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Autore: G RAFFA uwetta    29/10/2018    2 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Il morso del diavolo



Cap. 23 – ...e le sue conseguenze

Le stelle erano ormai sbiadite dietro a cumuli di nuvole, così addossate le une sulle altre da soffondere la volta celeste con una luce opaca e lattiginosa. Spirava un leggero vento che faceva ondeggiare i secolari alberi al limitare della Foresta Proibita sussurrando, tra le fronde, antiche canzoni ormai perdute nel tempo. L’aria fredda era riuscita a intrufolarsi tra le pieghe dell’incantesimo riscaldante, ormai quasi del tutto privo di efficacia, insinuandosi dentro i risvolti di pelliccia dei pesanti mantelli in dotazione agli studenti. Sembrava che a nessuno importasse che quella notte la temperatura fosse scesa così tanto da far cadere grassi fiocchi di neve somiglianti a migliaia di boccini che vagavano senza meta, orfani del loro Cercatore. I volti dei pochi coraggiosi spettatori rimasti erano arrossati e il fiato caldo, che si ostinavano a far uscire dalle labbra screpolate, non riusciva a riscaldare le dita intorpidite, seppur agghindate in guanti multicolori. I piedi, ormai intirizziti, battevano forte sugli assiti di legno accompagnati da sonori “oh” ogni qualvolta un incantesimo, sfuggito ai due contendenti, si abbatteva sulla ferrea barriera eretta a proteggerli; le urla di incoraggiamento avevano lasciato da tempo l’arena, sostituiti da curiosi bisbiglii passati di bocca in bocca come una marea al calar del sole, finché, le persone ancora presenti all’incontro, si zittirono come un sol uomo colpito da un Silencio.

Segreto? gli fece eco Harry.

Draco, trattenuto per il polso da Blaise, si guardò in giro preoccupato mordendosi nervosamente le labbra rese livide dal freddo; in quel momento, la manona di Greg calò sulla sua spalla per richiamare la sua attenzione.

Non temere, gli disse con un cipiglio serio in volto, se quella sottospecie di piattola lo offende ci pensiamo noi a sistemarlo. Dietro di lui, Vincent scrocchiava le dita serrate in un ferreo pugno, mentre annuiva convulsamente con la testa senza perdere di vista i ragazzi sulla pedana. A quelle parole, un mormorio di approvazione serpeggiò lungo tutta la fila dei verde-argento assiepati addosso alla balaustra. Draco, preso alla sprovvista, si accorse solo in quel momento delle bacchette strette nelle mani di alcuni dei propri compagni che, con discrezione, lanciavano fuggevoli sguardi ai Grifoni seduti poco distante. Alzando un sopracciglio perplesso, guardò interrogativo Theo che, scrollando le spalle, gli fece notare come Potter, in quel mese, si fosse guadagnato la loro stima e fiducia aiutando e difendendo, in varie occasioni, i più piccoli dalle spacconate delle altre Case. Seppur scosso, sul volto di Draco si aprì un bellissimo sorriso di gratitudine. Intanto, al centro della pedana, il diverbio continuava.

Sei un Magonò! urlò Ron con tutto il fiato che aveva in gola cercando di farsi sentire da tutti i presenti.

Ne sei proprio certo? Allora, come potrei fare: Herbifors! Puntò la bacchetta sulla testa del rosso e dei fiori sgargianti sbocciarono tra i suoi capelli. Come stavo dicendo, come potrei fare questo senza magia? chiese retorico; forti risate riempirono la vallata.

Signor Weasley, per quanto vederla denigrato e umiliato sia uno spettacolo decisamente soddisfacente, devo ritenere concluso l’incontro. Una voce dura si intromise nel diverbio facendoli sussultare: troppo presi dalla lotta, si erano dimenticati della vigile presenza di Severus.

È un imbroglio! Indignato, il Grifone cercò di protestare roteando le lunghe braccia come fossero pale di un mulino a vento.

Piuttosto seccato, Severus si accinse a chiarire: Signor Weasley, come sempre deve dimostrare la sua ignoranza in qualsiasi materia. Si faccia spiegare dalla Signorina Grenger perché, in un duello magico, il vincolo creato non dia adito a qualsivoglia imbroglio, e mi porti una relazione dettagliata sull’argomento: minimo cinquanta righe, per il rientro delle lezioni. Detto questo, senza perdere altro tempo e ignorando ogni possibile rimostranza, guardando schifato il rosso come se fosse budella di Troll essiccate, alzò il braccio di Harry decretandolo vincitore; sugli spalti le poche persone ancora presenti, quasi tutti Serpeverde, batterono le mani e fischiarono in approvazione.

Harry, finalmente rilassato e sorridente, cercò Draco tra la folla rimasta mentre Neville, euforico, gli si avvicinava per abbracciarlo.

Chi speri di trovare tra la folla, nessun Grifone ti è più amico. Sputò velenoso Ron sorridendo soddisfatto.

Seamus, cominciò beffardo Harry che, senza perdere il sorriso, affiancato da Neville, si incamminava verso le tribune ignorando il rosso e voltandogli incautamente le spalle; intanto, il Grifondoro interpellato stava fermo sul bordo della pedana con le mani in tasca e il capo chino a scrutare impacciato le proprie scarpe. Hai poi detto a Ron che hai puntato su di me come unico vincitore? chiese Harry indicando se stesso con sguardo innocente.

