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Autore: Pawa    12/10/2018    2 recensioni
Trafalgar Law, il "Chirurgo della Morte".
Perché è un medico in grado di manipolare a piacimento la vita del paziente; perché è un pirata che uccide per avere cavie sempre fresche per la ricerca;
Perché dieci anni prima della narrazione delle avventure di Rufy, Trafalgar Law minacciò letteralmente la Dea della Morte con un misero bisturi arrugginito.
Perché?
Per arruolare l'unica donna della sua ciurma, Ikkaku.
Tra un'isola bipolare, Heart Pirates ragazzini, droga e abusi psicologici, saranno gli stessi Pirati del Cuore a raccontarvi come salvarono la loro unica fanciulla e diedero vita alla fama del loro capitano.
(Note)
Spero apprezziate!
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate :)
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mugiwara, Penguin, Pirati Heart, Shachi, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo I
 
Premessina premessuccia:
 
1. Ringrazio tutti i lettori e chi si è ritagliato del tempo per recensire <3
Spero vorrete fare altrettanto per questo capitolo!

 
2. Passerò ad una narrazione in prima persona, dove saranno i Pirati del Cuore che vissero i fatti, a raccontare, alternandosi ed a volte interagendo con i compagni che ascoltano la storia.
Non voglio rendere il passaggio del testimone da un personaggio all’altro graficamente evidente, perché non mi piacciono troppi “pasticci” sulla pagina, come i “POV Pg n.1”, che personalmente non mi vanno a genio.
 
Non vorrei offendere nessuno con questo, eh. Anche perché mi lamento e mi lamento, ma alla fine quelle storie le leggo lo stesso xD
 
Comunque, spero di riuscire a suggerire correttamente il cambio di narratore, introducendolo in modo alternativo, per così dire.
 
Inoltre, ci terrei a precisare che le descrizioni, dei luoghi, dei fatti e degli avvenimenti, saranno (o almeno dovrebbero essere)  capaci di restituire alla vostra immaginazione ciò che voglio rappresentare (nei limiti delle mie competenze nel descrivere, si intende!) ma saranno anche più velate, meno puntigliose, perché si tratta, alla fine, di ricordi e questi non possono essere precisi o perfetti (nonostante la memoria fotografica di Law).
 
Detto ciò, vi lascio alla storia.
 
Buona lettura!
 

 
 
°   Capitolo II   °
 
 
Con il suo pugnale premuto alla mia gola.
 
Suvvia, Ikkaku, non arrossire. È stato certamente il primo incontro con una ragazza più emozionante che abbia avuto. Ad ogni modo, forse è il caso che spieghi come ci sono finito dalla parte spagliata di un coltello ed a causa di chi.
Sì, Shachi, Pen, ce l’ho con voi.
Vediamo… accadde dieci anni fa. Ci fermammo verso mezzogiorno sull’isola di Giza Mesozoica per un motivo abbastanza futile. Dovevamo fare rifornimento di viveri e così mandai quei due al mercato locale. Non mi sarei mai aspettato che a causa della loro golosità avremmo letteralmente visto la morte in faccia.
All’epoca la nostra ciurma contava sette membri*, me compreso, quindi la spesa era relativamente poca, eppure loro ancora non erano tornati ed era quasi il tramonto. Così andai con Bepo a cercarli.
Il suo olfatto ci permise di ripercorrere la strada che avevano intrapreso durante la giornata, un intricato articolarsi attraverso cittadini e bancarelle, adornate da mercanzia di tutti i generi, da tappeti abilmente ricamati alle carni più succose che quella terra potesse offrire, ombreggiate da veli e tendoni appesi tra gli edifici che contornavano la stretta via su ambedue i lati.
Notai che anche gli isolani  meno abbienti o che almeno parevano tali, compravano quantità di merci esorbitanti, ma non diedi troppa importanza a quello che mi sembrava un inutile sperpero di denaro.
Bepo aveva finalmente scorto tra la folla i nostri nakama, praticamente accalcati l’uno sull’altro a ridosso di una bancarella di datteri e anche da lontano potei capire perfettamente che il motivo per cui tutta la nostra spesa era dimenticata in grandi sacchi accasciati dietro di loro e per cui non ci davano loro notizie da ore, fu che erano troppo concentrati a flirtare con la venditrice dall’altro lato del bancone.
Fulminai con lo sguardo quello che doveva essere l’ennesimo ladruncolo, che vedendo i nostri viveri abbandonati, ne approfittava per rubarne una piccola parte, indisturbato. Il ragazzetto, che doveva essere poco più giovane di me, scappò mollando a terra le nostre mele.
Bastò la mia aura omicida dietro di loro, per farli finalmente ridestare e voltare.
 
