“Quindi è questo quello che succede ad andare in giro con te mezzosangue?”
Theodore Nott era molto più pratico di quanto Adhara avesse osato sperare, si muoveva con una grazia e una decisione che lei mai avrebbe osato pensare di poter ottenere con la bacchetta, attorno a loro regnava il caos più totale ed erano sfuggiti al controllo degli Aurors per ben tre volte prima di riuscire ad arrivare al piano designato. Nonostante la sua incredibile bravura con la bacchetta ovviamente il coetaneo non smetteva di tormentarla con uscite poco opportune il cui solo scopo era di infastidirla, come in quel momento.
“Andare
in giro con me?”
l'evidente scetticismo sul suo volto doveva
aver in qualche risvegliato la parte emotiva della muscolatura
facciale di Theodore, che per una volta la osservava con quello che
sembrava una leggera punta di cinico sarcasmo.
“Certo, prima ero al caldo dentro la mia scuola, poi tu e le tue cugine decidete di fare un macello con uno dei vostri incantesimi e mi ritrovo al Ministero perché giustamente mio padre vuole sapere come diamine sia stato possibile essere attaccato da un vampiro dentro il perimetro dell' infermeria, infermeria dove sono finito per colpa tua, e adesso sono qui, nel bel mezzo di un colpo di stato, scatenato per uccidere o rapire una tua sorella della congrega”
mentre completava il suo monologo Nott bloccò con la bacchetta un pezzo di muro che rischiava di diventare la loro tomba, dando Adhara sufficienti secondi per elaborare una risposta, dare corda a quella provocazione era ovviamente una pessima idea ma la sua giacca di ecopelle, ormai rovinata a causa di quelli che erano verosimilmente i parenti di Nott, reclamava la sua vendetta.
“punto primo, dovresti essere grato di essere qui a visitare il tuo stronzissimo padre e non ad Azkaban a trovare il tuo caro amico- STUPEFICIUM!” quella che sembrava una fluttuante nuvola di fumo nero dotata di forza propria ma che era in realtà una persona, come aveva avuto modo di constatare, andò a schiantarsi contro il muro più vicino, sorrise leggermente guardando lo sguardo decisamente stupito di Nott e smise immediatamente quando si rese conto che non era stupore ma autocelebrazione...doveva sentirsi così fiero e pieno di sé per averle insegnato quelle poche cose che aveva appreso a scuola in quei mesi.
“Punto secondo, tutta questa gente qui per quanto ne so potrebbe essere nel tuo albero genealogico. Punto terzo, non sei quasi stato ammazzato da niente...Kol non voleva ucciderti, non avrebbe messo Davina in pericolo per te, non hai nessun valore da vivo per lui...figuriamoci da morto”
“Oh
ma grazie tante, è davvero confortan-”
“Punto terzo”
Adhara continuò il suo monologo con le dita saldamente pressate
sulle labbra del compagno di classe, che sembrava molto infastidito
dalla situazione, ma non abbastanza da ribattere “Tuo padre è un
infame, un meschino e un assassino, non ti importa niente di lui e
nemmeno a me, e per quanto ne sai è stato lui ad organizzare questa
specie di attacco, punto quarto se non vuoi essere mandato in
infermeria forse dovresti evitare di puntare la tua bacchetta a
casaccio contro estranei, punto quinto, secondo te in che modo sono
responsabile dei tentativi di omicidio perpetrati contro Sophie
Deveraux?”
“Oh non saprei... dimmelo tu visto che siete così
intime a quanto pare, piuttosto perché non usi uno dei tuoi
incantesimi della congrega per tirarci fuori da qui?”
“Non
posso...” Adhara non sapeva se Theo fosse più infuriato o deluso
dopo quella risposta, ma la verità era che lei era davvero troppo
esposta, che la maggior parte degli incantesimi che usava di solito
erano considerati magia oscura e resi illegali e che una minore che
pratica magia oscura sarebbe costata a Sophie, oltre che la sua
libertà, la custodia su di lei e sulle altre... e viste le loro
alternative era meglio non correre rischi a meno che la situazione
non fosse diventata davvero insostenibile.
“Metterei Sophie in pericolo e non posso permetterlo...dovrò farmi bastare quello in cui ci siamo esercitati, prega che sia abbastanza”
“Meraviglioso!
Quindi va bene per voi praticare la magia oscura dentro le mura della
nostra scuola e spedire me in infermeria-”
“Quella che ho
usato per spedirti in infermeria era magia di base, non magia oscura,
smettila di adularti”
“-ma non utilizzarla per salvarci la
pelle al ministero della magia... stupendo!”
“Non capisco...sono venti minuti che ci muoviamo in questo posto, e in nessuna delle aule per gli interrogatori che abbiamo passato siamo riusciti a ritrovare Sophie”
“Il Ministero è molto più grande di quel che sembra, non ti ci puoi muovere liberamente senza esserci manco mai entrata prima” Theodore non la osservava neanche, era troppo preso ad assicurarsi che nessuno si avvicinasse a loro per dedicarle più tempo e attenzione di quanto non fosse strettamente necessario. Adhara si sentiva particolarmente stupida in quel momento, aveva sottratto se stessa e quello che stava diventando un bizzarro conoscente alla protezione di chi quelle mura e quei nemici li conosceva bene, si era abbandonata alla sua arrogante convinzione di poter trovare e proteggere Sophie, quando in genere era lei quella che trovava e proteggeva, senza la magia Ancestrale non aveva nulla da canalizzare, senza le sue amiche non aveva la magia del raccolto, senza New Orleans non aveva la libertà di usare la sua magia in modo completo, l'incantesimo sbagliato, troppo potente avrebbe fatto cedere Freya e le avrebbe messe tutte in pericolo, eppure Theodore era lì a farle da scudo aspettandosi qualcosa da lei da un momento all'altro, anche lei si aspettava qualcosa da se stessa da un momento all'altro ma uno qualsiasi dei suoi incantesimi sarebbe stato troppo lento contro quegli individui che, grazie a quella bacchetta che le sembrava ancora un arnese che snaturava qualsivoglia pratica magica, potevano lanciare incantesimi molto più velocemente di quanto potesse fare lei.
