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Autore: blackwhite_swan    27/10/2018    6 recensioni
[Storia Interattiva - iscrizioni chiuse]
Si dice che il vero potere si trovi in una mente brillante.
Cosa accadrebbe se un alcuni brillanti giovani maghi, nati esattamente nello stesso momento in parti diverse del mondo, scoprissero di essere connessi mentalmente e di poter sfruttare liberamente le conoscenze degli altri ragazzi qualora ne avessero bisogno?
Il dono dei sensate, così gli chiamano, è raro, molto raro, e ci sono persone che darebbero qualsiasi cosa pur di carpirne i segreti.
[La storia prende ispirazione dalla serie tv Sense8]
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Rafael Alves

 

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Camila stava leggendo dei documenti di lavoro, seduta su un grosso freezer in cui erano stipate le bottiglie del Return Game e di tanto in tanto alzava lo sguardo osservando JB e Rafael che stavano praticamente smontando e rimontando una vecchia moto da almeno due ore nel magazzino del bar «Mi passeresti quel cacciavite alla tua sinistra?» la mano di Rafael comparve da dietro la ruota posteriore e JB gli passò quanto richiesto, avvicinandosi poi al brasiliano per vedere più da vicino quello che stava facendo «Secondo me dovremmo allentare un po’ il bullone da quella parte» aggiunse poi dopo qualche momento di riflessione il keniano grattandosi perplesso il mento «Non vorrei che se aumentasse troppo la pressione saltasse via»

Rafael si mi seduto osservando con attenzione il punto che gli aveva indicato l’altro sensate «Credo tu abbia ragione…mal che vada se vediamo che non va bene gli diamo un altro giro»

Jamal annuì «Sì, facciamo un tentativo»

Camila abbassò leggermente i fogli che stava leggendo inarcando un sopracciglio «Non sta per esplodere nulla giusto?» chiese non del tutto convinta.

JB fece saettare lo sguardo dalla ragazza alla moto prima di scrollarsi le spalle «Nah, non penso…non dovrebbe succedere nulla»

«Ecco, è l’uso del condizionale che mi preoccupa»

Rafael roteo gli occhi sorridendo «Malfidente, guarda che io e JB siamo dei meccanici abilissimi»

«Dei veri professionisti…cioè non esattamente professionisti, mica abbiamo un’officina»

«Siamo degli amatori molto molto bravi» concluse Rafael allungando poi una mano nella direzione della ragazza per aiutarla a scendere dal frigo «Puoi anche fare un giro se vuoi»

Camila guardò a metà tra lo schifato e il terrorizzato la moto «Mi spiace ma credo che passerò…nel caso in cui però avessi una vespa da qualche parte, accetterei l’offerta»

«Fa tanto Vacanze Romane» commentò JB con un sorriso mentre Rafael aggrottava le sopracciglia perplesso «Quel film con quell’attrice babbana famosa con le sopracciglia folte che piace tanto a mia madre?»

Camila emise uno strano verso di orrore «Audrey Hepburn è L’Attrice babbana per eccellenza, ignorante!» sibilò adirata mentre i due ragazzi scoppiavano a ridere «E non ridete! È una cosa seria!»

Rafael alzò le mani in segno di resa con un gran sorriso «Chiedo umilmente perdono» la catalana gli lanciò un altro sguardo di fuoco «Posso offrirle della sangria per farmi perdonare?»

«La sangria dici? E da quando voi sudamericani sapete farla bene?» la ragazza guardò il barman incrociando le braccia con aria di superiorità.

JB si sfregò le mai «Oh oh, sento odore di sfida!» con un gran sorriso il ragazzone fece segno agli altri due di precederlo all’interno del bar.

 

*

 

Silas sbatté frustrato un pugno sulla scrivania disseminata di documenti: doveva ricominciare da capo! A pensarci gli veniva veramente voglia di sbattere la testa contro il muro fino a che, dopo aver perso la memoria a causa di danni cerebrali possibilmente irreparabili, non si fosse dimenticato una volta per tutte di quella maledetta faccenda dei cluster.

Due! Erano magicamente diventati due! Da un momento il cluster descritto dal padre era rispuntato come un fungo incasinando ulteriormente la situazione.

Per sicurezza aveva fatto chiudere tutta la sezione delle camere dell’Ufficio Misteri e aveva proibito a chiunque di avvicinarcisi: se non era in grado lui di gestire la situazione, modestia a parte, figuriamoci cosa sarebbe successo agli altri indicibili.

