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Autore: Bellatrixdulac    10/09/2018    0 recensioni
Dopo un anno ricco di cambiamenti per i ragazzi del Campo Mezzosangue Alexander, Cassandra e tutti i semidei del Campo dovranno affrontare una nuova sfida: collaborare con il Campo Giove. Nuovi amici e nemici faranno il loro ingresso nell'apparente lotta contro i nemici degli dei in un'avventura che porterà Alexander e Cassandra a chiedersi quali di loro siano veramente dalla loro parte.
!Secondo capitolo della serie "Cassandra & Alexander e gli dei dell'Olimpo" Potete trovare la prima storia della serie sul mio profilo!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hazel Levesque, Jason Grace, Luke Castellan, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cassandra & Alexander e gli dei dell'Olimpo'
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-Cassandra- trilla una voce all’entrata della casa sette, destinata ai figli di Apollo, dio greco della medicina, poesia, profezia, tiro con l’arco, sole, palla a canestro… e un sacco di altre cose che sto ancora imparando.
Già, perché io sono Cassandra Williams, figlia di questo odioso dio. A dire il vero, dall’anno scorso, ho imparato ad accettare di più Apollo, dopo averlo perdonato per un paio di errori che aveva commesso. Ma lo considero ugualmente abbastanza irritante.
Poso il libro di poesie sul letto e alzo lo sguardo per guardare l’ingresso.
Una ragazza un anno più grande di me (io ho quattordici anni) entra tra le mura completamene rivestite d’oro. Ha i capelli biondi raccolti in una coda dietro la testa, anche se di solito porta una treccia, credo di non averla mai vista con i capelli sciolti.
È la mia migliore amica, nonché sorellastra da parte di padre, Jane Stone.
–Sì?- chiedo stancamente, anche se prevedo le sue prossime parole.
Io e lei ci assomigliamo, come tutti qua dentro, ma veramente poco per essere sorelle. Lei ha gli occhi marroni e i capelli biondo scuro, in alcuni punti del colore del caramello. I miei occhi sono dello stesso identico colore dei capelli: quello dell’oro. Lei è alta e magra, io magra e bassa.
-Il Capo del Campo ti vuole vedere- dice lei guardandomi come se mi stesse compatendo. Cioè, lei mi sta compatendo. E anche io la farei se si trovasse nella mia stessa situazione.
Sbuffo e ripongo il libro sullo scaffale. Tutta la nostra casa è rivestita d’oro e di giorno brilla come il sole, mentre la notte la casa otto, quella riservata ad Artemide (causa principale di scomparsa di ragazze dalla nostra casa e dal Campo in generale) risplende come la luna. All’ interno tutte le pareti sono tappezzate di archi e faretre, scaffali pieni di libri di poesie. Potrebbe sembrare pacchiano e pesante, visto che tutto è rivestito dal metallo prezioso, in realtà mette solo la gente di buon umore, grazie anche alle grandi finestre che fanno entrare una grande quantità di luce naturale nella stanza.
Tutti, qua dentro, amano leggere e scrivere poesie, sono bravi a tirare con l’arco e a medicare la gente e, ogni tanto, qualcuno viene maledetto con il dono della profezia, come me e Jane.
Io, nella mia vecchia scuola, vincevo ogni genere di concorso letterario di natura poetica, anche se sono dislessica (e iperattiva, sarebbero i riflessi e l’abilità di leggere il greco antico dei mezzosangue, in realtà), ma ora non posso più partecipare. Quest’anno ho frequentato il primo anno di liceo concentrandomi su materie scientifiche, vista la mia naturale inclinazione verso il mondo della medicina, ma, purtroppo, la poetica non è una dote che interessa molto là. Oltretutto, senza i miei genitori, non mi posso nemmeno permettere la retta di una scuola privata e sono costretta ad andare a quella statale.
I miei genitori. Mia madre e mio padre (l’uomo che mi ha cresciuta, che per me c’è sempre stato, che mi ha aiutato a fare i compiti, mi leggeva le storie per farmi addormentare, insomma, quello che a tutti gli effetti era mio padre, ma era solo il marito di mia madre) sono morti nel naufragio di una nave da crociera l’anno scorso, il giorno in cui ho scoperto di essere figlia di Apollo. In realtà non ho mai perdonato il dio per non aver fatto niente per salvarli, ma vorrei veramente averlo fatto, quindi penso che sia lo stesso.
