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Ti avevo chiesto di farmi respirare. Invece, hai colorato la mia paura di azzurro.
Avevo dimenticato il collegamento. È così che ci facciamo fregare, dopotutto: fai pure finta di non saperlo, ma io sono stupida come tutti, credo sempre che i miei incubi significhino un’altra cosa.
Un giorno, quando eravamo piccoli, mi hai tenuto sott’acqua fino a farmi piangere dallo spavento.
E non mi sono mai fatta domande su certi sogni ricorrenti. Non è strano? Noto sempre tutto. In particolare i segnali che hanno a che fare con la morte.
Non mi hai annegato tu, ma non importa. Non importa.
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Solito angolo dell'autrice: aggiorno appena in tempo prima che scatti la mezzanotte, reggo il ritmo, spero con buoni risultati.
Questo racconto ha una fisionomia un po' complessa ed è stato arduo da scrivere ma è un soggetto a cui tenevo molto, non avrei mai potuto abbandonarlo.
Rinnovo l'appuntamento a domani! Qualunque tipo di commento è sempre molto gradito.
Buonanotte a tutti i lettori!