, ma mi rendo conto che è impossibile poterlo appurare. Vedo Andrè e mia figlia, nudi, sulla scrivania impegnati in pratiche amatorie. Il mio sguardo si sofferma appena, mi raddrizzo, mi giro verso Sassoin e dico: “Lascia quel vassoio su quella sedia, quando ….. avranno finito … lo troveranno li, noi andiamo, alla rassegna ci penserò io!”
Ci allontaniamo dal corridoio del Comandante e ribatto immediatamente: “Come volete Signore andiamo pure, tanto l’esercito può fare anche a meno di loro!”
“Sassoin !! Volesse il cielo che quei due lasciassero l’esercito e tornassero a casa … è lì il loro posto!”
“Si certo Generale, magari a sfornare figli, e Voi fareste il nonno! …. A proposito Signore, Voi quando lascerete l’esercito?”
“Ma che domande fai Sassoin? Possibile che tu sia così indiscreto?”
“Sono indiscreto, quasi quanto Voi, chi spiate di proposito gli sposini?”
“Sassoin, tu hai il dono di snervarmi, ti ordino di stare zitto!”
“Sissigore!”
Continuiamo a percorrere il corridoio, guardo il vecchio pazzo, non resisto gli dico: “Ehi Generale però .. chi l’avrebbe mai detto! ..”
“Detto cosa Sassoin ?”
“Che Andrè fosse un grande amatore e poi …. Ma avete visto? Lo stanno facendo sulla scrivania, magari viene fuori un bel soldatino ah ah ah!”
“Ehmm .. Sassoin smettila e pensa agli affari tuoi!”
“Si certo Generale, però dovete riconoscerlo, Andrè è un vulcano di idee, e che idee, credo che la scrivania dell’ufficio del Comandante ne abbia viste delle belle! Immagino che il Comandante non sia il primo ufficiale che ne fa uso … ih ih ih di questo passo l’erede, se non è in viaggio, ormai non tarderà ad arriverà ih ih ih!”
“Hai finito di intrometterti in faccende che non ti riguardano?”
“Ih ih ih .. Signore, però anche il Comandante ..”
“Cosa c’entra adesso mia figlia?”
“Il diavolo biondo, con Andrè è … irriconoscibile … altro che diavolo, io dire che è una assatanata! Anzi sono due assatanati ah ah ah!”
“Sassoion finiscila, e se provi a fare parola con i tuoi compagni ..”
“Ma per chi mi avete preso Generale, a me piace scherzare, ma non mancherei mai di rispetto ai miei amici!”
“Meglio così Sassoin …… mi fa piacere che tu …. Si insomma … che tu rispetti questa amicizia. E adesso entriamo negli alloggi!”
“Generale, però quei due, ci hanno messo del tempo per darsi una mossa, ma adesso chi li ferma più ah ah ah!”
“Imbecille vedi di non dire altro!”
“Sissignore ih ih ih!”

Sassoin ed io continuiamo a percorre il corridoio che ci conduce agli alloggi … sono davvero preoccupato, ho visto quei due sulla scrivania ….. ma sulla scrivania sbagliata, non è quella di mio nonno. Sono sicurissimo che sulla scrivania di mio nonno riuscirei ad avere un nipote ma su questa … disgraziatamente ho qualche dubbio … temo che li possano concepire solo figlie femmine! … No no assolutamente no!
Voglio un maschio, basta con tutte queste femmine, non ne posso più! … Quanti problemi!



In tutta fretta, afferro i pantaloni della divisa che Andrè ha messo ordinatamente sulla sedia della mia stanza, e cerco di infilarmeli, vedo Andrè fare altrettanto, senza nemmeno guardarlo e in tutta fretta gli dico: “Su sbrigati Andrè, si è fatto molto tardi, l’ora della rassegna è passata da un pezzo …..chissà cosa penseranno di noi?”
“Cosa vuoi che pensino madame Grandièr?!! Magari diranno che il tuo capitano ti ha intrattenuta tra le lenzuola e …..”
“Non scherzare Andrè .. su muoviti! ….”