-Ha un nome, il “Capo del Campo- replico io alzandomi.
Jane sorride un po’ incerta –Questo vuol dire che…-
-No- la interrompo io –intendo dire che non devi avere paura di pronunciare il suo nome in mia presenza. Sei amica di entrambi, non c’è bisogno che scegli con chi parlare-
Jane annuisce poco convinta e mi segue verso la Casa Grande.
-Non c’è bisogno che mi segui, non scappo mica- le faccio notare io.
Lei alza gli occhi al cielo –Ma sono tua amica, gli amici servono a questo-
-A proposito di amici- dico io per cambiare discorso –Dov’è William?-
-Credo che sia a dare lezioni di tiro con l’arco ai bambini. Facciamo un po’ a turno, ora. Da quando non c’è più Percy a dirigere il Campo non ha senso stare a baciare Emily tutto il giorno e ha dovuto trovare altro da fare-
Ridiamo entrambe.
Percy Jackson. Il grande eroe. Era diventato capo del Campo Mezzosangue, unico luogo sicuro per noi semidei greci, prima che io vi arrivassi, solo per controllare chi entrava ed usciva per scovare e uccidere un figlio di Ade che, secondo la lettura erronea di una profezia, avrebbe distrutto il mondo.
Ovviamente alla fine di tutta la storia io sono riuscita a salvare il mondo, anche se con l’aiuto di molte persone e morendo. Comunque ora sono qui.
-Allora ti lascio- dice Jane di fronte alla Casa Grande –Quando hai finito vieni alla casa…-
Sbuffo ancora –Non credo che sarà un interrogatorio che prevede la tortura, Jane!-
Lei lancia un’occhiata scettica alla porta e se ne va.
Io faccio un respiro e entro nella casa. Da quando il nuovo Capo del Campo si è insediato la Casa Grande è diventata un centro di videogame ultimo modello, anche se in realtà l’unica che ne usufruisce regolarmente è Sarah Davies della casa di Demetra. Scavalco un groviglio di cavi e cerco di raggiungere una sedia di fronte alla scrivania.
-Ciao Cassandra-dice una voce dall’altro lato. Qualcuno tira una tenda di fronte a me facendo entrare, finalmente, un po’ di luce dentro alla stanza. I miei occhi impiegano qualche secondo, ma alla fine vedo chiaramente il ragazzo che sta di fronte a me.
Alto, muscoloso quanto basta, occhi azzurri, capelli biondi e una cicatrice che gli solca il lato sinistro della faccia, ricordo di un’altra vita, letteralmente.
-Luke- dico molto asciutta io.
Lui ispira e si mette a sedere –Hai fatto qualche sogno a proposito di…-
-No- rispondo secca –Sappiamo entrambi che non mi hai chiamato per i miei sogni e, comunque, se sognassi non saresti il primo a cui lo verrei a dire. Andrei da Sarah, Nico o…-
-Perché fai così?- chiede Luke guardandomi con l’aria da cucciolo bastonato. Ripenso all’ ultima volta che mi ha fissata così, quando eravamo a Manhattan e io stavo per andare con Nico di Angelo alla Statua della Liberà…mi tolgo l’immagine dalla mente assieme alla fitta dolorosa al cuore. Quella volta pensavo che non lo avrei più rivisto, come non avrei più rivisto Jane, Will, il Campo…e invece sono ancora qui, solo grazie a Luke che ha insistito per avere dei doni da Ade.
-Lo sai perché- il mio tono si addolcisce un po’.
Luke stringe le mani per mantenere la calma –Credi che non sia abbastanza grande da capire cosa voglio, Cassandra? Se volessi fidanzarmi con Annabeth credi che non sarei in grado di capirlo?-
-No-
Luke è il mio ex-ragazzo. Ci siamo messi insieme l’estate scorsa, durante la mia prima missione, quella conclusa con lo scoppio di Liberty Island. Siamo rimasti insieme fino al mese scorso, quando io l’ho lasciato.
Io lo amo e lui mi ama. Quindi dov’è il problema? Il problema si chiama Annabeth Chase, la brillante figlia di Atena.
