Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Vala    11/07/2009    2 recensioni
Vorrei, vorrei, vorrei. Se solo, se solo, se solo. Quante volte sentiamo queste parole risuonare alla tv, per le strade, nelle nostre conversazioni? Si infiltrano nella nostra mente, con un unico scopo distruttivo: renderci tutti uguali.

Serie di one-shot/flashfic ideate sui pensieri e modelli ideali con i quali sono più spesso in contatto...più spesso per scelta degli altri che mia.
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cammino per quella strada affollata, tra i negozi, tra la gente che a malapena mi nota. Ma quando mai in queste strade qualcuno nota qualcun altro? Qualcosa però la noto, quella signora dalla pelliccia di ermellino ha una scia di profumo esasperante, dovrebbero multarla per inquinamento ambientale…e dovrebbe girare con un permesso per carichi speciali date le bombe di plastica che si è di certo rifatta. Insomma, nessuna può avere un seno così grande, così alto, così sodo, vero? Mi scopro a fissare quella scollatura oscena e a voltarmi di colpo sentendo voci femminili familiari. Lascio perdere la donna-barbie e torno alla vita reale, la vita da giovane donna di ossa e carne. Beh, magari non poi così tanta carne…
Le mie amiche mi sorridono, sono davanti a me, mi stanno aspettando da qualche minuto ormai, sono arrivata in ritardo per colpa del reggiseno che non voleva stare come dicevo io. Probabilmente ho stretto troppo o troppo poco i laccetti. O molto più probabilmente l’ho preso di una taglia troppo grande per me. Le mie amiche mi guardano sorridendo amichevoli, ma a me pare che ridano, che si prendano gioco della loro compagna palo-della-luce alla quale sono stranamente comparse delle forme che il giorno prima non c’erano.
"Amore! Come mai in ritardo?" mi salutano baciando l'aria accanto alle mie guance, premendo appena la pelle fresca contro la mia sudata per la corsetta, quella corsetta che ha mandato a quel paese tutto il mio lavoro di preparazione tecnica. Io sorrido radiosa, sono mie amiche e mi vogliono bene. Hanno tutte la mia età, sono mie compagne di classe da una vita, cresciute insieme, alcune dello stesso paese e...ed eccola. Arriva lei, la mia migliore amica. Ancora più in ritardo di me. Anche lei accaldata. Ha indosso una maglietta simile alla mia, ma l'effetto è totalmente diverso. Conosco quella maglietta, l'abbiamo presa insieme, e insieme l'abbiamo indossata la prima volta. Ma quel giorno, quel giorno è stata una cosa del tutto casuale. La vedo correrci incontro e vedo quella maglietta riempita ondeggiare per i suoi movimenti, vedo la gente per strada notarla, guardarla anche solo per qualche istante ma guardarla. Dopotutto non è vero che nessuno nota niente.
"Ciao bellissima!!" la salutano le altre fissandole il seno in costante crescita dal momento dell'ingresso nella scuola media "Stai benissimo!".
Lei ride fermandosi davanti a noi, poi si guarda attorno un attimo, infila la mano sotto la maglietta che tira sul davanti e sistema il reggiseno che si era un po' spostato nella corsa. Un tocco, ed è di nuovo a posto, con noi che ridacchiamo di lei, del suo modo goffo di fare, di quel suo seno di cui si lamenta costantemente da quando ha iniziato a farsi vedere, sporgente e invasivo. Se solo potessi lamentarmi anch’io così, mi sentirei più felice. E mi  stupisco a crederci veramente mentre osservo la stampa sulla maglia crepata non tanto per i troppi lavaggi, quanto per la pressione costante a cui è sottoposta dall’interno. Al mio ricordo d’infanzia si fonde l’immagine attuale creando nella mia mente la visione di noi da bambine, con la mia amica dal seno già sviluppato, una piccola donna in miniatura accanto ad un maschiaccio con punture di zanzare sul petto. Non sono in grado di richiamare un’immagine in cui non ci siano quelle montagne. Ma davvero un tempo non c’erano?
Ora lo sguardo dolce della padrona del seno oggetto delle mie riflessioni si posa su di me, direttamente nei miei occhi, ed io sobbalzo sentendomi colpevole per quel mio pensiero involontario, così vergognoso che non ho mai osato esprimerlo a voce alta.
"Ciao bella!" mi saluta abbracciandomi stretta, ed io sento tutte le sue curve di donna premersi contro il mio corpo di bambina.
"Ciao cara! Ti sono cresciute ancora!" mormoro io, una frecciatina usuale tra di noi. La mia cara amica d'infanzia sorride con quel suo nuovo modo da adulta che lascia intendere mille segreti, ed io abbasso involontariamente lo sguardo sul mio di seno, appena sporgente sotto la maglietta identica alla sua, una maglietta che lei potrà mettere solo per altri pochi mesi e che io con tutta probabilità potrò indossare per il resto della mia vita raccontando dei tempi da bambina in cui la presi con la mia migliore amica...quella migliore amica che mi dà una pacca sulla spalla e mi fa di colpo il solletico per cancellare l'espressione desolata d’impotenza dal mio viso.
"Stai benissimo come sempre!" mi dice dolcemente sfiorandomi una guancia rotonda.
"Tu invece no! Sembra ti stia per scoppiare!!" esclamò io tra le risatine delle altre. Punzecchiata innocente? Tentativo di litigata? Involontaria espressione della mia frustrazione trattenuta a stento? Non ne ho idea, ma non appena mi scappa quella frase facilmente interpretabile come scherzosa, me ne pento perché percepisco nel mio tono qualcosa di non detto.
"Guarda, non me ne parlare, quel maledetto mi ha costretto a comprarmi una serie di nuovi reggiseni che..." risponde la mia amica, ferendomi, di certo involontariamente, ancora di più di uno schiaffo.
"Nuovi?! Vedere!!!" esclama immediatamente qualcuna del gruppo saltellando eccitata, la sua seconda misura che sobbalza eccitata quanto lei all'idea di esaminare qualche nuovo capo di biancheria intima su cui i suoi inesperti occhi di adolescente alla ribalta non hanno ancora osato posarsi. La mia amica sorride accondiscendente, e mostra con fare da civetta una spallina di un tenue verde con stampe di margheritine, una fantasia carinissima a suo parere, qualcosa di adorabilmente innocente. Anche lei ne vorrebbe uno uguale, vorrebbe mostrare orgogliosa una spallina, vorrebbe sporgere il petto mentre le sue guance diverrebbero rosse sotto gli sguardi dei ragazzi, vorrebbe tenere la testa alta ed avanzare senza paura a fianco della sua migliore amica come poteva fare solo un anno prima, identiche nel pensiero come nel corpo. Ma davvero erano identiche anche a quel tempo, o se l’era solo immaginato? Ricordava bene il giorno in cui aveva accompagnato la sua amica e sua madre a comprare il primo reggiseno, quanti ne avevano provati dello stesso modello, la sua amica già quasi una seconda, lei una retromarcia che non le aveva permesso di prendere altro che l’ennesimo top sportivo. Il primo reggiseno serio, una data storica nella vita di ogni fanciulla…una data che lei aveva saltato a piè pari.
Ora d’identico cui aggrapparsi, ora che la seconda scarsa era diventata in due anni una quarta scarsa, restava a malapena quel filo di pensiero che le teneva amiche, un filo che rischiava di spezzarsi ad ogni sobbalzo di quel seno provocante da adulta che la sua cara vecchia amichetta sfoggiava con un misto d’imbarazzo e malcelato orgoglio. Orgoglio. Orgoglio nemmeno lontanamente comparabile per intensità all'invidia che le rodeva l'animo ad ogni sobbalzo, ad ogni minaccioso ondeggiamento, ad ogni spaventosa occhiata di desiderio dei passanti di sesso maschile, occhiate che io sogno di ricevere al posto suo...
"Guarda che bello quello!".
I miei occhi si posano sulla vetrina di Intimissimi ad esaminare con curiosità quel corpetto in vetrina, ma lo guardo solo perché è bello da vedere, non perché vorrei indossarlo. E accanto al corpetto, in bella vista, eccolo il mio ultimo acquisto, un ottimo reggiseno imbottito per ragazze come me, ragazze piatte, ragazze a cui la natura nega una sana quinta misura come quella della bellissima modella della foto che il ragazzo di cui sono innamorata ha messo nel blog sotto la dicitura "ragazza ideale". Con quello almeno, potrò assomigliare vagamente alla versione ridotta della modella e forse aspirare ad un suo commento nella pagina della rubrica tra le file di quelle compagne di scuola sulle cui curve i maschi a loro insaputa hanno creato una classifica dove io non compaio nemmeno come vaga citazione…non ancora.
"Tesoro...tutto bene?" domanda ora la sua cara amica, una nota preoccupata nella voce.
Io annuisco con enfasi, il mio sentimento odioso celato al mondo intero, celato a chiunque non sia il mio specchio in camera che ogni dannatissima sera e mattina mi restituisce l'immagine di una bambina senza curve, una bambina senza seno. Le altre si prendono a braccetto, formano una specie di catena, ed io sono trascinata in quel vortice di risate e felicità adolescenziale con talmente tanta facilità che mi sento davvero bene, la rabbia dimenticata, l'amarezza mai esistite.