“Io non so cosa fare... mi serve un posto, un posto sicuro... e vuoto, tenterò un incantesimo di localizzazione, così non dovremmo girare a vuoto” quando vide lo sguardo del Serpeverde vagare da una zona all'altra del piano sbuffò sonoramente, sperando di attirare la sua attenzione che a quanto pare vagava altrove, eppure quando Theo la prese per un braccio e la costrinse a seguirlo tra polvere e incantesimi sconosciuti i due si infilarono in una stanza vuota, prima che Theodore si richiudesse la porta alle spalle Adhara riuscì a catturare il nome del proprietario di quello che era a tutti gli effetti un ufficio.
“Chi è Alastor Moody?”
“Ti ricordi l'Auror che voleva interrogare Draco? Quello con l'occhio incantato... sebbene sia in pensione tiene un ufficio per il reclutamento di nuovi Aurors, con questo disastro dubito che farà un salto in ufficio”
“Sì ora ricordo...è il tizio da cui ho salvato i vostri deretani purosangue”
“Non ce ne sarebbe stato nessun bisogno se tu non avessi fatto entrare un vampiro a scuola”
“Sshh”
Quel battibecco, nel quale Theodore aveva ragione per quanto le costasse ammetterlo, li stava portando entrambi solo verso un grosso esaurimento nervoso quando lei avrebbe dovuto trovare invece un incantesimo che la portasse verso Sophie, si guardava attorno spaesata, senza Monique non aveva nessuno a portata di mano che fosse parente di Sophie con cui praticare un incantesimo di sangue, non aveva nulla di Sophie con sé e non aveva né una mappa né della sabbia, l'incantesimo di localizzazione sarebbe stato più difficile del previsto, ammesso e non concesso che funzionasse e che quel luogo non avesse protezioni magiche in grado di bloccare la sua magia.
“Ci servono delle cose”
“Ci?”
“Nott, prima troviamo Sophie prima ce ne andiamo da qui...oppure ti piace così tanto passare del tempo con me?” il sopracciglio del Serpeverde si alzò così tanto che Adhara temette che gli potesse cadere la fronte da un momento all'altro, era diventato troppo espressivo tutto in una volta e quell' aria conigliesca che teneva a scuola era sparita per far spazio a un atteggiamento molto più arrogante e provocatorio, Theodore iniziò a moversi con agitazione nell'ufficio cercando qualcosa che, vista la sua totale capacità di ascolto, non avrebbe trovato, Adhara lo osservò per qualche secondo prima di mettere fine a quel ridicolo tentativo di rendersi utile.
“Nott”
“Cosa vuoi?”
“Non ti ho detto cosa serve”
Si fermò a guardarla, odiando il risolino che stava faticando a trattenere, lo mutò in un sorriso seccato e isterico e le fece cenno di andare avanti “Una mappa di questo posto-” la vendetta di Theodore non tardò ad arrivare quando subito dopo un Accio appena sussurrato una mappa le arrivò effettivamente in testa, cogliendola completamente alla sporvvista e impedendole di mantenre un'aria dignitosa anche dopo aver iniziato a massaggiarsi la testa
“Lurido piccolo basta-”
“C'è altro?” lo disse fin troppo compiaciuto e quando Adhara iniziò a frugare in giro all'ufficio si chiese se non stesse cercando qualche arma bianca per toglierlo di mezzo, soprattutto visto che continuava a massaggiarsi teatralmente la testa pur essendo perfettamente consapevole che una mappa di carta, per quanto grande, arrotolata e incantata, non poteva averle fatto tutto quel male.
“Ci
serve qualcosa di Sophie o il sangue di qualche suo parente, visto
che il secondo elemento è introvabile qui sto cercando di capire se,
visto che quest'uomo è non solo il responsabile del suo arresto ma
anche la persona che l'ha assunta, posso trovare qualcosa che le
appartenga, un curriculum, un documento...una lettera, qualunque
cosa”
“E tu sei venuta qui senza portarti niente?”
Trovarsi in quel luogo con Adhara, i Mangiamorte e suo padre, e il caos attorno si stava trasformando in un'esperienza davvero sconvolgente, la cosa ancora più sconvolgente però era il modo in cui la ragazza lo guardava che sembrava dirgli Perché mi sarei dovuta portare dietro qualcosa? E Theo cominciava a domandarsi se la cosa veramente sconvolgente non fosse in realtà la sua opinione su quelle quattro che lo portava ad aspettarsi cose un po' troppo eccessive forse.
“Ti
rendi conto che siamo nell'edificio dell'istituzione magica più
importante del paese? Sai quanto è stato difficile ottenere questo
colloquio? Secondo te dovevo mandare tutto all'aria per cosa? Per
farla evadere?”
“E non è quello che stiamo cercando di fare
adesso?”
