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Autore: Cara93    27/10/2018    1 recensioni
Raccolta di One Shot.
Di dubbi, recriminazioni, amori mai sbocciati e altri troppo difficili da confessare.
{Partecipa alla Challenge "Pagine di una storia infinita" indetta da molang sul forum di Efp}
{La storia "I demoni" partecipa al contest "Dimmi che canzone vuoi e ti dirò chi sei (quasi) indetto da Iamamorgenstern sul forum di EFP}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Note: è una Draco/Hermione (più o meno); ho deciso di scrivere di questa coppia in omaggio alle prime storie che ho letto e apprezzato su questo fandom. Da un po' mi frullava in testa di scrivere su loro due, ma si sa, la Dramione è una lama a doppio taglio e può essere spaventosa, perciò ho continuato a rimandare, finché questa raccolta non me ne ha dato l'opportunità.

Sono quasi pronto. Il giorno è arrivato e non so se esserne felice o disperato. Ho ancora tempo per progettare una fuga? Probabilmente no, visto che sono già vestito e mancano poche ore alla cerimonia. Un matrimonio che non ho mai realmente voluto, con una persona che non conosco, o meglio, che non conosco abbastanza da voler sposare.

Ma chi prendo in giro? Sposare Astoria è sempre stato il mio destino. Nel futuro luminoso che i miei genitori progettavano alle mie spalle, c'è sempre stata una ragazza di buona famiglia, con una linea di sangue perfetta e, possibilmente, con una dote cospicua. Avrebbe potuto essere chiunque, il caso ha voluto che fosse Astoria. E a me non importava, perchè ciò che i miei genitori sceglievano per me non poteva essere sbagliato. L'intera nostra vita non poteva essere sbagliata, se lo dicevano loro e se appartenevamo ad una delle famiglie più influenti del Mondo Magico.

Non voglio sposare Astoria. Non che non sia una bella ragazza, con quel corpo flessuoso e il fascino da Veela. Della sua personalità non so molto, ho avuto modo di parlarle per circa due minuti durante la nostra festa di fidanzamento. Mi è sembrata timida, un po' insipida. Ma non posso dirlo con certezza. Ma come sarà Astoria lo scoprirò presto.

Mia madre è distrutta. Avrebbe desiderato che, per il mio matrimonio, fosse presente l'intera comunità magica. Ama lo sfarzo e, nonostante le conseguenze della guerra ci siano pesate addosso come macigni, la nostra famiglia gode ancora di una certa influenza. So che è tutta scena. In realtà non vorrebbe che mi separassi da lei, perciò utilizza questo nuovo "affronto" come un'offesa alla nostra famiglia, che di offese ne ha già ricevute abbastanza. Se mio padre fosse qui, dice, non avrebbero mai osato attuare una scortesia del genere. Hermione Granger e Ronald Weasley si sposeranno lo stesso giorno del mio matrimonio, non credo che possa essere classificata come scortesia, ma io ho ben altre ragioni per maledire quell'unione.

L'ho sempre odiata. Così fuori posto, così babbana, così Grifondoro. Con i suoi capelli scomposti e il nasino all'insù, così tronfia e sapputella. Ma anche così forte ed intraprendente. Intelligente e capace. Non potevo sopportare che potesse frequentare Hogwarts. Non potevo sopportare che fosse una strega. Come poteva avere la magia, come poteva padroneggiarla meglio di me, se era nata a Babbanolandia?

Aveva paura di volare. Ecco, almeno c'era qualcosa che sapevo fare meglio di lei. Eppure no, questa consolazione me l'ha rubata Potter. Potter, che già aveva tutto e che non voleva essere mio amico. Cosa gli sarebbe costato mettersi da parte, invece di volare? Nulla. Non aveva fatto nulla e tutti lo adoravano. Era il Salvatore Del Mondo Magico o così dicevano, in un certo senso potevo capire perchè fosse così amato. Quello che non capivo e che tutt'ora, a volte, non capisco, è perchè abbia voluto appropriarsi anche del Quidditch. Nella mia testa, Hermione Granger ed Harry Potter erano diventati una nemesi, si erano fusi in un'unica persona inviata per tormentarmi.

Non potevo rendere orgoglioso mio padre, con loro. Volevo che sparissero.

