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Autore: vesta    16/10/2018    0 recensioni
Due corpi, due anime che si rincorrono da molto prima che se lo ricordino...
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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“Cristi cosa stai guardando?”
Mi chiede risvegliandomi dai miei pensieri Daria.
“Eh? Niente, niente, ero solo sovrappensiero...”
E, dopo aver ridato un fugace sguardo al cancello d'entrata della scuola, mi riimmergo nella lettura distratta del mio libro.
“Ehi allora ragazze! Pronte per oggi?” chiede eccitata Elena.
“Certooooooo!!! Non vedo l'ora di vedere casa tua!” esclama ancora più eccitata Sara rivolta a Valeria.
“S-sono molto emozionata anch'io” risponde arrossendo Valeria.
“Si si, tutto molto eccitante, ma sei pronta?... Voglio dire, hai fatto o no la ricerca?” domanda sospettosa Elena ad una Sara che dall'eccitazione è passata ad un visibile nervosismo.
“C-certo! L'ho finita giusto ieri..... Ed è più bella della tua!” replica frettolosamente Sara, mentre tutte la guardano rassegnate all'idea che la farà appena tornata a casa in fretta e furia, sicuramente aiutata al telefono da Daria.
Io, intanto, guardavo distrattamente la scena confusa su quello di cui stavano parlando e indirizzando tutta la mia attenzione al cancello della scuola...
“Ohhhh! Ci sei Cristi? Dove sei?” ovviamente Elena come al solito si deve sempre accorgere quando ho qualcosa che non va... è fastidioso a volte...
“Niente, sono qui, dove dovrei essere?” rispondo distratta riportando lo sguardo, ma senza attenzione, alla pagina del libro che avevo aperta sulle mie ginocchia da un quarto d'ora.
“Certo, certo... Comunque oggi ti accompagno io in istituto.” mi comunica a bassa voce attirando su di se tutta la mia attenzione.
“Rayan è stato messo in punizione.” risponde al mio sguardo, e so già che se le chiedessi il motivo non me lo saprebbe dire, altrimenti lo avrebbe già detto... sapevo che avrebbe fatto qualcosa di stupido quando ho visto il suo sguardo mentre usciva dall'infermeria.
“Beh, tutti i mali non vengono per nuocere, almeno potrai raccontarmi tutto sul 'bastardo randagio' che ti ha morso...” cavoli... mi ero totalmente dimenticata che sicuramente Elena avrebbe voluto spiegazioni... Benone, sarà una lunga camminata.
“Comunque, dimmi, perché sono tutte così esageratamente eccitate oggi?” chiedo, cambiando argomento, ad Elena, indicando Daria, Valeria e Sara.
“Cielo santo Cristi, sei proprio un caso perso...” la  guardo stranita per un attimo, ma lei subito mi ricorda: “ Oggi andiamo a fare il progetto di storia a casa di  Valeria, di cosa pensi stessimo parlando prima tonta?”
...Ok sarà una lunghissima giornata.
 
 
Siamo arrivate già da un po'. Come previsto il rientro fu molto lungo, ho raccontato ad Elena filo e per segno ciò che è successo, sia ieri con Caleb, sia oggi con Rayan, non certo per mia volontà, ma non riesco a nascondere nulla a questa mostriciattola che mi ritrovo per amica... Fortunatamente oggi Ethan finiva prima l'asilo e non ho dovuto passare a prenderlo, altrimenti sono sicura che mi avrebbe costretta a dirle tutto anche davanti a lui.
“Tu li dentro da sola non ci torni!” si mette a protestare Elena.
“Si si, certo certo...” le dico mentre mi avvio verso l'entrata, tanto è sempre la solita storia: io le racconto cosa succede, lei cerca d'impedirmi di ritornare in istituto, alla fine ci torno comunque, con le buone o con le cattive, ed abbiamo sperimentato che le prime sono del tutto preferibili alle seconde.
“...Ok ok, però ti aspetto qui! Tu chiedi quel che devi chiedere a quell'essere e poi corri fuori!! Se non torni entro un'ora chiamo la polizia!!!” la sento strillarmi dietro mentre entro nell'edificio sperando che nessuno la senta o che non la prenda troppo sul serio.
 
