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Autore: Ily18    11/07/2009    5 recensioni
ATTENZIONE:SPOILER per l'ottava stagione! (Clois) Clark si ritrova nel fienile a riflettere e Lana, dopo il suo ritorno, lo raggiunge lì. I due parlano un po' di tutto quello successo in sua assenza e Clark arriva a capire che può fare benissimo a meno di lei, perchè nella sua vita c'è già la sua "Wild Cherry".
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Clark Kent, Lana Lang, Lois Lane
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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A/N: Allora, eccoci qua all'ultimo capitolo conclusivo della mia prima storia Clois! Visto che avete tanto da leggere, mi limito ad augurarvi buona lettura e vi avverto che ci sarà una lunga nota finale alla fine del capitolo :P
Buona lettura!
ps: piccolo avvertimento. Ci sarà un lungo flashback e sarà tutto in corsivo.
ps2: leggerete delle frasi prese da qualche episodio della 5^ serie e altre prese da un episodio dell'8^ serie.



Era una calda giornata d’estate in quel di Smallville e l’unico svago che quella piccola cittadina del Kansas permetteva in giornate come questa, era quello di fare una visita al lago per rinfrescarsi un po’.

Chloe aveva proposto a Lois e Clark di raggiungere lei e Jimmy, il suo neomaritino, giù al lago e loro due non se lo erano fatti ripetere due volte, portando anche Shelby con loro.

Una volta arrivati al lago, Shelby aveva subito richiesto le attenzioni di Clark, quasi implorandolo con quei suoi occhioni color nocciola e lo scodinzolare frenetico della sua coda, di entrare in acqua con lui e lanciargli qualcosa che lui gli avrebbe riportato indietro. ‘In un battito di ciglia.’ Pensò Clark preoccupato.

“Sicura che non ti dispiace?” Chiese a Lois, mentre accarezzava Shelby dietro l’orecchio.

“Mi si spezza il cuore a sapere questa palla di pelo lontana da me.” Disse ironica Lois, sorridendo e guardando affettuosamente la montagna di peli biondi immobile al fianco di Clark. “Non so come resisterò senza starnutire ogni 5 minuti!” Continuò sempre più ironica, piegando la testa di lato e unendo le labbra in quel sorriso che Clark era ormai abituato a vederle in viso ogni volta che lo stuzzicava.

Sorrise divertito, seguito a ruota da Chloe e Jimmy che avevano seguito la scenetta.

“D’accordo amico,” disse spettinando il pelo sulla testa di Shelby, “sembra proprio che Lois non ci voglia nei paraggi.” Le sorrise nuovamente, aspettando una sua risposta che non tardò ad arrivare.

“Non si sa mai Smallville. Fai il bravo e per te potrei fare un’eccezione.” Gli sorrise nuovamente, questa volta maliziosa, notando come l’espressione di Clark cambiò nel giro di qualche secondo. Da sicuro di sé, passo ad imbarazzato e Lois notò con quanta difficoltà riuscì a deglutire il nodo che gli si era formato in gola. Sorrise, contenta di riuscire a fare quell’effetto all’uomo d’acciaio.

Clark, le sorrise un’ultima volta, prima di guardare nuovamente Shelby. “Andiamo piccolo!” Detto questo, lui e Shelby s’incamminarono verso l’acqua, seguiti a qualche passo di distanza da Jimmy che li stava raggiungendo.

Le uniche rimaste all’asciutto a prendere il sole erano le due cugine, Lois e Chloe, che indossati gli occhiali da sole, sedevano sui propri teli da mare e sorseggiavano del the fresco al limone dalle rispettive lattine.

“Non avrei mai pensato che avrei visto un così prefetto quadretto familiare in così poco tempo.” Disse Chloe seria, un sorriso sincero sulle sue labbra, mentre guardava suo marito e il suo migliore amico giocare in acqua con Shelby, come due ragazzini.

“Credimi cuginetta, questa è solo una delle tante cose alla quale dobbiamo farci l’abitudine.” Le rispose, anche lei rapita dai due ragazzi che si divertivano col cane dal pelo biondo.

“Già.” Chloe annuì alle parole della cugina. “Penso ti riferisca al grande segreto di Clark.” Precisò Chloe, sorseggiando un po’ del suo the al limone.

