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Autore: Will_Power    02/11/2018    1 recensioni
Dal principio: sappiamo che il loro amico, Will, non è rinato insieme a loro come avrebbe dovuto ( e come è anche accaduto nei secoli passati). E qui ci porta alla domanda: Perché? Cos’è successo? Come mai il suo luogo di rinascita è cambiato, sempre se sia rinato, non è insieme ai suoi amici e alla sua famiglia? Quando le speranze per loro furono perse, ecco che li dal finestrino di un autobus ( mentre loro sono in gita) notano una ragazza che sta aspettando di attraversare. Ma non è questo il fatto più eclatante, assomiglia a tutto e per tutto al loro amico, anzi sembra proprio il loro amico! Eppure c’è qualcosa di diverso. La ragazza si accorge di essere osservata e a sua volta porta gli occhi in quelli dei 5 ragazzi e 5 ragazze che la stanno guardando. Il semaforo scatta e lei passa come se nulla fosse. Destino? Karma? Può essere veramente lui rinato come una donna? Le speranze di questi ragazzi si riverseranno in questa storia che deve essere ancora scritta.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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“ Come scusi? Credo di non capire signora..” Rispose Marion a quella semplice domanda, ancora confusa da quell’incontro inaspettato, da quell’incontro che l’aveva tanto turbata, da quell’incontro che avrebbe cambiato tanto la sua vita.

“Quindi è veramente lui… William… “ disse con voce rauca Cassandra 

“ Non posso crederci… sei una lei adesso… ” rise quasi di gusto Alexander, lui la persona più apatica del mondo stava ridendo, forse era impazzito o ancora non credeva a ciò che aveva appena sentito, il tutto continuando a guardare Marion.

“ Eppure è ciò che ha detto la signora, lui è William, può avere un aspetto diverso, ma è lui”

“ Ancora con questa storia ma basta… davvero non sono William e tu ragazzina vedi di mollarmi” disse Marion con un tono arrabbiato “ Non mi piace essere toccata e tanto meno da degli sconosciuti” detto questo Anna con rammarico si staccò da Marion

“ Senti , so che può sembra strano… ma vedi noi siamo una famiglia, e in quanto tale siamo legati da un legame che ci permette di trovarci sempre, sempre insieme , e la persona che stavamo cercando è appunto William, il nostro amico e a quanto pare sei tu, cioè la sua anima risiede in te anche perché sembra che tu non abbia i suoi ricordi…” disse Arthur, il suo volto gentile non faceva trasparire i suoi veri sentimenti, non li dimostrava mai, ma solo una facciata di quello che era veramente. 

“ Non mi interessa cosa siate o cosa non siate” gli rispose Marion, voleva sembrare tranquilla ma quella situazione le metteva solo disagio, sospirò “ Sentite, mi è sembrato di capire che questo vostro amico è morto e cercate di colmare il suo vuoto con la prima persona che gli assomiglia, ma vi posso assicurare che io sono IO , quindi smettetela di guardarmi con quegli occhioni ricolmi di amore perché mi fate sentire solo a disagio”

“ Cara ragazza, ci scusiamo se il nostro comportamento ti ha lasciato un attimo di confusione, ma vedi, il legame di cui ti ha parlato prima Arthur è una cosa profonda che risale a migliaia di anni e ti possiamo giurare che non lo facciamo con la prima persona che ci capita” rispose Antonio, forse l’unico fra tutti che cercava anche di capire come si potesse sentire Marion da questa strana situazione.

“ E’ bello riaverti con noi comunque William che tu ti ricordi di noi o meno..” Disse Allan

“ LO RIPETO PER L’ENNESIMA VOLTA IO NON SONO W..” Marion non potè finire la frase perché il suo telefono prese a suonare.

“ Scusatemi un attimo “ tutti rimasti sorpresi dal suo cambio di tono 

“ Ciao mamma dimmi… si..si lo so.. no..no sto bene.. NO non mi sono persa! ho avuto un contrattempo… si..si.. si adesso arrivo a casa.. ciao mamma.” Chiuse la telefonata e si rivolse al gruppo che continuava a guardarla.