“Beh sì in effetti...ma non avevo calcolato il
fattore assassini in nero quando sono uscita da scuola stamattina”
non aveva tutti i torti, a nessuno verrebbe in mente di dover
affrontare un gruppo sovversivi dentro un edificio pubblico, l'unico
a cui era capitato era Potter e non è che ogni persona del Regno
Unito dovesse affrontare quello che affrontava lui. Ciò che pensava
però, dopo quello che era capitato a scuola, era che magari quelle
quattro non si comportassero esattamente come delle normali persone
del Regno Unito e che per cui non si sarebbero fatte intimorire da
quello che la legge prevedeva per chi utilizzava magia non consona.
“Trovato!”
sventolava un mazzetto di fogli come se fosse la cosa più importante del mondo, rischiando di perderne qualcuno in aria per l'eccitazione... in effetti per essere una cosa importante non se ne prendeva troppa cura.
“Vuoi
illuminarmi?”
“Il contratto di assunzione di So', è un
contratto magico, questo vuol dire che la sua magia è legata alla
carta di conseguenza-” “-lo puoi usare come tramite per qualsiasi
incantesimo tu abbia in mente di mettere in pratica per trovare la
Deveraux”
“Più sveglio del previsto Nott... forza dammi una mano, ci manca ancora una cosa” la ragazza inginocchiandosi a terra e facendo cenno al compagno di fare altrettanto cominciò a raccogliere vari frammenti di mattonelle caduti a terra a causa delle varie collutazioni, il Serpeverde le riservò la stessa occhiata schifata che le aveva riservato quella mattina quando l'aveva vista seduta a terra fuori da scuola, provò pena per lui Adhara, tutta quella diffidenza nei confronti dello sporco e della terra dovevano significare un'infanzia priva di giochi all'aperto, non doveva essere facile essere Theodore Nott, e neppure essere uno qualsiasi dei suoi compagni di casa. Gli sorrise con una dolcezza ed una eccitazione un po' canzonatorie ma Theo non se lo lasciò ripetere, si ingonocchiò accanto a lei e cominciò a creare un piccolo cumulo di rimasugli di mattonele “Mi dici anche a cosa servono?” “Per l'incantesimo ci serve della sabbia, non credo che sia facile trovarne dentro un ufficio visto e considerato che non la usate per i vostri incantesimi, pfrantumeremo questi resti e pregheremo Salazar che funzionino lo stesso”
Appena ne ebbero racimolati abbastanza fu Theodore a farli a pezzi mentre Adhara li posizionava sopra la mappa del ministero, accartocciò il contratto magico in modo tale che potesse rimanere chiuso tra i suoi pugni
“Ora prendimi le mani”
“Come prego?”
“L'incantesimo funziona meglio se lo facciamo in due...prendimi le mani!”
Raggiungendo livelli di diffidenza e scetticismo che non pensava avrebbe mai provato in tutta la sua vita il ragazzo accolse la richiesta e prese le sue mani, Adhara le posizionò sopra la mappa iniziando a stringere la presa in modo forte e deciso, e per un momento Theo lo sentì il flusso della magia scorrergli sotto la pelle, anche senza bacchetta.
“Ripeti dopo di me... Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque”
“è...francese?
Avete incantesimi in francese?”
“Si chiama Quartiere Francese
per un motivo Nott, te lo ripeto: Ce
che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro
la busque”
“Oh Salazar aiutami... Ce che vous pour-” “Ce che vous pro Nott, concentrati: Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque”
“Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque”
“Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque. Ce che vous, pro la busque”
La magia iniziò a scorrere, dalle sue mani a quelle di Adhara, da quelle di Adhara alle sue, non aveva bisogno di aprire gli occhi per sapere che la sabbia aveva iniziato a muoversi sulla mappa tracciando un percorso, non aveva bisogno di guardarsi attorno per capire che quel vento che si era levato lo stava scatenando lei. Era solo un incantesimo di localizzazione eppure non si era mai sentito tanto inebriato dalla magia prima di quel momento, comprendeva come mai Adhara e le sue finte cugine trovassero l'utilizzo di una bacchetta così difficile, la sintonia che lui aveva con la sua bacchetta era assoluta e totale e avere quel tipo di legame con delle persone deve dare alla magia una dimensione infinitamente più completa e assoluta, e se poteva rendersene conto lui che con Adhara non andava neanche granché d'accordo non riusciva ad immaginare niente che lei e quelle ragazze alle quali era così legata non potessero realizzare assieme. Era eccitato e intimorito allo stesso tempo e quando Adhara lasciò andare la presa sentì il fiato spezzarsi...perché per quanto si ostinasse a considerarle delle barbare poco integrate non poteva fare a meno di desiderare ancora la completezza che gli aveva fatto provare quel singolo incantesimo.
“Non
capisco...”
“Qualcosa è andato storto?”
“No la sbbia indica un punto preciso...ma quel punto è...beh...qua, questo ufficio e non ha alcun senso perchè noi siamo passati prima di qua, ma non c'era niente era tutto-”
La frase di Adhara rimase spezzata a mezz'aria appena un orribile e perfettamente plausibile scenaro si fece strada nel suo cervello usando la sua macabra immaginazione come mezzo di trasporto.
“Era tutto crollato” concluse Theo, studiando un terrore che non aveva mai visto negli occhi della compagna ma che conosceva bene visto che era lo sguardo che assumeva Draco ogni volta che si parlava di sua madre, da sola prigioniera in casa sua... in perenne pericolo di vita.
