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Autore: Spensieratezza    18/09/2018    4 recensioni
Sam Winchester è adorabile, sveglio e magico. è il fratellino minore di Dean, che il maggiore non sapeva di avere. Capirà ben presto che il suo fratellino è speciale, è magico e deve essere protetto da forze oscure che vogliono fargli del male.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Alastair aveva usato la smaterializzazione per portare via Sam e Dean, i due fratelli non avevano mai provato niente del genere e quando il demone lasciò le loro spalle, avvertirono dei mancamenti fortissimi.
Alastair guardò a bocca semi aperta, i due fratelli, sorreggersi a vicenda, aggrappandosi l’un l’altro come due edere. Era chiaro che avevano avuto la stessa idea. Cercare di sorreggere l’altro, proteggendolo con le proprie braccia, nell’insieme era uno spettacolo molto bello, anche perché insolito.

“Scatta una foto, durerà più a lungo.” Disse Dean, sarcastico, con un tono pungente e gli occhi semi chiusi.
“Le mie scuse.” Disse Alastair con tono atono. “Non pensavo che la smaterializzazione avesse questi effetti su di voi, per noi demoni è un’abitudine.”

“Già, per voi demoni, è come prendere la metropolitana.” Disse Dean, guardandolo male.
Alastair lo fissò.
“Non direi, personalmente odio la metropolitana.”

Dean lo fissò a bocca aperta, stava forse facendo dello spirito o era serio?

“Andiamo, fa freddo questa notte.” Disse Alastair, invogliandoli a seguirlo.
 
Sam e Dean si guardarono, per qualche motivo, il demone non sembrava pericoloso e poi che scelta avevano?

Faceva davvero freddo ed era buio, non volevano restare lì da soli, in attesa di essere presi da quelle creature.
“Che cos’erano quegli esseri da cui siamo scappati? Sono..come te?” chiese Dean titubante.
Alastair esitò.
“No..non sono come me.”

Stavano per chiedere lumi, ma Alastair li anticipò.

“Esistono molte forme diverse di noi dannati, i fantasmi vendicativi, per esempio, altre creature malvagie, che un tempo erano persone, ma hanno ceduto al male così profondamente che oramai non hanno più una forma umana, ma esistono anche quelli con sembianze umane, sono i dannati che conservano un’impronta dell’umano che erano stati, gli ibridi, quelli che non hanno dimenticato del tutto.”

Sam e Dean si soffermarono a guardare il corpo di carne del demone,
“Sei uno di loro?” chiese Sam.
Alastair non rispose.

“Credevo che i demoni possedessero le persone. Non girano queste voci su Satana?” chiese Dean attonito.

“Se vogliono, possono farlo.” Disse Alastair dopo una pausa e la sua mente divenne cupa. “Possono entrare nella mente di un uomo fino a farlo impazzire e portarlo alla follia, spingerlo a commettere le più efferrate crudeltà, certo non è una cosa che si può fare con tutti, alcuni oppongono resistenza, non è facile spingere un uomo al lato oscuro.”

Dean e Sam sembrarono sorpresi.
Alastair li guardò.

“Non lasciatevi ingannare da quello che vi dicono i media o da quello che raccontano nelle serie tivù, quelli sono clichè, una mente già portata al male e alla crudeltà, è facile da influenzare, ma cercare di corrompere un cuore buono? Occorrono anni e anni di lavaggio del cervello invisibile, se tutto va bene, per ottenere delle briciole di risentimento e vendetta, i demoni pensano in grande, non interessa loro le scaramucce di gente che ha sofferto, loro puntano in grande. E non gli piace aspettare.”

“Che puntino in grande..ce ne siamo accorti.” Disse Dean risentito.
“Dove ci stai portando? Dai tuoi simili?” chiese Sam.
Alastair gettò loro, solo un’occhiata.

“No, non vi porto da loro, ma in un posto sicuro.

“Perché dovresti portarci in salvo? Vorresti farci credere che sei un demone buono?” chiese Dean.
“Dean, non esagerare!” disse Sam.

“No, Sam, lascialo fare, capita così raramente di vedere un uomo sfidare il male, è una visione affascinante, tutto sommato.”
 
