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Autore: Ms Mary Santiago    20/09/2018    3 recensioni
[Raccolta dedicata alla mia storia interattiva “Il gioco degli invisibili”]
I ragazzi del Club hanno terminato Hogwarts ormai e ognuno insegue il proprio sogno. A distanza di anni dove saranno finiti e come se la caveranno alle prese con famiglia e figli?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Amaranthe Lundström & Lucas Crouch


 

 

 

 

 

Quando aprì gli occhi Lucas impiegò qualche istante per ricordarsi che non si trovava a Londra, nel comodo comfort della sua stanza, bensì sul divano dello spartano alloggio dell’accademia di Pozioni svedese di Amaranthe.

- Ho un mal di testa incredibile. –

Amaranthe ridacchiò, porgendogli un bicchiere con un sorriso invitante.

- Prova questo, dovrebbe curarti i postumi della sbronza. –

- Pensavo di bere molto, ma la Svezia ha ufficialmente un altro livello in quanto a tolleranza alcolica … e poi si può sapere quanto accidenti costano gli alcolici da queste parti? –

Si strinse nelle spalle.

- Sono sottoposti al monopolio statale, perciò i prezzi sono altissimi. –

- Le feste da queste parti devono essere davvero tristi. –

Gli assestò un buffetto amichevole, scompigliandogli poi i capelli.

- Non sono qui per far festa, Lucas, per quello mi bastano i viaggi a Londra. –

- Già -, convenne rigirandosi il bicchiere tra le mani con fare assorto, - e tu sei sicura che questa brillante trovata non mi avveleni? –

- Ragionevolmente sicura, ma è ancora in fase di sperimentazione. –

- Quindi dovrei fare da cavia?! –

La ragazza inarcò un sopracciglio, puntando le iridi scure nelle sue color ghiaccio, un’espressione determinata impressa sul volto.

- Vuoi forse insinuare che i miei rimedi sono pericolosi, Crouch? –

- Assolutamente no -, replicò in fretta buttando giù il contenuto del bicchiere, - Ecco fatto l’ho bevuto … oh oh. –

Lucas si chinò su se stesso, tenendosi il ventre con un’espressione sofferente mentre emetteva gemiti sommessi.

Amaranthe fu subito accanto a lui.

- Ero sicura di aver azzeccato tutte le dosi, non capisco … parlami, Lucas, cosa ti fa male? –

- Io … non ne sono sicuro – mormorò, gettandosi poi contro lo schienale e chiudendo gli occhi a simulare uno svenimento.

Lo scrollò con vigore, indecisa sul portarlo di peso in ospedale oppure provare un antidoto, ma quando vide le labbra sottili tremare per lo sforzo di non scoppiare a ridere le fu chiaro tutto.

- Sei un deficiente -, sbottò colpendolo, - ero preoccupata sul serio. –

Il ragazzo aprì gli occhi e scoppiò a ridere una volta per tutte.

- Lo so e ne sono molto commosso, ma questo ti sarà d’insegnamento per la prossima volta che sfrutterai la mia sbronza per testare qualcosa di nuovo … vado a farmi una doccia. –

Si diresse verso il bagno, ma la voce di Amaranthe lo richiamò quando era sulla soglia.

- Lucas? –

- Sì? –

- L’emicrania è passata? –

- Mai stato meglio prima, quella roba è eccezionale – confermò.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Qualcuno va molto spesso a Stoccolma di recente. –

Il commento di Scarlett, lasciato cadere così nel nulla durante l’ultima cena prima della sua partenza per New York, rischiò quasi di far strozzare Lucas mentre addentava un boccone di succulento roast beef.

Scrollò le spalle, fingendosi indifferente, - Anche tu stai per andare da Kate, e chissà quando tornerai a Londra, perciò non ci vedo nulla di strano … siamo amici, ci teniamo a rimanere in contatto, tutto qui. –

Elizabeth tossicchiò, rivolgendo un’occhiata eloquente all’amica.

- Ci crediamo, Scar? –

- Non so tu, Effy, ma io per nulla … Dam? –

Damon scosse il capo a sua volta, suscitando un rimbrotto in Lucas.

- Bell’amico, almeno tu dovresti difendermi dall’assalto di queste due. –

- Spiacente, ma quando si tratta di Effy contraddirla diventa pericoloso. –

Roteò gli occhi al cielo, afferrando il boccale di birra e mandandone giù un paio di lunghi sorsi. – Non coglierò le vostre insinuazioni, sappiatelo. –

- Poco male, noi non smetteremo di farle. –

- Ti daremo il tormento finchè non ammetterai che c’è qualcosa di più sotto – convenne Elizabeth, le iridi verdi che scintillavano e il sorriso di chi ne sapeva una più del diavolo sulle labbra coperte di rossetto rosso scuro.

- Allora temo che diventerete vecchie e grigie prima che accada. –

 

 

 

 

 

- Amaranthe? –

Si voltò verso la ragazza che le aveva rivolto la parola. Lindsay, un’ex studentessa di Hogwarts un anno più giovane di lei che era stata Smistata a Grifondoro, la fissava con aria vagamente imbarazzata.

- Sì, cosa c’è? –

- Volevo chiederti una cosa. –

Sbuffò, pronta a fornire per l’ennesima volta suggerimenti per portare a termine quella parte della preparazione. Sembrava che quasi tutti gli studenti l’avessero presa per una fonte di conoscenze inesauribili.

- Il procedimento è … -

- No -, la interruppe, - quello mi è chiaro. –

- Allora cosa vuoi sapere? –

- Sai quel ragazzo che ti viene spesso a trovare … Lucas? –

Annuì perplessa.