“Era mia madre… è preoccupata perché sarei già dovuta essere a casa..” Continuò a parlare “ Vi ripeto ancora una volta per far si che le cose siano chiare, io non sono William e mi dispiace che voi abbiate perso un vostro amico , ma io non sono lui” guardò l’orologio “ ora davvero devo andare, vi auguro una buona serata” detto questo, salutò i presenti per incamminarsi verso la strada di casa.

“ La lasciamo andare via così? Abbiamo William davanti agli occhi e lo lasciamo andare a casa di una famiglia che non è la sua? Mi sono perso qualcosa?” Disse Allan ai presenti 

“ Idiota l’hai sentita anche tu no? Lei non ha alcun ricordo di noi, e poi pensi che ci seguirebbe con tranquillità? Ma prima di aprire la bocca pensi almeno?” Detto questo Cassandra e Allan ripresero per l’ennesima volta a litigare, nessuno cercò di calmarli, aspettarono il loro sfogo

“ Per quanto mi duole essere d’accordo con quella testa di pigna , ha ragione, è chiaramente William solo in forma diversa” Disse Allan alla Lady, ad Alexander, ad Anna ed infine ad Antonio 

“ Io gli corro dietro” disse Anna 

“ No aspetta” 

“ Come signora?”

“ Hai sentito ciò che ho detto” la guardò con aria severa e Anna si rimise al suo posto 

“ Perché l’ha fermata?” Chiese Alexander 

“ Perché per quanto abbia l’anima di William, in questo momento non è lui ma Marion una ragazza che ha appena incontrato degli sconosciuti che l’ha attaccata”

“ Non l’abbiamo attaccata abbiamo semplicemente trovato un nostro amico” disse Allan

“ Ti conviene stare zitto, ho paura che alla prossima idiozia che dici Alexander e Cassandra possano picchiarti di brutto” disse con un sorriso innocente Arthur, Allan voleva replicare ma non appena notò gli sguardi di quei due cambiò idea.

“ Non mi interessa ciò che dite, William non William, lei.. quella ragazza… Marion è la persona che stavamo cercando, magari adesso non se ne renderà contro ma forse, con il senno di poi e con il nostro aiuto potrebbe ricordare chi è veramente” propose Cassandra , sperando che qualcuno di loro cambi idea.

“ No ti sbagli” disse la Lady “ Per adesso ci conviene trovarci un hotel, chiarirci le idee e vedere di scoprire più cose di Marion, magari anche conoscerla ”

“ Quindi la pedineremo”  disse Alexander 

“ Non esattamente, ma  dobbiamo scoprire dove abita, la sua attuale famiglia e cercare di conoscere questa persona per poter fare in modo che si fidi di noi, e per fare in modo di riavere mio figlio”

“ Non sta parlando seriamente, vero signora?”

“ Si invece, è mio figlio non me ne andrò finche lui non sarà di nuovo al mio fianco come una volta.”

Intanto Marion sulla via di ritorno per casa non la smetteva di pensare ai discorsi fatte da quelle persone sconosciute, a quei occhi che non la smettevano di guardarla, di studiarla, e sopratutto non riusciva a non pensare all’amore che si sentiva addosso, all’amore ricevuto da quegli sguardi ricolmi di speranze. Non capiva o forse non voleva capire. Lei sapeva chi era eppure perché quella donna era così sicura di avere di fronte suo figlio a quanto pare scomparso o addirittura morto? Cercando di trovare risposte alle mille domande che aveva in testa. Dopo una mezz’ora a cercare delle risposte raggiunse il negozio di sua sorella “ ahh accidenti ha già chiuso, adesso mi dovrò subire pure una ramanzina per non averla aiutata a dovere… che palle” fece dietro front, attraversò la strada, prese le chiavi, aprì il portone, salì i cinque scalini, prese l’ascensore, e si ritrovò finalmente a casa sua, dalla sua vera famiglia. 

Entrò in casa e senza avere nemmeno il tempo di dire “ sono arrivata” sua sorella le saltò letteralmente addosso “ Finalmente sei arrivata a casa! Non sai quanto fossi in pensiero per te! Avevo paura che uno sconosciuto ti avesse rapita e portata chissà dove, la mia povera sorellina!!!” Disse Felicity, il tutto continuando ad abbracciarla sempre più forte.

“ Mi stai strozzando..”

“ Ops scusa, sono contenta che stai bene, ti sei mica persa?”