Ha circa trentacinque anni e, per una serie di incredibili eventi, sarebbe più piccola di Luke, la sua migliore amica di infanzia. Uno dei suoi primi amori. Ora che Percy è morto, il vecchio ragazzo di Annabeth, non ci sarebbe nessuno che possa impedire a Luke di mettersi con lei. Nessuno tranne me. E io lo conosco, non mi lascerebbe se non fossi io a lasciare lui, ma non posso costringerlo a stare con me se lui vuole Annabeth.
Non sono gelosa, io credo che possa essere definito un gesto altruista. Però Luke non ha intenzione di ringraziarmi per quello che ho fatto per lui, perché crede di soffrire senza di me.
-Cassandra- sospira lui.
Proprio in questo momento la porta si spalanca ed entra una ragazza. È alta, anche per avere diciassette anni, ha i capelli marroni come il terreno bagnato raccolti in una treccia scomposta. I bellissimi occhi verdi sono rossi per la stanchezza e cerchiati di nero.
-Ho saputo che Cassandra è stata convocata qui…sapete qualcosa…- chiede con il fiato corto.
Luke fa cenno di no con la testa –Ma come Capo del Campo ti giuro che stiamo facendo tutto il possibile per ritrovare Alexander…-
-Lo so- annuisce Sarah.
-Ti vuoi sedere?- chiedo io alzandomi.
Luke è stato nominato Capo del Campo in quanto Mezzosangue più anziano dopo la morte di Percy. Tecnicamente avrebbe quasi quaranta anni, anche se ne ha vissuti solo meno di venticinque e ne dimostra diciannove. Perciò avrebbe vinto il titolo anche se ci fossero ancora mezzosangue adulti al Campo. Il fatto è che non ci sono, a parte Nico di Angelo, che comunque attualmente è impegnato nelle ricerche del fratello e Leo Valdez, che si fa vedere molto raramente ed è troppo preso dalla sua ragazza immortale per fare attenzione al Campo.
Non che Luke non avesse offerto loro di rimanere, ma le loro esigenze erano diverse dalla offerte del Campo. La maggior parte di loro è sposata o ha dei figli, come Jason e Piper, cha hanno avuto la piccola Christina appena due mesi fa, e hanno deciso di trasferirsi a New York.
Quindi, attualmente, al capo ci sono solo ragazzi. Ma questo non vuol dire che i Mezzosangue adulti non abbiano il loro bel da fare. Due settimane fa è scomparso un ragazzo del Campo, uno degli eroi dell’ultima battaglia, colui che ha assistito alla caduta della Madre Terra, Alexander Johnson, figlio di Ade. Il ragazzo di Sarah.
-No, credo che andrò a fare un giro- dice lei con sguardo perso oltre la schiena di Luke.
-Hazel e Nico hanno trovato qualcosa?-si informa il ragazzo.
Sarah scuote la testa –No, ma almeno so che non è morto. È già qualcosa credo…-
Io cerco di fare un sorriso di partecipazione e incoraggiamento, ma mi sento troppo triste per lei.
Mi ricordo quando anche lei era morta e Alexander l’ha riportata in vita, come mia sorella ha fatto con me. Jane, che sarebbe sorella di Sarah da parte di madre, mi ha raccontato la storia di Steffi Stone, il vero nome di Sarah, e posso immaginare quanto sia stato d’aiuto che Alexander non le avesse voltato le spalle appena l’aveva scoperta. Quel ragazzo doveva essere veramente innamorato di Sarah, come lei lo era di lui, e non riesco a immaginare un solo motivo per cui lui non avrebbe cercato di contattare almeno lei, se non i fratelli: Hazel e Nico. A meno che non sia nelle condizioni di non poterlo fare…ma non mi sembra opportuno pensare in maniera negativa. Ci potrebbero essere decine di motivi, no?
Sarah fa un cenno col capo e esce dalla Casa Grande chiudendosi la porta alle spalle.
Io sono già in piedi e rivolta verso la porta, quindi non devo neppure guardare Luke mentre mi allontano.
-Cassandra, è per qualcosa che ho fatto? Perché non mi dici la verità?- la voce di Luke è quasi incrinata da lacrime di frustrazione.