Appena varcata la soglia l'abituale angoscia mi attanaglia lo stomaco. Prima d'andare nell'ufficio di Caleb voglio andare da Ethan. Sono una vigliacca, per quanto mi piacerebbe pensare che sto andando prima da lui perché mi è mancato o perché voglio vedere come sta, so che preferisco vederlo prima di Caleb solo perché quel piccolo esserino è l'unico su questo pianeta, oltre ad un'altra sola persona, che riesce ad infondermi il coraggio che non ho con un unico sguardo.
Dopo aver abbracciato, coccolato, baciato e promesso che sarei passata a salutare prima di andare quel piccolo esserino così vivace nonostante tutto, mi reco in ultimo in quella stanza che non vorrei mai aver varcato...
Decido di aprire la porta con determinazione, senza bussare, meglio farsi vedere subito agguerriti e non lasciar trapelare la paura che in realtà sta crescendo prepotentemente nella mia testa.
“Oh guarda te che ha portato il vento! Quanto mi rallegra vederti mia dolce Cri..” mi accoglie viscidamente Caleb, che noto, alquanto sorpresa, in una stana posizione: è appoggiato alla scrivania, ma dando le spalle alla stanza rivoto contro il muro...
“Ok cara... ora va tutto bene puoi andare..” lo sento dire mentre muove una mano verso il basso... e come al rallentatore vedo una delle ragazze dell'orfanotrofio alzarsi dal pavimento davanti a Caleb, mentre si sistema i capelli arruffati, la osservo sgomenta, andare verso alla porta.
“Oh! Tesoro, sciacquati la bocca poi quando esci, e chiudi la porta” a queste parole mi volto, se è possibile, ancora più shockata verso Caleb, ma me ne pento subito, notandolo mentre si sta allacciando i pantaloni e la cintura.
“Cri, per quanto mi piaccia che la tua attenzione vada lì, i miei occhi sono un po' più in su” e dicendo questo sghignazzando nel suo solito modo meschino, mi riprendo e come un fulmine a ciel sereno tutti i pezzi si mettono insieme nella mia testa e sento che sto per vomitare, ma il mio disgusto viene ampiamente superato dalla rabbia che acceca il mio cervello rendendomi un'idiota.
“Mi fai vomitare...” ecco ora sono spacciata... tutte le mie buone intenzioni di mostrarmi forte ed indifferente andate in fumo per la mia stupida boccaccia!
“Oh beh, non era certo mia intenzione invitarti a godere dello spettacolo, ma sei tu che sei entrata senza bussare o sbaglio? Non avrei mai messo la mia pura Cri davanti a uno scenario del genere, mi devi credere...” comincia ad argomentare mellifluo avvicinandosi lentamente, come un predatore.
Bene, l'inizio è stato un disastro, ma posso ancora recuperare, quindi ignoro la bile che mi sale proporzionalmente a quanto lui si avvicina e m'impongo di rimanere ferma e di non abbassare gli occhi.
“Oggi sono entrata cinque minuti in ritardo devi farmi la giustifica e adesso devo andare a casa di una compagna a fare un compito” sputo fuori tutto d'un fiato, non ho chiesto permessi o altro, non mi abbasserò mai a tanto.
“Oh... e come mai quel ritardo?” mi domanda avvicinandosi d'un altro passo, ho un istintivo impulso di allontanarmi il più possibile, ma usando violenza conto i miei istinti, mi impongo ancora una volta di restare immobile.
“Mi si era staccato un cerotto e non volevo presentarmi a lezione in tale stato” mento giustificando anche il fatto della benda che ho al posto del cerotto che avevo, notando che la sta fissando, 'due piccioni con una fava' mi dico soddisfatta, acquistando un po' di coraggio, cosa che, ovviamente, non sfugge a Caleb che adotta uno sguardo che mi fa perdere immediatamente tutta la fiducia appena acquisita...
“Cero certo, capisco... Beh sai quello che devi fare quando mi chiedi dei favori” proferisce queste parole che mi lacerano peggio di come potrebbero farmi dei coltelli.
“No! Mi rifiuto! Piuttosto mi faccio sospendere e bocciare!” gli sputo in faccia mischiando la paura con la rabbia, ed involontariamente i miei istinti mi sopraffanno, ed indietreggio, errore da principiante, so meglio di chiunque altro quanto piaccia a Caleb la caccia.
Neanche finisco di formulare un pensiero coerente che me lo ritrovo ad un soffio dal viso, i suoi occhi mi paralizzano e non riesco a distogliere lo sguardo dal mio riflesso che scorgo nei suoi occhi ghiaccio.
“Cri, perché mi ferisci sempre in questo modo?” domanda fingendosi addolorato, cosa che mi fa indurire all'istante lo sguardo.
“Oh ti prego non guardarmi così, lo sai che io sono infinitamente buono e non farei mai niente per ferirti...” dice appoggiandomi delicatamente una mano sulla guancia che si gela all'istante e posandomi il pollice sul labbro inferiore accarezzandolo.
“Sarò magnanimo questa volta...” sussurra nel mio orecchio.
Non riesco neanche a vedere il suo viso muoversi che mi ritrovo le sue labbra sulle mie, mi sento male, percepisco la bile arrivarmi alla gola e decido allora di concentrarmi il più possibile su quella sensazione, che è mille volte meno disgustosa del fatto di pensare che quelle sudice labbra sono posate sulle mie, e quasi, inconsapevolmente, mi sale una lacrima di felicità al pensiero involontario che questo non è il mio primo bacio, ma quel ricordo si dissolve, come un sogno, appena una lingua cerca di farsi strada prepotentemente per andare a trovare la mia, non ragiono neanche sul da farsi che il mio istinto serra di colpo le mie labbra al posto mio. Ovviamente questa reazione ne provoca istantaneamente un'altra, e prima che possa accorgermi del dolore, sento in bocca il gusto acre del mio sangue.
 
