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Autore: Montana    17/11/2018    1 recensioni
"Preoccuparsi significa soffrire due volte"
Newt è tornato da New York e per la prima volta dopo molti anni è felice.
La sfortuna però sembra avere un debole per il povero Hufflepuff, che viene trascinato in un'indagine trans-continentale. Tra segreti, bugie, nemici vecchi e nuovi, la strada che Newt deve percorrere si allunga per tutta l'Europa; riuscirà, con un po' di aiuto, ad arrivare sano e salvo alla fine?
[Seguito di "Cos'è successo a Newt Scamander"; non seguirà il canon degli eventi di "Animali Fantastici-I Crimini di Grindelwald"]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Gellert Grindelwald, Newt Scamandro, Nuovo personaggio | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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- Questa storia fa parte della serie 'Newt Scamander's Saga'
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III.
Dove la Squadra accoglie un nuovo membro e Tina sbaglia approccio
 
18 Gennaio 1927
MACUSA, New York
Reparto Auror
Notte
 
«Allora, ripetiamo un’ultima volta le procedure di sicurezza. In caso di pericolo, chiama aiuto con delle scintille rosse. Non affrontatelo mai da soli. Avete a vostra disposizione i fascicoli del Ministero inglese, di quello tedesco e del MACUSA, ci sono tutte le informazioni che potrebbero servirvi, leggile attentamente e ricordati di non affrontarlo mai da soli. Gli Auror inglesi sono molti ben attrezzati e a quanto pare hanno già un piano che vi spiegheranno appena arriverete. Hanno assegnato al caso uno dei migliori, è un eroe di guerra, quindi ascoltalo bene e dagli retta. E soprattutto…»
«Non affrontarlo mai da sola? Ho capito, Graves, me l’hai ripetuto un paio di volte»
Il capo la guardò male «Non c’è niente di divertente, Goldstein. Non puoi nemmeno immaginare quanto sia potente»
«Se permetti, non ho affatto bisogno di immaginarlo, l’ho visto all’opera»
«Bene, allora vedi di riportarlo alla giustizia anche questa volta, magari senza farti catturare, va bene? Sei un ottimo Auror, Tina, non vorrei mai che ti succedesse qualcosa di male»
Tina fece un sorriso teso «Va bene, cercherò di uscirne indenne anche questa volta. Possiamo andare?»
Graves la portò nell’ufficio della Picquery, dove l’Auror tedesco li stava aspettando. La Presidente aveva un’aria preoccupata che Tina non le aveva mai visto.
«Perfetto, ora che anche l’Auror Goldstein è qui direi che potete andare. La passaporta vi porterà direttamente nell’ufficio del Ministro inglese, dove conoscerete l’ultimo membro della vostra squadra. A Londra sono le sette di mattina, quindi non credo avrete molto tempo per riposarvi, scusate se non siamo riusciti a fare il tutto in orari più comodi ma si tratta di un’emergenza. Ecco a voi la passaporta» disse, porgendo a Wolf una vecchia cornice. L’Auror tedesco la prese con cautela poi si girò verso Tina «Pronta, signorina Goldstein?» le chiese, con un sorriso affilato. Tina annuì.
La sensazione di essere trasportata di peso dall’ombelico era sempre fastidiosa, soprattutto quando si viaggiava per coprire una simile distanza, ma quantomeno Tina era ormai abituata a cadere in piedi. Atterrò con quanta più grazia possibile al centro dell’ufficio del Ministro della Magia inglese, Hector Fawley. Fu colta da una leggera nausea ma cercò di far finta di niente; Wolf invece era impassibile, come sempre.
«Buongiorno, voi dovete essere gli Auror incaricati del caso Grindelwald, giusto?»
«Sì, signore. Io sono l’Auror Goldstein, da New York»
«Io sono Friedrich Wolf, dal Ministero tedesco»
«Molto piacere, io sono Hector Fawley, Ministro della Magia. Prego, lasciate che vi accompagni dal resto della squadra»
Il Ministero inglese di prima mattina era silenzioso e poco affollato, diverso dal MACUSA. Anche il Ministro era diverso dalla Picquery, insolitamente ciarliero per essere un inglese.
«Spero che non abbiate avuto problemi con il viaggio, mi dispiace che non abbiate potuto dormire ma penso proprio che recupererete in fretta. Non c’è molto da fare, qui»
«Scusi se mi permetto, signor Fawley, ma riportare alla giustizia un criminale come Grindelwald non mi sembra poco da fare» disse Tina.
«Ma non abbiamo certezze su dove sia, né su quali siano i suoi piani. Sempre che li abbia! A mio parere è solo un gradasso che si è spaventato al pensiero della prigione, non sarà difficile riprenderlo, ve lo garantisco!»
Wolf e Tina si scambiarono un’occhiata perplessa da sopra la sua testa ma decisero di non mettersi a discutere.
Nell’ufficio degli Auror c’era molta più gente che nel resto del Ministero che erano riusciti a vedere, fogli di carta e pergamena sfrecciavano da una parte all’altra della stanza insieme a tazze di tè e calamai.
«Un attimo di attenzione, prego! Questi sono gli Auror Goldstein e Wolf, da New York e Berlino. Sono i due Auror che vi aiuteranno con il caso Grindelwald»
Gli Auror inglesi rivolsero sorrisi impacciati ai due colleghi stranieri.
«Mi scusi, signor Fawley, chi è l’Auror inglese assegnato alla Squadra Operativa?» domandò Tina, nervosa.
«Sta arrivando, è appena andato nel suo ufficio a lasciare il cappotto! Theseus, vieni, ci sono quelli della Squadra»
Un uomo con i capelli scuri e dall’aria tremendamente familiare uscì di corsa da una porta laterale «Eccomi! Scusate, non volevo farvi aspettare. Signor Ministro, può lasciarli qui, sono in buone mani»
Fawley parve sollevato «Ottimo! Buona giornata, signori; se avete bisogno, non esitate a chiedere»
Il Ministro se ne andò, e l’Auror inglese si rivolse di nuovo a Tina e Wolf «Ben arrivati in Inghilterra. Mi potreste dire i vostri nomi? Scusatemi, è successo tutto troppo in fretta per la nostra burocrazia»
«Io sono Friedrich Wolf, da Berlino. La mia collega è Tina Goldstein, dal MACUSA»
«Molto piacere. Io sono Theseus Scamander»
Il cuore di Tina perse un battito.
 