<< C-captain! >>
 
<< Come mai qui? Stiamo facendo la spesa come ci hai detto… >> Nonostante gli occhiali da sole, potei osservare come Shachi distoglieva gli occhi dai miei. Sapeva di essere nel torto, l’idiota.
 
<< Spesa? Se con questo intendi che avete speso i soldi del nostro ultimo tesoro per offrire a tutti gli orfanelli dell’isola il nostro cibo, allora ti credo. >>
Loro presero a sudare e non solo per il clima torrido dell’isola, accorgendosi, finalmente, come il volume dei sacchi dove avevano riposto i nostri viveri si fosse drasticamente ridotto.
 
<< Forse non sarà molto, ma se con i miei umili prodotti posso compensarne altri che avete perduto, mi rendereste orgogliosa del mio lavoro. >>
 
Una voce timida e umile mi fece distogliere l’attenzione dai miei compagni, per prestarla alla figura della ragazza dietro loro.
Tutto ciò che potei vedere di lei erano gli occhi nocciola così grandi e carichi di un sentimento che non avevo idea di come interpretare. Non ancora. Il capo e tutto il corpo erano avvolti da una tunica tanto candida, che seppur fosse estremamente semplice, sembrava troppo preziosa per una misera mercante e perfino il volto era seminascosto da un delicato velo di seta, che rendeva ancora più soffuso il suo tono.
 
Bepo iniziò ad annusare con circospezione la sua bancarella e questo mi fece preoccupare.
Lui era un visone. Poco più di un cucciolo, certo, ma i suoi sensi erano già perfetti. Se qualcosa non lo convinceva, allora quel qualcosa non andava.
 
Dall’altra parte, immediatamente, sul volto di Shachi e Penguin tornò un sorriso malizioso, troppo largo per sembrare accattivante e assolutamente troppo infantile per dei ragazzi di diciassette e diciotto anni.
 
<< Signorina, sei la nostra benedizione! Questa frutta ci darà un sacco di energie, ne sono certo. >>

<< Shachi ha ragione, compreremo tanti datteri da bilanciare la spesa persa. >>

<< Hoy, voi due! Non fatele promesse che non manterrete. Vi proibisco di spendere tanti soldi per- >>
 
<< Law! >> Shachi mi mise un braccio sulle spalle, Penguin una mano tra i capelli, sfruttando il fatto che all’epoca fosse più alto di me.
<< Almeno assaggiali prima di rifiutare l’offerta di questa dolce signorina. >>
 
Sospirai. Erano più grandi di me, eppure ero io quello maturo.
E no, è inutile che protestiate, voi due, è un dato di fatto che siate dei bambinoni sconsiderati. Alla fine, vi ricordo, è stato col vostro piagnucolio insistente che cedetti e mangiai uno di quei datteri.
 
<< In effetti sono buoni, ma ne compreremo solo una cassetta. >>
 
Tra gli acclami felici dei miei due nakama umani, feci per prendere il sacchetto con le monete d’oro e fu allora che una mano apparentemente così delicata sbucò velocissima da quella veste bianca, afferrandomi i capelli della nuca e costringendomi, con una forza che mai avrei attribuito alla fine e minuta figura della venditrice, a girarmi e cadere semi sdraiato, di schiena, sul banco della frutta.
Potei vedere solo il riflesso del sole sul pugnale premuto alla mia giugulare.
 
