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Autore: dreamlikeview    28/09/2018    3 recensioni
Dean Winchester è al matrimonio di suo fratello, quando tra gli invitati nota un meraviglioso uomo dagli occhi blu. Il suo nome è Castiel Novak, e tra i due scatta la scintilla; dopo una forte reticenza, Castiel cede e tra i due nasce una travagliata storia d'amore, che li porta ad affrontare le loro famiglie. Tuttavia, il loro è un amore proibito e un matrimonio si frappone tra di loro.
[Destiel, forbidden love, homophobia, song-fic, long-fic]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Desclaimer: I personaggi di questa storia non mi appartegono, la storia è scritta per puro divertimento personale e il mio intento è solo quello di divertire (leggarsi far soffrire) il lettore e non intendo offendere nessuno con questa. Da tutto ciò non guardagno assolutamente nulla (se avessi un euro per ogni fanfiction scritta sarei milionaria).

NDA: Per evitare brutte figure e strafalcioni, la storia è ambientata in un'epoca storica indefinita, in un passato indefinito. Ugualmente il luogo dove è ambientata è fittizio, viene chiamato Nazione e non è localizzato geograficamente. Enjoy!

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You claim it's not in the cards
Fate is pulling you miles away
And out of reach from me
But you're here in my heart
So who can stop me if I decide
That you're my destiny?

 
Suo padre aveva indetto un ulteriore banchetto, prima della cerimonia ufficiale del matrimonio di suo fratello, prima del ricevimento anticipatorio, aveva intenzione di fare un annuncio, o qualcosa del genere, e aveva voluto che tutti i partecipanti all’evento prendessero parte anche a quello. E ovviamente anche lui doveva essere presente, perché era il maledettissimo figlio maggiore e, volente o nolente, doveva presenziare a quelle stupide cerimonie. Quel banchetto, poi, per quale motivo era stato organizzato? Non bastavano i sette giorni di ricevimenti e banchetti per quel matrimonio? Era davvero necessario allungare quella noia di evento con un ennesimo banchetto? Non bastavano quelli infiniti della settimana del matrimonio? L’annuncio non poteva farlo durante il matrimonio di Sam o durante le altre giornate di festa? Evidentemente no. E la cosa lo irritava da morire. Tutto il mondo doveva sapere che il figlio di John Winchester, quello giusto, quello perfetto, quello che non lo deludeva mai, convolava a nozze con la figlia di una delle famiglie più importanti della Nazione, dopo la loro. Dean non sopportava tutte quelle finzioni forzate.
Quando arrivò nella sala dei ricevimenti, con sua grande sorpresa, vide che era presente anche Castiel Novak. Allora quel banchetto non sarebbe stato tanto noioso quanto aveva immaginato. Il ragazzo era circondato dai suoi fratelli, dei quali non ricordava i nomi, e accanto a lui svettava una bellissima ragazza dai capelli rossi, probabilmente la sorella minore, tutti e quattro i maschi di casa parlavano con la donna, la quale di tanto in tanto si voltava verso di lui. Dean scosse la testa, e decise che avrebbe aspettato un momento tranquillo per poter parlare con Castiel di ciò che era quasi accaduto tra di loro; il ragazzo si era spaventato, era ovvio, ma non poteva negare che quello che aveva sentito in quel giardino non fosse magia. Tra di loro era scattato qualcosa, qualcosa che lo spingeva a volerlo conoscere meglio, a volerlo frequentare di più, e santo cielo, quanto desiderava quelle labbra. Le avrebbe fatte sue, baciate con lentezza e passione, e non sapeva cosa gli stesse accadendo, perché di solito tentava di nascondere la sua natura, cercava di essere impassibile e di non mostrare quello che realmente provava, perché non era consono che un uomo provasse sentimenti per un altro uomo, non era consono che un uomo si sentisse attratto da un altro uomo, se suo padre lo avesse scoperto lo avrebbe disconosciuto come figlio e lo avrebbe fatto arrestare, e questo per lui non era un problema, la cosa che lo spaventava era deludere suo fratello; poteva deludere John ogni giorno, ma non voleva deludere Sam. Non sapeva cosa fosse scattato in lui da quando aveva conosciuto Castiel