Sam fissò Alistair e sembrò pensare che anche il demone fosse una visione affascinante, non che pensasse a lui dal punto di vista sessuale, era affascinato dal fatto di trovarsi davanti ad un DEMONE.

Continuavano a camminare e Alastair sembrò rendersi conto dello sguardo di Sam. Sorrise.

“Capisco quello che provi, Sam, è difficile staccare gli occhi di dosso ad un demone quando te ne trovi davanti uno, non è vero? Non hai paura di me?”
Sam borbottò frasi sconnesse “no, io, no..” e poi distolse lo sguardo imbarazzato.

“L’attrazione verso le creature demoniache è un regalino che ti ha lasciato Lucifero, in un’altra vita, io lo terrei d’occhio, se fossi in te, Dean.” Disse guardando il maggiore.

Mio fratello non è attratto dai demoni!” sbottò Dean, spaventato e incazzato.
Sam concordò con veemenza quelle affermazioni.
Alastair fece spallucce.

“Quindi..è proprio vero? È lui il prescelto?” chiese Dean.
“Tutto sembra portare a questa conclusione.” Disse Alastair.

“Aspetta, questa strada la riconosco! Stiamo andando dal preside Albert??” chiese Sam stupito.
Alastair sorrise.
“Finalmente ci siete arrivati.”
 
 


Qualche minuto dopo, arrivarono al cancello della maestosa villa.
Alastair suonò il campanello e gli venne aperto il cancello.
Tutto quanto aveva un che di surreale.

“Che cosa hai fatto a nostra madre??” chiese Dean, dando voce finalmente alla paura che lo aveva attanagliato fino a quel momento.
Alastair sorrise.
“Tu sai che io non gli ho fatto alcun male.”

“Ah si? Mi dispiace, ma tra i miei poteri non credo di saper leggere anche la mente!” si ribellò Dean. Non sapeva neanche lui che poteri avesse, quindi come poteva quel demone pretendere di conoscerli?

“Volevi farmi questa domanda fin da quando abbiamo lasciato la vostra casa.” Disse Alastair. “E no, non mi serve leggere la mente per indovinarlo, ma non me l’hai fatta, no, non sentirti in colpa, Dean, vedi, è vero che un minimo di soprannaturale esiste nel cervello di ognuno di noi, anche senza i poteri, si tratta della capacità degli uomini, di saper riconoscere il male quando te lo trovi davanti.”
Sam e Dean lo fissarono ancora.

“Tu sapevi che non sono una minaccia per tua madre, vero? Come sapevi che non lo sono per voi, per questo non mi hai fatto domande.” Disse Alastair, incamminandosi fino alla porta di casa, trovandosi davanti un Albert in vestaglia e un cipiglio incuriosito sul volto.

Per fortuna la comparsa del preside sulla soglia, evitò a Dean di rispondere.
“Buonasera, ragazzi, tutto bene?” chiese Albert preoccupato ai due ragazzi.
“Sì.” Risposero in coro i due.

Albert sembrò scrutarli per cercare di capire se dicevano la verità o meno, loro cercarono di trasmettergli nel loro sorriso, il fatto che stessero bene davvero e lui sembrò capirlo.

“Beh, lasciate che dica che sono un po sorpreso, di trovarmi insieme a una compagnia così inaspettata.” Disse lui, lasciando entrare quello strambo quadretto.
Alastair ridacchiò, poi disse:

“Puoi parlare liberamente davanti a loro, Albert, sanno già chi sono. Più o meno. Sanno la mia natura.”
Albert sgranò gli occhi ma si riprese quasi subito.

“Bene, quindi mi scuserai se salto i convenevoli, Azazel.

Sam e Dean guardarono il demone sorpreso e questi ridacchiò.
“Già, non vi avevo ancora detto che Azazel è il mio vero nome.”

“Dimmi, che cosa potrebbe mai volere un demone, da un Dio?” chiese il preside.

“Protezione.” Rispose lui. “Ma non per me, per loro.






















immaginate Alastair/Azazel con il corpo e il viso di Azazel occhi gialli Ciao :)
   
 
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