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Autore: queenjane    31/10/2018    1 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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Sorrido, una maschera dovuta, pur se dentro sono inquieta.
Mi torna in mente la storia, sintetica,  della mia omonima.
La zarina Catherine le Grand, seconda del suo nome.
Nata principessa Sofia di Anbelt-Zerbest, nel 1729, in un principato tedesco di poca importanza, le mutarono nome in Caterina, maritandola a sedici anni con lo zarevic,Pietro. Allora, nelle Russie,  regnava  Elisabetta, figlia di Pietro il Grande, l’imperatore che nel 1703 aveva fondato San Pietroburgo, la Venezia del Nord,il sovrano curioso e poliedrico che costruiva barche e serrature, amava l’incognito, il vino e le donne, che aveva fatto uccidere il suo stesso figlio dopo una congiura per scarlazarlo dal trono.

Vanitosa, sensuale, eccessiva, l’imperatrice  Elisabetta disprezzava Pietro,  che si circondava di valletti e soldati tedeschi e svedesi. Sfigurato dal vaiolo, questi aveva in uggia la giovane moglie e per anni il matrimonio non venne consumato. Forse era omosessuale, forse la sposa era di scarso gradimento, tranne che la isolava, umiliandola in pubblico e privato, picchiandola o prendendola in giro con le parole e le mani.

Nato l’erede, Paolo, nel 1754, per festeggiare l’evento lo zarevic  lo portò via da Caterina.
Anche se  era un bevitore smoderato,che  si circondava di  amanti dall’orrendo aspetto,  era nel suo diritto. Comunque, lei non si perse d’animo, sapeva di valere molto più di lui e aspettava la sua occasione- morta Elisabetta, gliela avrebbe fatta vedere, amava la Russia, sarebbe stata la madre del suo popolo, se non di suo figlio. Lesse la Storia universale di Voltaire, lo Spirito delle Leggi di Montesquieau, gli Annali di Tacito.
COME ME AMAVA LEGGERE.
Caterina trovò la sua occasione, conquistò il potere nel 1762, in una splendida giornata di giugno, scalzando il marito, divenuto zar alla morte di Elisabetta,e governando poi senza colpo ferire, mantenendosi salda e potente..

Voltaire denominava la zarina luminosa stella del Nord, sempre meglio di Semiramide del Nord, stanti i suoi molti amanti, colta e appassionata,  una donna che ha forgiato il suo destino ..
Con Olga ne avevamo discusso, passeggiando a braccetto, nella  città di San Pietroburgo, un gruppetto di isole, scandito da fiumi e canali che si affaccia sul Golfo di Finlandia.
È luminosa, splendida, i palazzi che si riflettono nell’acqua e l’acqua stessa la rendono una meraviglia, una morgana rovesciata, la luce delle aurore boreali, diceva Olga, stringendomi affettuosa il gomito.

A venticinque chilometri abbiamo poi Carskoe Selo, un complesso di residenze della famiglia imperiale, ove la zarina Caterina II si recava spesso  nella stagione estiva.
Estremamente suntuoso è il Palazzo di Caterina, rifatto da Rastrelli, progettista di parte della città di San Pietroburgo, su volere della sovrana Elisabetta tra il 1752 e il 1756, in un cosiddetto stile rococò flamboyant, con la facciata lunga 325 metri, salvo errori fatali di misura.
Elisabetta era ancora in vita, e già l'edificio era molto famoso per le sue facciate estremamente lussuose: più di 100 Chili di oro sono stati usati per decorare il sofisticato fronte di stucchi e le numerose statue sul tetto, che non credo, al contrario delle voci sparse in giro, sia stato coperto d’oro.
Per la zarina Caterina II, un esempio di "architettura di panna montata" ormai fuori moda. Al momento della sua ascesa al trono, alcune statue del parco stavano per essere ricoperte d'oro, come la defunta zarina Elisabetta aveva ordinato, ma l'ordine che fu subito sospeso appena la nuova imperatrice venne a sapere quanto queste opere costassero, la madre di Olga, Alix, fermava tutto il palazzo per sapere il prezzo di patate e cipolle..
Tant pis.. .
 Le stesse parole che a volte diceva Andres, novello Ulisse, di ritorno alla Reggia, da questi segni ci riconosceremo, baci sulla costellazione dei nei che ho sulle  spalle, che ricordano piccolo e grande carro, una rotta per i naviganti,indugiando poi  sulla trama squisita dei capelli sul guanciale,  la catena del seno, il ventre piatto come le steppe di Siberia, le mie gambe sottili che premono contro le sue, mio signore..
..il passato sullo sfondo, la quiete e l’essere famelici, mai hai amato così, amici e complici e poi amanti..
Imparavamo a prendere le misure, ero sempre stata sola, imparando a fare a meno di tutto e tutti, tranne che dell’amore.

La passione rende di rado prudenti, un amplesso furioso e famelico, una dichiarazione di guerra, polvere di stelle, morsi e pizzichi.
– I love you and I’ll love you until my death-
Parole improvvise ma sincere, di nuovo, sorgive come limpida acqua


Copenaghen, fine novembre 1918..
Mi sveglio, la schiena contro il  tuo torace, fuori il vento ed il rombo del tuono e le sue gocce, un sorriso ed un buongiorno. Mi sfiori i capelli, mentre prendo un  caffè vicino al caminetto, scalzi i piedi, rifletto che questa situazione è più diffusa di quanto si pensi..
e la rabbia diventa pietra e poi fumo.. Una metafora, sottile e nebbiosa.
E le parole sono vane, non riescono a rendere quanto sento dentro di me.
 E te ne andrai, verso nuove battaglie..
Siamo i figli degli anni e della guerra, un eterno enigma.
Sospiro, aspetto i rumori dei ragazzi che si sveglino, Alexei, Anasstasia, ieri abbiamo parlato di adozione.
Chi cerchiamo?
 Il poeta François Villon narrava che la vita sapeva di sangue e di rose e che in inverno i lupi si nutrivano del vento .. La tua voce aveva il suono del vento tra le viole ..
E presto molto presto vi saranno molte decisioni da prendere.
O già prese.
Io non mollo.
“Alessio .. Anastasia” la voce di Andres.
“Buongiorno”
“Dobbiamo parlare ..”
Dell’adozione, di nuovo, altri due membri si aggiungeranno forse alla famiglia Fuentes, nessuno potrà ridare indietro il passato e quello che poteva essere e non è stato, gli possiamo offrire un nuovo cognome, un'identità e un futuro incerto, nessuno li porterà via, decideranno i ragazzi per sè, un segno tangibile che non parlavo invano, quando dicevo che potevamo tornare a formare una famiglia.
   
 
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