 
20 Gennaio 1927
Hogwarts, Torre di Astronomia
Mattina
 
Una lettera dal Ministero, segnalata come urgente, era arrivata il giorno precedente all’attenzione di Albus Dumbledore, professore di Trasfigurazione ad Hogwarts: Theseus Scamander, ex Ravenclaw, uno dei migliori Auror al servizio del Ministero inglese, richiedeva un colloquio con il professore in merito ad informazioni che potevano essere risolutive per un nuovo, importante caso. Quella era stata solo una conferma per l’uomo, che già da qualche tempo sentiva che qualcosa di strano, qualcosa di brutto, stava per accadere.
L’incontro era previsto per le nove e mezza nel suo ufficio, quindi Albus si era svegliato prima ed era andato sulla Torre di Astronomia per riflettere. Non sapeva bene cosa potesse volere il Ministero da lui; quando aveva visto il nome di Scamander sulla lettera aveva temuto fosse successo qualcosa al fratello minore dell’Auror, Newton, che era stato espulso da Hogwarts una decina di anni prima e da allora non aveva avuto sempre vita facile, ma i suoi informatori gli avevano assicurato che il ragazzo stava bene.
In cuor suo, forse sapeva cosa stava per succedere. Quella strana sensazione di stretta al cuore, quell’emozione sospesa, non era la prima volta che gli capitava di sentirle. Sospirò, preoccupato: se quello era davvero il problema del Ministero, non era certo di sapere cosa fare, come reagire, non sapeva se sarebbe potuto essere davvero d’aiuto oppure no.
Vide in lontananza i gufi allontanarsi dalle finestre della Sala Grande dopo aver consegnato la posta agli studenti, segno che era quasi ora di andare. Tornando verso l’ufficio, gli sfuggì un sorriso al pensiero degli alunni che avrebbero dovuto avere lezione con lui quella mattina; chissà quanto stavano festeggiando.
 