 
“Stavo giusto giusto componendo il numero della poliz- Che cavolo è quel taglio che hai sul labbro?!?!??” mi accoglie Elena quando mi vede uscire.
Sono ancora troppo stravolta dalla rabbia accecante che mi ha assalito poco fa, mentre urlavo appellativi non propriamente molto gentili e sbattendo la porta in faccia a Caleb...
“Allora? Mi vuoi rispondere??”  comincia a torchiarmi Elena inseguendomi.
In risposta alzo solo le spalle a dire: il solito no?
Ed ovviamente lei mi capisce al volo e silenziosamente mi prende per mano, arriviamo a casa di Valeria in un totale silenzio, colmo di sicurezza e conforto, questi momenti mi ricordano sempre perché questa personcina così forte e determinata è la migliore amica che potessi mai desiderare.
 
“Siete arrivate!!!!” ci accoglie super eccitata Sara abbracciandoci.
“Cavolo Sara mica è casa tua! Datti una calmata!” la rimprovera Elena.
“Oh quanto sei barbosa!!! Non posso essere felice di vedere le mie amiche?” chiede sorridendo.
“Ci siamo viste meno di tre ore fa...” le fa notare saccente Elena, come al solito.
Sara, dal silenzio che si è creato (cosa che con lei non capita spesso ), è rimasta evidentemente senza argomentazioni, quindi, visto che il sadismo di Elena le impedisce di porre fine all'imbarazzo creatosi, come al solito tocca a me...
“Daria è già arrivata?”
“Si si sono qui.” mi risponde una voce dietro Sara. “Oh Cristi cosa ti sei fatta al labbro?” mi chiede poi preoccupata Daria.
“Niente, ho sbattuto contro un'anta del mio armadio” rispondo apatica.
“C-cosa è successo?” chiede poi Valeria dietro Sara fissando la scena.
“Oh niente, è la solita stupidità di Sara... Ti ci abituerai” le risponde altezzosa Elena, ed a questa sua uscita, decido di entrare in casa senza aspettare il permesso di Valeria, poiché so quello che sta per succedere...
“Cosa?! Chi sarebbe stupida??”
“Visto? Non capisci neanche quando le persone si riferiscono a te... Te lo spiego in un linguaggio che puoi capire: tu” indica con un dito Sara “stupida” ed eccole che cominciano...
 