Novak, quell’uomo lo aveva stregato con quegli occhi blu come l’oceano, e con quel fascino che lo caratterizzava, ed era certo che anche l’altro avesse provato la stessa attrazione nei suoi confronti, altrimenti adesso lui sarebbe già morto o in prigione. Ogni tanto Castiel lo guardava, e Dean non sapeva come sentirsi a riguardo, era tentato di andare da lui, trascinarlo fuori e parlare con lui, ma avrebbe dovuto dare troppe spiegazioni e non era ancora pronto a farlo. Era una situazione scomoda, e non sapeva come affrontarla. Forse doveva solo essere naturale, semplicemente se stesso e forse tutto sarebbe andato per il verso giusto. Il banchetto proseguì con noia e chiacchiericci inutili, Dean ogni tanto guardava suo fratello Sam in cerca di soccorso, ma il minore era troppo impegnato a dialogare con il padre, seduto alla sua destra, il quale lo considerava il figlio giusto (sì, perché a differenza di Dean, Sam era il figlio perfetto, era quello che aveva sempre ascoltato il padre e quando aveva avuto l’età giusta, aveva deciso di sposarsi) per accorgersi che il maggiore lo cercasse. Beh, per Dean, Sam poteva tenere per sé quel posto accanto a suo padre, lui non l’avrebbe mai reclamato. Non aveva intenzione di sposarsi. Ogni tanto, nella noia generale, guardava anche verso Castiel, che senza troppe cerimonie, aveva iniziato ad ignorarlo. Forse Dean aveva capito male? Forse non aveva sentito la stessa magia che aveva sentito lui in quel giardino? No, non poteva essersi sbagliato tanto. Quello che c’era stato lì, era stato vero, e sentito da entrambi, non poteva averlo immaginato lui. Era impossibile.
«Signori, posso avere la vostra attenzione?» domandò John, facendo tintinnare un coltello contro un bicchiere, richiamando l’attenzione di tutti i commensali. Il signor Novak alzò lo sguardo verso di lui e sorrise compiaciuto, come se loro due avessero appena preso un accordo importante e volessero rivelarne gli esiti in quel momento, si erano alleati in qualche modo, e volevano renderlo pubblico, okay. Che bisogno c’era di intavolare un banchetto di quella portata? Fu in quel momento, che i suoi occhi incrociarono quelli di Castiel, e da quello sguardo capì che qualcosa non andava, perché erano tristi e dispiaciuti senza un vero motivo? Perché Castiel era triste? E perché lo stava guardando in quel modo? Era dispiaciuto per qualcosa? Lo riguardava? E se avessero scoperto di noi due?
«La casata dei Winchester si alleerà con quella dei Novak, formando una straordinaria alleanza» annunciò solennemente John, quando ebbe l’attenzione di tutti «E per sancire questa alleanza, abbiamo deciso che mio figlio maggiore, Dean, sposerà la bellissima Anna Novak, la figlia minore di Chuck». Un applauso partì dai presenti, sembrava essere la notizia migliore del secolo, ma Dean stentò a credere alle sue orecchie. Cosa? No, non era assolutamente possibile. Che diamine stava dicendo quell’uomo?
«Cosa?!» domandò, la sua voce trasudava ira «Io che cosa?»
«Dean, taci» lo rimproverò John con la voce che trasudava ira malcelata «Vogliate scusarlo, lui…» cercò di dire, ma il giovane non glielo permise; Dean non sarebbe stato zitto, non aveva mai taciuto quando si verificavano ingiustizie, e non sarebbe stato uno spettatore inerme nel vedere la sua vita che veniva usata da suo padre a suo piacimento.
«Io non ho intenzione di sposare nessuno!» esclamò alzandosi in piedi «Non prendi decisioni riguardanti la mia vita!» Sam scivolò al suo fianco e cercò di farlo sedere di nuovo per evitare che il maggiore peggiorasse la situazione, facendo arrabbiare ancor di più John «Senza offesa, milady, ma io non vi sposerò» disse «E smettila Sam! Se tu vuoi essere un burattino tra le sue mani sei libero di farlo, io non lo farò!»
«Dean, siediti subito e smettila di parlare» disse a denti stretti John. Dean sapeva a cosa stava andando incontro, e forse non avrebbe cambiato il suo destino, ma doveva dimostrare il suo dissenso in quel momento, voleva che John capisse che non ci sarebbe mai stato un momento in cui non avrebbe tentato di ribellarsi alle sue decisioni.
«Io non mi sposerò, hai capito?» domandò retoricamente a John «Con permesso» disse poi, allontanandosi dalla tavola.