Eh sì, Lois si riferiva anche a quello, perché, ammettiamolo, scoprire che il ragazzo che ti ha appena confessato il suo amore è un viaggiatore intergalattico, non è mica una notizia da tutti i giorni.
Ma quello a cui Lois si riferiva veramente, era lo shock nel constatare quanto le cose con Clark fossero normali, così semplici. Superuomo o no.

Sin dal primo momento in cui aveva realizzato gli strani sentimenti che provava per lui, Lois aveva sempre avuto paura di immaginare come sarebbero state realmente le cose tra loro due. Sapeva che le cose tra Lois e Clark potevano essere tutto fuorché semplici.
In fondo, Lois aveva vissuto da vicino tutti i suoi drammi amorosi e sapeva che Clark era sempre stato realmente innamorato solo di una persona nella sua vita. Lana Lang.

E invece…

Lois tornò con la memoria a qualche giorno prima, quando lei e Clark stavano nella cucina dei Kent e lui le aveva appena confessato il suo amore.

Le sue forti braccia la stringevano ancora forte al suo corpo marmoreo, quasi volesse recuperare in quei pochi minuti, tutto il tempo perso, tutte quelle volte in cui avrebbe voluto tenerla tra le sue braccia, ma non aveva potuto.
I loro visi ancora vicini, le loro bocche ancora prese da quella danza sensuale che nessuno dei due sembrava voler interrompere per nessun motivo.

Lois era perfettamente consapevole che da lì in poi, loro due non sarebbero più stati solo semplici amici, non dopo quelle parole e soprattutto non dopo quel bacio.
Era sicura che le cose tra loro sarebbero cambiate. ‘In meglio.’ Pensò, quasi una preghiera silenziosa la sua, perché era consapevole anche del fatto che qualcosa –‘qualcuno.’ Si corresse- potesse rovinare quello che c’era tra lei e Clark.
Se voleva veramente che le cose tra loro funzionassero, aveva bisogno di togliersi quel peso dallo stomaco, quel dubbio che la perseguitava e doveva farlo ora.

Interruppe dolcemente il bacio, portando le mani sul viso di Clark e allontanandolo leggermente dal suo. Vide l’espressione confusa sul suo viso, il suo spostare leggermente la testa da un lato e avvicinare le sopracciglia l’una all’altra, incapace di spiegarsi perché mai lei avesse fatto una cosa del genere.

“Smallville,” Lois aprì subito bocca, sperando che sentirla usare il suo nomignolo, lo tranquillizzasse un po’, “so che te l’ho già chiesto, ma…” Lois notò con molta facilità quanto la sua voce stesse tremando in quel momento, il nervosismo che le chiudeva lo stomaco. “Sei sicuro che questo…” indicò per un paio di volte prima lei e poi lui, lasciando la frase in sospeso, sperando che lui capisse quello che intendeva dirgli.

“Che questo, cosa, Lois?” Le chiese sempre più confuso, allentando un po’ la presa su di lei, ma mai lasciandola andare del tutto.

Lois prese un respiro a fondo prima di proseguire. “Sì insomma, che è quello che vuoi realmente?” Riuscì finalmente a lasciare libere quelle parole che le erano sembrate così pesanti qualche secondo prima. Sentendo che ormai il danno era fatto, proseguì. “Che è questo,” indicò nuovamente prima lei e poi lui, “quello di cui hai bisogno?” Cercò di arretrare un po’, riuscendo a far cadere la presa delle mani di Clark dai suoi fianchi.

Lois ne approfittò e si girò, dandogli le spalle, prima di continuare a parlare, senza dargli l’opportunità di rispondere. Aveva il terrore di aver commesso un impareggiabile errore avendo portato a galla quei suoi dubbi. E se Clark le avesse detto che lei era solo una persona come tante? Che la stava usando solo per dimenticare Lana? Non avrebbe retto ad una notizia del genere, non dopo che aveva realizzato quanto avesse dannatamente bisogno che Clark Kent facesse parte della sua vita e non solo come un semplice amico.