Guardò gli occhi penetranti di suo padre, il cui azzurro intenso non risaltava dalla foto in bianco e nero, indirizzargli uno sguardo penetrante dalla cornice. Negli ultimi giorni aveva solo voglia di mandare tutto al diavolo, creare una nuova stanza del pensiero, chiudere con venti mandate quella vecchia e di dimenticarsi tutto quel macello, ma c’era sempre qualcosa che lo tratteneva: il pensiero che suo padre avesse dato letteralmente la vita per studiare quello strano fenomeno lo faceva sentire in dovere di andare avanti.

Doveva capire cosa gli era successo, non accettava di rimanere all’oscuro di qualcosa, lui, che da quando ne aveva ricordo era stato lo studente più brillante, colui che si era diplomato indicibile undici mesi prima del tempo standard, il più giovane capo dell’Ufficio Misteri della storia.

Sollevò con uno sbuffo le due mappe che aveva disegnato sulla carta trasparente babbana e le mise a confronto: per un paio d’ore si era illuso che avere più elementi avrebbe potuto essergli utile, ma ben presto si era reso conto che quelle informazioni non facevano altro che complicargli la vita.

L’unica conclusione a cui era arrivato riguardava le due sfere più grandi che aveva stabilito, più a naso che su basi scientifiche, dovessero appartenere a individui localizzati a circa cento chilometri di distanza. Più precisamente la sfera arancione si trovava sempre e comunque più vicina al ministero mentre quella verde alle volte sembrava essere nella stessa posizione dell’altra e in altri casi diventava leggermente più piccola.

Probabilmente la persona a cui apparteneva la sfera arancione non si muoveva spesso da Londra mentre, verosimilmente, l’altra persona viveva fuori dalla capitale, ma veniva spesso per lavorare…o forse solo perché voleva farsi un giro in centro: in tutta franchezza, non ne aveva la minima idea.

Guardò un’ultima volta gli appunti prima di alzarsi spazientito e uscire dall’ufficio a grandi falcate. Aveva un disperato bisogno di una burrobirra…magari anche di un paio di bicchierini di whisky.

 

*

 

Mentre Mike continuava ad inserire combinazione bellamente a caso, Christie improvvisamente saltò in piedi, colta da una vera e propria folgorazione «Primo settembre 1981!» strillò precipitandosi al fianco dell’amico «010981…dai, dai prova a inserire questa combinazione»

L’ex grifondoro guardò leggermente perplesso l’amica «Perché proprio questi numeri?» chiese mentre inseriva le cifre «E’ stato il primo giorno ad Hogwarts di mia mamma…il primo giorno in cui lei e mio zio sono stati a scuola insieme»

Il lucchetto saltò e Christie trattenne il fiato «A quanto pare sei veramente entrata nella testa di tuo zio, Chris Holmes» commentò con un filo di voce il ragazzo mentre la rossa lanciava un urlo di gioia abbracciandolo con uno slancio tale da far finire entrambi per terra.

Più precisamente Mike si ritrovò sdraiato sul tappetto con Chris stesa sopra di lui ed entrambi rimasero senza fiato «Eh…forse dovremmo dare un’occhiata al…baule» mormorò Mike deglutendo e maledendosi un secondo dopo averlo detto, quando Christie, rossa come un pomodoro annuì frettolosamente alzandosi dal petto del ragazzo «Sì…meglio guardare cosa contiene…»

I due si avvicinarono al baule evitando accuratamente di guardarsi negli occhi e, dopo aver preso un bel respiro, Christie ne aprì il coperchio.

 

*

 

Rafael servì con uno sguardo decisamente soddisfatto la sangria agli altri membri del cluster «Forza Camila, aspettiamo tutti il tuo giudizio!»

Sette sensate ridacchiarono mentre Camila, con l’aria della più navigata sommelier annusava poco convinta il liquido assaporandone un sorso «Non male» decretò poi

«Guarda che ti cresce il naso: si vede lontano un miglio che ti è piaciuta tantissimo» commentò furbescamente Sebastian.

«Hey qui la legilimens non io!»

«Sì ma siamo collegati tra noi e il mio senso senso mi suggerisce che hai apprezzato molto la bevanda» mentre la spagnola borbottava qualcosa di poco carino riguardo dove avrebbe volentieri mandato il suo sesto senso, JB guardò i ragazzi piuttosto perplesso «Mi sono perso qualche passaggio…in che senso dovrebbe crescerle il naso»

«C’è una favola babbana che racconta di questa marionetta a cui cresce il naso quando dice le bugie» spiegò Rafael mentre il keniano lo guardava abbastanza sconvolto «E’ abbastanza…»

«Inquietante» completò per lui Hele «Già, non posso che darti ragione, ma quasi tutte le favole hanno un fondo di inquietudine, comprese quelle magiche»

«Non per fare il guastafeste, ma non credete che sarebbe meglio parlare della faccenda della signora Scott» disse Åke rigirandosi tra le mani il bicchiere «Nott, signora Nott» lo corresse Margaret.

