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Autore: gigliofucsia    13/10/2018    0 recensioni
Lucia si é appena trasferita nell'accademia della Spada, dove si insegna l'arte della spada, del tiro con l'arco e dello spionaggio. Lei è iscritta al corso di spada, ma poi si cominciano a notare delle sparizioni che riguardano il suo corso, iniziate nel giorno stesso in cui si é trasferita. Ma Lucia non centra niente e non riesce a spiegarsi il perché.
Genere: Azione, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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– Tu chi sei? – mormorò. Cercò di mantenere la calma, anche se non le riusciva molto bene.

– Davvero non lo capisci? – lo chiese con un tono vagamente sorpreso anche se freddo. Lucia aveva il timore che la donna volesse essere riconosciuta, ma non poteva essere sicura di chi fosse. Non si azzardava a dare una risposta di cui non era sicura, avrebbe potuto provocare più guai che altro. Quindi con il cuore in gola scosse la testa, pregando che non la uccidesse per averla “dimenticata”.

Lei, con somma sorpresa non reagì. Rimase in silenzio per un po' di tempo e poi, con noncuranza rispose:

– Non importa, vedrai che ti verrà in mente... – sembrava quasi che si divertisse a vederla in difficoltà, dopo ciò assunse un tono molto più pratico – adesso metti le mani dietro la schiena.

Lucia unì i polsi. Sentì la donna fermarli con la mano e rinfoderare la lama. Una corda spessa cominciò a stringere i polsi. Estremità di corda si incrociavano intorno ai polsi, la avvolse per quattro volte, poi la arrotolò in mezzo a loro, stringendo ancora di più. Capì che aveva finito quando sentì lo strappo del doppio nodo. Sentì la donna mormorare soddisfatta mentre lo stomaco si rigirava per la tensione. Rimase ferma ad aspettare che succedesse qualcosa. Ormai era chiaro che quella donna non la voleva come alleata, anzi, sembrava odiarla con tutta se stessa.

Una pedata vibrò sulla sua colonna vertebrale. Lucia cadde in ginocchio, poi precipitò battendo sul fianco. Adesso il suo odio era chiaro. Rimase in uno stato di confusione per quel tempo che servì alla donna per legarle anche i piedi, allo stesso modo. Si chiese perché doveva sopportare tutto ciò. Cosa aveva fatto a quella donna per farla tanto arrabbiare?

Un dolore alle costole e alla schiena pulsavano ma Lucia cercò di contenersi solo per fare un ultima domanda:

– Cosa ci faccio qui? – sperava in una risposta più di qualsiasi cosa. Tutto ciò aveva l'aria di una punizione. Avrebbe voluto sapere qual'era il suo destino per potersi, quanto meno preparare al peggio. Quando la donna si alzò, la vide stringere ancora più convulsamente il pugnale nella mano e rispondere con voce tremante di rabbia:

– Non ci arrivi proprio? – lo sguardo di lei era fulminante. Lucia cominciò a non capirci nulla, l'ansia e la tensione le impedirono di ragionare. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era che la sua vita era in pericolo. Era tutto quello che riusciva a discernere dalla conversazione con quella donna. Il suo sguardo diceva che era intenzionata a farla soffrire.

La guardò, senza rispondere. La donna si mise una mano sul fianco e con tono distante mormorò:

– sei ancora viva! Dopo aver commesso un peccato orrendo –

Con ciò era arrivata al cuore della questione. Era qui per lui, ormai era certo. Era l'unica cosa che poteva definire “peccato orrendo”.

Era per lei che aveva rapito tutti quei ragazzi e l'aveva portata laggiù. Riusciva a capire il punto di vista della donna. Aveva ucciso una persona e non era stata condannata, avrebbe dovuto quanto meno andare in prigione per questo, invece no. Ma cosa ne sapeva quella donna di Mattia?

Respirando annuì. La donna si avvicinò e si chinò su di lei guardandola negli occhi, uno sguardo freddo, pieno di rabbia.

– Quindi lo ammetti – mormorò – hai ucciso mio figlio e senza il minimo senso di colpa – riusciva a sentire tutta la sua rabbia.

  
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