<< Okay, tesorucci. Se non volete che sgozzi questo bel ragazzo a cui sembrate tanto legati, fareste meglio a darmi tutti i vostri soldi. Compresi quelli che stava per prendere lui. >>
 
La voce della mia aguzzina si rivelò terribilmente mutata. Ancora bella, sempre limpida, ma la timidezza aveva dato spazio a determinazione, sicurezza e minacciosità.
 
I miei nakama persero immediatamente ogni voglia di scherzare, mentre Bepo iniziò a ringhiare, estraendo gli artigli delle zampe posteriori.
 
<< A cuccia, peluche. Non mi pare difficile comprendere la mia richiesta. Fate quel che vi ho detto e tutto si risolverà per il meglio. >>
 
Dalla mia posizione, così vicino a lei, potei notare come la ragazza non solo aggrottasse le sopracciglia, ma prendesse pure a mordersi il labbro inferiore, facendo ondeggiare il leggero velo che lo copriva. Stava iniziando ad agitarsi, nonostante fosse nettamente in una posizione di vantaggio.
Forse i sorrisi, stavolta complici e crudeli, che fecero bella mostra sui volti di Penguin e Shachi la confusero. Mi bastò quel suo attimo di tentennamento per sferrare, rapido e preciso, un dattero che avevo afferrato nel suo occhio sinistro. I riflessi involontari la costrinsero a proteggere una parte del corpo tanto delicata, facendole perdere la pressione che stava esercitando sul pugnale, anche se di poco. Subito le afferrai il polso, storcendoglielo mentre rotolavo sul tavolo, per poterla ora affrontare frontalmente e strattonandola dal braccio che ancora le stringevo, ribaltai in pochi istanti la situazione.
Il suo coltello, ancora nella sua mano, fu, però, premuto alla sua gola.
Un mio braccio costrinse il suo a minacciare di tagliarle le arterie, mentre con l’altro le cinsi i fianchi con irruenza, facendole sbattere la schiena contro il margine della bancarella sulla quale io ero in ginocchio, portandola a premere il suo corpo contro al mio.
 
<< Bene, tesoro e adesso cosa vuoi fare? >> Le sibilai all’orecchio, decisamente più intimidatorio di quanto non fosse stata lei.
 
<< Se ti chiedessi di lasciarmi andare sarebbe una battuta fin troppo stupida e scontata, non è vero? >>
 
Mi limitai ad annuire alle sue spalle, con un ghigno stampato in viso e mi accorsi con leggero sollievo che i miei compagni avevano estratto le loro armi.
 
<< Allora, cercherò di essere più originale. Mi libererò da sola. >>
Sollevò lentamente l’altra mano, avvicinandola a quella che le trattenevo.
 
<< Non crederai davvero di essere più forte di me? Puoi provare pure ad allontanare da te il pugnale con entrambe le braccia, se vuoi, ma posso vincerti facilmente. >>
E fui piuttosto fiducioso nella mia superiorità fisica. Avevo preso a crescere da non molto tempo, assai in ritardo rispetto i miei coetanei per via dell’avvelenamento del Piombo Ambrato, ma dopo che mi ero curato completamente, il mio corpo si era sviluppato piuttosto bene e addirittura si rinforzava di giorno in giorno, quasi volesse recuperare il tempo perduto.
 
Lei bloccò l’avanzare del proprio braccio a seguito delle mie parole.
 
<< Chi si loda, si imbroda. Anche se il tuo bicipite contro al mio petto è sicuramente ben messo, non posso negarlo. >>
 
Pronunziò quell’ultima frase con un tono ancora una volta diverso, stavolta era semplicemente ed incredibilmente seducente e fu anche per quella particolare nota nella sua voce che mi accorsi di star praticamente abbracciando il suo seno.
Fu lei, quindi, che approfittò del mio attimo di distrazione. Mi accorsi, infatti, che riprese il movimento del suo braccio libero, ma al posto di assestarmi un qualche colpo improvviso per stordirmi e scappare, si era limitata a congiungere i palmi delle sue mani, lasciando, perciò, il pugnale nella mia.
Ancora una volta rimasi interdetto per qualche attimo e quasi non vidi un insolito ed inspiegabile bagliore giallastro formarsi tra le sue mani giunte, come fossero in preghiera.
 