Il pugno cambiò tutto. Non mi aspettavo che la Granger potesse essere così forte. Non mi aspettavo che reagisse. Insomma, ero l'essere più perfetto su cui avrebbe potuto posare gli occhi, perchè mai avrebbe dovuto picchiarmi? Lei, che per di più era inferiore a me per discendenza. Non la capivo. Come non capivo perchè si ostinasse, come Potter del resto, a portarsi appresso quel peso morto di Weasley.

Cominciai ad osservarla più attentamente. Sembrava quasi carina, quando leggeva o prendeva appunti. Di certo, meno odiosa di quando, dopo che il suo braccio esile era scattato in aria come una molla e il professore di turno le aveva concesso di rispondere, lei lo faceva con quella vocetta petulante e insostenibile, con una sicurezza che avrei voluto toglierle a furia di incantesimi. Solo durante le lezioni di Pozioni sembrava diversa. Piton non era molto indulgente nei confronti dei Grifondoro e, a mio parere, era solo una questione di giustizia ed equilibrio: c'era già Silente a favorirli fin troppo. Nei sotterranei non era più la Granger fastidiosa e sicura, era una studentessa come le altre: spesso ardeva di rabbia repressa, perchè Piton non la faceva rispondere; spesso sotto le occhiatacce di Piton sembrava insicura e tremante. Cominciai ad amare le lezioni di Pozioni anche per questo motivo.

Mio padre me l'aveva detto. Voldemort era tornato e sarebbe stata una cosa buona, più che positiva per noi, per la nostra famiglia. Doveva rimanere un segreto, però. Almeno fino ad un certo punto, se no avremmo perso tutto il vantaggio, l'effetto sorpresa, quando sarebbe arrivato il momento. Perciò, quando quella strega della Umbridge mi chiese di entrare nella sua squadriglia di controllo, dei suoi inquisitori, dissi subito di sì. Per fermare Potter, che andava dicendo che il Mondo Magico era in pericolo. All'epoca, almeno credetti fosse solo per questo. In realtà, speravo di beccarla ad infrangere le sue adorate regole e di vederla implorare ai miei piedi di non denunciarla alla Preside. Volevo averla alla mia mercè.

Qualsiasi conflitto avesse fatto affiorare la Granger nel mio animo, passò totalmente in secondo piano l'anno successivo. Per molti versi l'anno peggiore della mia vita e che ha contribuito a rendermi uomo. Ironia della sorte, è stato anche l'anno in cui scoprii di essere promesso ad Astoria.

Lei e Potter non potevano perdere. Ne andava della nostra famiglia. Nonostante la mia stupidità, ammetto di essere stato un ragazzino stupido ed egoista, lo capivo. Potter e la Granger dovevano essere protetti, a tutti i costi. Ma, se mi fossi riabilitato agli occhi dell'Oscuro Signore? Beh, forse avrei avuto più possibilità. Ripeto, ero un ragazzino sciocco. Lord Voldemort non concedeva seconde opportunità, se non per godere del fallimento di chi lo deludeva una seconda volta.

Ha sempre saputo chi fosse. Ha sempre saputo cos'era giusto. Come potevo non ammirarla?

Da quando il mio legame con Astoria è stato reso di dominio pubblico, non faccio altro che pensare a lei e sognarla. La desideravo, anche se andava contro tutti i precetti che mi avevano insegnato. E, attraverso di lei, forse, sarei potuto diventare come lei. Era la prima volta che pensavo ad una cosa del genere. Hermione Granger mi aveva avvelenato la mente.

Ho cominciato a seguire la sua carriera, passo dopo passo. Sarebbe diventata qualcuno, era logico e prevedibile che succedesse. Ho persino donato una forte somma a quella sua stupida iniziativa per la liberazione degli elfi domestici, in forma anonima, ovvio.

Ed eccomi qui, il giorno del mio matrimonio, inquieto e stonato, con la folle speranza che, se l'avessi desiderato abbastanza, ci sarebbe stata lei al posto di Astoria; che i nostri matrimoni si sarebbero incrociati e le spose cambiassero di posto.

Sì, Hermione Granger mi ha avvelenato il sangue ed io morirò presto, non appena pronuncerà quel "sì" che la renderà una Weasley.
   
 
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