Cosa c’entrava adesso Lucas?

Lindasy arrossì, trascinando nervosamente il piede contro il freddo e candido marmo del corridoio.

- C’è qualcosa di sentimentale tra voi due … nel senso siete solo amici o cosa? –

- È il mio migliore amico. –

- Bene -, le sorrise speranzosa, - quindi credi che accetterebbe di uscire con me se glielo chiedessi? –

Soppesò la questione.

Lindasy era molto carina, e tutto sommato piuttosto intelligente, e aveva la testa sulle spalle. C’erano tutti i presupposti perché potesse piacere a un ragazzo.

- Io non credo -, decretò lapidaria, - il tipo di Lucas, senza offesa, è piuttosto diverso da te. –

Vide l’entusiasmo spegnersi nei suoi occhi.

- Ah … grazie per avermelo detto, avrei rischiato un netto rifiuto. –

- Figurati – replicò, abbozzando appena un sorriso di circostanza.

 

 

 

 

 

- Sì può sapere cosa hanno da guardarmi con quell’occhiata omicida quelle due? –

Amaranthe seguì lo sguardo dell’amico che osservava curioso le due ragazze accanto a Lindsay che lo fissavano con palese sdegno.

Evidentemente ritenevano offensivo il fatto che lui potesse non essere interessato alla loro amica.

- Oh, non saprei proprio. –

- Mah -, decretò Lucas tornando a rivolgere la sua attenzione ai dolcetti davanti a lui, - Certe volte le ragazze sono proprie strane. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Amaranthe sedette sul divano del piccolo loft di Lucas, osservandolo con curiosità negli occhi castani.

- Allora di cosa volevi parlarmi? –

- Diciamo che è un argomento un po’ delicato … si tratta di una ragazza. –

Erano anni che si conoscevano e avevano sempre parlato di tutto, ma mai Lucas le aveva chiesto consiglio circa una delle sue conquiste.

Una fastidiosa morsa allo stomaco l’attanagliò mentre cercava le parole adatte a non far trapelare la sua gelosia.

- Ah … e di chi si tratta? –

- È una ragazza che conosco da un po’, una tipa sveglia e indipendente … a volte si chiude un po’ in se stessa, ma mi piace il fatto che con me si apra e che io riesca a farla sorridere anche quando è giù di morale. –

- Sembra una bella cosa – mormorò titubante.

- Lo è ed è strano che mi sia accorto solo di recente di ciò che provo per lei. Immagino che capiti spesso quando tutto quello che si vuole lo si ha sempre sotto gli occhi e quasi non ci si fa caso. –

Annuì in silenzio.

Che Rowena e tutti i Fondatori l’aiutassero, stava letteralmente per mettersi ad urlare.

- Quindi vuoi che ti dia un consiglio per conquistarla? –

Lucas scosse il capo, avvicinandosi lentamente al su volto.

- No, voglio sapere se ricambi o meno … se anche tu ti senti come me quando mi sei vicina – asserì, chinandosi a depositarle un bacio a fior di labbra.

Poi si ritrasse, osservandola con appena una nota di preoccupazione negli occhi.

Credeva forse che l’avrebbe respinto?

Gli cinse il collo con le braccia, attirandolo nuovamente a sé, mormorando prima di baciarlo a sua volta: - Sento la stessa cosa da anni, Lucas. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Henrik Crouch – 2011, Corvonero.

 

Lucretia Crouch – 2010, Serpeverde.



Simon Crouch – 2008, Tassorosso. 



Maja Crouch – 2006, Corvonero.

 

 

 

 

 

- Mamma! Mamma! –

Amaranthe alzò gli occhi al cielo mentre la voce di Lucretia, la sua secondogenita, giungeva dal piano superiore.

Rivolse uno sguardo supplichevole al marito, ma Lucas scosse il capo.

- Scordatelo. Io mi occupo dei problemi di Henrik e di Simon, tu di quelli di Lucretia e Maja, erano questi gli accordi. –

- Già, ma i problemi delle ragazze sono più complessi. –

Lucas abbozzò un sorrisetto da sopra la tazza di the che stava sorseggiando.

- Potevi scegliere con maggior cura quali delle piccole pesti seguire. –

 

 

 

 

 

Henrik sbuffò quando, appoggiato alla balaustra del pianterreno, sentì le sue sorelle annunciare che erano quasi pronte.

- Finiremo con il perdere l’Espresso, me lo sento … Papà non puoi farle muovere? –

- Potrei -, convenne Lucas, - ma hai una vaga idea di cosa significhi mettersi contro tre donne che vivono nella stessa casa? –

- Praticamente un suicidio? – suggerì Simon, memore della classica battuta paterna.

- Esattamente -, convenne scompigliandogli i capelli, - Perciò ragazzi miei dovrete imparare quest’ardua lezione: mai disturbare una donna che si sta finendo di preparare. –

Henrik gemette.

- Non vedo l’ora di arrivare al castello, se non altro non sarò costretto a sottostare ai loro ritmi da despote. –

Simon ridacchiò e fece per replicare: - Certo, dovrai sottostare a quelli di … -

Una gomitata tacitò il fratellino e al contempo incuriosì il padre.

- A quelli di chi? –

- Di nessuno, Simon parla come al solito senza pensare -, replicò in fretta venendo aiutato dalla comparsa delle sorelle e della madre, - Sono pronte, possiamo andare finalmente, grazie ai Fondatori! –

Poi afferrò il suo baule e sgusciò fuori, alla disperata fuga dalle domande indiscrete dei suoi genitori.

   
 
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