«Dean Winchester, torna subito al tuo posto!» ululò il padre, e il ragazzo sentì un brivido di paura scivolare lungo la sua schiena, quando usava quel tono era davvero terrificante, ed era certo che ci sarebbero state conseguenze, ma Dean non tornò sui suoi passi. Il giovane Winchester uscì dalla sala del ricevimento, lasciandosi dietro un terribile silenzio imbarazzante e l’ira di John Winchester. Probabilmente quella sua sparata a zero avrebbe avuto conseguenze terribili su di lui – non era la prima volta che per insegnargli le buone maniere suo padre usasse le maniere forti – ma almeno provava la soddisfazione di aver detto una volta per tutte a John che lui non accettava i compromessi che lui gli imponeva. Arrivò in giardino e decise che forse non era una buona soluzione restare lì, se voleva evitare la furia di John, ma aveva sicuramente tempo fino alla fine del banchetto, John non avrebbe mai lasciato il banchetto prima del tempo, perché non era conforme alle regole.
Quando fu all’aria aperta, poté respirare di nuovo, la sala era diventata troppo opprimente e quella sentenza che gli aveva dato suo padre, quella del matrimonio, era peggiore di una condanna a morte.

**

Quando suo padre lo aveva obbligato ad andare al banchetto straordinario indetto da John Winchester, Castiel aveva subito temuto che avessero scoperto cosa era quasi accaduto tra lui e Dean la notte precedente. Invece, parlando con Michael e Gabriel, due dei suoi fratelli, aveva scoperto che Anna era stata promessa in sposa al maggiore dei Winchester per sancire un’alleanza conveniente per le due casate. E di questo non sapeva se esserne felice o meno. No, non ne era felice, ma si sentiva sollevato perché non avevano scoperto nulla di quella parte della serata che aveva coinvolto lui e Dean; tuttavia lo atterriva vedere che lui aveva ragione, tra di loro niente era possibile, perché il destino lo impediva, li teneva lontani. Solo che non si sarebbe mai aspettato la reazione dell’altro nobile che, davanti a tutti quanti, aveva obiettato, aveva detto al padre che lui non si sarebbe mai piegato a una cosa del genere, non avrebbe mai accettato il compromesso, e lasciando tutta la sala sbigottita e senza parole era andato via. Castiel restò affascinato davanti a tanta forza e tanto coraggio, lui non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere; lui non sarebbe mai stato in grado di rispondere in quel modo, non avrebbe mai avuto tanto coraggio, se solo lo avesse fatto, suo padre lo avrebbe punito nel peggiore dei modi, come era successo a Gabriel, quando aveva annunciato di non voler sposare la donna che suo padre aveva scelto per lui. Inutile dire che, adesso, era sposato con la donna, e presenziavano insieme a tutti gli eventi importanti e fingevano di amarsi. L’unico dei figli che aveva sempre ascoltato il padre ed aveva sempre obbedito, era Michael. Michael era il primogenito, colui che fin da quando aveva avuto l’età della ragione, aveva seguito il padre, lo aveva sempre accompagnato agli eventi, si era sposato con la donna che il genitore aveva scelto, e aveva fatto tutto senza obiettare. Aveva avuto anche un bambino, Samandriel, che avrebbe avuto il suo stesso destino. E adesso anche Anna era promessa in sposa. Ciò significava che gli unici senza una moglie erano lui e Raphael. Ma per il momento, Chuck non era intenzionato a trovare loro qualcuno, per fortuna di Castiel.
«L’atteggiamento di vostro figlio non sarebbe stato tollerato nella mia casata» commentò Chuck, rivolto a John, quando Dean uscì dalla porta «Mi auguro che per lui ci siano delle conseguenze per il suo gesto».
«Ci saranno» rispose John Winchester, e il suo tono fece tremare Castiel «Signori, vogliate perdonare la maleducazione di mio figlio, me ne occuperò io stesso» disse a denti stretti, e davvero, era terrificante, perché Dean gli aveva risposto in quel modo se lo conosceva? Sapeva a cosa stava andando incontro? «Torniamo al nostro banchetto e ignoriamo l’accaduto» disse, ritornando a sedere. Poi abbassò il tono e borbottò qualcosa con Chuck, e Castiel capì che si stava scusando, e sentì chiaramente dirgli che il loro accordo era ancora in piedi. Anna avrebbe ugualmente sposato Dean, anche se lui non era d’accordo. Quando il banchetto finì, Castiel si avvicinò ai suo fratelli che commentavano le cose accadute durante quel ricevimento. Certo, l’atteggiamento di Dean aveva fatto scalpore, nessuno lo aveva più rivisto e tutti si chiedevano in che modo John l’avrebbe punito per il suo atteggiamento.
