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Autore: Enchalott    14/11/2018    2 recensioni
La scena più straziante e profondamente coinvolgente di "Dragon Ball Z-Kai" è quella della morte di Vegeta, che sceglie il sacrificio. In seguito, lo ritroviamo inviato a combattere contro Majin-Bu e ci appare effetivamente diverso, anche se in realtà è trascorso pochissimo tempo. Che cosa è successo al principe dei Saiyan in quelle poche ore?
"Il principe si riscosse, preda di quel commento irriverente.
“Puah! Sei forse un nemico che ho dimenticato?”
“Il peggiore, oserei dire”.
“Vaneggi. Lui è ancora là…” rispose Vegeta, indicando gli eventi riflessi in cielo.
Goku ansimava vistosamente e aveva sciolto la trasformazione, riacquistando il suo aspetto naturale. Presto, le sue ventiquattr’ore sarebbero scadute e avrebbe fatto ritorno all’altro mondo. Era al limite. Majin-Bu, che non avrebbe più incontrato ostacoli, lo osservava con crescente curiosità.
“Andiamo… Non è certo Kakarott il tuo acerrimo nemico!”
“Che cosa ne sai, tu, dannato…”
“Lo so bene. Io sono la tua nemesi, sono quello che ha colto il tuo ultimo respiro, scaraventandoti quaggiù. Io sono quello che ti ha ucciso, Vejita” lo interruppe."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Solo due parole

Vegeta balzò a sedere sul letto, ancora stordito da quanto aveva sperimentato, faticando a regolarizzare il respiro. Avvertì il sudore scendere lentamente lungo la schiena, mentre indagava con i sensi tesi allo spasmo la penombra placida e familiare della stanza.
“Vegeta…”
Il suo nome, sussurrato in quel modo inconfondibile, lo riportò in toto al presente fisico, staccandolo dal legame con il mondo onirico.
“Bulma… dove siamo?”
“A casa…”
“Majin-Bu?”
“Lo avete sconfitto giorni fa…”.
Il principe le piantò in faccia quegli occhi scuri dal taglio allungato, intensi e penetranti, che erano un’arma non convenzionale. La fissò, come se si stesse accertando di non trovarsi davanti al residuo di una visione.
“Stavi sognando, ti ho sentito parlare mentre dormivi. Era tanto che non ti capitava” proseguì lei, sfiorandogli il braccio.
Lui non rispose, dirigendo lo sguardo alla finestra. La luna era velata dalle nubi e la sua luce occhieggiava sporadicamente attraverso la coltre sottile che la nascondeva.
Iniziò a ricomporre i pezzi, distinguendo l’accaduto dall’immaginato, cercando di arrestare il tremito impercettibile che gli attraversava le mani.
“Siamo vivi…” mormorò.
Bulma colse la sfumatura guardinga dell’affermazione e corrugò le sopracciglia, impensierita. Suo marito non era certo tipo da lasciarsi impressionare da un incubo.
“Mi vuoi dire che ti succede?”
“No” rispose lui, alzandosi.
“Ehi…!!”
Vegeta si accostò alla vetrata, stringendo le dita intorno alla tenda, il riverbero delicato della notte che gli pioveva sulle spalle nude in un complicato chiaroscuro.
L’esatta concatenazione degli eventi gli si dipanò agevolmente: tutto terribilmente reale e corretto, tranne l’incontro con la creatura che gli era gemella. Nessun alter ego comparso per strapazzarlo.
Infatti, non aveva nemmeno avuto tempo di adattarsi alla destinazione ultima, in quanto Enma l’aveva fatto richiamare, restituendogli il corpo affinché potesse appoggiare Kakarott nello scontro devastante contro Majin-Bu. Così era stato.
Il ricordo della fusione con il suo rivale affiorò prepotente, facendolo avvampare. Trovarsi l’uno nei panni dell’altro, essere una persona in due… e, dopo la vittoria, quello sfacciato si era destreggiato con maestria tra la sfrontatezza, l’ingenuità e la sincerità, trattandolo ancora come se fossero vecchi amici! Chi!
Le braccia di Bulma gli scesero delicatamente lungo gli omeri, distogliendolo dalle contorte riflessioni. La attendeva.
“Vegeta, ti prego, non lasciarmi fuori da te…”
Quello mai. Mai! Però, c’era una questione in sospeso…
“Come ci riesci?” le domandò secco.
“A fare cosa?”
“A guardarmi ancora negli occhi”.
Lei sorrise e non ebbe nessuna pausa tra la gioia scintillante nelle iridi turchesi e la risposta che gli fornì.
“Nessun prodigio. Semplicemente, ti amo”.
“Allora lo è!” esclamò lui, voltandosi e appoggiando la fronte contro la sua, socchiudendo le palpebre in quel contatto. “Lo è, perché non me lo spiego!”
Ancora una reazione priva di esitazioni, diretta al cuore.
“Vegeta, lo so che cosa stai pensando. Non lasciare che un fallo da cui ti sei già rialzato ti pesi sul cuore. Hai commesso un errore, ma i miei sentimenti non sono scemati. Io ti ho perdonato. L’amore è questo. Il nostro viene da lontano e non ho mai creduto di aver intrapreso un percorso facile quando ci siamo uniti per l’eternità. Ti ho visto lottare contro te stesso e sacrificare persino l’orgoglio per proteggere tutti noi. Quello che scorgo nel tuo profondo mi fa innamorare di te ogni giorno e, credimi, non smetterò mai di volerti accanto in ogni istante. Perciò dimmi, principe dei Saiyan: tu ti sei perdonato?”.
La domanda lo spiazzò. Da sempre era stata l’unica importante a cui avrebbe dovuto assegnare una risposta. Ora la conosceva. Stentò a trovare il fiato per replicare e lo fece con i battiti cardiaci fuori controllo.
“Lo chiedi a uno come me?” esalò, vincendo la commozione.
“Oh, uno come te… uno come te non teme di dire la verità e mantiene le promesse. È orgoglioso e fiero, non si arrende mai. Non ama le parole perché sa di non averne bisogno e porta con sé un universo fatto di passioni. Combatte e muore per amore, vive nonostante le ferite dell’anima e le accetta senza compromessi. Uno come te è qui tra le mie braccia, è tornato da me. Principe dei Saiyan… io, uno come te, lo sceglierei altre infinite volte”.
Vegeta si piegò su di lei, accostando le labbra al suo orecchio.
“Da sempre. Io ti amo da sempre”.
La dichiarazione deflagrarò per la stanza con una potenza immane e gli occhi di Bulma si inondarono di lacrime. Lui le posò le dita sulla bocca, per riuscire a proseguire.
“E’ vero, non sono bravo con le parole, ma alcune di esse non sono da temere. Vale la pena pronunciarle…”
“Vegeta…”
“Se non ci fossi stata tu… se io non ti avessi incontrata…”
“Va bene così, Vegeta” sorrise lei, compresa nel suo abbraccio “L’ultima volta che hai tentato di fare un lungo discorso, è nato Trunks…”
Il principe guerriero sorrise, socchiudendo le palpebre e arrossendo lievemente.
Teikyuketori” disse ancora, ricorrendo all’espressione massima del suo idioma “Offro me stesso e ricevo te”.
   
 
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