Dopo venti minuti buoni di strilli da parte di Sara, saccenti frecciatine di Elena, tentativi di sedare gli animi di Daria ed un evidente disagio della padrona di casa, ci ritroviamo nella spaziosa taverna della casa, sedute attorno ad un enorme tavolo di quercia rotondo, con sparsi su di esso tutti i fogli delle varie ricerche.
“Se avete finito possiamo cominciare con questo maledetto compito?” chiedo scocciata guardando le due casiniste.
“Come?? Sono già le cinque! Non possiamo metterci a lavorare senza fare prima uno spuntino!” protesta al solito Sara.
“Oltre che stupida sei anche estremamente pigra, maleducata ed ingorda...” ribatte Elena.
Prima che possa scoppiare un altro battibecco, Valeria, avendo finalmente capito che razza di persone si ritrova per casa, si alza di scatto, e avviandosi al piano superiore dice agitata: “ Si si, è un ottima idea! Vado a prendere subito qualcosa da mangiare!”
“Aspetta! Ti aiuto!” la raggiunge Daria.
 
“Beh? Fate pace e fatela finita, sappiamo tutti che vi volete bene quindi piantatela e fate una tregua almeno per oggi.” dico alle due stordite che mi ritrovo davanti.
“...Solo se lei-” comincia Elena, ma la fulmino con lo sguardo.
“Ok ok... scusa... pace?” riprende Elena dispiaciuta, subito dopo Sara si alza e le salta addosso abbracciandola...
Va sempre a finire così, e non posso trattenere un sorriso alla vista di quelle due.
 
Dopo due ore di lavoro intenso, interrotte solo dalle abituali lamentele di Sara e dall'insolito interesse di Elena verso il suo cellulare, finimmo il compito.
 Alla fine ci ritrovammo con in mano lo sceneggiato di una rappresentazione teatrale della storia di Romeo e Giulietta ambientata all'interno della guerra di Troia, e con il finale totalmente stravolto: Elena ( Giulietta ) non muore alla fine, ma protestando contro le pressioni della sua famiglia e quella di Romeo ( che hanno dato inizio alla guerra ), decide di non sposare nessuno, nemmeno Romeo, portandoci avanti nel tempo fino agli settanta durante le lotte per l'uguaglianza che hanno combattuto le femministe, diventando alla fine una diplomatica.
 
“Oh cavolo! Sono già le sette!!” sospira stremata Sara.
“Oh cielo! È vero... Scusaci Valeria se ti abbiamo disturbato fino adesso... Spero che hai tuoi genitori non abbia dato fastidio.” Si scusa Daria, gentile come sempre.
“Oh no no, tranquille, i miei sono via per il fine settimana...  E-ecco... Stavo pensando... Che se volte potreste rimanere qui a dormire...” ci propone molto imbarazzata Valeria, un secondo dopo si ritrova addosso Sara che l'abbraccia.
“Si si si si!!!!” risponde Sara.
“È un pensiero molto gentile, grazie” sorride accettando Daria.
“Ele tu?” chiede Sara ancora avvinghiata a Valeria.
Elena per risposta mi guarda interrogativa.
“Io ci sto” rispondo sbadigliando, catalizzando così su di me lo sguardo nervoso di Elena e quelli felicemente sorpresi delle altre, so a cosa sta pensando Elena, ma sinceramente per stasera non mi interessano le ripercussioni che subirò per questo...
Dopo che anche Elena accetta, tutte si mettono a telefonare ai genitori, io, oltre al fatto che ho lasciato il telefono in istituto, non avrei comunque nessuno da chiamare.
Ci ritroviamo tutte nella camera, arancione accecante, di Valeria, dopo aver mangiato le pizze che avevamo ordinato.
“Oh Oh! A me piace questo!”
“Sara!! Cosa fai? Uno chiedi sei puoi prenderlo e due cambiati in bagno se proprio devi!” la rimprovera Daria, dopo che Sara si stava per togliere i jeans.
“Ah già! Scusa, Vale posso prendere questo?” chiede come se niente fosse.
“Certo certo, prendete quelli che volete” ci dà il via libera Valeria.
Alla fine, Daria indossa un pigiama con le maniche e i pantaloni lunghi verdi stile orientale, Sara ovviamente una camicia da notte rossa, Elena ed io con una semplice canottiera e pantaloncini.
Per tutto il tempo Elena è stata, decisamente insolitamente, attaccata al telefono...
Mentre stiamo per andare in salotto per guardare un film vedo Elena ancora presa a scrivere al telefono restando indietro, decisa a capire cosa diamine sta combinando rallento il passo per raggiungerla...
“Allora chi è il fortunato?” le chiedo prendendola in giro facendola sussultare.
“C-cosa?! Che diavolo ti sei messa in testa??... Sto scrivendo... A mio padre ecco!” risponde al mio sguardo inquisitorio, sto per chiederle di mostrarmi il telefono che lei subito mi blocca domandandomi se io ho dietro il mio di cellulare.
“...No...Perché?” chiedo sospettosa, ma veniamo interrotte.
“Ehi voi due! Venite qui su! Cosa preferite, Mission impossible, ovvero il sexy Tom Cruise, o Dear Jhon ovvero: ciao bicipiti, ciao tartaruga ah si, e ciao anche a te Channing Tatum?” chiede un po' troppo effervescente Sara...
“Va bene qualsiasi cosa, basta che andiamo a letto presto che domani è sabato e dobbiamo andare a scuola...” scappa sul divano Elena.
“Ok ok mamma” cantilena Sara mettendo Mission Impossible.
Così non riuscii a parlare con Elena per tutta la sera.
 