«Nostro padre non avrebbe lasciato impunito un atteggiamento del genere» stava dicendo Michael, quando lui si avvicinò «Avrebbe interrotto il banchetto e avrebbe trovato chi di noi gli aveva disobbedito e parlato in quel modo, e l’avrebbe punito davanti a tutti» disse annuendo. Castiel trasalì, sì, suo padre era capace di una cosa del genere, e non ne aveva mai fatto un segreto «John è stato fin troppo indulgente con il figlio».
«Suppongo non volesse creare troppo scalpore, più di quello che si era creato» aggiunse Gabriel «Mi dispiace che stiamo per imparentarci con un elemento simile».
«Anna come l’ha presa?» intervenne Castiel, la sorella dopo l’annuncio del matrimonio era rimasta muta, fino a che alla fine del banchetto non era scappata via. Nessuno l’aveva vista, e sperava che i suoi fratelli avessero notizie di lei.
«È una donna, fratello. Non importa come la prende. Deve obbedire agli ordini di nostro padre» gli disse Michael. Castiel alzò gli occhi al cielo.
«Michael, è comunque nostra sorella!» esclamò «Se non vuole sposare questo Winchester, dovremmo supportarla!»
«Sai che non funziona così, Castiel. Non essere disobbediente anche tu, l’ultima volta che uno di noi ha disobbedito, sai come è finita».
«Lucifer si è ribellato per la sua libertà» obiettò, ricordando il secondogenito della famiglia Novak. Lucifer, minore di Michael di poco meno di un anno, era stato il primo a ribellarsi alle volontà paterne. Aveva intorno ai vent’anni, quando aveva conosciuto una bellissima donna della quale si era innamorato, l’unica sfortuna era che lei non era di sangue nobile. Aveva contrastato il padre in tutti i modi, aveva cercato di far valere le sue ragioni in ogni modo conoscibile, ma a niente era servito, poiché lei era stata arrestata e condannata a morte per stregoneria, così avevano detto, e Lucifer, accecato dal dolore, dopo averla persa, aveva tentato di uccidere Chuck. E nel farlo, aveva perso lui stesso la vita.
«Ed è morto. E adesso è seppellito in una fossa comune, perché è stato anche diseredato».
«Ciò non toglie che dovremmo controllare Anna come sta» affermò Castiel «Andrò io» disse, congedandosi dai maggiori, e incamminandosi verso le stanze riservate alla sorella. Lui aveva solo dieci anni, quando Lucifer morì, ma suo fratello gliel’aveva sempre detto di pensare sempre con la sua testa, ed evitare che Chuck gli facesse il lavaggio del cervello, come lo aveva fatto con gli altri. Poi Lucifer era morto, e Michael aveva iniziato a riempirgli la testa con tutte le idee assurde di loro padre, però lui era sempre stato più simile a Lucifer piuttosto che al maggiore, solo che non lo aveva mai dato a vedere. Era sbagliato che un solo uomo potesse decidere il destino di altre persone, solo perché era il capofamiglia. Non era giusto che decidesse chi dovessero amare, chi dovessero sposare, con chi dovessero passare il resto della loro vita. e voleva che sua sorella sapesse che lui le era vicino. Anche se non avrebbe potuto fare molto per aiutarla, poteva sostenerla indirettamente. Mentre raggiungeva le stanze della sorella, si ritrovò a chiedersi che fine avesse fatto Dean, e se stesse bene. Non sapeva perché gli importasse tanto, ma sentì il suo cuore stringersi, quando pensò al fatto che John aveva detto che avrebbe dato una lezione esemplare al figlio, e la cosa lo aveva fatto rabbrividire, il tono della voce che aveva trasudava ira, e sperava che non la riversasse tutta sul figlio.
Quando raggiunse la sorella, come si aspettava, la trovò in lacrime sul suo letto, che mormorava non voglio sposarmi, Castiel sospirò e la raggiunse, abbracciandola con forza, promettendole che l’avrebbe aiutata in qualunque modo. Non era giusto che Chuck decidesse delle loro vite.