 «Stai esattamente facendo il guastafeste» aggiunse Blaise con un sorriso prima però di dare qualche amichevole colpetto sulla spalla del biondo, quando lo vide adombrarsi offeso.

«Dico solo che io sono certo che lei mi abbia guardato» continuò il ragazzo mentre JB scoppiava a ridere assestandogli una pacca molto meno delicata di quelle di Blaise «Come si fa a non guardare un bel ragazzo come te?»

Andriy sorrise «Dai ragazzi, forse Åke ha ragione»

«Ma nessuno ci ha mai visti…come mai lei dovrebbe essere diversa?»

Il medimago si mordicchiò il labbro «Non saprei…magari studia i casi come il nostro» ipotizzò «o forse anche lei ha la nostra stessa particolarità…i casi simili spesso hanno delle attività, giusto?» chiese poi all’indirizzo di Åke che, essendo uno spezzaincantesimi, doveva saperne parecchio «Non sarebbe insolito in effetti: spesso per annientare una maledizione se ne usa un’altra molto simile…»

«Similia similibus curantur» mormorò Blaise soprappensiero, guadagnandosi delle occhiate perplesse dalla maggior parte dei compagni «I simili si curano con i simili» tradusse poi velocemente «Sono appassionata di rune latine» aggiunse sorridendo.

Åke annuì «Sì, l’idea di base è quella…questo però vuol dire che ci sono altri come noi in giro»

«E io che speravo di essere un caso unico, raro e speciale» Sebastian spalancò le braccia con fare teatrale facendo scoppiare a ridere gli altri «Scherzi a parte, credete che dovremmo preoccuparci degli altri come noi?» chiese Margaret corrucciata.

«No, perché mai…insomma, se sono come noi saranno certamente delle adorabili persone a modo» commentò JB con un sorriso cercando di pensare positivo.

«E’ anche vero che noi siamo nove sbandati senza la minima idea di cosa stia succedendo» fece notare Rafael «Magari qualche gruppo con più esperienza di noi potrebbe non avere intenzioni oneste»

«In base alla mia esperienza posso solo dire che le rarità non sono mai lasciate in pace» mormorò tetro Åke mentre Hele sbuffava «Sì però ragazzi siete catastrofici! Fino a sei secondi fa parlavano di belle cose come simili che aiutano simili e ora stiamo pensando ai mille modi in cui un ipotetico» Åke le rifilò un’occhiataccia «altro gruppo come il nostro potrebbe nuocerci»

«Dobbiamo vagliare tutti i possibili casi» le disse paziente Andriy con fare scientifico e professionale «E’ sempre meglio essere pronti al peggio»

«Ma la vera domanda è» sospirò Camila incrociando le braccia «Quale potrebbe essere il peggio in questo caso?»

«Finire come delle cavie di laboratorio» buttò lì Rafael «Okay, fa tanto filmaccio americano da quattro soldi sulla teoria del complotto, però potrebbe anche succedere»

Margaret sospirò tamburellando le dita sul bancone prima di chiudere stancamente gli occhi e spingere il bicchiere verso Rafael «In tutto ciò, io credo di avere bisogno di un altro bicchiere di quella cosa» borbottò facendo ridacchiare il barman, che la servì generosamente.

 

*

 

Mike si massaggiò la testa dove pochi secondi prima sua madre l’aveva colpito con una ciabatta straordinariamente pesante quando, dopo aver visto Christie schizzare in bagno alla velocità della luce, aveva frainteso la situazione pensando che fosse stato proprio suo figlio a farla piangere.

«Chris?» Mike bussò piano alla porta del bagno «Chris per favore fammi entrare» supplicò con un filo di voce: odiava vedere le persone tristi e Chris era la sua persona preferita, vederla stare male era fisicamente insopportabile per lui.

Appoggiando l’orecchio al legno chiaro non sentì alcun singhiozzo ma, con buona pace della privacy, aprì la porta con la magia, non volendo lasciarla sola.