Venni improvvisamente sbalzato all’indietro da una forza nata come dal nulla, da una sorta di esplosione senza boato che non avrebbe avuto motivo di generarsi. Sorpassai le teste di Shachi e Penguin, finendo scaraventato sui banchi dall’altra parte della strada, sfondandoli e distruggendo qualunque cosa stessero esponendo, con orrore e sgomento dei commercianti.
 
<< Captain! >> Rialzai in fretta il busto, scostando malamente assi di legno spezzate, vedendo Penguin corrermi in contro per sincerarsi che stessi bene, mentre Shachi e Bepo si lanciavano contro quella  che ormai, era palese, era una finta mercante.
 
Lei era saltata lateralmente, dopo aver calciato il tavolo cosicché questo si fiondasse contro i miei nakama, scoprendo il vero venditore di datteri legato, picchiato e imbavagliato, rimasto nascosto dalla tovaglia di paglia per tutto il tempo. La sua mossa aveva colto di sorpresa Shachi, ma non Bepo.
 
Il visone era prossimo all’avversaria, quando questa, abilmente, gli era girata attorno, per bloccargli i movimenti, avvolgendolo nella sua tunica bianca.
 
Rivelò un abito ancor più niveo di quello che indossava precedentemente, corto abbastanza da permetterle di sferrare un secondo calcio, senza impedimenti, che fece cadere supino il mio navigatore, dopo essere stato colpito sotto al mento.
Certamente, le fini spalline non le erano di alcuna protezione ed il legno scheggiato che le lanciai contro con tutta la mia forza le lacerò la carne del braccio.
Shachi si era immediatamente ripreso dal colpo subito, Bepo con una capriola si era rimesso in piedi ed aveva spezzato la stoffa che lo bloccava allargando le zampe con energia e celerità. Io e Penguin stavamo correndo piuttosto incazzati verso quella strana ragazza.
E lei era semplicemente nella merda, a quel punto.
 
Poi, accadde qualcosa che potemmo comprendere solo qualche giorno dopo.
 
Il nostro breve scontro, inevitabilmente, aveva attirato l’attenzione della folla e questa, per qualche motivo, aveva accerchiato in maniera protettiva la nostra avventata truffatrice.
Pensai in un primo momento ad una sorta di solidarietà tra compaesani, ma il terrore negli occhi di quelle persone era troppo sincero e sentito per scaturire dalla sola paura di perdere una ragazza dell’isola.
Era così palese che quella gente che ora ci marciava contro, ostile ed armata dei primi oggetti reputati abbastanza dolorosi se usati a sproposito, stesse proteggendo quella che non poteva essere una semplice giovane del posto.
Infatti, quando lei si era spogliata della tunica, avevo visto senza reale attenzione come diversi, tra la folla, sgranassero gli occhi, come sorpresi nel riconoscerla o qualcosa del genere.
 
Tornai a concentrarmi sul presente.
Eravamo forti, noi quattro, ma non potevamo combattere un’intera città.
 
Con i sensi allerta e controllando ogni movimento sospetto, in particolare quello del venditore di coltelli, arretrammo lentamente verso un altro vicolo del mercato, dove sembrava che qualunque timore avesse spinto quegli inesperti isolani al combattimento, non fosse ancora giunto.
Scattammo all’improvviso, sbaragliando la debole barriera di uomini che si era formata alle nostre spalle e che avrebbe sperato di bloccarci. Raggiungemmo con pochi e calcolati balzi, compiuti in punti strategici degli edifici a inizio di quella via secondaria, i tetti delle case, dove quella gente, per quanto spronata da qualsiasi sentimento, non sarebbe stata capace di raggiungerci.
 
<< Che cavolo prende a questi tizi? >>
Non diedi peso alla domanda di Penguin, anche perché, probabilmente, non aveva bisogno di una risposta.
 
Piuttosto, cercai tra tutti quei volti che ci osservavano e gridavano contro, quello contornato da quei voluminosi ricci bruni che erano stati scoperti, legati in uno spettinatissimo chignon, quando lei si era tolta la tunica.
 