“Dobbiamo tornare indietro...devo tirarla fuori, potrebbe essere morta”
“Ora
non esagerare, rifletti, Sophie è una strega preparata, ed è
passata solo mezz'ora da quando è iniziato l'attacco, questo vuol
dire che crollo o non crollo Sophie dovrebbe avere abbastanza
ossigeno per respirare, se ci sbrighiamo possiamo riuscire a tirarla
fuori, sempre che il tuo incantesimo sia riuscito”
“I miei
incantesimi riescono sempreTheo...sempre”
Il Serpeverde cercò di ignorare la velata minaccia che quelle parole racchiudevano, come se lui non avesse ancora sufficientemente sperimentato sulla sua pelle quanto i suoi incantesimi le riuscissero ogni volta che li pronunciava. Stava per aprire la porta quando sentì la presa di Adhara avvolgergli la mano, per un breve pensò si trattasse di una ricerca di conforto e protezione da parte della ragazza, poco dopo coprese che era lei che cercava di proteggere lui.
“Invisique”
***
L'avevano svegliata quella mattina informandola che avrebbe avuto delle visite, e Sophie Deveraux aveva atteso, e atteso, e atteso. Non aveva idea di chi potesse venire a trovarla, visto che Rebekah era stata sospesa dal suo impiego per ulteriori indagini e che né Sirius né Tonks sembravano voler avere a che fare con lei, eppure quando le si presentò Pevensie quella mattina dicendole che finita la sua sessione di interrogatori una ragazzina della sua congrega le avrebbe potuto parlare per qualche minuto l'apprensione prese il sopravvento, e immaginare una qualsiasi delle ragazze da sola in quel luogo che non era loro amico non la lasciava per nulla serena. Avrebbe cercato di rifiutarsi se solo un'azione del genere non avesse generato più sospetti di quelli che doveva già dissipare.
Non sapeve chi delle quattro si sarebbe presentata ma sapeva che in ogni caso sarebbe stata un'idea tremenda, quella sensazione fu avvalorata ulteriormente dall enorme esplosione che aveva appena investito le sue orecchie...e il suo corpo...spedendola a terra e facendola sbattere contro il muro dall'altra parte della sala.
Non fece a tempo ad alzarsi che un incantesimo la schiantò di nuovo, rischiando di farle perdere i sensi, cercò di aprire gli occhi per distinguere la figura che le si stava avvicinando, vestita di nero e con il volto coperto da una maschera argentata...Un Mangiamorte...era disarmatae confusa e a terra e le sue manette le impedivano di usare la sua magia. Era da sola in balia di un assassino e ciò che era peggio era che una delle ragazze era dentro il ministero e che lei doveva trovare il modo di sopravvivere almeno per proteggerla, fosse Davina, Cassie, Adhara o Monique. Il pensiero di sua nipote da sola in quel luogo le gelò il sengue e iniziò egoisticamente a sperare che si trattasse di una delle altre.
“Credevi che ti avremmo lasciata in pace per sempre Deveraux?”
Una mano impregnata dell'odore del sangue la afferrò per i capelli costringendola ad alzare lo sguardo, il viso contratto di Alecto Carrow la osservava con derisione e pietà, pietà per quello che stava per farle.
“Non saprei Alecto... era da un po' che non vi facevate vivi, ho iniziato a pensare che il tuo Signore avesse paurAAAHHHH”
la maledizione cruciatus le fece più del previsto, anche se in effetti non si può mai prevedere quella sensazione della pelle che si lacera e del corpo che viene torturato da centinaia di minuscoli aghi. Non è la prima volta che la subiva, le era capitato altre volte, sempre per mano di Alecto. La odiava e ne aveva valido motivo, in un certo senso le aveva rovinato la vita, in un altro senso Alecto la vita se l'era rovinata da sola e riversava su di lei tutta la sua frustrazione.
“Sai Sophie, ho immaginato tante volte di rivederti... e di fartela pagare, ma mai avrei pensato di doverti venire a prendere proprio qui, è simbolico ti pare? Ti sei sempre battuta per la libertà di tutti e adesso ti hanno rinchiusa”
“Sì sai com'è, ho fatto il culo a uno dei vostri e gli Auro hanno iniziato a temere la competizionAAHH”
Questa volta riuscì a controllarsi e asopportare il dolore un po' meglio, Alecto era bravina con le torture anche se troppo emotiva, non era come Bellatrix, le sue torture riflettevano un'instabilità emotiva molto meno fredda e calcolata, Alecto aveva dei punti che potevano essere toccati per farle perdere la concentrazione e in quel senso era un bene che l'avesse trovata lei e non qualcun altro.
“Perché non mi parli di te invece... alla fine sei riuscita a sposarti oppure Regulus non è stato l'unico darti il ben servito?”
sorrise per un momento beandosi della rabbia che leggeva negli occhi della donna, prima che un calcio di quest'ultima le spezzasse il respiro. Doveva esserci riuscita a farla arrabbiare, per i purosangue un fidanzamento spezzato era una grossa vergogna, e il modo in cui Regulus aveva spezzato il suo era stato uno spettacolo tragicomico che Sophie avrebbe sempre ricordato con affetto.
“Sai...sarebbe
vivo, se tu non lo avesse spitno di nuovo tra le braccia di quella
puttana Scozzese, come ci sente So'? Ad essere la causa della
sofferenza di coloro che hai attorno?”
Si fece prendere alla
sporvvista Sophie da quelle parole, perché facevano male e perché
Alecto evidentemente conosceva i suoi punti deboli molti meglio di
quanto lei non conoscesse quelli della Mangiamorte, ma ne era valsa
la pena, si disse, di essere presa alla sprovvista per poter
osservere Alecto che veniva schianta e appesa a testa in giù da
Sirius Black, per un attimo le parve di essere di nuovo a scuola e
iniziò a ridere sinceramente ignorando il dolore che le pervadeva il
corpo.