“...Cristi...Cristi svegliati... Cristina Este svegliati per Diana!”
...Bam...
“Ahi!!” mi sveglio così con un dolore infinito al braccio e una mano premuta contro la bocca. Superando lo stato di sonnambulismo iniziale passo velocemente a quello di angoscia, rabbia e alla fine curiosità, dopo aver sbattuto un paio di volte gli occhi ed aver riconosciuto Elena.
“Allora, tranquillizzati un attimo, adesso ti tolgo la mano dalla bocca, ma tu non fiatare” dopo che Elena fa ciò che ha detto, mi alzo dal divano dove mi sono, ci siamo, addormentate e guardo l'ora, notando le altre ancora addormentate.
“Elena dico sei pazza?! Sono le tre e venti di mattina!” esclamo a bassa voce per non svegliare le altre ancora beatamente addormentate.
“Sta zitta e vai sul retro” mi impone alzandomi e trascinandomi di forza verso il cortile, non riesco neanche a ribattere per via della stanchezza e quindi mi lascio trascinare.
“Ehi bella addormentata” mi saluta un voce che ovviamente riconosco all'istante, ma che ovviamente non può essere essere lì per davvero... Mi avvicino alla figura immersa nell'ombra, che ha fatto una nuvola ostacolando i raggi lunari, e gli do un pizzicotto.
“Ahi Cri! Di solito si da il pizzicotto a chi crede di sognare e non al sogno!”
...Ovvio che è lui, quale altro idiota farebbe irruzione in una casa in piena notte...
“Elena torniamocene a letto..” dico voltando le spalle all'idiota indirizzandomi verso la porta, ma la trovo chiusa con dall'altra parte Elena che mi saluta.
'Giuro che la uccido'
“Cri dopo tutta la strada che ho fatto mi tratti così?” mi chiede quel razza d'imbecille.
“Come se te lo avessi chiesto io...” mi rassegno al fatto che dovrò prestargli attenzione.
La nuvola che prima oscurava la luna scivola via e lascia trapelare i suoi raggi illuminandoci.
“Che diavolo hai fatto alla faccia?!” esclamiamo contemporaneamente, lui sicuramente si riferisce al taglio che ho io al labbro, e io mi riferisco a quello molto più grande che ha lui sul suo.
“Ho sbattuto” rispondiamo contemporaneamente, e tutti e due assumiamo la stessa espressione diffidente, ma visto che nessuno dei due è intenzionato a dire la verità decidiamo di tacito accorto di prendere per buona la balla che ci siamo detti.
“Allora è a te che continuava a scrivere Elena...”
“Già...” replica lui. Innervosita dalla sua risposta secca e dal suo inusuale silenzio sbotto acida: “ Allora si può sapere cos'hai da venirmi a rompere alle tre di mattina?”
Lui mi fissa serio.
“Cristina lui è venuto a casa mia a cercarti... è incazzato” sentir pronunciare da lui il mio nome per intero mi procura un brivido lungo la schiena.
“Immaginavo lo sarebbe stato... Non me ne frega niente, per una volta volevo sentirmi libera come le altre, mi spiace se ti ha importunato, giuro che la prossima volta specificherò che non sono da te.”
Rispondo con tono assente avviandomi alla porta sperando che Elena l'abbia aperta.
“Sono preoccupato per te” continua lui con quel suo fastidiosissimo tono serio.
“Come sempre” replico mentre constato che la porta è ancora chiusa.