“Ancora? Pure la mamma mi ha fatto questa domanda, NO ; NON MI SONO PERSA”

“ E allora come mai questo tuo ritardo?” Chiese Faith che spuntò dalla cucina con un mestolo il mano 

“ Sono stata trattenuta da delle persone”

“ Persone? Quali persone? “ chiese Felicity con aria ancora più preoccupata 

“ Felicity non incominciare ad iper ventilare” disse Faith guardando Felicity con aria di chi ormai conosceva come funzionava la sua mentalità, guardò Marion e le chiese “ Di quali persone stai parlando? Erano forse turisti?”

“ Turisti non credo, però venivano da fuori città”

“ Ti hanno fatto qualcosa di male?” Faith incominciò ad esaminarla, cercò delle ferite, dei tagli, qualsiasi cosa fuori posto che potesse aver toccato la sua innocente bambina

“ No mamma stai tranquilla, non mi hanno fatto niente, mi hanno scambiata solo per qualcun altro, nulla di cui preoccuparsi” 

“ Sei sicura? Dobbiamo andare in ospedale?”
“ No Felicity, ma la smetti di abbracciarmi? Disse esasperata Marion, detto ciò sua sorella si staccò finalmente da lei.

“ Davvero non è successo nulla? 

“ Si davvero mamma stai tranquilla, Ah se vi può interessa la sottoscritta ha sparso per tutta la città i volantini del negozio, sorellona preparati a fare un mucchio di soldi!”

“ Me lo auguro vivamente”

“ Io ritorno a preparare la cena”

“ Io vado a vedere come stanno Al e Zena”

“ Io intanto vado a farmi un bel bagno, Felicity ti raggiungo appena ho finito”

“ Va bene”

Marion non se la sentì di dire a sua madre e a sua sorella com’era andata veramente, non poteva dirgli di certo che delle persone che non aveva mai incontrato prima l’avevano scambiata per un tizio morto! A sua sorella sarebbe venuto un infarto e sua madre avrebbe preparato i cannoni da battaglia. 

Dopo aver fatto una bella doccia, si recò in salotto dai suoi nipotini, li salutò, li abbracciò e incominciò a giocare con loro mentre sua madre finiva di preparare la cena e sua sorella l’ha aiutava 

“ Ma papà? Ancora a bere con gli amici?”

“ Beh.. ecco veramente lui..” Incominciò a dire Felicity 

“ E’ in stato di arresto, resterà per una notte in cella a rinfrescarsi le idee” disse Faith con un tono molto tranquillo nonostante la situazione 

“ Come scusa? Non credo di aver capito, papà è al fresco?”

“ Si esattamente, se ho voglia domani mattina lo vado a prendere”

“ Già, ho provato a far cambiare idea alla mamma ma non mi ascolta…”

“ Dopo quello che ha fatto e dopo i miei numerosi avvertimenti, questa è la lezione che merita”

“ Per dire queste cose deve aver fatto una cosa grave… che ha combinato?”

“ Mio marito alias tuo padre dalla testa più dura del mondo, dopo aver bevuto come una spugna quando IO gli avevo detto di non farlo, e dopo essere andato a zonzo con i suoi amici delinquenti si è messo a fare una rissa con dei poliziotti dopo averli insultati e riempiti di vomito, per lui erano tutti comunisti che gli negavano la libertà di esprimersi! Robe da matti!”

“ Oh mio dio, questa non me l’ha spettavo, potremmo usarlo come pubblicità per il negozio!”

“ Non scherzare neanche Mary…”

“ Si dai era una battuta” 

Quella atmosfera così tranquilla riscaldò il cuore di Marion che fino a prima era turbato dagli avvenimenti recenti. Il suo rapporto con la sua famiglia non poteva che essere dei più belli, con loro poteva essere se stessa senza sentirsi fuori posto, senza sentirsi sbagliata, sapeva di appartenere a quella famiglia. Eppure nella sua mente non si toglieva le parole di quel ragazzo con il sorriso stampato in faccia , lei parte di un’altra famiglia ? Nah si erano sicuramente sbagliati.

Il mattino seguente la famiglia Mackenzie si era trovata un bell’hotel nella città di Storybrooke.