“Smettila...andiamo forza”
l'amico l'aiutò ad alzarsi e le levò le manette per permetterle di usare i suoi incantesimi, la condusse fuori dopo aver accuratamente sistemato Alecto ed essere sicuro che qualcuno la ritrovasse.
“Sir
ti ringrazio, ma devo andare a cercare-”
“Adhara sì, l'ho
accompagnata questa mattina assieme a Theodore Nott, avrebbero dovuto
portertela, ero certo di trovarla qui”
“Adhara? È venuta lei
quindi... senti dove hai lasciato lei e l'altro ragazzo”
“In
un'aula per gli incotri con Nott senior, dovevano restare insieme e
lì c'erano abbastanza Auror per entrmabi”
Sophie fino a quel momento era stata certa che il terribile susseguirsi degli eventi di quei mesi fosse solo frutto dell'incredibile capacità di Voldemort di giocarsi le sue carte, invece a quanto pare si trattava semplicemente di un'incredibile dose di poca professionalità dei suoi colleghi.
“Fammi capire...tu hai lasciato due minori con un assassino e delle reclute inesperte?”
Sirius la prese per le spalle sbuffando leggermente, non gli piaceva quando le persone contestavano le sue decisioni, soprattutto quando quelle persone avevano ragione e quelle decisioni non erano neanche sue a dirla tutta.
“Gli
Auror sono ben addestrati, cosa ti aspetti che succeda che Nott
prenda in ostaggio uno dei ragazzini e che scappi chissà dove con
più di cinque Auror a fargli la guardia? Andiamo So-”
“SIGNORE”
un giovane Auror li raggiunse col fiatone e il volto bianco come quello di un fantasma e sia Sophie che Sirius compresero che, oltre al caos generale, doveva qualche altra cosa che non andava e che minacciava di rendere quella giornata peggiore rispetto a quanto già non fosse.
“Nott
e scappato...e abbiamo perso i due ragazzini”
“Cos---come
avete fatto a perdere due ragazzini?”
“Nott ha rubato una
bacchetta, abbiamo iniziato a duellare, abbiamo cercato di tenerli
fuori dai guai ma la ragazzina si è divincolata ed è schizzata
fuori, seguita a ruota da quell'altro”
“Fatemi capire vi siete fatti mettere nel sacco da due sedicenni?”
Senza neanche starlo a sentire Sophie aveva iniziato a correre precipitosamente lontano dalgi Auror, entrando in ogni stanza e sperando ogni volta di vedere il volto della sua figlioccia spuntare da qualche parte, ma non c'era, non era da nessuna parte e tutto attorno regnava il caos, tra auror, dipendenti e mangiamorte non si capiva più nulla, si arrestò improvvisamente quando, raggiunta da Sirius sentì la sua mano stringerle il braccio con una forza anche troppo rassicurante per uno scapestrato come lui.
“Li troveremo, resta con me e ti prometto che li troveremo”
lasciandosi guidare dall'uomo continuò a ispezionare ogni stanza che si trovava sul loro passaggio, cercando per quanto possibile di non farsi prendere dal panico, e sperando di non trovare i due sedicenni troppo tardi, Sirius più che dalla ricerca sembrava preso da lei. Pareva sempre sul punto di chiederle qualcosa e nei suoi occhi Sophie leggeva la stessa curiosità nascosta che le ci aveva visto molti anni prima quando Sirius si era presentato fuori dalla sala comune di Tassorosso a chiedere di Regulus, lo aveva cacciato quella volta, in malo modo, ma in quel momento, in cui entrmabi erano adulti feriti, le sembrava doveroso dargli delle spiegazioni.
“Ho
sentito qualcosa mentre parlavi con Alecto... parlavate di Regulus
vero? Doveva davvero sposarla?”
“Sai è strano che tu chieda
a me dettagli sulle ragazze di tuo fratello”
la curiosità si
trasformò in senso di colpa, perché quanto Sirius non potesse
pentirsi di essersene andato da Grimmould Place si sarebbe per sempre
pentito di non aver trascinato il suo fratellino fuori da lì con la
forza.
“Sì,
dovevano sposarsi, aveva deciso tua madre... e per un po' Regulus ci
aveva provato, sai dopo che tu...insomma... non voleva deluderli,
voleva dar loro un po' di serenità, ma non ha funzionato”
“Non
ha funzionato per colpa tua?”
“Direi per merito mio”
“Ha
detto che lo hai spinto tra le braccia di una puttana scozzese”
“Però! Hai aspettato parecchio prima di intervenire...”
Sirius non rideva, la osservava e basta, voleva delle risposte, risposte che lei non era prnta a dargli, quando lei e Aisling avevano iniziato a diventare amiche di suo fratello e di Rabastan lui aveva fatto ogni cosa per tenerle lontane, era il suo modo bizzarro di proteggerle dalla sua famiglia, e se lei non lo aveva capito anni addietro lo capiva ora. Era stata convinta che Sirius non sopportasse gli occhi di Aisling che brillavano per suo fratello ma ora si rendeva conto che a guidare le azioni avventate di Sirius era un sentimento molto più disinteressato della gelosia, e ora era il nome di Aisling che aleggiva tra loro, senza che nessuno dei due avesse davvero il coraggio di pronunciarlo.
“Sai
abbiamo vissuto assieme per un po', io lui e Rabastan...avevamo un
appartamento”
fu certa di sentire una risata soffocata, simile
ad un ringhio provenire dal suo amico, del resto Sirius Black aveva
sempre riso come se abbaiasse, era una sua caratteristica, che lo
rendeva così simile al mastino della costellazione di Orione che gli
dava il nome.