Un fischio mi giunse alle orecchie e mi girai nella direzione da cui proveniva solo dopo che Penguin e Bepo mi toccarono le spalle, chiamandomi con una leggera irritazione nella voce.
 
<< Capitano, guarda là. >>
 
E la vidi.
Quella ragazza, che era sicuramente speciale e non solo perché nei suoi occhi avevo letto una lotta feroce tra sicurezza e incertezza, neanche perché l’intera isola voleva, evidentemente, proteggerla, né perché aveva utilizzato, contro di me, un potere assurdo e misterioso, ma perché mi aveva fregato per ben due volte.
 
Sì, perché, mentre mi salutava mandandomi un bacio dal tetto dall’altra parte della strada, fece saltellare su e giù nella sua mano il mio sacchetto di monete d’oro.
 
La osservai saltare giù dall’edificio e volatilizzarsi tra la gente, nonostante il bianco splendente della sua veste dovesse farla risaltare.
 
<< Law? La inseguiamo? >>
Udii senza reale attenzione Shachi.
 
Un ghigno si formò sul mio viso e quasi senza accorgermene sentii i miei compagni irrigidirsi.
 
<< Mi ha derubato. >>
 
<< L-Law? >>

<< Quella stronza! >>  Gridai, fissando ancora quel punto della strada dove l’avevo persa di vista. << Prima ha tentato di tagliarmi la gola, poi ha finto di essere con le spalle al muro per rubarmi il sacchetto di monete d’oro. >>
 
<< Non capisco, capitano. >> Ed effettivamente, il mio tono rabbioso contrastava terribilmente col mio sorriso e gli occhi divertiti, stando a ciò che mi dissero Shachi e Penguin, tempo dopo. << Cosa vuoi fare, esattamente? >>
 
Finalmente mi girai per fissare i miei nakama.
 
<< Attenta alla mia vita, rivela un potere fuori dal comune e sembra essere la diva dell’isola per qualche motivo, infine riesce nel suo scopo iniziale di arricchirsi ingiustamente, dopo averci abilmente pigliati per il culo. >>
 
Allargai quello che era un perfetto miscuglio tra un ghigno ed un sorriso.
 
<< La voglio nella ciurma. >>
 
~
 
Tornammo al Polar Tang che il cielo
era ormai plumbeo e la drastica escursione termica tra giorno e notte, tipica di un’isola desertica come quella, ci stava congelando perfino il sangue.
Maledissi per il tragitto fino a casa la mia crescita repentina, per cui qualunque abito prendessi dal mio armadio risultava troppo corto, anche se da poco comprato e, dunque, inutili furono i miei tentativi di allungare le maniche della mia felpa blu fino a poter scaldare le mani.
 
<< Captain! Bentornato! >> White Fox, di vedetta, si appropinquò a montare la passerella per farci salire, che eravamo appena all’entrata del porto.
 
Ci dirigemmo immediatamente nella sala da pranzo, dalla quale proveniva un profumo di cibo appena preparato che fece urlare di gioia Bepo e spaventare il nostro povero cuoco.
Avrebbe dovuto proteggere la cena di tutti dalla vorace fame adolescenziale del visone, come ogni santissimo giorno.
 
Praticamente mi buttai sulla mia poltrona in velluto e mogano a capotavola, lanciando il cappello senza cura alcuna nel processo, facendolo finire sulla dispensa dei vini che adornava quasi per intero la parete a sinistra della tavolata da pranzo.
 
<< Capitano, cosa è successo? >>
Alzai lo sguardo su Pandaman con un mugugno dubbioso.
 
<< Beh, ora come ora sembri l’esatto contrario di eleganza e grazia. Che è il comportamento abitudinario di Shachi e Penguin, non il tuo. >>

<< Hey! >> Urlarono offesi, i due citati.
 
Quasi come a voler camuffare le loro brutte abitudini con discorsi più intriganti, avevano immediatamente raccontato agli altri tre nakama cos’era accaduto quel dì al mercato, con un perfetto alternarsi nel narrare dai loro due punti di vista differenti, che sembrava quasi studiato.
 