Vedo la mia adorata moglie infilarsi in tutta fretta i pantaloni e allacciarsi gli alamari della divisa, si guarda alla specchiera e la sento protestare: “Oh no i miei capelli, guarda che disastro, sono tutti scompigliati, adesso chissà quanto tempo mi servirà per sistemarli!”
“Si hai ragione Oscar, sono davvero spettinati, sembri un gatto arruffato, aspetta adesso ti passo la spazzola ….”
 Sorrido….è bellissima anche così, la mia tenera dolce Oscar! Mia, mia moglie. Si, sembra davvero un gatto selvatico, con il pelo arruffato….è troppo buffa!


“Grazie Andrè ….. Andrè la spazzola è nel cassetto a destra della consolle …. L’hai trovata? Su dai sbrigati, muoviti!”
Apro il cassetto, le dico: “Si, eccola ….. l’ho trovata ..”
“Su fa presto Andrè, sono terribilmente in ritardo!”
Porgo la spazzola a mia moglie, lei l’afferra con vigore e mi dice: “Andrè è il caso che tu mi preceda, va agli alloggi e fa la rassegna al mio posto, io sarò in piazza d’armi ad attendere i soldati per le esercitazioni.”
“Va bene Oscar, ma sta calma .. non agitarti in questo modo!”
“Andrè io non sono mai arrivata in ritardo .. nemmeno di cinque minuti, e tu lo sai benissimo, invece stamattina …..”
“Stamattina ti ho fatto tardare, lo so, ma non me ne dispiace!”
Vedo Andrè sorridere con soddisfazione, ma il suo atteggiamento mi irrita.
“Andrè! Non capisco cosa tu abbia da guardarmi così, lo sai che non è da me essere in ritardo, mi da terribilmente fastidio che facciano battutine alle nostre spalle, e per di più sulla nostra vita intima. Già abbiamo mio padre che ci spia continuamente, poi c’è mia sorella e ci fa battute di ogni genere , e sarebbe davvero troppo che le facciano anche i soldati. Sbrigati Andrè vai , muoviti!”
“Non preoccuparti di loro Osc ..”
“Muoviti Andrè, non perderti in chiacchiere, via , via da qui, non l’hai ancora capito che ti voglio negli alloggi?!!”
“Agli ordine Comandante!” Batto i tacchi, mi metto sull’attenti, le faccio il saluto militare e fuggo via.

Libero la serratura dalla mandata, apro la porta e con mia grande sorpresa trovo davanti alla porta, su una sedia, il vassoio della colazione, lo prendo e sussurro appena: “Ma chi sarà stato?”
Vedo avanzare verso di me il Generale, mi si avvicina e mi dice: “Fate tranquillamente colazione, alla rassegna, ci ho già pensato io!”
“Oh grazie Generale!”
“Andrè ..”
“Si Signore ..”
“E la prossima volta vedete di … appartavi …... in camera da letto, li non ci sono buchi della serratura dove potervi spiarvi, intesi Andrè?”

Sono troppo imbarazzato per rispondere al Generale, annuisco e lui mi ha capito perfettamente, ancora istanti di silenzio e mi dice con severità: “Ci vediamo dopo Andrè!”
Io mormoro appena: “Grazie Generale!”

Porto il vassoio in ufficio, Oscar mi sente e continua a protestare: “Andrè, è mai possibile che tu sia ancora qui? Ti avevo ordinato di andare agli alloggi e fare la rassegna!”
Entro in camera, la vedo pettinarsi con stizza, mi appoggio allo stipite della porta, incrocio le caviglie, mi guarda dallo specchio e mi dice: “Cosa fai lì impalato? Ti ho detto di andartene! Cosa c’è Andrè, stamattina non hai voglia di prendere servizio? Vuoi che lo faccia io con i capelli arruffati, sai quanto riderebbero di me i soldati!”
“Lo so, penserebbero che hai passato una notte movimentata nel letto degli ufficiali!”
“ANDREEE’!!”
“Tranquillizzati Oscar, ci ha pensato tuo padre a passare in rassegna i soldati, anzi, ti dirò di più ….. ci ha fatto trovare la colazione dietro la porta e mi ha detto di non affrettarci. Però, conviene avere un Generale in famiglia, e pensare che tu non volevi che ti seguisse ah ah ah!”
“Andrè, davvero mio Padre ha fatto questo?”
“Certo che si Oscar, comunque credo che l’abbia fatto non per noi, ma per … Francois ah ah ah!”
“Andrè …..”