“Mio
fratello...viveva in un appartemento...con te...senza elfi domestici”
“Già, io lavoravo da Magie Sinister”
“Cosa? Stai
scherzando?”
“Ehi, fuggivo da New Orleans...dovevo
guadagnarmi da vivere in qualche modo”
“C'è differenza tra
il guadagnarsi da vivere in qualche modo e il guadagnarsi da vivere
lavorando da Magie Sinister, adesso mi dirai che anche Aisling faceva
parte di questo bel quadretto”
era un sarcasmo furioso, non
tanto per i segreti tenuti, quanto per la consapevolezza che lei ed
Aisling erano passate sopra qualcosa che lui non avrebbe mai
perdonato, manco a suo fratello: l'essere Mangiamorte.
“Se
vivevate assieme allora tu lo sapevi...quello che faceva”
“Lo
sospettavo, ma sia lui che Rabastan sono stati molto attenti a non
coinvolgermi, era strano sai, ci hanno provato davvero a tenermene
fuori, poi mi sono lasciata fregare da Evan Rosier”
“Sophie Deveraux...tu devi rivedere i tuoi gusti in fatto di uomini per Godric, abitare con mio fratello e uscire con mio cugino... per caso eri pure amica di Bella? A questo punto non mi sorprenderebbe”
questa volta era il suo turno di ridere, sinceramente, come non vìfaceva da tanto, era certa che tutto sarebbe andato bene quando un improvviso boato sbalzò via sia lei che l'Auror, Sirius fece appena a tempo ad afferrarla e a trovare riparo per entrmabi dentro una stanza, vuota come tutte quelle che avevano trovato fino ad ora. Quello che nessuno dei due riuscì a fermare fu il crollo successivo che li improgionò dentro la stanza senza lasciargli nessuna via d'uscita.
“No, no no no no... avanti spostati”
“Sophie...Sophie ferma, non serve a niente, fammi provare con la bacchetta”
prima che riuscisse anche solo a pronunciare un altro incantesimo ci fu un altro crollo, questa volta la mole di mattone li investì in pieno, Sophie fece giusto in tempo a pronunciare un incantesimo difensivo prima che lei e Sirius venissero completamente bloccati dal crollo.
“Adesso
cosa facciamo?”
“Ho perso la bacchetta... non puoi usare la
magia della congrega?”
“Ma certo! Chiedo aiuto, distogliendo
la mia magia dall'incantesimo che sto già attuando, con due
tonnellate di cemento che rischiano di caderci in testa” rispose
Sophie senza nascondere l'evidente fastidio che quella richiesta le
aveva provocato, l'avevano infondo confinata per quella stessa magia
che lui ora le chiedeva di usare per salvargli la vita... non c'era
da stupirsi del suo prendere male la notizia, davvero non c'era da
stupirsi. Sentiva il respiro irregolare della strega accanto a sé e
si rese conto, Sirius Black, che mai nella vita aveva visto Sophie
Deveraux in preda ad emozioni che fossero diverse da gioia o
collera... eppure in quel momento la donna gli pareva perfino
“Spaventata?”
“Un po'” Sophie lo ammise senza farsi troppi problemi, era
sepolta viva con la sua figlioccia lì fuori sola e impreparata.
Poteva morire lì e la sua morte voleva dire che le ragazze sarebbero
rimaste da sole, da sole in balia in Klaus e degli originali e per
quanto sperasse che Cami riuscisse a tenere tutti uniti sapeva che ci
sarebbe voluto molto più di lei per impedire ai vampiri di sfruttare
la loro magia se ne avessero avuto bisogno. Aveva scelto
l'Inghilterra di tutti i luoghi del mondo soprattutto per concedere a
quelle quattro almeno un anno normale nella loro travagliata
esistenza.
“Sai...non dovresti preoccuparti troppo”
“Una
ragazzina della mia congrega è là fuori da sola e verosimilmente in
pericolo...dimmi anche tu non ti preoccupi quando Harry Potter e i
suoi amici sfidano l'Oscuro Signore?”
lo sentì sussultare,
doveva aver fatto centro, era simile l'apprensione che provavano,
solo che Sirius Black era rimasto chiuso in una cella per dodici
anni, mentre lei aveva assistito ad ogni genere di orrore negli anni
passati per cui nella sua testa si accostavano tutti i più orribili
scenari appena provava ad immaginarse le fanciulle del raccolto di
nuovo abbandonate a loro stesse.
“Mi è sembrata sveglia sai?”
“Oh non lo immagini nemmeno...è sveglissima, e probabilmente ha già trovato il modo di mettersi al sicuro, è una vera Serpeverde”
“Serpeverde?”
le
sembrava quasi di vederlo il volto schifato di Sirius, lui coi
Serpeverde non aveva un bel rapporto...se solo avesse saputo... se
solo avesse immaginato.
“Sai
credevo che il vostro non mandare le streghe a scuola fosse
l'equivalente di un furto dell'infanzia...ma se devono finire a
Serpeverde forse è meglio così”
“Sirius”
“Va bene, forse ripensandoci non è così tragico, insomma c'è di peggio... il fatto che non sia purosangue esclude quantomeno che possa diventare Mangiamorte... magari è solo una ragazzina ambiziosa chissà”
“Sirius! È tua nipote” urlò per farsi sentire e finalmente il collega rimase in silenzio, non lo vedeva ma poteva sentire gli occhi dell'uomo su di sé, non lo udiva più... nemmeno respirare e l'aria si era fatta incredibilmente più pesante.
“è mia...cosa?”