“Cristina guardami cazzo!” mi giro involontariamente al suono di quell'imprecazione.
“È veramente arrabbiato sta volta! Non è solo perché volevi un po di libertà che hai voluto dormire fuori consapevole che lo avresti fatto incazzare, devi aver fatto qualcosa che sai l'ha fatto imbestialire!”
Sono sempre abbastanza sorpresa quando riesce a leggere le mie azioni così facilmente. Effettivamente le parole che ho rivolto a Caleb prima di andarmene le avevo dette in quel momento con la precisa intenzione di farlo arrabbiare, ma me ne pentii subito dopo aver varcato la porta del suo ufficio.
Si è creato uno strano silenzio tra di noi, lui continua a fissarmi con quei suoi maledetti occhi così belli ed intensi, ed io invece guardo per terra rimuginando sulle parole dette a Caleb, non riuscendo a sostenere il suo sguardo.
Soffia una brezza fredda, e per via dei miei striminziti indumenti rabbrividisco.
All'improvviso sento un rassicurante calore avvolgermi ed alzando lo sguardo incontro quegli occhi che ho tanto criticato, ma che ora non posso far altro che ammirare.
Ancora immersi nel silenzio, continuando a tenermi stretta tra le braccia lo vedo scrive un messaggio a Elena.
Passano secondi, minuti ed ancora nessuna risposta.
Sbuffo, “ Cielo santo la stordita deve essersi addormentata” penso a voce alta, provocando il tremolio di una risata sul petto che scalda la mia schiena.
“Vieni ghiacciolino, andiamo almeno a metterci comodi” e così dicendo mi porta su di un'amaca.
Non volendo affrontare quella situazione imbarazzante sbarro gli occhi e decido di far finta di dormire.
“Cri?” sento dire alla mia stufa, è estremamente caldo, mi chiedo se veramente in realtà non sia un incrocio umano-stufetta elettrica.
Non rispondo continuando la mia recita e azzardandomi in una piccola russata.
“Cristina io tengo a te più di qualsiasi altra cosa, ti prego non fare niente che possa metterti in pericolo... ne morirei.” lo sento sussurrare, ma non so se più a se stesso o a me.
Sento improvvisamente un calore avvolgermi anche le labbra, è un calore piacevole, dolce, confortante, sento poi le sue labbra aprirsi e la lingua accarezzarmi dove i denti del mio aguzzino mi hanno morsa, non riesco neanche ad abituarmi a questa così maledettamente piacevole sensazione, che ne vengo privata, e involontariamente mi sfugge un mugugno di protesta, ma sembra non averlo sentito mentre sistema la testa nell'incavo del mio collo provocandomi un leggero solletico col suo respiro ardente ed io spero solo non si accorga del rossore, che sono sicura, mi colora tutto il viso.
….Diamine, ho bisogno di un ventilatore...
 
 
 
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo ^^ Scusatemi tantissimo se aggiorno così lentamente, ma in questo periodo mi ritrovo sempre un mucchio di cose da fare che a volte dimentico anche la testa >.< PEDONATEMI!!! :'(
Ma ora veniamo al capitolo... Sono successe un bel po di cosette alla nostra Cri... Chissà cosa succederà, come reagirà Caleb? Rayan cosa farà? E Cristina farà o no i conti con i suoi sentimenti?
Fatemi sapere cosa ne pensate!!! ^^
  
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