Sono passati due giorni da quando Andrè ed io siamo tornati in caserma, per fortuna mio padre ha preso servizio con il suo reggimento, e così non si è presentato da me in caserma, almeno per oggi la giornata è trascorsa all’insegna della tranquillità.
E’ sera, Andrè ed io siamo a palazzo riuniti con tutta la famiglia a scambiare qualche parola.
Joséphine non perde mai il suo umorismo, appena ne ha la possibilità non fa altro che stuzzicare me e Andrè.

“Allora sposini, raccontateci, com’è la vita militare da marito e moglie, divertente?”
Andrè non risponde, lo vedo sorridere appena, lo conosco, teme di essere canzonato da mia sorella, le rispondo io: “Come vuoi che sia Joséphine? Andrè ed io in caserma ci andiamo per lavorare!”
Joséphine mi si avvicina e mi sussurra all’orecchio: “Mi stai dicendo la verità Oscar, possibile che non l’abbiate ancora fatto nel tuo ufficio, magari sulla tua scrivania? Dai, saresti una sciocca, a non farlo lì, io al tuo posto non avrei aspetto un minuto di più. Sai cosa avrei fatto io?”
“Sentiamo …”
“Dunque appena arrivata in ufficio, avrei chiuso la porta a chiave e ….”
“E …?”
“Gli sarei immediatamente saltato addosso, anzi , non gli avrei dato nemmeno il tempo di chiedere aiuto, che l’avrei spogliato e l’avrei fatto mio, in tutti i modi!”
Sospiro e sorrido, le rispondo: “Joséphine sei impossibile!”
“E tu una bugiarda.”
“Bugiarda io? E perché sarei una bugiarda sentiamo …”
“Beh, è vero non l’hai negato, però … te lo leggo in faccia che lo hai fatto …”
“Joséphine, dai smettila!”
“Su su Oscar … smettila tu! Sei rimasta o non sei rimasta a dormire in caserma l’altra sera?! E non vorrai dirmi che tu e Andrè non avete colto l’occasione al volo?!! Se mi dici il contrario, non pretenderai che io ti creda mia cara Oscar! ..”
“Veramente Joséphine, io non ho detto nulla, stai facendo tutto tu!”
“Uhm .. Hai ragione, in fondo non mi hai detto assolutamente nulla … Sai che facciamo? Lasciamo Andrè con gli uomini ed io salgo in camera tua e mi racconti tutto, ma proprio tutto, e vedi di non sfuggirmi, tanto non ci riusciresti ah ah ah!”
“Joséphine! …”
“Su Oscar andiamo, non fare quella faccia .. poi ti racconto io di come l’ho fatto sulla scrivania del nonno!”
“Ti ringrazio Joséphine, ma non ci tengo a saperlo.”
“Invece io si, voglio raccontartelo, a tra poco Oscar ah ah ah!”



Charles, guarda mia sorella e le dice: “Joséphine per favore vieni un attimo qui!”
“Subito caro arrivo …… Oscar guai a te se mi sfuggi, aspettami!”

Vedo Joséphine allontanarsi, finalmente ha finito di farmi domande …. Almeno per il momento.

Continuiamo a trascorrere la serata tranquillamente in famiglia, quando vedo arrivare un servitore della casa, mi si avvicina e mi dice sotto voce: “Madame Oscar, è appena arrivato un messaggero di Sua Maestà la Regina, vuole parlare con Voi.”
“Adesso arrivo …”
Guardo Andrè e gli faccio cenno di seguirmi, lasciamo il salone e ci rechiamo nell’atrio del palazzo, dove lì ad attenderci c’è il messaggero della Regina.
Appena mi vede, mi dice: “Siete Voi il Colonnello Oscar François de Jarjayes?”
“Si, sono io, cosa succede?”
“Vengo a consegnarVi questa missiva da parte di Sua Maestà la Regina!”

Appena l’uomo mi consegna la busta, monta a cavallo e lascia il palazzo. Andrè ed io per qualche istante ci guardiamo con aria interrogativa, apro immediatamente la busta e leggo.

“Cosa c’è Oscar, perché la Regina ti ha mandata una missiva?”
Ripiego la lettera e gli dico: “Andrè, domattina all’alba, tu, io e mio padre dovremo presentarci a corte, Sua Maestà ha delle comunicazioni urgenti da farci …..”

 
   
 
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