Theseus arrivò in perfetto orario, come suo solito.
«Buongiorno professore. Spero di non aver interferito con le sue lezioni» disse, uscendo dal camino spolverandosi la giacca. Dumbledore gli offrì una tazza di tè, sorridendo.
«Non preoccuparti Theseus, sono sicuro che i miei alunni ti stiano ringraziando»
«Se le sue lezioni sono ancora com’erano quando io ero suo alunno, signore, ne sono certo anch’io» rispose Theseus, con un sorriso ammiccante.
«Qualcuno ti direbbe che sono anche peggio. Prego, accomodati pure. Come stai?»
L’Auror si lasciò sfuggire un sospiro «Sto bene, grazie. Un po’ sotto stress, come sempre. Lei come sta?»
«Oh, io sono sempre lo stesso, immutato e immutabile. Newton come sta? Ha finito il suo libro?»
«A quanto so l’ha finito, ma non l’ha ancora mandato in stampa. È diventato un perfezionista, a quanto pare, ma a parte questo sta bene»
Dumbledore annuì «Ottimo. Sono contento che stiate tutti bene, ma immagino che non sia per parlare di convenevoli che mi hai mandato una lettera urgente. Mi sbaglio?»
«Purtroppo no. Professore, durante delle indagini del Ministero è venuto fuori il suo nome come quello di persona informata sui fatti. Lei conosce un mago chiamato Gellert Grindelwald?»
Eccolo, il nome che Albus non avrebbe mai più voluto sentire.
«Credo che ci siano ben pochi maghi o streghe a cui quel nome non suoni familiare, ahimè. Ma ho capito cosa intendi: sì, lo conosco. O meglio, lo conoscevo. Siamo stati… amici, in passato»
«Sì, c’è scritto anche nel fascicolo che abbiamo trovato noi. C’è scritto anche che vi siete divisi quando la sua avversione per i babbani è diventata patologica, e che lei ha cercato di consegnarlo alla giustizia prima che fuggisse in Germania, giusto?»
«È esatto. Se posso chiedere, come mai state ancora investigando su di lui? Non è stato arrestato dal MACUSA qualche mese fa?»
L’espressione di Theseus valeva più di mille parole «Purtroppo è riuscito ad eludere la sorveglianza ed è fuggito. Abbiamo creato una Squadra Operativa con Auror dal MACUSA e del Ministero di Berlino, lo stiamo cercando per arrestarlo di nuovo. E potremmo… ecco, abbiamo pensato che lei potesse darci una mano. Lei è uno dei maghi più forti della storia, e avendo conosciuto Grindelwald di persona potrebbe essere assolutamente rilevante per le indagini. E anche per un eventuale scontro sul campo»
Il professore rimase in silenzio qualche minuto, fissando intensamente il fondo di tè nella tazza. Il giorno che tanto aveva temuto era arrivato, e non era sicuro di essere riuscito a prepararsi abbastanza. Ma l’egoismo non l’avrebbe portato da nessuna parte, questo lo sapeva benissimo.
Posò la tazza e si alzò «I miei alunni ti faranno un monumento, Theseus. Devo andare a discuterne con il Preside, ma sono sicuro che non avrà nulla in contrario. Vuoi venire anche tu o preferisci aspettarmi qui?»
Theseus sembrava stupito «Vuole iniziare oggi?»
«Beh, non mi sembra il caso di lasciare a Gellert altro vantaggio»
 