Impiego tutta la mia forza di volontà per non voltarmi e sorridere e dirgli che non lo volevo lasciare –Te l’ho detta, la verità. Tu e Annabeth siete fatti per stare insieme e…-
-Annabeth ha trent’anni, io ne ho diciannove. E poi sarebbe strano per tutti e due, dopo quello che ci ha divisi nella scorsa guerra…aveva ragione lei. Siamo fratelli io e lei. Solo fratelli. È te che amo- dice quasi implorandomi.
Stringo la mascella per costringermi a non voltarmi –Ma io no- il mio cuore perde un battito. Non sono abituata a mentire, non su cose così importanti, non quando mentire fa tanto male, non a Luke –Non conta quello che voglio io?-
Non aspetto nemmeno la sua risposta e schizzo sopra al groviglio di cavi chiudendomi la porta alla spalle e appoggiandomici contro per riprendere fiato. Sento che quello che ho detto mi sta tracciando un piccolo solco nel cuore, andando ad allargarne solo uno che già sto scavando da settimane, da quando ho deciso di lasciarlo.
Mi accorgo di aver scambiato le ultime battute in apnea e aspetto che i polmoni si riempiano di nuovo, il petto smetta di alzarsi e abbassarsi tanto velocemente, il mondo smetta di cercare di fuggire dal mio campo visivo.
Quando sono abbastanza sicura di non avere più la faccia troppo sconvolta esco dalla tettoia della Casa Grande. Jane mi aveva detto che mi avrebbe aspettata alla casa 7. Credo che andrò da lei, anche se non ho troppa voglia di parlare, ora. Jane saprà tirarmi su sicuramente. Decido di fare il giro lungo e passare dal retro della Casa Grande. Svolto ad occhi chiusi, ancora cercando di scacciare il ricordo della voce di Luke con quel tono tano implorante, che nelle mie orecchie suona d’accusa.
Quando li riapro rimango ghiacciata sul posto. Di fronte a me vedo una donna alta circa sei metri, vestita con una tunica greca. Ha uno scudo appoggiato alla gamba, una lancia dal quale risale un serpente. Su una mano tesa poggia una piccola figura alata. Mi accorgo a malapena che non può essere una persona vera, visto che parte del suo corpo brilla d’ oro e l’altra somiglia ad avorio e che la sua tunica non si muove, non sbatte le palpebre e non respira. Me ne accorgo a mala pena perché tutto si fa nero in un attimo mentre riesco solo a sentire il mio cuore che batte troppo veloce e in modo troppo doloroso, e la mia bocca che si apre mentre i polmoni si svuotano, e non mi sembra di sentire alcun suono mentre tutto scompare.


Angolo Autrice:
Per prima cosa voglio puntualizzare che procederò sempre pubblicando due capitoli alla volta però, come potete vedere, solitamente sono molto corti (circa tre pagine su word) quindi mettendoli insieme si può raggiungere una lunghezza accettabile. Inoltre non ho un giorno fissato per pubblicare ma probabilmente non sarà tutti i giorni, anche se mi preoccuperò di farlo almeno un paio di volte alla settimana.
Se avete letto la prima storia della serie avrete notato che adesso sto utilizzando un altro tempo verbale. Questo perché nell'epilogo precedente ho utilizzato il tempo presente e...insomma, non mi piaceva l'idea di tornare al passato. Oltretutto questa storia presenta molte rotture rispetto alla storia precedente (nella trama, nei nemici, nei personaggi, nell'ambientazione e anche nei protagonisti stessi) e molte di queste rotture si manterranno anche nelle prossime parti di questa storia. Per questo, anche attraverso il tempo verbale, mi piaceva distinguere chiaramente le due parti di questa storia.
Oltretutto, anche per le novità introdotte, mi pare che il primo "libro" della serie sia più simile ad una specie di back story per tutti i personaggi e in particolare per Alex, in misura minore anche per Cassandra. Ad ogni modo, dal momento che mi sarebbe piaciuto cimentarmi nel'impresa di tradurre questa storia in inglese (con alcuni aiuti, ovviamente) il tempo presente è estremamente più facile da usare. Quindi, sì, la mia ignoranza in fatto di grammatica (sopratutto inglese) è uno dei motivi di questa scelta.
Dette questo, spero che la storia vi stia incuriosendo, almeno ai pochi di voi che la stanno leggendo o leggeranno ;).
   
 
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