Avada K… Ron non riuscì a finire di pronunciare l’incantesimo che un indignato Harry si girò di scatto lanciandogli contro uno Stupeficium; nessuno, visto la notevole distanza, si accorse che non aveva usato la bacchetta.

Gli ultimi gruppi isolati di spettatori, che stavano sciamando lentamente dagli spalti, rimasero impietriti ad osservare il volo e il successivo schianto del corpo di Ron contro il Platano Picchiatore che, oltremodo infastidito, lo rispedì prontamente al mittente. In un silenzio tombale, la professoressa McGranitt accorse, insieme all’infermiera della scuola, verso il corpo esanime che giaceva scomposto poco distante da Harry, il quale tentava di riprendere compostezza sotto l’occhio vigile del padre; il malcapitato fu soccorso e, fortunatamente per lui, non era conciato poi così male. Ciò nonostante, con un cipiglio inflessibile, mentre il corpo svenuto del Grifone veniva trasportato in infermeria, la professoressa si avvicinò a Harry pronta a fargli una ramanzina.

Era necessario ridurlo così, Signor Potter? Sono costretta a fare rapporto al Preside, togliere cinque punti alla nostra Casa e metterla in punizione per una settimana, gli disse caustica.

Ma, ma... balbettò indignato Neville.

Signor Paciock, non peggiori la situazione con inutili balbettii. Intervenne Severus e, mentre lo osservava spalancare la bocca, continuò sarcastico. E per amor di Merlino, chiuda la bocca, non ne giova di certo la sua nota espressione ottusa. Harry rifilò un piccolo schiaffo al braccio del padre, accompagnandolo con un’espressione infastidita, quando la donna, dopo aver mostrato il proprio disappunto per la spiacevole uscita del collega, serrò le labbra e, fatta una mezza giravolta, si diresse con passo impettito verso il castello per raggiungere la barella fluttuante.

Poco lontano, Draco, che non vedeva l’ora di raggiungere il proprio ragazzo, venne trattenuto da un certo Foxcnos, che frequentava il settimo anno e apparteneva alla sua stessa Casa. Bisbigliando, lo avvertì di tenere gli occhi aperti su Pansy perché era certo che stesse macchinando qualcosa. Infatti, incurante dello spettacolo offerto dai due Grifoni, non aveva perso di vista lo strano via vai di gufi che si libravano nel cielo dal cantuccio dove la ragazza si era rifugiata durante l’incontro. Spero che in futuro tu tenga conto della mia lealtà. concluse, per poi eclissarsi con un leggero cenno del capo e risalire il sentiero che conduceva al casello. Per un istante, Draco lo guardò allibito e poi sorrise compiaciuto e sollevato. “Potrebbe essere un ottimo alleato,” pensò, “chiederò a Blaise di prendere informazioni sulla sua famiglia.”

In quel momento, un battere d’ali attirò la sua attenzione e, dal cielo plumbeo, si staccò un grosso gufo dalle sgargianti piume arancioni; ne osservò il volo discendente finché, dopo qualche evoluzione, l’animale emise un verso rauco e si lasciò cadere esausto sul braccio teso del ragazzo.

Leggermente allarmato, e conscio di sapere a chi apparteneva l’insolito volatile, Draco si avvicinò trafelato al gruppetto ancora fermo sulla pedana e consegnò al professore una pergamena. In realtà, il biondo avrebbe solo voluto congratularsi con Harry e baciarlo fino a farlo svenire ma si limitò a sorridergli timidamente, ignorando l’occhiata sbieca di Paciock, e a fare in modo che le loro dita si sfiorassero leggermente.

Harry. La voce preoccupata di Severus interruppe quello scambio di sguardi colmi di dolcezza. È una pergamena dei gemelli, disse soltanto mentre gliela porgeva. Subito, l’espressione del ragazzo cambiò facendosi seria e concentrata: una nuvola nera gli adombrò il viso, solo un attimo prima così solare. Guardò il Padre negli occhi e attese il suo consenso.

Glielo devo. Sospirò, cercando di convincerlo.

Harry? chiesero in contemporanea gli altri due ragazzi, allarmati.

Devo assentarmi per qualche ora... cominciò a spiegare Harry ma fu prontamente interrotto dal Serpeverde.

No! Se c’entra il Signore Oscuro vengo anche io! asserì categorico Draco. Dietro di lui Neville annuiva convinto, mentre il Grifone cominciava a spazientirsi.

Harry, Severus attirò l’attenzione su di sé, un aiuto servirebbe comunque, ti devi presentare anche all’Ordine, ricordi?

Va bene, rispose rassegnato il moro. Verrete anche voi due. Draco, tu avvisa Blaise perché ti copra coi vostri compagni mentre tu, Neville, ti atterrai strettamente alle istruzioni del professor Piton. Penseremo dopo a cosa dire agli altri per giustificare la tua assenza. Winky! chiamò e l’elfa, che per tutta la durata del duello aveva tremato di indignazione, palesò la sua figura. Portaci alla Tana, le ordinò.



Note dell’Autrice: grazie a chiunque legge e leggerà, a chiunque apprezzi la mia storia e soprattutto a chi commenta. Buona lettura.

   
 
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