“ Avete passato una buona notte signorini?” Chiese Antonio ai ragazzi con i volti turbati

“ Bah, più o meno…”

“ Ho passato notti più tranquille” 

“ Ragazzi, so che quello che è successo ieri ha sconvolto tutti, ma non dobbiamo perdere la speranza. William è qui, lo abbiamo ritrovato, adesso è il momento di agire e riunire la nostra famiglia” la Lady fece un discorso di incoraggiamento ai ragazzi con la speranza che ritrovino il loro spirito combattivo.

 

“ Buongiorno a tutti!” Disse Marion di buon mattino

“ OH MIO DIO MAMMA MARION è SVEGLIA PRIMA DI MEZZOGIORNO, PRENDI IL TERMOMETRO” Felicity non poteva credere ai suoi occhi, sua sorella, l’orso, era sveglio un vero e proprio miracolo

“ Hai preso l’umorismo della mamma? Mi sembra di parlare con lei invece che con mia sorella maggiore, comunque semplicemente ero sveglia, credo di doverti di nuovo aiutare in negozio” disse Marion con tutta la tranquillità del mondo, la tranquillità era solo una facciata, per tutta la notte gli vennero in mente le parole di quegli sconosciuti.

“ Wow davvero oggi vuoi far piovere, comunque buongiorno anche a te. Felicity vado a prendere vostro padre e magari gli do anche qualche sberla, dovrai portarti Al e Zena al negozio al mio ritorno poi li vengo a prendere e li porto a casa. Mi raccomando Marion aiuta a dovere tua sorella con il negozio e che non finisca come ieri” disse Faith 

“ Si mamma ho capito, ah! Cerca di non uccidere papà eh”

Faith la guardò con un sorriso beffardo, salutò le sue figlie, baciò i suoi nipoti e si diresse alla polizia per andare a prendere suo marito.

“ Felicity, Al e Zena sono già vestiti?”

“ Si la mamma mi ha aiutato prima , gli preparo uno zaino con delle cose da fare così al negozio non si annoieranno così potremmo lavorare tranquillamente. Mentre io sistemo le loro cose andresti già ad aprire?”

“ Si certo, Capo il negozio è al sicuro nelle mie mani!” Detto questo Marion, prese le chiavi, scese giù, attraversò la strada tirò su la saracinesca ed iniziò con il pulire il negozio; poco dopo la raggiunse anche sua sorella con i nipotini.

“ Al, Zena voi starete qua dietro al bancone, la vostra mamma e la zia devono lavorare quindi vedete di stare tranquilli va bene?” Gli parlò con una tale dolcezza che i ragazzini non poterono che dire un dolcissimo si alla loro dolce madre che li trattava come i più preziosi dei tesori.

“Cosa gli hai preso di bello?”

“ Allora ad Al gli ho dato il suo camion dei pompieri  almeno se gioca si tiene impegnato per un paio di ore, mentre per Zena qualche libro da colorare almeno anche lei si distrae a dovere”

“ Oooh mia sorella la madre dell’anno, no davvero a parte gli scherzi, sei davvero una brava madre” gli sorrise Marion, continuò a sistemare il negozio ma continuava a non essere tranquilla, se notava che qualcuno la osservava più del dovuto si allarmava.

“ Allora, si può sapere che cosa hai?” Chiese Felicity a sua sorella 

Per un attimo Marion sussultò, sua sorella la capiva meglio di chiunque altro, perfino più di se stessa! magari se ne parlava con la sua famiglia poteva sentirsi più tranquilla, ma il pensiero di allarmarli e rischiare di mettere il disagio anche a loro le fecero cambiare idea. 

“ Non so di cosa tu stia parlando sorellona ma ti posso assicurare che sono tranquilla come un bradipo” disse sicura nel suo tono Marion sperando di aver convinto sua sorella

“ Mmmm” 

Felicity sapeva che sua sorella non gli stava dicendo tutta la verità, ma se avesse insistito ancora Marion si sarebbe chiusa ancora di più ed era una cosa che voleva assolutamente evitare. Dopo qualche ora vennero in negozio Faith dove  al suo seguito c’era anche Raimond il padre delle due ragazze.

“ Ciao ragazze tutto bene?” 