Chris era seduta a terra contro il mobiletto sotto il lavandino, con la faccia pigiata contro le ginocchia e Mike, dopo aver chiuso la porta a chiave le si sedette a fianco, attirandola a sè «Mi spiace Chris…mi spiace tanto»

La rossa sollevò la faccia dalle ginocchia e guardò l’amico con occhi persi «Mia madre non mi ha mai detto nulla…noi ci diciamo sempre tutto…e io non mi sono mai accorta di nulla» Mike le cominciò ad accarezzare i capelli «La sua apprensione esagerata quando mi sono iscritta al corso per diventare indicibile era dovuta a quello. Per Salazar non sai quante cose orribili le ho detto in quel periodo! L’ho accusata di essere parte di una vuota società patriarcale che si rifiutava di vedere le ragazze fare carriera…che razza di stronza sono stata»

«Chris tu non ne sapevi nulla, non devi incolparti» Mike cercò di sorriderle «Ora possiamo sistemare le cose!»

«Sì e saltare in aria come zio Paul»

«Non dirlo nemmeno per scherzo: sistemeremo tutto, mi hai capito?!» Mike le prese le mani guardandola serio «Mio zio era uno degli indicibili migliori…se non è riuscito lui cosa pensi che potremmo combinare noi due?» la ragazza lo guardò scettica e, nonostante il suo tono tagliente, Mike si rilassò un attimo riuscendo finalmente a riconoscere il carattere peperino dell’amica

«Prima di tutto come hai detto bene tu siamo in due e in seconda istanza, magari il nostro cattivo non sarà cattivo come Elijah»

Christie sbuffò «Silas è suo figlio…»

«Non fare di tutte le erbe un fascio»

«Non sto facendo di tutte le erbe un fascio, dico solo che probabilmente vuole solo sapere cos’è successo a suo padre…ad ogni costo»

«Senti sto cercando di tirarti su il morale, cerca di essere più collaborativa» Chris guardò l’amico per qualche secondo con uno sguardo strano prima di scoppiare a ridere «Ah beh, lieto di averti fatta ridere» borbottò il ragazzo vagamente offeso «Ora miss Nott alzi il suo regale deretano dalle piastrelle del mio bagno e vediamo di andare a scoprire qualcosa…ah, quando usciremo da qui potresti esibire un sorriso o qualcosa di simile?»

«Ehm okay…perché?»

«Perché mia madre mi ha già lanciato una ciabatta in testa, convinta che fossi stata io a farti qualcosa…non vorrei che questa volta mi tirasse addosso il phon o qualche oggetto contundente» la ragazza spalancò la bocca sorpresa alzandosi immediatamente a controllare la testa dell’amico mentre non la finiva più di scusarsi.

 

*

 

Joseph si trascinò nel Return Game, crollando poi su uno sgabello con la testa sepolta tra le braccia stese sul balcone «Sono morto» mugugno tetro mentre il fratello maggiore scoppiava a ridere «E’ stato duro l’allenamento?» chiese Rafael versandogli del succo nel bicchiere.

«Tutti i bolidi ce l’avevano come» Rafael scoppiò a ridere e il più piccolo alzò lo sguardo risentito «Cosa ridi, è vero! Uno per poco non mi spaccava il manico della scopa!»

«Sei ancora tutto intero, il che significa che sei riuscito a schivarli tutto: probabilmente, dato che sei molto bravo vogliono metterti alla prova»

«Non sono così eccezionalmente bravo»

«Regola numero uno, non denigrare il mio fratellino…»

«Che poi sarebbe proprio il sottoscritto»

«…e regola numero due, non contraddire tuo fratello maggiore» concluse Rafael sorridendo «Dai, bevi qualcosa»

Joseph prese un sorso della bevanda prima di alzare lo sguardo risentito verso il maggiore «Ma è succo di pera! Non ho mica quattro anni!»

Rafael inarcò un sopracciglio «Mamma sarà qui a breve, davvero vuoi farti beccare a bere alcol da lei?» chiese con uno sguardo eloquente mentre il più giovane spalancava gli occhi impaurito al solo pensiero «Penso che potrebbe appendermi per i pollici dei piedi al soffitto»

«Chi potrebbe appendere chi?» Anita fece la sua comparsa nel bar, scrutando attenta i due figli «Nessuno mamma, si scherza…» borbottò il più piccolo mentre la donna faceva rimbalzare lo sguardo da uno all’altro «Cosa stai bevendo?» chiese poi con tono fintamente leggero.