“Ti
ricordi quando eravamo a Diagon Alley... e hai esternato la tua
felicità per le mancate frequentazioni tra Aisling e tuo fratello?
Beh forse potrei aver mentito un po' riguardo alla distanza che
effettivamente si era frapposta tra i due”
“...lei è...è la
figlia...”
“...di Regulus”
“La figlia di Regulus...e
di Aisling” disse ormai completamente assorto nei suoi pensieri e
sconvolto dalla notizia, Sophie non ci aveva propriamente
riflettuto, ma potevano morire da un momento all'altro, le sembrava
giusto che lo sapessee se fossero sopravvissuti avrebbe trovato il
modo di farglielo accettare... poteva quasi sentire le domande
silenziose che Sirius non aveva i coraggio di porle, Come
hai potuto mentirmi? Come hai potuto tenerla nascosta? Come hai
potuto tenerla lontana dall'Inghilterra?
“Come hai potuto permettere che finisse a Serpeverde?”
esasperazione, ecco a cosa la portava Sirius Black, all'esasperazione, lei gli confessava di avere una nipote e lui si preoccupava del colore della cravatta.
“Davvero?
È questo che ti interessa? La sua Casa?”
“Certo che sì! Che
altro dovrebbe interessarmi? E come hai potuto permettere che non
studiasse ad Hogwarts? Che razza di educazione ha ricevuto prima di
venire qui?”
“Ha vissuto a New Orleans negli ultimi otto
anni, è a tutti gli effetti una strega della congrega perciò
studiava con le ragazze della congrega, è una fanciulla del raccolto
sai? Ed è molto portata per la miagia avanzata” non specificò
esattamente che magia avanzata ne suo linguaggio era magia
considerata oscura in quasi tutti gli altri linguaggi, ma Sirius
cercò di fare finta di niente, oppure semplicemente il suo cervello
censurò quella notizia per non sconvolgerlo ulteriormente.
“Quindi fammi capire, mio fratello ha avuto una figlia segreta, è morto e Aisling è venuta da New Orleans?” lo disse con una furia nella voce che Sophie non se la sentì di mentire ulteriormente, era certo ormai che se non l'avesse uccisa la roccia, o quella bizzarra rivolta, lo avrebbe fatto Sirius e sarebbe stata una morte molto ridicola conoscendo il soggetto.
“Non
esattamente... si sono spostate molto negli anni e Aisling ha
tagliato i rapporti per non essere rintracciata e per non mettermi in
pericolo...stava scappando, quando è morta dieci anni fa-”
“Aspetta, dieci anni? Hai detto che Adhara è stata a New
Orleans solo otto anni fa, dove è stata per tutto il resto del
tempo?” Sirius non poté fare a meno di chiedere quell'ultima
informazione con dell' apprensione nella voce perché per quanta
rabbia nutrisse per l'essere stato tenuto all'oscuro sapeva bene che
nessuno sano di mente, all'oscuro della sua innocenza, lo avrebbe mai
cercato per fargli crescere una bambina... quale genitore snaturato
lascerebbe infatti una ragazzina con un probabile pluriomicida?
“è stata con il suo padrino...Rabastan”
a quanto pare ce la avrebbe lasciata suo fratello, voleva vedere Sophie, sentiva l'impellente necessità di osservare il suo volto rosso per il senso di colpa, considerando a conti fatti che quella bugia ne confermava pure un'altra
“Quindi non è vero che sono quasi vent'anni che non vedi Rabastan... per GODRIC SOPHIE! È un pazzo e un assassino e tu gli hai dato rifugio!”
“Lo ha rifiutato, ha solo lasciato Adhara e se ci pensi a conti fatti meglio così, immagina se l'avesse portata da Malfoy anziché da me come sarebbe potuta diventare... e poi non è che bastino due anni con Rabastan a trasformare qualcuno in un mago oscuro”
si attese che l'amico ribbattesse in qualche modo, ma non avvenne nulla, sentì solo il peso del cemento venire a mancare e iniziò ad udire un incantesimo pronunciato da una voce conosciuta.
“Phasmatos Motus Robix, Phasmatos Motus Robix”
iniziò e percepire un bagliore luminoso e poco dopo poté distinduere due figure fuori, quella di Adhara concentrata nel suo incantesimo e quella di Theodore Nott che la osservava affascinato, afferrò Sirius ancora confuso da quel susseguirsi di confessioni e appena incrociò lo sguardo della ragazza Adhara seppe di poter lasciar andare l'incantesimo e con esso il peso del cemento.
“Oh
Sophie per fortuna! Non sai che spavento che mi sono presa”
“Adhara perché avete chiesto di vedermi? È successo
qualcosa?”
“Ho avuto una strana visione un po' di tempo fa, a
che fare con Vince, ma non solo, abbiamo saputo che eri stata
arrestata e non riuscivamo ad entrare in contatto con ma Cami ci
aveva informate dei sospetti di Rebkah riguardo a Freya così abbiamo
deciso di renderci utili”
“Hanno fatto entrare un vampiro a
scuola... ecco come si sono rese utili”
le due che avevano parlato tra loro dimenticandosi completamente degli altri presenti tornarono a prestare attenzione ai due spettatore che le osservavano con un impellente curiosità negli occhi eppure nessuno dei due lesse sconcerto quando Sophie tornò a prestare attenzione alla ragazza
“Chi avete fatto entrare?”
“Nessuno...
non esattamente almeno...”
“Adhara!”
“In mia difesa
vorrei dire che nessuno si è fatto male... non seriamente almeno...
e che ne andava della felicità di Davina, insomma come dovevamo
fare?”