**

«Sei un idiota» gli disse suo fratello, mentre gli spalmava dell’unguento sulle spalle ferite «Dean, davvero, perché dovevi rispondergli in quel modo davanti a tutti quegli ospiti? Lo sai com’è lui». Dean grugnì e strinse i denti per il dolore, non aveva urlato nemmeno una volta, fin da quando John aveva iniziato a frustarlo. Non era la prima volta, John gli insegnava spesso le buone maniere in quel modo barbarico, ma Dean non voleva essere il figlio perfetto, e non lo sarebbe mai diventato nemmeno con mille di quelle. Lui voleva essere libero di amare, e non essere costretto a sposare una persona che non conosceva e con la quale non aveva mai avuto a che fare. Non si sarebbe mai piegato al volere di John, e avrebbe sempre continuato a lottare per la sua libertà.
«Tu perché sei qui?» grugnì «Non sei accanto a John?» chiese.
«Dean, ho provato a parlargli quando sei andato via in quel modo» disse il minore, continuando a medicare il maggiore «Ma lo sai, quando decide qualcosa ne resta convinto» sbuffò «So che non ti piace l’idea che mi stia sposando» disse, cogliendo il filo dei pensieri del fratello «Ho solo avuto fortuna che la donna di cui mi sono innamorato, facesse parte delle donne che John aveva deciso da proporre a me o a te» sospirò «Mi dispiace per come sono andate le cose per te».
«Non sposerò la figlia di Novak» grugnì «Non mi piacciono nemmeno le rosse» preferisco i mori con gli occhi azzurri di nome Castiel – aggiunse mentalmente senza dare voce ai suoi pensieri.
Sam rise, scuotendo la testa «Sei incorreggibile, Dean».
«Hai visto la faccia di John quando gli ho risposto davanti a tutti?»
«Impagabile. È diventato viola» ridacchiò «Ma non dovevi fare l’idiota, santo cielo, guarda qua che ti ha fatto».
«Non è la prima volta che capita, lo sai» disse Dean, girandosi verso il fratello «Adesso smettila. E rispondimi, tu sei felice?» Sam annuì «Non hai mai pensato di… non so, andare via da qui, girare il mondo?» chiese «Hai mai pensato che tu fossi destinato a qualcos’altro? E non solo a questa tenuta?» domandò ancora, guardando il fratello negli occhi, che non capiva a cosa si riferisse il maggiore «Io non voglio restare qui. Ho sempre desiderato andare via, scrivere poesie, amare chi mi accetta per chi sono davvero e non solo un nobile, capisci?»
«Dean, io sono felice così, ho accettato la mia vita così come nostro padre l’aveva pensata per noi, e sinceramente non mi dispiace» disse con serietà guardando il fratello «All’inizio pensavo come te che si trattasse di una costrizione, che lui mi forzasse a fare cose del genere; ma io non mi sento costretto, soprattutto perché amo Jessica, e in questo sono stato fortunato» disse «Lo capisci?»
«Lo capisco» sbuffò, guardando il più piccolo, no, Sam non avrebbe mai potuto capire come si sentiva lui in quel momento, non poteva capirlo e un po’ gli dispiaceva «Vorrei solo che la nostra vita fosse diversa, Sammy».
Sam gli mise delle bende candide sulle spalle ferite e «Cerca di riposare, okay? Non vorrai mancare proprio tu domani» gli suggerì con premura.
«Sei proprio una palla al piede, Sam» disse il maggiore scuotendo la testa «Ci sarò domani, anche se sarò dolorante».