Ma invece di dirgli tutto quello che aveva appena pensato, decise di indossare la sua tipica maschera da ragazza forte che camuffa i suoi veri sentimenti e riprese a parlare. “Perché insomma, col ritorno di Lana e tutto il resto, potrei capire se questo è stato solo uno slancio del momento e che tutto quello che hai detto e fatto non lo pensavi veramente. Insomma, quel che è successo è successo.” Camminava nervosamente da una parte all’altra della stanza gesticolando vistosamente, sempre evitando il contatto visivo diretto con Clark. “Quando uno è sottoshock fa le cose più strane,” rise nervosamente, “cose di cui puntualmente si pente.” Continuò a fare quella finta risatina, contenta che Clark non potesse vedere l’espressione preoccupata che aveva in quel momento in viso e soprattutto che non potesse notare quanto le sue mani tremassero mentre parlava.
Si sedette su una delle sedie vicino a lei, prima di continuare a parlare, questa volta guardandolo in faccia. “Il punto è, Clark, che se hai altre cose per la testa, lo capisco.” Disse, cercando di suonare il più comprensiva e tranquilla possibile, sperando di riuscire a sopprimere la frase che in realtà avrebbe voluto dirgli e che ora le rimbombava in mente: ‘Ma non lo condivido Smallville, perché non puoi baciarmi in quel modo, dirmi tutte quelle cose e poi sperare di farla franca con me!’

Ma ancora una volta, decise di tenersi tutto per sé, di recitare la parte della ragazza forte come le era stato insegnato, contenta che Clark non riuscisse a leggerle nella mente.

E mentre notava che Clark non aveva fatto nessuno sforzo per interromperla o per smentire ogni singola parola che era appena uscita dalla sua bocca, notò come lui stesse semplicemente di fronte a lei, con la spalla sinistra poggiata al muro più vicino, le braccia incrociate al petto e il peso del suo corpo poggiato interamente sulla gamba sinistra. E soprattutto, un sorriso a 32 denti che andava da orecchio a orecchio.

“Perché sorridi in quel modo stupido, Smallville?” Chiese infastidita da quel suo atteggiamento. Lei era lì, pronta ad abbassare le sue difese per lui, a fargli capire quanto fosse importante che entrambi fossero sulla stessa lunghezza d’onda sul loro rapporto e lui si limitava a sorridere in quel modo, quasi come se fosse divertito dalla situazione.

“Stai stra parlando.” Le fece notare, sempre divertito dalla situazione. “E’ una cosa che fai quando sei nervosa.” Continuò, avvicinandosi un po’ di più a lei.

E lui che diavolo ne sapeva di quello che lei faceva quando era nervosa? Beh, il punto era che ci aveva preso in pieno.

“Sei nervosa per colpa mia?” Le chiese, quasi ammiccante, mentre continuava ad avvicinarsi a lei a piccoli passi.

“Pff, per favore Smallville, non diciamo certe idiozie!” Disse distogliendo lo sguardo dai suoi occhi blu così profondi, per osservare un’interessantissima crepa nella finestra di casa Kent.

Ancora una volta l’atteggiamento da dura che le era stato inculcato da suo padre, stava avendo la meglio, facendo sì che lei si chiudesse nuovamente in se stessa, evitando che Clark capisse sul serio quello che lei intendeva con quelle parole. O almeno, sperava che Clark non la conoscesse così bene come sembrava.
Anche se… dove l’aveva portata finora questo comportamento così stupido? Che senso aveva nascondergli le sue paure su loro due, se poi alla fine non parlargliene avrebbe portato solo a lasciare le cose in sospeso tra loro due?

“Lois, ho capito che intendi.” Le disse, piegandosi sulle ginocchia di fronte a lei, i suoi occhi blu-verde allo stesso livello di quelli di Lois.
Le spostò leggermente il ciuffo che le copriva gli occhi, per poi accarezzarle dolcemente la guancia, quel suo sorriso che non lasciava mai il suo viso. “Pensi che io non sia ancora pronto per andare avanti.” Le sorrise nuovamente, unendo le sue labbra in segno di comprensione, prima di respirare profondamente.

Lois rimase sorpresa da quanto bene la conoscesse, dalla velocità con la quale era riuscito a capire al volo la situazione. “Smallville…” Disse quasi volendo scusarsi, vedendo l’espressione sul viso di Clark incupirsi. Ottimo, era riuscita a farla sentire in colpa!