“ Ciao mamma, si si è venuto qualche cliente ma non molta” disse Felicity con un po di rammarico

“ Tranquilla, siamo solo a metà mattina, la giornata non è ancora finita. Guarda chi c’è con me” Faith si spostò per far spazio a Raimond

“ Ciao papà che bello vederti! Tutto bene in carcere? Ti hanno fatto del male? Mi devo preoccupare?” Felicity

“ Ragazza mia calmati o invecchierai più di me, si si tutto bene , la vostra CARA e GENEROSA MADRE ha pensato che una notte in carcere potesse giovare alla mia sanità mentale, ma sai che ti dico? Mi sono fatto nuovi amici! alla faccia tua cara!” Raimond dopo aver detto questa frase non fece altro che ridere con Faith che gli lanciava occhiatacce. 

Il loro rapporto era così, si conoscevano da quando erano piccoli, si sono amati per tutto questo tempo; ormai nulla poteva più dividerli.

“ Felicity non vedo tua sorella, dov’è Mary?”

“ Ah è andata sotto a prendermi un paio di cose “ disse Felicity con uno sguardo che diceva più della sua bocca.

“ Figliola qualcosa non va’? “ gli chiese Raimond

“ E’ per Mary, ho paura che non ci abbia detto tutto su quanto raccontato ieri… ma non voglio insistere, ha la testa calda mi risponderebbe solo male… però voglio aiutarla… non so cosa fare…”

“ Cosa è successo ieri?” Chiese ulteriormente Raimond 

“ Beh CARO se ieri mi avessi dato ascolto ORA sapresti tutto. Comunque, ieri Mary è andato in giro per la città per appendere i volantini, Felicity si era dimenticata di farlo cosi Mary si è proposta di farlo al posto suo. Ho notato che ci metteva molto a ritornare così ho pensato di chiamarla, quando è arrivata a casa ci ha detto di aver incontrato delle persone che l’hanno scambiata per qualcun altro. Ma anche io sono dell’idea che non ci abbia detto tutto” concluse infine Faith

“ Ragazze mie vi state preoccupando forse un po troppo, se fosse successo veramente qualcosa lo avrebbe detto, magari quando ritorna su glielo chiediamo ” Raimond era così, non che prendesse tutto alla leggere ma non gli piaceva andare subito al dunque voleva che le persone si confidassero con lui di propria spontaneità così da essere sinceri.

Marion dal sottoscala sentì un gran chiasso e pensò che i suoi adorati nipoti stessero facendo le pesti così si sbrigò a prendere tutto per dare una mano a Felicity.

“ Ma insomma cos’è tutto questo chiasso? vi sentivo da sotto!” Disse Marion entrando nel negozio, ma con grande sorpresa non erano i nipoti a fare baccano ma suo padre.

“ Oh è ritornato il galeotto! Ciao papà, piaciuta la galera?”

“ Oh l’altra mia figlia , stronza come sempre noto eh? ” detto questo dette un bacio sulla fronte a Felicity e abbracciò Mary, sapeva benissimo che non le piaceva. 

“ Papà puoi anche lasciarmi, Felicity questa roba dove devo metterla? Oh ciao mamma”

“ Ciao tesoro”

“ Ah si, su quello scaffale vicino alle agende grazie”

Detto questo, si avviò verso lo scaffale

“ Avete ragione, è come se la sua testa stesse pensando ad altro, a qualcosa di poco bello…” Fece Raimond 

“ Vedete? Non sono in ansia per niente, conosco la mia sorellina!” Fece tutta fiera Felicity 

“ Ci conviene pensarci quando saremo tutti a casa, se iniziamo una discussione adesso potremmo recare danno al tuo negozio e spaventare i clienti, io e tuo padre ci avviamo a casa, mi porto Al e Zena così potete lavorare tranquille” 

“ Si mamma va bene , grazie a dopo!”

“ Ciao Mary ci vediamo più tardi a casa” la salutarono sia Faith che Robert

“ Mmm come? Ah si a dopo, ciao” Marion gli rispose senza girarsi, continuò a mettere le cose sugli scaffali, fece loro ciao con la mano

Felicity guardò i suoi genitori, ma loro gli mimarono con la bocca “ a casa”, e così rimasero solo loro due. Per tutto il resto della giornata ci sono stati molti più clienti nel negozio e Marion e Felicity erano state occupate tutto il tempo. Felicity ogni tanto guardava Marion per cercare di capire qualcosa, se ne accorgeva e per risposta gli dava le spalle così da non poterla guardare in faccia.