«D’accordo» disse, prima di salutare il fratello, lasciandolo da solo per farlo riposare. Dean rimase da solo con i suoi pensieri, che non erano molto positivi, riguardo suo padre. Non aveva ragione, non poteva costringerlo a sposare una donna che non conosceva, che non amava. Non poteva costringerlo a scegliere una vita che lui non voleva, poteva farlo frustare quante volte voleva, poteva anche ordinare di togliergli la vita, lui non avrebbe mai accettato un simile compromesso, la sua vita non era qualcosa da usare come merce di scambio con altri nobili. E poi come pretendeva che gli desse degli eredi con una persona che non gli piaceva nemmeno fisicamente? Non era neanche colpa della ragazza, era obiettivamente una bellissima ragazza, era lui che aveva gusti diversi. E di certo, se doveva sposare un Novak, ne avrebbe preferito un altro, magari, uno con i capelli neri e gli occhi blu come il cielo. Sospirò, non aveva neanche avuto modo di parlare con Castiel, che non lo aveva degnato di uno sguardo durante tutto il banchetto, se non quando i loro genitori avevano annunciato il fidanzamento forzato. Aveva visto il suo sguardo sgranarsi e i suoi occhi diventare ancora più blu, sconvolto da quelle parole, era evidente che non si aspettava una piega del genere, e nemmeno quel particolare risvolto. Dean provò a stendersi sul suo letto, ma provò un’enorme fitta alla schiena e optò per stendersi sulla pancia, con le spalle rivolte al soffitto, per evitare di soffrire troppo. Quel bastardo di suo padre ci era andato giù pesante quella volta. subito dopo il banchetto, lo aveva raggiunto in giardino e con la sua voce rude, gli aveva ordinato di seguirlo. Dean lo aveva fatto non per paura, ma per continuare a dirgli che non lo avrebbe assecondato, non avrebbe sposato la giovane Novak e che lui non poteva costringerlo, perché lui sapeva ciò che voleva, e quella vita non era quella che desiderava. John lo aveva spinto malamente, gli aveva intimato di smetterla, ma Dean aveva sorriso beffardamente e aveva continuato, fino a che il padre non aveva preso una lunga frusta, e aveva iniziato a colpirlo sulla schiena. Dean non aveva emesso un solo suono, aveva imparato a stare zitto, perché quella era la punizione preferita di John, credeva che in quel modo potesse piegarlo, ma Dean no, non si lasciava piegare da quello. Subiva sempre in silenzio, subiva sempre, ma restava della sua opinione di non voler ascoltare il padre. Aveva fatto male, quella volta, più delle altre, perché stavolta lo aveva offeso davanti ai suoi importantissimi ospiti, e Dean sapeva, lo sapeva che quella volta non l’avrebbe passata liscia. Sapeva che John gliel’avrebbe fatta pagare cara, ma non poteva trattenersi dal dire cose come non mi spezzi, sei solo un illuso se credi che possa funzionare ancora, non sono debole come credi, e non sposerò mai la Novak, scordatelo. Ad ogni frase era stato più violento, ad ogni provocazione più forte, Dean aveva quasi perso i sensi; e lo avrebbe fatto se non fosse stato per Sam, che era entrato urlando Padre, adesso basta! Ha imparato la lezione! – solo quando aveva sentito la voce del figliol prodigo, John si era fermato. Aveva detto qualche cattiveria a cui Dean non aveva dato molto peso e lo aveva lasciato andare, Sam lo aveva sollevato da terra e lo aveva trascinato nelle sue stanze, dove si era preso cura di lui. Ma Dean non aveva mai emesso un singolo singulto, fino a che non era rimasto solo. Solo in quel momento, lasciò andare un gemito di dolore, e appena qualche lacrima, perché dannazione, faceva male, un male atroce. Ma non avrebbe mai dato la soddisfazione a quel bastardo di John di vederlo sofferente. Avrebbe preso qualche intruglio e il giorno dopo sarebbe stato dritto, fiero di se stesso e della sua azione, e avrebbe continuato a dire di non voler sposare la Novak, né ora, né mai.

**

«Non è giusto, Castiel» diceva Anna con il volto appoggiato alla sua spalla «Perché nostro padre mi fa questo?»
«Perché non capisce, non ha mai capito nulla» sospirò, accarezzando la schiena della sorella «Io ti sarò accanto, Anna, ma non posso fare molto, se lui ha già deciso».
«Lo so» annuì lei, tra un singhiozzo e l’altro «Almeno tu mi capisci…»
«I nostri fratelli non sono cattivi, però loro obbediscono a nostro padre. Lo sai anche tu, chi va contro di lui…»
«Può fare la fine di Lucifer, lo so» concluse lei, mordendosi le labbra per trattenere le lacrime «Ma non è giusto, io non voglio sposare Dean Winchester» disse in un singulto «Cioè, è bello ed è attraente, ma… non lo conosco nemmeno. E… non mi piace».
«Già, lo capisco, Anna» la consolò il fratello «Posso, uhm, provare a conoscerlo un po’, prima che te lo presentino per bene, che ne dici? Magari non è male come pensi». In realtà, Castiel moriva alla voglia di sapere come stesse Dean, e se avesse già subito l’atroce punizione di cui aveva parlato John. Non sapeva perché, ma gli importava sapere come stesse.