“No, Lois.” La zittì dolcemente portando la sua mano sulle sue labbra. “So che può sembrare irreale detto dopo così poco tempo, ma è vero, non amo più Lana.” Le sorrise e Lois sentì sciogliersi nuovamente, perché per quanto le sue paure fossero forti, era sicura che Clark non le stesse mentendo. “Dopo aver corso per tanto tempo dietro ad una bici, penso sia ora per quella Harley di cui mi avevi parlato.” Le sorrise nuovamente e Lois sentì il cuore farle mille capriole in petto.

“Smallville…” Disse sorpresa dalle sue ultime parole. Clark si ricordava di quel discorso che avevano avuto un bel po’ di anni fa nel fienile. “Ricordi ancora quelle parole?” Chiese sorpresa, non distogliendo mai lo sguardo dagli occhi chiari di fronte a lei.

“Lois, è grazie a quelle tue parole se sono riuscito ad andare avanti.” Le disse sincero.

E prima che Lois se ne rendesse conto, le sue labbra avevano nuovamente trovato quelle di lui, sancendo la pace dopo quella piccola lite, ma soprattutto ponendo fine a tutti i dubbi che le avevano annebbiato la mente.
Tornò con la memoria a quel pomeriggio al fienile, quando Clark era triste dopo che aveva scoperto di Lana e Lex.

“Senti,” gli disse sedendosi sul bracciolo del divano dove lui era seduto, “qualche volta abbiamo bisogno di mettere da parte i nostri sentimenti, finché non arriva il momento giusto.” Clark la guardò confuso. “Come mettere dei soldi in un salvadanaio per comprare quella bici che ancora non puoi permetterti.” Spiegò, quasi fosse la cosa più scontata del mondo.

Clark la guardò ancora una volta, capendo quello che intendeva. “Il punto è che, non sono poi così sicuro che ci sia qualcun’altro per me, lì fuori.”

“Ah, non puoi mai dirlo, Clark.” Gli rispose subito, con un tono sicuro di sé che non passò inosservato al superudito di Clark. “Magari quando finalmente aprirai il tuo salvadanaio, scoprirai che per tutto questo tempo non hai risparmiato per comprare una bici.” Lois distolse per un istante lo sguardo da Clark, prima di continuare. “Ma per comprare una Harley.” Concluse, guardandolo nuovamente in faccia, sorridendosi a vicenda.

La testa di Lois sembrava non smettere più di girare, tra il bacio di Clark e i ricordi di qualche anno prima che sembravano ancora così nitidi.

“Lois…” Disse Clark interrompendo il bacio e alzandosi in piedi di fronte a lei. “Ricordi che prima ti ho detto che avremmo dovuto parlare di un’altra cosa?”

“Sì.” Rispose annuendo. “E ricordo anche di averti detto che ne possiamo parlare in un altro momento, Smallville.” Gli ricordò con un sorriso.

Clark sorrise a sua volta, infilando le mani in tasca come faceva sempre quando era nervoso. “E lo apprezzo, Lois. Ma penso sia sbagliato rimandare ancora, tutto qui.”

Lois sbuffò, fintamente indispettita dalla fretta di Clark a proposito di questa cosa di cui voleva parlarle. “Coraggio Smallville, sputa il rospo.” Le sorrise, ma vide il viso di Clark assumere quell’espressione seria che a lei non piaceva. Cos’altro sarebbe successo stavolta? Quale oscuro segreto le stava nascondendo?

“Io, uhm…” Lois notò che Clark non smetteva di fissarsi le punte dei piedi e capì quanto questo discorso lo innervosisse. “Non sono proprio chi pensi.”

Lois corrugò la fronte, divertita da quelle parole. “Ah, no?” Una leggera risata lasciò le sue labbra.

“Diciamo che…” Clark alzò finalmente lo sguardo, prima di continuare con la sua confessione. “Sono la macchia rossa e blu.” Piegò il viso leggermente alla sua destra e corrugò le sopracciglia, assumendo un’espressione quasi colpevole.