<< Quindi questa ragazza vi ha giocati per tutto il tempo. >> Concluse il nostro chef, versandomi mezzo bicchiere di rum.
Io lo guardai male.
<< Potrai continuare a fissarmi così tutte le sere per i prossimi due anni, Law, non mi fotte proprio. Sei troppo piccolo per bere. >>
Sbuffai tra le risa dell’equipaggio.
Per una volta, non l’avevo minacciato con lo sguardo per le quantità misere di alcol che mi permetteva di assumere, bensì per quanto aveva detto.
 
Era vero, quella misteriosa guerriera, perché anche così si poteva definire, viste le sue abilità, ci aveva manipolato. Probabilmente sapeva che se si fosse trovata in svantaggio avrebbe potuto contare sulla folla che ci circondava, anche se questa mi era parsa spaesata, inizialmente.
 
Ciò che mi fece irritare di tutta quella faccenda, però, fu che andammo a cercarla, per ben due ore, ma di lei non solo non c’era traccia, ma nessuno sapeva niente.
Come se poco prima metà isola non si fosse mobilitata per proteggerla.
 
Era tutto assurdo e ancora più assurdo era la mia ossessione per una persona che avevo incontrato una sola volta nella mia vita. In circostanze particolari, certo, ma comunque un breve contatto.
 
Purtroppo, la mia curiosità era sempre stata più forte di qualsiasi altro mio impulso, sono un uomo di scienza, dopotutto, e inoltre il mio istinto mi suggeriva che c’era qualcosa di estremamente sbagliato, in quell’isola e in quella ragazza.
 
I suoi occhi… i suoi occhi erano, all’unisono, la parte più chiara e misteriosa di lei. Palesavano sentimenti così contrastanti che li facevano sembrare persi e stonavano terribilmente con la persona abile e astuta che mi parse quel giorno.
Quasi come se celassero un conflitto interiore dalle profonde origini, ma ovviamente non avevo idea di cosa lo generasse.
 
<< Ho capito! >> L’urlo eccitato di White mi distrasse dalle mie elucubrazioni. << Il capitano si è preso una cotta, per questo è così ossessionato da quella ragazza ed ora è triste e vuole bere perché non l’avete trovata. >> Io rimasi in silenzio, interdetto, mentre gli altri scoppiavano a ridere quasi sguaiatamente.
 
<< White, hai ventisette anni. Come fai ad essere così cretino? >>
 
Lui si alzò di scatto, facendo tremare l’argenteria sulla tavola, per raggiungermi saltellando come il deficiente che stava dimostrando di essere.
 
<< Ti arrabbi pure? Ma allora lo stai confessando! >>
Alzai gli occhi al cielo, notando di sfuggita Shachi e Pen trattenere le risate e Bepo ingurgitare qualunque cosa gli capitasse a tiro, ma con aria troppo pensierosa per starsi davvero godendo il pasto.
 
<< White, finisci immediatamente quelle fottute patate o te le impasto tra i tuoi amati capelli grigi del cazzo! >>
 
<< Cosa hai detto, cuoco obeso di merda? >>
 
Il mio compagno tornò al suo posto, sputando insulti contro l’altro che con mia somma gioia era riuscito ad allontanarmelo.
 
<< Bepo, c’è qualcosa che ti preoccupa? >>
 
Vidi le sue orecchie fare un veloce su e giù e sbatté gli occhi una volta, prima di fissarmi leggermente sorpreso.
 
<< Beh, captain, a me fa piacere se vuoi una ragazza nella ciurma, anche se preferirei un orsacchiotta, ma quella ha qualcosa che non va, mi dispiace molto. >>
 
Gli altri smisero di fare chiasso, per ascoltare il nostro navigatore e sentii Pandaman sussurrare di preferire una panda come nuovo nakama, più che un’orsa di qualsiasi specie.
 
