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Autore: queenjane    26/10/2018    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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“ Alexey Alexis Алексѣй” scandii il suo nome in inglese, francese, russo “Devi andare a dormire…”
“No..”sospirai, era stanco e io satura, il banchetto era stato celebrativo, malinconico, ci stavamo addormentando sul divano.
“NO”
“Che vuoi?” scandii, sperando di non tartagliare troppo.
“Fammi ridere”
Io avevo solo voglia di piangere, tuttavia aveva ragione, con Olga ci eravamo divertite, anche, gli feci il solletico, scoppiò in una risatina, quindi affondò la lama, metaforica,  una scheggia nella carne.
“Cat.. ma tu volevi bene anche alla mia mamma?!”
Una imprevista domanda, cui risposi solo sì, nonostante tutto.
Anche io volevo bene a Sophie, la figlia di Andres e   Erzsi.
Nonostante tutto le volevo bene
“Anche lei te ne voleva” anche se ero la bastarda di suo marito, la prova vivente di una passione, sopportata per anni, amata da ultimo nei giorni della prigionia a Carskoe Selo, ci eravamo detestate, prese le misure, sopportate e poi supportate, con amore. Da ultimo e fino all’ultimo.
 
 
Il profumo, amaro e tenace di un fuoco, pigne stillanti che sanno di resina e bosco, fuori il freddo, nel mio salottino caldo e intimità..
I  mobili chiari, laccati, un leggero ventaglio cinese di Nanchino, i fiori messi in un vaso Sevres e sotto i miei piedi un soffice tappeto di Aubusson, quiete, tra le dita un libro di Sonetti di Shakespeare, la mano di Alessio.
“E’ dura!”
“LO SO” retorica constatazione, calcando la voce, un incantesimo contro il buio, il lutto.
Rievocai Alix, sua madre, nella sua diletta stanza, the mauve room, il  rifugio contro il mondo, l’avevano criticata, irrisa, la tedesca che aveva generato solo un gregge di bambina, strana, glaciale, che non parlava francese e si dava tante arie.
La sua aria afflitta, le preoccupazioni per i comitati caritativi, lacrime e preghiere, oppressa dal dolore e dagli affanni, anche fuori era primavera, un verde trionfo di erba sottile con suntuose giunchiglie dorate, boccioli e canti giulivi .. le risate mercuriali di noi bambine, come lepri marzoline.
Quando arrivò Aleksey, il 12 agosto 1904 fu una grazia, un miracolo.
Sei bellissimo, sai” Un piccolo sussurro, ero seduta nella famosa mauve room di Alix, l’imperatore appellava sempre in quel modo la sua diletta sposa, con il nome di battesimo. Nata Alix Von Hesse, lo aveva sposato nel 1894, convertendosi alla religione ortodossa e adottando il nome di Alessandra Feodorovna. “Aleksej..sei bellissimo”  lui dormiva, beato, un piccolo rigurgito di saliva fiorì sulla spalla dove lo tenevo raccolto, ora lo prendevo spesso in braccio, meravigliandomi di come fosse leggero, lo adoravo, ero rapita e estasiata dai suoi sorrisi. E dai movimenti delle mani, i gorgoglii.. Tutto il pacchetto, insomma.
Mi era ritornata la voglia. Volevo un fratello o una sorella, ero figlia unica, viziata e ottenevo spesso quanto volevo ma non quello, in compenso avevo le granduchesse, rideva mia madre, lasciando indietro il suo profumo di cipria e peonia, i vantaggi di avere delle sorelle senza spartire l’ attenzione dei genitori. Oh mamma, i tuoi segreti, il tuo sorriso.
Spesso, durante la stagione invernale, capitava che dormissi a Carskoe Selo, nel palazzo di Alessandro, la giovane zarina preferiva quella cittadina a venti chilometri circa dalla capitale e il palazzo di cui sopra, più tranquillo e raccolto rispetto ai fasti ufficiali del proprio rango.
Anche io partecipavo al programma di studi, mi alzavo presto, come loro, dividevamo i pasti, le lezioni, ci tenevamo occupate con i ricami e le lezioni di pianoforte.. Tranne che in queste due ultime attività ero negata, senza rimedio,  le mie performances musicali un disastro, Olga mi metteva un libro in mano, raccomandandomi di non cantare, per non spaccare i vetri e i timpani. Ne ridevamo sopra, lei invece era bravissima, meno male che avevo senso del ritmo, ballavo bene, le lezioni di danza mi divertivano. Tata era superlativa, aggraziata, si muoveva come una farfalla, io me la cavavo.. A cavallo, senza falsa modestia, ero superlativa io. Una sorta di compensazione, senza invidia, mi divertivo più con loro che a stare sempre da sola, in senso lato, con precettori e tata. Unico tratto privilegiato era che avessi una stanza per me, invece le ragazze dormivano due a due, Olga con Tata, Marie con Anastasia.
E tutte e cinque adoravamo Aleksey.
Nel novembre 1918, ti richiamo, ti riappello, “ Alexey Alexis Алексѣй”
“Sei bella Cat”
“E dai.. “ una pausa “Ora andiamo a dormire” 

Sono vestita di chiaro azzurro, come un giacinto od un iris, protesa in ascolto verso  lo specchio sopra il camino, la sua cornice è adorna di girandole placcate di bronzo una cosa davvero curiosa e splendida

Il fuoco brucia, forte ed aromatico, legno di ciliegio, e si mescola ai delicati aromi dei fiori di serra  collocati con cura nei vasi cinesi, mischiati ai fiori di seta, che fanno da pendant con i piccoli quadri con soggetti floreali,  gli acquarelli.
Per sopravvivere, cerco di forgiare una maschera di squisita educazione e armonia.
So mentire e barare, rivestire lucide patine, nessuna scalfittura in apparenza, solo una fessura segreta, all’altezza del cuore..
E fallisco.
Sono una venuta meno.
A tutto.
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
No davvero..
 Once and Again .. 
   
 
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