Lois strabuzzò gli occhi e arcuò le sopracciglia in segno di sorpresa, dopodiché iniziò a ridere, buttando la testa all’indietro e reggendosi la pancia che iniziava a farle un po’ male a causa delle tante risate. “Sul serio Smallville, se volevi farmi ridere, ci sei riuscito.” Disse, cercando di smettere di ridere e passandosi l’indice sugli occhi per fermare le lacrime che la risata le aveva fatto formare negli occhi.

“Uhm, non proprio la reazione che mi aspettavo.” Disse più a sé stesso che a lei.

“Sul serio Clark, come puoi anche solo pensare che io possa credere ad una roba del genere?” Disse alzandosi dalla sedia, fermandosi di fronte a lui. “Per quanto tu sia speciale,” gli disse, accarezzandogli una guancia, “so benissimo che tu sei un semplice ragazzo di campagna.” Gli diede un leggero pugno sul braccio, come faceva sempre quando lo stuzzicava. “Il mio ragazzo di campagna.” Aggiunse con un tono dolce, poggiando entrambe le mani sul suo petto.

Clark sorrise, poggiando una mano, su una di quelle di Lois che ancora riposavano sul suo petto. “Pronta ad essere stupita, Lane?” Le chiese e prima che lei potesse rispondere, la prese tra le sue braccia e sfrecciò fuori da casa sua.

Nel giro di qualche secondo, si ritrovarono sul tetto del Planet, a Metropolis.
Clark si fermò al centro del terrazzo, il suo sguardo fisso sul viso di Lois che lo guardava sorpresa.

“Sembra proprio che debba smetterla di chiamarti Smallville.” Furono le uniche parole che riuscì a dire.

Era ancora sottoshock per quello a cui aveva appena assistito. Come poteva essere che il suo Smallville fosse infetto da meteoriti e lei non se ne fosse mai resa conto?

“Sapevo l’avresti detto.” Disse Clark sorridendo e lasciando andare la presa su di lei. “Solo, promettimi che continuerai a farlo.” Aggiunse, questa volta con un tono serio che a Lois non sfuggì.

Lois sorrise. “Pensavo non ti piacesse.” Incrociò le braccia di fronte a lei. “Smallville.” Aggiunse con un sorriso.

“Le cose cambiano, Lois.” Le rispose altrettanto sorridente.

“Già, a proposito di cose che cambiano.” Disse indicandolo. “Grazie a quale pioggia di meteoriti hai acquisito i tuoi, uhm…” Lois pensò alla parola più adeguata da usare. “Poteri.” Concluse, corrugando le sopracciglia.

“E’ un po’ più complicato di così, Lois.” Cercò di spiegarle.

“Ovviamente.” Lois scosse la testa, ma Clark notò il sorriso divertito sulle sue labbra. “Allora, hai qualche altra abilità oltre all’essere più veloce di un proiettile?” Chiese avvicinandosi a lui, un sorriso curioso che campeggiava sulle sue labbra.

Clark sorrise, felice e sollevato del modo in cui Lois stava prendendo la notizia. ”Beh,” Clark prese un respiro profondo prima di continuare, “posso sparare fuoco dagli occhi.” Lo sguardo di Lois si fece ancora più sorpreso, ma lui continuò a parlare. “Posso sentire un cane abbaiare a 10 miglia di distanza, posso vedere attraverso gli oggetti e ho una forza superiore al resto degli umani-”

“Un secondo!” Lois alzò le mani di fronte a lei, interrompendolo. “Riavvolgi il nastro, Smallville.” L’espressione di sorpresa, aveva ora lasciato spazio ad una imbarazzata, mentre Lois incrociava le dita delle mani al petto. Si schiarì un po’ la gola prima di andare avanti. “Spiegami meglio, uhm, la parte del vedere attraverso gli oggetti.”

Clark capì quello che intendeva e sorrise divertito. L’unica cosa che interessava veramente a Lois, non era che lui avesse poteri diversi dalla gente normale, ma che lui potesse averli usati per spiarla. Sorrise nuovamente prima di riprendere a parlare. “No Lois, devo concentrarmi per vedere attraverso gli oggetti.” Scosse la testa, notando l’imbarazzo sul viso di Lois.