Io amo il mio corpo così com'è, io non ho bisogno di un seno enorme perché i ragazzi mi notino, io non voglio essere costretta a dover cercare per ore una maglietta che non mi stringa. Io sto bene così come sono, io sono felice così come sono e non mi permetto di provare invidia nei confronti della mia carissima amica la cui unica pecca è solo essere cresciuta più in fretta di me. E poi guardiamo i lati positivi: posso mettermi di tutto, i ragazzi mi guarderanno in volto e non nella scollatura, non ho problemi di spostamento correndo, quando avrò avuto figli e avrò raggiunto la mezza età non mi arriveranno all'ombelico come due sacchi vuoti,...e dentro la mia testa mi chiedo quanto siano costate le bombe di plastica di quella donna dall’aria realizzata e se mi possa permettere di chiedere ai miei un contributo al mio già deciso regalo dei 18 anni, dato che la ginnastica contro il muro e le creme “potenzianti” non sembrano avere su di me l’effetto promesso.
Se davanti allo specchio nella solitudine della tua camera ti giri di lato gonfiando il petto per buttare in fuori l’imbottitura di cotone ed esaminare quante misure in più ti servono per essere felice, mi dispiace per le tue punture di zanzara ma hai ceduto allo stereotipo.


[e perdonate il ritardo. Non si tratta di mancanza di interesse o ispirazione, quanto di tempo e di testa. Per scrivere qualcosa del genere serve parecchia concentrazione e una buona dose di calma interiore, cosa che ultimamente mi era mancata. Per cui siate pazienti con me, voi che siete già così buoni da incoraggiarmi e seguirmi in questo progetto, sono anche io un essere umano e come tale ho dei limiti.
Spero di non deludere le vostre aspettative, grazie ancora per la fiducia e non preoccupatevi di eventuali blocchi dello scrittore dovuti a mancanza di ispirazione, a questo mondo vi sono anche troppe cose da cui prendere spunto. ^^’

ps-ho aumentato le dimensioni dei caratteri perchè qualcuno mi ha fatto notare che risultava a volte faticoso seguire

*inchino profondo* a presto]
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Vala