<< Oggi l’ho annusata bene. All’inizio sentivo solo l’odore di sangue del venditore di datteri, ma quando mi si è avvicinata durante il combattimento ho percepito distintamente l’odore di incensi e qualche tipo… di droga, temo. Mi dispiace, captain, mi dispiace. >> Abbassò le orecchie tonde e pelose e si depresse.
 
Lo accarezzai sulla testa, soppesando le sue parole, fissando senza reale attenzione il mio piatto semivuoto.
 
<< Se ti facessi annusare alcune sostanze, saresti in grado di individuare la droga? >>
 
<< Law! Hai della droga? >> Penguin mi sorprese, urlando sinceramente arrabbiato.
 
<< Sì, ma per solo scopo medico e per la ricerca. Mica l’assumo. >> Distolsi lo sguardo, conscio che Pen stava entrando nella sua modalità “Io sono più grande, io ti sto crescendo da ormai quattro anni, sono tua madre e mi fai incazzare”. Intanto, Bepo aveva annuito vigorosamente.
 
<< Ma a noi che cacchio ce ne frega di cosa si fa quella ragazzina? >> Il registro infinitamente basso che sempre usava per parlare quel buzzurro, ma amabile del nostro cuoco mi fece ghignare.
 
<< Per quanto ci riguarda, può assumere tutto quello che vuole, ma essendo lei una figura avvolta dal mistero, capire di cosa cacchio si fa potrebbe, magari, rivelarci un suo problema di salute, fisico o mentale o chissà che altro. >>
 
<< Sembri determinato, Captain. >> Constatò Pandaman, sgranocchiando un rametto di bambù come digestivo.
 
<< Oggi mi ha fatto disperare, ma non cambio idea. Ho la sensazione che sarebbe un ottimo acquisto per i Pirati del Cuore. >>
Gli altri sorrisero. Shachi, Penguin e Bepo, probabilmente, condividevano la mia idea. Quella ragazza era semplicemente troppo stramba e forte per non essere dei nostri. D’altronde, eravamo un manipolo di casi umani (e non solo umani) molto rari e particolari, usciti, con l’aiuto degli altri, da situazioni ancora più assurde.
Come poteva essere quella di lei.
 
<< Captain, scusa, tornando al discorso di prima, ma non è nocivo per Bepo annusare diversi tipi di stupefacenti? >> White sembrò preoccupato.
 
<< No, è un orso. La quantità di droga che potrebbe influenzare il nostro organismo non è neanche percepita dal suo. Comunque, un’annusata e via, capito? >>

<< Aye, aye! >>
 
~
 
<< Allora, scoperto qual è? >> Penguin si presentò nel mio laboratorio la mattina presto, poco dopo l’alba.
Bepo si era addormentato appena dopo aver riconosciuto la sostanza che cercavo.
 
<< Sì. >>
 
<< Okay, allora perché sembri insoddisfatto? E non dirmi che sei stanco, perché da quando ti conosco ti ho visto dormire la notte massimo quattro volte a settimana e solo per poche ore. >>
 
Sospirai, scompigliandomi i capelli.
 
<< È ioscina o scopolamina, se preferisci. >>
 
In quel momento entrò il resto dell’equipaggio, in coda il nostro cuoco che trasportava la colazione su un vassoio.
 
<< Law, prometto che un giorno sarò un tuo assistente in medicina, ma ora come ora non ho idea di cosa significhi. >>
 
<< Si tratta di una droga che inibisce la funzione mnesica di una persona, in altre parole, la sua volontà. Insomma, qualcosa che nessuno assumerebbe in maniera consenziente. >>
Osservai con lieve divertimento il naso nero e lucido di Bepo muoversi in piccoli scatti, avendo presumibilmente captato l’odore di brioche appena sfornate.
<< Inoltre, la scopolamina, sopprimendo il comportamento di un individuo, consente agli altri di avere il pieno controllo della vittima. Qualsiasi ordine essa riceva, lo eseguirebbe, senza neanche la possibilità di ragionare. >>
 
<< In altre parole, >> si fece avanti Shachi, abbandonando per un attimo la sua cioccolata calda, che riusciva a bere nonostante fossimo su un’isola desertica. << qualcuno la sta drogando e sfruttando a proprio piacimento. >>
 
~
 
Decidemmo di andare a cercarla, quel giorno.
Il suo era un caso intricato, unico e apparentemente disperato come erano stati i nostri.
Se noi avevamo trovato sollievo e salvezza nella ciurma dei Pirati del Cuore, forse anche i suoi occhi avrebbero finalmente abbandonato quel doloroso sentimento che li rendeva più cupi di quanto quel nocciola chiaro non li dovesse far apparire.
 