All’Hotel Odissey: 

“ Siete riusciti a scoprire qualcosa su Marion?” Chiese la Lady

“ Si forse si” disse Arthur “ Ieri quando l’abbiamo incontrata ho notato che stava appendendo qualcosa in un bacheca, così prima ci sono ritornata ed ho trovato questo” posò il volantino sul tavolo così che tutti potessero vederlo.

“ Good morning and Bye? Ma cos’è?” Chiese Allan

“ È una cartoleria, da come puoi vedere dal volantino, ma la cosa più interessante è sul retro” Arthur la girò e dietro c’era la foto di una mappa “ Probabilmente William lavora li”

“ Marion” disse Alexander 

“ Come scusa ?” Chiese Arthur 

“ In quel negozio ci lavora Marion non William” ripose con tono minaccioso Alexander “ la Lady avrà anche percepito suo figlio, ma non ci ha riconosciuti, finché non avrò la certezza che quella ragazza sia Will per me resterà una qualsiasi altra persona sulla terra” disse Alexander, il suo sguardo era cupo sull’orizzonte come per cercare qualcosa, come per cercare delle risposte, ma su William.

Ma quello che stava facendo Alexander era solo mentire a se stesso…

“ William, Marion, chiamala pure come ti pare, ma quella è L’anima di William quindi per me è William!” Disse quasi con aria di sfida Anna “ io mi fido della Lady, e se lei dice che è William allora è William” 

“ Ragazzina, vedi di abbassare i toni, non stai parlando con una persona a caso” Alexander rispose all’aria di sfida di Anna 

“ Ragazzi calmatevi, non mi sembra il caso di litigare fra di noi”

“ Tzè Pensi davvero di dettare legge Cassandra? Tu litighi con l’idiota almeno tre volte al giorno, non farmi la tua morale del cazzo”

“ Ehi datti una calmata, se vuoi una rissa allora l’avrai!” Si intromise Allan, che forse era meglio se si faceva i fatti propri.

“ So benissimo perché ti comporti cosi Alexander!” Disse con voce autoritaria Anna

“ Te lo ripeto, taci ragazzina” il tono di Alexander non era più di sfida, ma minaccioso 

“ Cosa che credi che siamo? Degli allocchi? Pensi che nessuno avesse notato i sentimenti che provi per William? Davvero pensi che nessuno se ne fosse accorto ? Mi sa che l’idiota qui sei tu!” Anna sputò fuori tutto d’un fiato, come se lo avesse tenuto segreto per molto tempo 

“ Tu maledetta..!” Alexander fece per accanirsi su Anna ma Allan e Arthur lo fermarono

Tutti, col passare degli anni, si erano resi conto che ciò che provava Alexander nei confronti di William era più che semplice amicizia; ma nessuno disse una parola, nemmeno dopo la scomparsa di William.

“ Adesso basta.. Anna calmati, e pure tu Alexander” La Lady entro nella camera “ Allan, Arthur potete lasciarlo” “ ne è sicura signora?” Il suo sguardò bastò come risposta

“ Tutte e due avete esagerato”
“ Ha incominciato lui signora, lei lo ha sentito, tutti lo abbiamo sentito, quella ragazza è William! Potrà anche avere un aspetto diverso ma è lui, E’ LUI!”

“ Smettila!”

“ No non la smetto, Lei è William anche se è una ragazza è William! PERCHé NON LO VUOI AMMETTERE? EH PERCHé NON LO AMMETTI VIGLIACCO!” 

“ SI VA BENE è LUI SEI CONTENTA ADESSO?” gridò Alexander , il continuare a dire il suo nome lo facevano solo soffrire, quindi perché non ammetterlo? Anche se non voleva dirlo anche lui aveva sentito dentro di lei Will, il suo adorato Will, la persona che amava più di se stesso… la persona che nonostante tutto questo tempo continua ad amare, e quell’amore per lui è una continua sofferenza.

Tutti rimasero impietriti dal gridare di quelle persone, il solo pronunciare il nome di William faceva perdere la testa a tutti , ed Anna e Alexander erano le persone che più ci tenevano a lui.