 
Ministero della Magia, Londra magica
Ufficio Auror
 
Il camino dell’Ufficio Auror si illuminò e ne uscirono Theseus e un altro uomo, più vecchio, con una lunga barba.
«Cari colleghi, sono stato più efficace di quanto pensassi. Vi presento il professor Dumbledore, nuova aggiunta alla nostra Squadra Operativa»
I due Auror stranieri si presentarono al professore, poi Theseus disse «Andiamo nel mio ufficio, così possiamo aggiornare il professore»
L’ufficio di Theseus era pulito e ordinato, con rotoli di pergamena e calamai di ricambio ben organizzati sulla scrivania, una vecchia sciarpa di Ravenclaw appesa al muro e una bacheca con qualche foto e diversi articoli del Profeta sulla guerra. Tina cercò di sbirciare se c’erano anche foto di Newt, ma Theseus richiamò immediatamente la loro attenzione dicendogli di accomodarsi.
«Dunque, professore, quelle che sto per comunicarle sono informazioni riservate che non dovranno uscire da questa stanza, è chiaro? Perfetto. Come lei già sa, Grindelwald è stato catturato lo scorso novembre a New York, dopo anni di latitanza. Aveva rapito uno dei capi dell’ufficio Auror del MACUSA e ne aveva assunto le sembianze senza che nessuno se ne accorgesse per diversi mesi. Era alla ricerca di qualcosa, di una creatura magica che prende il nome di Obscuriale, immagino che lei sappia di cosa sto parlando. Purtroppo prima che venisse arrestato ha causato la morte del ragazzo che ospitava l’Obscuriale, un magonò di nome Credence Barebone, un altro crimine per cui dovrà pagare quando lo avremo ricatturato»
«Ovviamente. Ma tutte queste informazioni, salvo il nome del ragazzo, erano già di dominio pubblico»
I tre Auror si scambiarono un’occhiata, poi fu Tina a prendere la parola «Il MACUSA ha deciso di non divulgare il nome di Credence per evitare che venisse ingiustamente accusato di diversi incidenti avvenuti a New York nei mesi precedenti alla sua morte. Il ragazzo non ne aveva colpa, era controllato da Grindelwald e ci è stato detto che gli Obscuriali sono creature molto particolari…»
«So benissimo come si comporta un Obscuriale, signorina Goldstein, ma non credo ci siano molte persone al mondo capaci di dire la stessa cosa. Chi vi ha dato queste nozioni?»
Theseus sospirò «Vede, professore, è questo il problema. Quello di Credence Barebone non è stato l’unico nome censurato dal MACUSA, si è deciso di nascondere anche quello della persona che ha effettivamente smascherato Grindelwald»
«Non sono stati gli Auror del MACUSA?»
«Lo abbiamo avuto davanti per mesi senza rendercene conto, professore. Purtroppo ci volevano degli occhi nuovi per svelare il misfatto» rispose Tina, con una punta di amarezza nella voce.
«Chi è stato, allora?»
«Mio fratello»
Albus era stupito «Newton? Perché Newton è stato coinvolto in un’indagine del MACUSA?»
«Si trovava a New York per lavorare al suo libro ma ha causato un incidente con un babbano quindi la signorina Goldstein l’ha preso in custodia. Nel giro di ventiquattr’ore è riuscito a liberare per errore nella città alcune delle creature che tiene in quella sua vecchia valigia, farsi arrestare due volte, condannare a morte, scappare e smascherare un potente mago oscuro. Tipico di Newton, non trova?» aggiunse Theseus, con un mezzo sorriso «Si è deciso di non rendere pubblica la sua identità per evitare sia ripercussioni da parte dei seguaci di Grindelwald rimasti, sia bagni di folla che avrebbero potuto disturbarlo. Ma Grindelwald sa benissimo chi è stato a consegnarlo alla giustizia, e adesso che è in fuga temiamo si possa vendicare»
«Quindi cosa suggerite di fare?»
«Avevamo pensato di mandarlo in un posto sicuro, segreto, lontano da occhi indiscreti finché non saranno finite le indagini. Ma io e lei conosciamo Newton, e…»
«L’isolamento non gli farebbe affatto bene. Mi pare che ci sia una sola soluzione possibile, non trovate?»
I tre Auror guardarono il professore, perplessi.
«A parte l’isolamento?» disse Wolf, dubbioso.
Dumbledore rise «Signori, mi sembra ovvio: abbiamo a nostra disposizione l’unica persona in tutto il mondo magico che è riuscita a smascherare Gellert Grindelwald, cos’altro possiamo fare se non usarla?»
«Lei sta suggerendo di includere Newton nella squadra?» domandò Theseus, già alterato «Mi auguro che stia scherzando. Newton non ha un addestramento da Auror, lavora per l’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, vuole diventare Magizoologo!»
«Il suo lavoro sul Fronte Orientale è stato molto utile durante la guerra, ha una vasta conoscenza di Pozioni e Incantesimi, quando era ad Hogwarts ha partecipato per cinque anni al Club dei Duellanti e soprattutto, come abbiamo già ampiamente ribadito, ha già catturato Grindelwald una volta»
«Ha avuto fortuna! Non metterò in pericolo la vita di mio fratello solo perché ha avuto un colpo di fortuna!»
Theseus era furente, ma Dumbledore non si lasciò impressionare. Si voltò verso Tina e le chiese «Signorina Goldstein, lei conosce il fratello del signor Scamander? Ha assistito al momento dell’arresto di Grindelwald?»
Tina annuì «Sì, signore. Ancora non so come abbia fatto, forse ha ragione Theseus e ha avuto solo fortuna, però è riuscito dove molti più esperti di lui avevano fallito»
«Per me non fa una piega. Può darsi che sia davvero bravo, o che abbia un altro colpo di fortuna. Oppure può semplicemente darci una mano, che non guasterebbe. Quattro persone sono poche, per una Squadra Operativa» disse il tedesco.
«Grazie mille, signor Wolf. Theseus, ragiona: se non fosse tuo fratello, avresti davvero avuto bisogno di pensarci così tanto?»
«Ma è un civile» protestò debolmente lo Scamander maggiore.
«In certi momenti, bisogna fare affidamento su tutti quelli che possono aiutare, anche se sono civili. E poi anche io sono un civile, se non erro»
«Lei è un’altra cosa, professore!» rispose Theseus, poi fece un sospiro frustrato «D’accordo, questa sera andrò a parlargli. Sarà una proposta, non lo obbligherò a partecipare»
«Non sarebbe meglio convocarlo al Ministero?»
«Non la prenderebbe come una proposta»
«Nemmeno se andassi tu a parlargli la prenderebbe come una proposta, Theseus»
«Potrei andare io a parlargli» s’intromise Tina, pentendosene un istante dopo. I tre uomini la guardavano stupiti.
«Insomma, se ci andasse suo fratello sarebbe come… un conflitto d’interessi, giusto? Potrei parlargli io e chiedergli di venire al Ministero per discuterne con il resto della squadra. Se non siete d’accordo però possiamo sempre…»
«No, non è una cattiva idea. È meglio affrontare Newton su un terreno il più neutrale possibile, non è vero Theseus?» rispose il professore.
L’Auror sospirò nuovamente «D’accordo, facciamo così. Non mi tocca che sperare nel buonsenso di Newton; per Merlino, come mi sono ridotto»
 