Scendemmo tutti e sette dal nostro sottomarino, dopo averlo sigillato cosicché nessuno osasse profanarlo.
Non che molti avrebbero osato derubare una nave pirata, ma all’epoca, vi ricordo, ancora non venivo chiamato Chirurgo della Morte.
 
Sì, Shachi, ero chiamato dottorino rompi cazzo, grazie per la tua specifica.
 
Comunque, la nostra ricerca ebbe immediatamente un arresto improvviso, che ancora eravamo sul pontile costeggiato dal nostro sommergibile.
 
L’isola, che il giorno prima ci si era presentata come un’enorme distesa desertica, che in qualche modo aveva permesso la vita e la proliferazione di una grande e ricca città, era divenuta una fiorente foresta, tanto fitta che molte case erano nascoste dalle fronde degli alberi, sbucati ovunque, perfino in mezzo alle strade del mercato.
 
<< Che cosa cazzo è successo? >>
Non seppi cosa rispondere al nostro cuoco, né ebbi il tempo per farlo.
 
<< Attenzione! I cammellosauri mi si sono imbizzarriti! >>
 
Feci appena in tempo a vedere quello che doveva essere il muso di un cammello, ma che presentava delle insolite e letali zanne nella bocca, prima che quell’essere mi colpisse con la sua coda inspiegabilmente spessa e placcata sul dorso, come fosse un frusta, facendomi rovinare sul pontile.
Subito mi schiacciò con una zampa posteriore, prima di issarsi in piedi e ruggire.
 
Non ero in difficoltà. Quell’animale era forte, pesava, ma avrei potuto immediatamente ammazzarlo.
 
Ero solo scandalizzato.
 
<< Capitano! >>
 
I miei nakama mi ridestarono e guardando nella loro direzione vidi altri di questi esseri insensati correre ovunque, pure verso di noi.
 
<< Hearts! Non state lì impalati, ammazzate quei… cammelli, dinosauri, qualunque cosa siano! >>
 
 
 ° Fine capitolo °
 
 
 *Per essere precisi, i Pirati del Cuore a cui Law si riferisce sono: lui stesso, Bepo, Shachi e Pen, che hanno fondato insieme la ciurma circa 13 anni prima, poco dopo la morte di Corazon e nei due anni e mezzo o tre che intercorrono prima di incontrare Ikkaku, secondo me hanno guadagnato almeno altri tre membri dell’equipaggio. Stando ad altre mie Fic, questi  ultimi tre sarebbero White Fox, il meccanico e creatore del Tang, il cuoco (che ancora non so neanche chi sia) e Pandaman (sì, Pandaman. Su Zou ci è stata ufficialmente presentata la ciurma di Law e tra i suoi membri svettava, sulla destra, quell’essere mistico).
 

Eccoci giunti al primo vero capitolo di questa storia. 
Ho già giocato diverse  carte (anche se ne ho ancora un bel mazzo da mettere in tavola) sperando che abbiano fatto breccia e vi abbiano incuriosito. 

Cosa ne pensate della narrazione di Law? Spero di aver rappresentato al meglio i suoi pensieri e sentimenti e di aver chiarito perché cavolo si sia tanto interessato ad una perfetta sconosciuta. 

E Ikkaku, d'altra parte? Che ne dite? Io personalmente l'adoro, non per come la sto gestendo nella storia, proprio come personaggio e quindi mi auguro di averla resa tanto intrigante quanto ha interessato me la prima volta che la vidi nelle pagine del manga. 

Sarei felice di ricevere un vostro parere o suggerimento :) 


Baci, Pawa





 
   
 
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