“ Avete smesso di gridare? vi devo ricordare che siamo in un Hotel e che ci sono altre persone su questo piano? Disse la Lady, sul suo volto la rabbia. 

“ Ci scusi signora” disse Anna 

Alexander non disse nulla, continuò a guardare Anna con un filo di rabbia e tristezza 

“ Alexander, è vero quello che ha detto Anna, noi ci siamo sempre resi conto dei tuoi veri sentimenti per William” disse Allan

Gli occhi di Alexander si posano su di lui, poi su Arthur, Cassandra, e perfino su quelli della Lady

“ Perché?… perché non avete mai detto nulla?” 

“ E cosa dovevamo dirti? Sei tu che decidi di chi innamorati o meno, noi chi siamo per giudicare o per dirti mezza parola?” Disse Cassandra con occhi sinceri

Sul volto di Alexander cominciò a scendere qualche lacrima, tutti i presenti erano come impietriti, lui la persona più dura del mondo, più forte ora stava piangendo. Preso conoscenza di quello che ormai sapeva sputò tutto fuori: 

“ Io… io lo amavo…. Io continuo ad amarlo nonostante non sia al mio al nostro fianco, per guidarci, per dirci cosa fare, per sorridermi… ho perso la mia luce e ora mi ritrovo in un angolo al buio senza la mia metà. Avrei voluto dirglielo ma avevo paura che questo mio sentimento poteva allontanarlo, forse spaventarlo, che non mi avrebbe più guardato con quei suoi occhi azzurri ricolmi di bontà e il suo sorriso, quel suo sorriso che mi riempiva il cuore di un calore mai sentito, il suo sorriso , lo amavo quel sorriso…”

Amore, un sentimento così potente, così sincero, ti fa sorridere, ti fa arrabbiare, ti fa soffrire, un sentimento puro ma anche così fragile; ciò che stava manifestando in quel momento Alexander era il suo semplice amore per William, la persona più cara che potesse avere, non gli importava che fosse maschio o cosa potesse pensare la gente di lui, lo amava e questo era l’unica cosa che gli importava.

“ Lo sapeva “ disse ad un certo punto la Lady

“ Chi lo sapeva signora? “ chiese Allan

“ William”

“ Scusi cosa sapeva? “ disse Cassandra 

“ Ragazzo, Alexander, William era a conoscenza dei tuoi sentimenti” la Lady dopo aver detto questa frase, si versò il the e si sedette 

“ Non credo di capire…. Will sapeva cosa io provassi per lui? E come? Io non gli ho detto nulla, NON GLI HO DETTO NULLA!” Disse con un filo di paura Alexander 

“ Non era necessario Alexander, quando eri insieme a William i tuoi occhi cambiavano, sorridevi sempre, il tuo amore per lui usciva in tutto il suo splendore e lui lo ha sempre capito, capiva il tuo amore per lui e lo accettava”

“ No lei mi sta mentendo, no no no io non le credo LEI MENTE” Alexander non poteva credere a ciò che aveva appena sentito, William, il suo William sapeva dei suoi sentimenti? 

“ No è la verità lui stesso me lo disse dopo la gita in montagna” 

“ Ma… come… io non gli ho detto nulla.. davvero.. volevo farlo ma la paura mi ha sempre fermato… e se..se lo sapeva perché non dirmi nulla?” Alexander era sempre più incredulo, gli altri non sapevano cosa dire e per evitare di intromettersi rimasero in silenzio ad ascoltare.

“ Non ti ha mai detto nulla perché aspettava che fossi tu a dirglielo, sapeva benissimo del tuo forte sentimento e pensava che se te ne avesse parlato avrebbe rovinato una cosa importante così ha sempre aspettato che fossi tu a farti avanti, lui ti voleva bene, e sono sicura che avrebbe apprezzato il tuo amore” la Lady si alzò ed andò davanti ad Alexander, lui alzò gli occhi verso la donna e le lacrime che fino ad ora aveva sempre trattenuto vennero fuori, ed un urlò liberatorio uscì dalla sua bocca. Quel momento li riunì ancora più di prima e una cosa continuò ad affermarla, William era ed è sempre stato importante per loro.


NOTE AUTORE:
Ecco qua il secondo capitolo, è leggermente più lungo del primo, spero che vi possa piacere!

  
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