Per Tina, la giornata era sembrata infinita. Ogni volta che alzava gli occhi da un fascicolo per controllare l’orologio, convinta che fossero passate ore, si accorgeva che non erano trascorsi che pochi minuti. Eppure, quando finalmente arrivò la sera, le sembrò di non essere ancora abbastanza pronta; aspettava di rincontrare Newton da quando l’aveva salutato sul molo a New York, ma la certezza di stare per rivederlo era quasi troppo per lei.
Aveva chiesto a Theseus il suo indirizzo, era un appartamento nella Londra babbana quindi non le conveniva smaterializzarcisi, meglio usare la metropolitana. Durante il viaggio, stretta fra i londinesi che chiacchieravano e ridevano, aveva cercato di elaborare il discorso da fargli.
“Non devo lasciarmi trasportare, devo essere cordiale ma allo stesso tempo professionale, ma senza spaventarlo perché suo fratello si è raccomandato di non metterlo alle strette. Certo che il mondo vuole farmi impazzire, comunque, con tutti gli Auror che ci sono in Inghilterra mi dovevano mandare a collaborare proprio con il fratello di Newton? Che non ha idea di chi sono, quindi Newton non gli ha parlato di me. Perché non gli ha parlato di me? Come vorrei che Queenie fosse qui… che fermata è questa? Tottenham… oh santo cielo, devo scendere!”
Si affrettò fuori dalla stazione, lieta di respirare finalmente un po’ d’aria fresca dopo il viaggio in metropolitana. L’appartamento di Newton era al secondo piano di un palazzo di mattoni, senza portiere per fortuna. Arrivata davanti alla porta col cuore in gola, fece qualche respiro profondo, si fece coraggio e bussò.
Ad aprire la porta, qualche secondo dopo, non fu però Newton. Fu una donna con corti capelli scuri e occhi castani, con una macchia d’inchiostro sulla guancia, che la guardò perplessa «Sì?» chiese.
Tina era ammutolita dalla sorpresa. Perché mai Theseus le aveva dato l’indirizzo sbagliato? O Newton aveva cambiato casa? O era in pericolo? Era stato già raggiunto dagli uomini di Grindelwald? Quella donna era forse un’affiliata del mago tedesco?
«Mi scusi, va tutto bene?» le chiese la donna, non vedendola reagire.
Tina aprì la bocca per rispondere ma proprio in quel momento alle spalle dell’altra donna comparve Newton, con sul viso un’espressione inquisitoria che mutò in una di stupore quando la riconobbe.
«Tina?» chiese lui, e il cuore dell’americana quasi esplose.
L’altra donna passò un paio di volte lo sguardo tra Newton e Tina, mentre nella mente di quest’ultima si faceva strada un pensiero terribile.
«Oh, per Merlino! È lei? Tu, tu sei Tina Goldstein, di New York?» chiese la donna, con un sorriso eccitato che Tina fraintese per uno di scherno.
«Sì, sono io. E immagino che tu sia Leta Lestrange» sbottò Tina.
Non sapeva come le fosse venuto in mente, ma a giudicare dall’immediato spegnersi del sorriso della donna e dall’espressione di Newton, capì subito che non aveva scelto l’approccio più giusto.

 
  
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