«Un disgustoso…» Rafael fulminò il fratello con lo sguardo «cioè, volevo dire, un delizioso succo alla pera»

Anita si sedette sulle sgabello a fianco a Joseph e, prima che potesse dire alcunchè, Rafael le fece comparire davanti un piattino ricolmo di tramezzini e una tazza di thè fumante «Hey a me non hai dato gli stuzzichini! Cos’è questa storia?» Joseph guardò offeso il fratello maggiore che si scrollò le spalle «La mamma è la mamma» disse semplicemente facendo ridere la donna.

«Fate i bravi e non litigate…Joseph non fare il bambino e leva quel broncio, a breve andremo a casa a cena…vieni anche tu Rafael?»

Il ragazzo ci rifletté un attimo «Sì, per stasera lascio chiuso il bar»

«No sei obbligato tesoro, davvero…»

«No mamma, lo sai che mi fa piacere» il barman rivolse un sorriso sincero alla donna, il cui volto si illuminò «Perfetto! Io e Joseph andiamo e ti lasciamo il tempo di chiudere con calma»

Prima di uscire con la madre dal locale, Joseph si assicurò di rubare un paio di tramezzini, lanciando uno sguardo di sfida al fratello che in risposta si limitò a scuotere il capo esasperato.

«Tua madre mi sembra un bel tipo» commentò allegra Camila, che era spuntata al posto di Joseph non appena i due erano usciti «E tu sei un fratello maggiore molto più responsabile di quanto non mi sarei mai aspettata» aggiunse inghiottendo un tramezzino.

«Non so se ringraziarti per il complimento o offendermi per il tuo aver messo in dubbio la mia serietà» il ragazzo le si sedette di fronte con un sorriso.

Camila scrollò le spalle prima di bloccarsi con un tramezzino a mezz’aria «Ma io ti sto facendo perdere tempo! Tu dovresti sistemare il locale…»

Il ragazzo fece un gesto incurante con la mano «Un paio d’incantesimi se sarà tutto a posto, tranquilla…e poi mia madre deve avere il tempo di cucinare»

«Lei non ha poteri, giusto?»

«No, ma ti assicuro che fa magie ai fornelli, anche senza trucchetti, come li chiama lei» precisò Rafael non senza una nota di orgoglio nella voce

«Mio padre non aveva poteri…» il volto della ragazza si adombrò e Rafel le poggiò una mano con la sua «Anche mio padre è morto quando ero piccolo» mormorò «Mi spiace» il ragazzo annuì «Nonostante tutto ringrazio però, ogni giorno di avere almeno mia madre e mio fratello»

Camila annuì sorridendo a sua volta «Anche io…le donne latine hanno una marcia in più, c’è poco da fare, mia madre è una vera forza della natura» Rafael la guardò stupito «Da quel che sapevo agli spagnoli non piace essere definiti latini»

«Infatti è così, ma mia madre è messicana»

«Allora avrà frequentato Castelobruxo!» Rafael sorrise ripensando alla sua vecchia scuola «Già…peccato che non mia abbia passato i geni della botanica: sembra che io sia in grado di far morire qualunque pianta anche solo guardandola»

Rafael guardò preoccupato le piante grasse posate sul davanzale della finestra «Allora non guardarti troppo in giro, per favore, non si sa mai…ahia, sei violenta» il ragazzo si massaggiò la testa dove Camila l’aveva appena colpito con una sberla «Mezza latina, ricordatelo» soffiò lei offesa prima di prendere un altro tramezzino e sparire, facendo però l’occhiolino al ragazzo.

Rafael scosse il capo sorridendo prima di incominciare a sistemare, senza riuscire a togliersi dalla testa l’idea che Camila e sua madre sarebbero potute andare veramente d’accordo.

 

 

 

 

 

 

Buondì gente!

Sarò breve e concisa perché devo ancora iniziare il capitolo per l’altra interattiva e poi devo scappare fuori casa, ragione per cui probabilmente questa cosa che ho scritto sarà un vero e proprio macello, ma più che una rilettura veloce non riesco a darle, altrimenti vi farei aspettare troppo.

A proposito di aspettare, vi avviso che il weekend prossimo non penso di riuscire a pubblicare, ma sicuramente ci risentiremo dopo il sette novembre e fino al giorno appena citato avrete il tempo di votare il personaggio a cui vorreste fosse dedicato il prossimo capitolo. Mandatemi magari due preferenze, così in caso di parità non sarò costretta a usare metodi scientifici e altamente sofisticati per decidere come fare testa o croce.

Ah, vi ringrazio per le recensioni e scusate davvero se non ho risposto a tutti…prometto di rimediare anche su quel fronte!

Stay tuned e non disperate, non abbandonerò questa storia!

Em

 

 

 

 

   
 
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