“Vuoi dirmi seriamente che non hai mai usato quel potere a tuo vantaggio?” Gli chiese, indicandosi da testa a piedi, come ad enfatizzare il fatto che non credesse che Clark non avesse mai voluto… spiarla.

Clark sorrise divertito. Ancora una volta lei riusciva a farlo sentire umano, a dispetto di tutti i poteri che aveva.

Lois si avvicinò nuovamente a lui, portando le mani dietro al collo di Clark. “Sappi che questo non cambia niente tra noi, Smallville.” Lo rassicurò, mettendosi sulle punte dei piedi e baciandolo dolcemente. Sentì le mani di Clark salire su suoi fianchi, per poi passare sulla sua schiena.

“Non hai ancora sentito la parte più strana.” Le disse Clark con un sorriso che però tradiva un po’ di preoccupazione.

“Ne dubito.” Sorrise Lois, sperando di riuscire a farlo tranquillizzare un po’. “Ma sentiamo.” Lo incoraggiò.

“Come ti ho detto prima, non sono stato infettato dai meteoriti, Lois.” Lois ascoltava attentamente quello che diceva Clark. “Infatti, io sono la causa delle piogge di meteoriti che ci sono state a Smallville.” Lois corrugò la fronte, non riuscendo a capire bene di cosa Clark stesse parlando. Per cui invece di interromperlo, si limitò ad annuire e lasciarlo spiegare. Allentò la presa su di lui e lasciò cadere le braccia lungo i suoi fianchi, sperando che Clark non prendesse questo suo gesto nel modo sbagliato. “Il mio pianeta d’origine, Krypton, è stato distrutto e mio padre decise che l’unico modo per salvarmi la vita era spedirmi qui sulla Terra.” Gli occhi di Lois lo guardavano incredulo, incapace di dire se la stesse prendendo in giro o no. Ma dopotutto, perché mai avrebbe dovuto mentirle?

Clark prese a camminare nervosamente per il terrazzo del Planet, prima di continuare il racconto. “Mi spedì qui con una navicella e i Kent mi trovarono in un campo di grano e decisero di adottarmi, facendomi crescere qui a Smallville.” Clark si interruppe per un secondo prima di continuare. “Tra gli umani.”

Lois si prese un istante per soppesare tutte le news che Clark le stava dando tutte in una volta. Com’è che tutte queste cose che l’avrebbero dovuta shockare, la lasciavano sì sorpresa, ma non gli facevano vedere Clark in un modo diverso?
Come mai lei continuava a vederlo nello stesso modo? Come una persona normale, solo con delle abilità speciali?

“Sei senza parole, non è mai una buona cosa.” Le parole di Clark la riportarono alla realtà e lei lo vide di fronte a sé, terrorizzato che avesse preso la notizia nel modo sbagliato.

Non voleva che pensasse che lei ora lo vedesse come un mostro, un diverso. L’unica cosa che le venne in mente di fare, fu ridurre la distanza dei loro corpi il più in fretta possibile –‘non in fretta come avrebbe fatto lui.’ Sorrise nel pensarlo- e lo strinse forte a sé, più forte che poteva.

“Te lo ripeto, Clark, questo non cambia quello che provo per te.” Sentì le braccia di lui passarle dietro la schiena e stringerla forte a sé. “Ho conosciuto abbastanza persone nate sulla Terra, per sapere che non è dove nasci che ti rende normale.” Sentì Clark sorridere, mentre le baciava la testa che aveva appoggiato sul suo petto qualche istante prima. “Per me sei sempre il solito Clark Kent.” Spostò il viso cosicché potesse guardarlo negli occhi. “Il mio ragazzo di campagna, diventato ragazzo delle fotocopie.” Sorrise, non distogliendo mai lo sguardo dai suoi occhi chiari. “Il mio Smallville.” Proseguì, una lacrima che le rigava la guancia. Sentì il pollice di Clark salire sul suo viso per asciugarle la guancia, prima che le sue labbra si ritrovassero nuovamente a sentire il sapore di Clark.