«La tua opinione mi aiuterebbe molto» ammise lei «Tu sei obiettivo. I nostri fratelli direbbero che è un buon partito perché è di questa casata. Ma io non voglio che sia solo… per questo».
«Lo capisco. E sì, lo farò. Proverò a conoscerlo, se non sarà degno di te, sarò il primo ad andare contro questo matrimonio» disse con sicurezza, avrebbe protetto la sorella da una vita infelice, lo doveva a Lucifer, che gli aveva sempre insegnato a non accettare compromessi nella sua vita. Lo doveva a se stesso, perché se poteva fare qualcosa per rendere felice sua sorella, allora poteva fare qualcosa anche per rendere felice se stesso.
«Non ti permetterò di andare contro il volere di nostro padre, non ti permetterò di rischiare la vita per me» disse lei appoggiando una mano sul suo braccio, per fermarlo «Non ribellarti per me, Castiel, se non è Winchester , sarà un altro, io non posso scegliere, ma tu sei ancora in tempo per fuggire via da tutto» gli disse la più piccola «Ricordi quando eravamo piccoli e guardavamo il mappamondo della biblioteca e immaginavamo dove andare?» Castiel annuì malinconicamente, ricordava bene quei pomeriggi, quando lui e sua sorella si chiudevano nell’enorme biblioteca della tenuta e immaginavano posti esotici e paesaggi incontaminati, dove lui avrebbe potuto scrivere le sue poesie e lei avrebbe potuto fare qualunque cosa volesse, quando erano ancora piccoli e il loro mondo non era ancora piombato su di loro con violenza «Fallo, fallo per entrambi, appena puoi scappa da tutto questo, vai via e sii libero di essere te stesso, fallo per entrambi» gli disse la sorella, guardandolo negli occhi «Prima che nostro padre incastri anche te in un matrimonio combinato, fallo, vai via e vivi la tua vita».
«Sei così dolce, Anna» mormorò il maggiore sorridendole teneramente «Lo farò, ma non ora. Prima aiuto te, e poi penserò a me stesso. Devo proteggerti io, i nostri fratelli maggiori sono troppo simili a nostro padre» le disse «Poi ti prometto che andrò via».
La ragazza gli sorrise e abbracciò il fratello, in segno di un muto ringraziamento. Castiel le voleva bene, era la più piccola della famiglia ed era sempre stato lui a prendersi cura di lei, quando i suoi fratelli e suo padre erano troppo impegnati in altre faccende, Anna aveva solo due anni in meno di lui, ma per lui sembravano molti di più, si era sempre sentito responsabile della sua sicurezza, senza che altri membri della sua famiglia gliel’avessero fatto presente. Insieme avevano imparato a cavalcare, quando erano più piccoli, e spesso lui l’aveva sostenuta nei momenti difficili. Non si vedevano molto, quando erano alla tenuta, perché lei viveva nell’ala ovest con la madre, essendo entrambe donne, ma non mancavano mai occasioni in cui il fratello sgattaiolava di soppiatto lì e passava delle ore a parlare con lei, una volta le aveva fatto leggere anche alcune delle sue poesie e le aveva regalato il suo taccuino su cui ce ne erano scritte la maggior parte. E desiderava davvero che lei fosse felice, che realizzasse i suoi sogni, e che non si sposasse con chi non la voleva, perché lui era certo che Dean non provasse attrazione per Anna, o per le donne in generale, dato ciò che era quasi successo tra di loro, e ciò che era sicuro, entrambi avevano sentito. Lui aveva avuto paura, ed era fuggito, ma se non ne avesse avuta? Se fosse rimasto? Come sarebbe andata a finire? Non lo sapeva, e non voleva nemmeno saperlo, ciò che avrebbero rischiato se qualcuno avesse scoperto ciò che sarebbe potuto accadere, era peggiore del dubbio. Ma niente gli impediva di conoscerlo, giusto? Soprattutto se in un futuro prossimo, sarebbero stati imparentati. Sperava di riuscire a parlare civilmente con suo padre – magari in privato – e convincerlo che Dean Winchester non era un buon partito per Anna, ma come poteva fare, se lui aveva già preso accordi con John Winchester? E come poteva farlo, sapendo che a suo padre non importava come fosse in realtà una persona, ma solo quanti soldi possedeva? Sapeva già che la sua sarebbe stata una battaglia persa in partenza, ma nulla gli impediva di tentare, soprattutto mentre erano in territorio neutrale. A casa, nella sua terra, non si sarebbe mai sognato di farlo, non dopo ciò che era successo a suo fratello, non per paura per se stesso, ma per paura di lasciare sua sorella da sola. Era un’eventualità inaccettabile per lui.
