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Autore: AlexEire    09/09/2018    1 recensioni
Le brevi storie di persone molto diverse tra loro, che hanno però un unico filo conduttore: la notte
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A quasi cento metri d'altezza, in quella notte buia, senza luna né stelle, un ragazzo osservava la città estendersi sotto ai suoi occhi. In italiano forse l'avrebbero definito un " teppista incosciente", in inglese un temerario " urban climber ", ma lui preferiva il termine "danseur di ciel", in francese, ballerino del cielo. E in effetti sembrava proprio che danzasse, quando si arrampicava,più agile e silenzioso di un gatto, sulle impalcature di un cantiere incompiuto, oppure quando saltava da un tetto all'altro, per nulla intimorito dalla possibilità di cadere. Nessuno sapeva di questo suo segreto: non si faceva foto, non pubblicava video per raggiungere migliaia di visualizzazioni, si teneva ben lontano dalle aree sorvegliate. Persino i suoi genitori non sospettavano nulla, convinti che dormisse e per il giovane era facile declinare gli inviti serali degli amici accusando la stanchezza. Se solo avessero saputo che di trovava molto più a suo agio lì, sulla cima dei palazzi che in mezzo alle affollate strade del centro cittadino. "Le strade vengono usate da tutti", pensava" mentre i tetti appartengono solo a me". E con questi pensieri percorreva chilometri, con solo la compagnia delle stelle ad osservarlo mentre compiva i suo folli salti. Quel ragazzo tuttavia si sentiva al sicuro, libero e leggero come mai sentiva quand'era a terra e le altezze diventavano il suo rifugio e la sua salvezza. Ogni tanto aveva anche la tentazione di abbandonare tutto, di vivere passando di albero in albero, di pluviale in pluviale, senza toccare il suolo neanche per sbaglio. Puntualmente però, allo spuntare dei primi raggi di sole, egli tornava a casa passando da un piccolo lucernario e si rinfilava nel letto, aspettando il suono della sveglia. Quel piccolo, fastidiosissimo oggetto, gli ricordava che , di nuovo, avrebbe dovuto confondersi con quella folla di gente comune che lo spaventava, inghiottiva, cancellava.
   
 
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