“Oh no, no non me lo dire...siete
impazzite? Volete
farvi arrestare per caso?” quelle quattro l'avrebbero uccisa prima
o poi, ci sarebbero riuscite e sulla sua lapide qualcuno avrebbe
scritto che pessima tutrice fosse, sentì gli occhi di Sirius puntati
addosso e sapeva che quella conversazione non sarebbe finita bene.
“Vorreste
spiegarlo anche a noi?”
“Noi non abbiamo fatto entrare nessun
vampiro...ne abbiamo riportato in vita uno”
sia Theodore che
Sophie non ebbero il coraggio di dire nulla, Adhara optò per il
silenzo strategico mentre Theodore la trafiggeva con lo sguardo, fu
Sirius quello a riprendere la parola, voltandosi contrariato e con
una certa ovvietà dipinta in volto si rivolse di nuovo a Sophie, che
non aveva il coraggio di alzare lo sguardo
“Ha
sedici anni, solo sedici anni... mia nipote ha sedici anni e pratica
la necromanzia.
Menomale
che non sarebbe successo niente a lasciarla con Rabastan per due anni
vero Sophie?”
“Aspetta glielo hai detto?” Sophie si perse
l'espressione sconvolta della sua figlioccia troppo occupata a
cercare di capire come comportarsi con Sirius per affrontare anche
crisi adolescenziali dettate dalla fiducia tradita.
“Non
eri tu quello che sosteneva che ogni minoranza dovevano esprimere il
loro essere in ogni luogo? Vale per i lupi mannari ma non per le
streghe delle comunità libere?”
“Era prima che avessi una
nipote in una di queste comunità!”
“In
difesa di Rabastan vorrei dire che l'incantesimo lo hanno fatto in
quattro e che solo una è Serpeverde e sua figlioccia... cioè io, e
il fatto che Sophie abbia avuto una crisi di onestà non vuol dire
che lei abbia il diritto di dirmi come devo essere!”
“Oh sì
invece che ce l'ho e c'è anche un'altra novità...tu resti ad
Hogwarts, basta con tutte queste stupidaggini della congrega?”
“Sirius
Black è tuo zio-” Theo era rimasto in silenzio per gran parte di
quella conversazione ma quando decise infine di prendere la parola la
testa di Adhara scattò nella sua direzione, con le guance rosse e
gli occhi ardenti di furia e lui si godé il momento, sogghignò e le
posò l'indice sulla fronte “Tu-” premendolo leggermente e
beandosi delle smorfie che Adhara iniziava a manifestare “ sei la
figlia di Regulus Black... avevo ragione, aspetta che lo sappiano gli
altri tu piccola bugiarda-” “Theo! Non ti sembra di dimenticare
qualcosa? Un certo favore...che ho fatto a un tuo certo amico, io non
vorrei interpretare le tue parole come una minaccia ma sarò
costretta a farlo e a comportarmi di conseguenza se non mi lascerai
in pace”
“Ma bene! Sedici anni e minaccia già i suoi
coetanei... un capolavoro” “Sirius piantala”
“No Sophie fallo finire! Insomma è stato un fratello così premuroso e uno zio così presente che sarebbe scortese non dargli la possibilità di esprimersi giusto? Oh no...” Adhara assunse un'espressione canzonatoria che oltre al suo viso coinvolgeva anche il resto del corpo, si avvicinò a quello zio ritrovato incurante della sua mascella serrata e del suo sguardo improvvisamente cupo.
“Tu non c'eri, io sono nata e tu non c'eri, mio padre è morto e tu non c'eri, sono stata portata a New Orleans e tu non c'eri, sono venuta ad Hogwarts e Sophie ha aspettato di essere in punto di morte per rivelarti la mia identità” fece una pausa avvicinandosi ancora di più, ignorando tutti i segnali che Sophie sembrava mandarle per implorarla di stare zitta e di non dire qualcosa della quale si sarebbe potuta pentire “Pensaci Sirius Black, se nonostante il tuo essere suo fratello mio padre ha preferito affidarmi a Rabastan e a Sophie forse quelli che devono farsi delle domande non sono loro” “Adhara-” “Ma tu... te ne sei andato no? Non sei un vero Black quindi a rigor di logica tu non hai nessun diritto su di me, ma io ho tutti i diritti sulla casa in cui vivi, e in cui dai riparo ai tuoi amici... non sarebbe un peccato se non fossi più in grado di proteggerli solo perché hai cercato di farmi fare qualcosa che non volevo?” sorrise leggermente aspettandosi una risposta, una risposta che non arrivò mai, non a parole, ci vollero pochi secondi prima che la mano di Sirius Black si stampasse sulla sua faccia, lasciandola leggermente spaesata e contrariata, non reagì, non ne ebbe il bisogno, bastò la comparsa di una figura mascherata e un attimo di distrazione a mettere di nuovo in silenzio Sirius Black, quando riuscì a mala pena a parare uno schiantesimo di un mangiamorte.
“Tu
toccala di nuovo cane traditore... e non ci vorrà tua cugina Bella
per toglierti dal mondo”
Adhara sorrise eccitata sotto lo
sguardo confuso di Theodore Nott quando Rabastan Lestrange rivelò la
sua presenza.
“Cosa
ci fai qui cuore?”
“Oh sai com'è...scappo da una strega
immortale che vuole la mia testa”
non attese Adhara, di vedere quanto quel suo padrino era cambiato, trovò tra le sue braccia immediato rifugio e dopo otto anni si sentì di nuovo a casa.
***
io non so se esista ancora qualcuno che segue questa storia, ma sappiate che non è morta e che non sono morta neppure io <3