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Autore: Lady Atena    30/08/2018    0 recensioni
Fa parte della serie Le note della vita, mia e di kamy.
Tsuyoshi ha molti segreti, e alla fine Takeshi ne rimane coinvolto, che al padre piaccia o meno.
L'OC Tsukoshi appartiene a kamy.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Takeshi Yamamoto
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A casa Yamamoto, Tadashi guardava il piccolo Takeshi di sei anni impegnato nel disegnare dei kanji sul quaderno, da dietro di lui proveniva il lieve russare della madre, la luce della luna filtrava dalle finestre socchiuse.
Il telefono squillò, Tadashi rispose e lo avvicinò all’orecchio.
“Come sta Takeshi?” chiese Tsuyoshi.
“Tutto bene, sta facendo i compiti”, rispose Tadashi, “sua moglie dorme”.
Takeshi posò il pennino, allungò le mani e prese il telefono.
“Papà? Sono quasi le sette di sera, ho fame”.
Tsuyoshi rise.
“Papà tra poco torna a casa. Tu occupati della mamma”.
Takeshi annuì, con decisione.
“Ci penso io!”.
Tadashi sorrise dolce, prese il telefono.
“Fai con calma, zio. Non mi pesa badare a Takeshi”.
Tsuyoshi mugugnò un assenso.
“Non voglio che cresca con un padre assente, tutto qui”.
Tadashi sospirò, attaccò la telefonata e ripose l’oggetto.
Si sentì un mugugno, Lavanda si alzò in piedi e avanzò strascicando i piedi.
“Mamma?” pigolò Takeshi.
Tadashi scattò in piedi mettendosi davanti a lei, la donna lo guardò e gli girò intorno, i capelli grigi le ricadevano davanti al volto fino alle ginocchia.
“Devo andare da mia sorella” sussurrò roca.
Prima che Tadashi potesse fermarla le finestre esplosero, una serie di ninja entrarono nella casa tra una cortina di fumo. Tadashi afferrò Takeshi e lo portò dietro di sé, cercando di scrutare tra la nebbia che aveva invaso la stanzetta.
“Prendete il bambino!” urlò una voce.
Takeshi scattò verso il comodino, afferrò la propria lametta per le unghie e con uno scatto trafisse l’uomo che gli era andato incontro. Tadashi sgranò gli occhi, si spostò di lato e vide un ninja passargli davanti.
Tadashi lo afferrò per un polso, un secondo ninja cercò di colpirlo alle gambe e lui balzò, ma fu costretto a lasciare il primo nemico, che andò verso Takeshi. Takeshi recise con un colpo netto la giugulare del ninja, balzò e infilzò la lametta nell’occhio di un terzo. La rigirò facendo gridare il nemico, la estrasse e atterrò acquattato.
Il fumo si stava diradando, Tadashi si guardò intorno vedendo altri quattro ninja, ma nessuna traccia di Lavanda.
“Dov’è la mia mamma?!” strillò Takeshi.
Un ninja gli andò contro, il bambino schivò e Tadashi fece lo sgambetto al ninja, facendolo cadere in terra. Fece per girarsi, ma Takeshi scattò in avanti e con dei movimenti fulminei uccise gli altri tre ninja.
Quello in terra si girò di schiena, sgranò gli occhi blu notte e tolse la maschera, rivelando un giovane dai tratti delicati. Takeshi si voltò verso di lui, gli puntò contro la lametta delle unghie.
“Hai preso tu la mia mamma?” chiese.
Il giovane negò, pallido in volto.
“Noi eravamo qui per te, ci ha mandato il Nono Yamamoto, sono suo figlio come tu sei suo nipote”.
Tadashi lo raggiunse, tirò indietro Takeshi e porse la mano al giovane.
“Torna a raccontare cosa succede a chi prova a portarlo via da suo padre”.
Il giovane prese la mano, si alzò in piedi e lanciò un’altra occhiata a Takeshi.
“È proprio l’erede della signora …”.
Takeshi lo guardò, le iridi castane scintillarono.
“La prossima volta che provi a portarmi via dal mio papà non ti beccherai solo uno sgambetto”.
Il giovane deglutì, si rimise la maschera e uscì dalla finestra distrutta. Tadashi guardò i cadaveri attorno a loro, sospirò.
“Come lo spieghiamo a Tsuyoshi?” si chiese.
Si sentì un urlo femminile da fuori, Takeshi sgranò gli occhi.
“Mamma!” urlò.
Fece per scattare verso la porta, un terremoto scosse la casa e Tadashi afferrò il bambino. Lo spinse sotto il letto, lui aderì al muro sentendo tutto tremare attorno a loro, soprammobili caddero in terra e la sedia sbatté contro il tavolo, le cui gambe parevano sul punto di rompersi.
Il terremoto si calmò, Tadashi raggiunse il letto e si chinò.
“Stai bene?”.
Takeshi annuì, uscì da sotto il letto, pallido.
“Papà lo sa” sussurrò.
In quel momento, Tsuyoshi varcò la soglia con il cadavere di Lavanda, sporco di sangue, in braccio.
  
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