Portò nuovamente le braccia dietro al collo di Clark per avvicinarlo più a lei, cosa fisicamente impossibile visto che i due erano già a stretto contatto l’uno con l’altra.
Entrambi si lasciarono andare a quel bacio che sembrava quasi sancire la perfetta conclusione a quel discorso.
E per quanto Lois si sentisse perfettamente umana, quel bacio la fece sentire di un altro pianeta. La fece sentire speciale.
E più il bacio andava avanti, più le mani di Clark andavano su e giù per la sua schiena e poi sui suoi fianchi, più lei si sentiva leggera, come se potesse toccare il cielo con un dito.

Aprendo per un secondo gli occhi, notò come tutto aveva assunto un colore tra il blu e l’arancione attorno a loro, i colori del tramonto. Incuriosita, interruppe il bacio e iniziò a guardarsi intorno, sorpresa da quello che stava vedendo.
Stringendosi più forte a lui, subito i suoi occhi verdi tornarono sul viso di Clark che, stranamente, sembrava sorpreso quanto lei.

“Uhm, Smallville. Hai per caso dimenticato di dirmi qualcosa?” Gli chiese, mentre realizzò che i suoi piedi avevano smesso di toccare il suolo, fluttuando nel vuoto insieme a quelli di Clark.

“Credimi Lois,” le sorrise, sorpreso quanto lei di essere finalmente riuscito a fare quello per cui Kara lo prendeva tanto in giro, “sono sorpreso quanto te.” Lois non riuscì a capire che intendeva Clark con quelle parole, ma lo sguardo sorpreso che gli aveva visto poco fa e il sorriso da orecchio a orecchio che aveva in questo momento, le fecero capire che diceva la pura verità.

Stringendola sempre più forte a lui, Lois e la Macchia Rossa e Blu, sfrecciarono nel cielo di Metropolis, con il tramonto che faceva da perfetto sfondo alle loro spalle.


“Lo,” disse Chloe, riportando Lois alla realtà, ignara di avere appena fermato tutti i ricordi dei giorni precedenti che la cugina stava avendo, “alla fine hai poi mai detto a Clark che avevi origliato” Lois si girò a guardarla storto alzando le sopracciglia, fingendo di essere stata offesa dall’insinuazione della cugina. Chloe si mise a ridere, aggiungendo prontamente “per caso,” Lois annuì, sorridendo a sua volta, consapevole di quello che la cugina stava chiedendole, “la conversazione che lui e Lana hanno avuto su di te nel fienile?”

Lois fece esplodere il suo grande sorriso, lanciando un’occhiata veloce a Clark che fortunatamente sembrava non aver sentito quello che la cugina le aveva appena chiesto.
Mosse la mano che reggeva la lattina di the, facendola scontrare con quella della cugina in un brindisi privato. “No, cuginetta.” Le rispose, abbassandosi leggermente gli occhiali da sole sulla punta del naso. “Quello sarà sempre il nostro piccolo, sporco segreto.” E dopo averle fatto l’occhiolino, si rimise apposto gli occhiali da sole, tornando a guardare il suo Clark giocare con Shelby, in tutta la sua umanità.



A/N: Prima di tutto, grazie, grazie e ancora grazie per avermi accompagnato in quest'avventura! Un grazie particolare a Cosmopolitan ed Enya che hanno sempre commentato. Un commento in particolare mi ha veramente fatto sentire apprezzata, per cui ringrazio sentitamente chi l'ha lasciato. :)
Poi che dire, questo era l'epilogo che volevo, anche se ogni tanto prendeva direzioni inaspettate. Non era una mia idea farlo così lungo, ma le dita hanno iniziato a scorrere da sole sulla tastiera ed è stato difficile fermarle! ^^
Più che altro, questo epilogo era un pretesto per far conoscere a voi lettori chi era l'origliatore misterioso che si era letto nel primo capitolo. Onestamente avrei voluto inserire la spiegazione nel secondo capitolo, ma poi una volta finito, non mi sembrava più il caso di mischiare tutto, per cui ho lasciato perdere. Spero che la mia decisione di farlo rimanere un segreto tra le due cugine, piaccia a voi quanto è piaciuta a me!
Come sempre, spero di aver tenuto ogni singolo personaggio IC, ma questa sarà una cosa che dovrete dirmi voi. :)

Ok, basta, è ora di concludere questa storia. Ancora un grazie grandissimo a tutti voi che avete seguito e commentato! :)
   
 
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