«Non so come farei, se non ci fossi tu» disse Anna, appoggiando la testa contro la sua spalla «Cerca solo di non fare la fine di Lucifer, okay? Non vale la pena perdere tutto per aiutare me…» mormorò.
«Hai solo diciotto anni, Anna, non può costringerti già a sposarti, soprattutto con un uomo che nemmeno conosci».
«Dicono tutti che Dean Winchester sia un signore, e che sia gentile. Io spero che non si sbaglino». Beh, non si sbagliavano, da quello che aveva visto di Dean Winchester era davvero un gentiluomo, garbato, educato, e aveva davvero un bel sorriso, ma era anche impertinente e scioccamente ribelle; era anche incredibilmente romantico ed era maledettamente affascinante. Al solo pensiero di Dean, un sorriso tenero gli increspò le labbra, non doveva pensare a lui in quel modo, non doveva pensare a lui, al modo in cui lo aveva guardato, al modo in cui avevano danzato, l’uno tra le braccia dell’altro, al modo in cui i loro respiri si erano fusi, a distanza di un solo respiro, al modo in cui le loro labbra sarebbero state perfette le une sulle altre. Non poteva pensare a lui in quel modo, e basta. Doveva smetterla, doveva fare forza su se stesso e smetterla, ne andava della reputazione della sua famiglia, ne andava della sicurezza di sua sorella.
«Perché sorridi in quel modo?» domandò lei. Castiel andò in panico, che avesse capito qualcosa? Non poteva permetterlo, anche se si fidava di Anna, al punto che le avrebbe affidato la sua intera vita, non poteva essere tanto stupido e tanto avventato da farsi scoprire. Nessuno doveva scoprire che a lui piacevano gli uomini, nessuno doveva sapere che tra lui e Dean Winchester era scattato qualcosa; doveva restare un suo segreto, e suo soltanto. Sarebbe dovuto morire con quel segreto sulla coscienza.
«Niente. Non sto sorridendo» disse, ma la sua voce trasudava terrore «Uhm, dovresti riposare. Domani c’è il grande evento per il quale siamo venuti. E forse dovrai conoscere Dean Winchester, quindi…»
«Certo, va bene» disse lei, guardandolo in modo sospetto «Buonanotte, Castiel».
«Buonanotte, Anna» disse dandole un delicato bacio sulla tempia, prima di lasciare la stanza della minore chiudendosi in fretta la porta alle spalle. Maledizione, cos’era stato quel momento di debolezza davanti ad un’altra persona?
Tornò in fretta nella sua camera, e quando si chiuse quella porta alle spalle, tirò un sospiro di sollievo. Lì, chiuso nella stanza che gli era stata assegnata dai padroni di casa, poteva fantasticare su ciò che sarebbe o non sarebbe potuto accadere tra lui e Dean, che, a se stesso lo poteva ammettere, lo aveva stregato. Ma Castiel, sapeva, quello era un sentimento proibito.



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Hola people! 
Buona sera/notte! Eccomi qui con il secondo capitolo della long. 
Questo capitolo è un po' meno Destiel, ma più incentrato a conoscere i due baldi giovani. E viene annunciato il tanto temuto matrimonio. Eh sì, Dean dovrà sposare la sorella di Cas ma... non avverrà presto, giuro! 
Intanto qui si scopre un po' che Dean è il fratello ribelle mentre Sam è quello diligente (OOC proprio, lo so!) Cas invece ha preso come modello Lucifer invece di Michael, ed è molto più simile a Lucy di quanto non faccia credere con la sua "paura". (Micky è più tenero di quel che sembra!)
Spero che il capitolo, anche se privo di Destiel, vi sia piaciuto! E vi do appuntamento alla prossima settimana con il terzo!
Grazie a tutti coloro che sono di nuovo qui a seguire quest'avventura, e chi ha aggiunto la storia tra le preferite, seguite e ricordate! Thank you!
A presto people! 

   
 
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