Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: daphtrvnks_    23/11/2018    3 recensioni
La mia pelle una volta pallida, un vanto per chi viveva nel lusso, ora è scura.
L'americana continua a guardarmi, abbiamo legato in queste ultime settimane, sa che io, una stupida cinese, non posso fare molto.
Riproverò questa notte. 
Sopravviverà, ne usciremo insieme.''
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Chichi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

' 19 Ottobre 1942.

Sono passati due mesi, monotoni e stancanti, la speranza inizia a vacillare. Non è successo molto e mi sorprendo io stessa di aver abbandonato questo diario per così tanto tempo ma nulla avevo da raccontare fino ad ora: Il generale è salito di grado due settimane fa e Goku adesso controlla una parte degli uomini del campo, Bulma continua a non parlarmi, sembra ancora sconvolta da ciò che le è accaduto mesi fa, io non le faccio domande e lei non vuole darmi risposte. È un azzardo scrivere ciò che ho scoperto qui, è un segreto ma ho bisogno di dirlo a qualcuno; ho una via di fuga, certamente non sicura e potrei rimetterci la pelle ma è mille volte meglio perdermi in quella maledetta foresta che rimanere qui a patire la fame e soffrire per il lavoro. Questa notte ne parlerò all'americana, se vorrà seguirmi bene in caso contrario andrò da sola. È ora che vada, i giapponesi hanno notizie da darci.'



Ancora una volta sotto la bandiera del sol levante, bianca e rossa sospinta dal vento caldo d'ottobre. Ricordava umido l’autunno lì a Hubei, nella provincia di Wuhan divisa in tre parti, i giapponesi il 20 di cinque anni prima a conquistarla. Con la loro politica dei tre assi avevano distrutto tutto ciò che le era caro, bruciando uccidendo e depredando qualsiasi cosa i loro occhi scovassero. Le bestie avevano proclamato orgogliosamente di poter prendere Shangai in tre giorni e la Cina in tre mesi, eppure guerre continuavano sul suo suolo natio, il popolo Yamato e il popolo cinese a lottare nel sangue per un pezzo di terra. L'avidità dell’uomo si estendeva fino ai limiti dell'egoismo, poco importava se qualcuno perdesse la vita, il più forte e chi possedeva più di tutti aveva il diritto di farlo. 

  - Il raid del dicembre 41' da parte degli americani ha avuto giustizia, gli otto dei dieci uomini sono stati condannati a morte. Ancora una volta il Giappone ha vinto, tenetelo bene a mente.'

Vegeta continuava a parlare lodando e giustificando le azioni nefaste dei suoi compatrioti ricevendo sguardi d'ammirazione dai suoi sottoposti. Aveva le mani dietro la schiena passeggiando avanti e indietro, ricordava perfettamente il suo discorso senza il bisogno di fogliettini come il vecchio Hatake che spesso portava con sé. La sua eloquenza era degna di un dittatore, ammaliava e lasciava senza fiato spronando a tifare per il proprio paese. Un mucchio di parole buttate al vento per le orecchie di Bulma, con gli occhi fissi e vuoti al pensiero dei suoi connazionali ora sul filo di un rasoio, magari della sua stessa città, chi poteva mai saperlo? Un cugino, un parente lontano, un compagno di scuola. L'America arruolava chiunque fosse maggiorenne e lei nel 40' non credeva che tutto ciò potesse mai avvenire. Aveva lasciato Chicago alla fine del 41' per passare alcuni mesi a Singapore, ammaliata dalla dinamicità di quel luogo era lì per delle ricerche affidatale dal padre. Una sera come tante in cui era andata a ballare con altre donne, tra di queste l’austriaca con la quale aveva da poco instaurato una conoscenza più approfondità. Andava tutto troppo bene perché qualcosa di brutto non accadesse: i giapponesi avevano appena sganciato una bomba sulla città, gli attimi di panico e le urla le avevano spinte a cercare la sopravvivenza in un battello diretto chissà dove. Quella che pensavano fosse la loro ancora di salvezza le aveva poi portate a finire tra le mani dei nemici, i quali le trascinarono nel campo femminile di concentramento di Sumatra. Indosso portava ancora l'abito di quella sera, delicato con i ricami di fiori e foglie su un tessuto rosa antico e le scarpe del medesimo colore con un tacco basso ed un laccetto alla caviglia. Le belle scarpe ora erano macchiate, rovinate e ad entrambe mancavano i tacchetti, la veste sgualcita e con una spallina rotta a penzolarle sul braccio destro. 

 - Potrà anche essere aiutata dall'Unione Sovietica, gli Stati Uniti o il Regno Unito che sia, gli sporchi comunisti devono solo buttarsi ai nostri piedi e subire tutto ciò di cui sono degni! 

Dicendo questo le sue iridi d'ossidiana si rivolsero a Chichi. Si avvicinò continuando a proclamare il suo disprezzo e alzando la mano destra la spinse giù ai suoi piedi, le ginocchia sulla terra, tenendole con la mano il capo verso il basso. Ella ribolliva dalla rabbia e dalla voglia di ribellarsi ma intuiva che questo non avrebbe portato a nulla se non a una morte più veloce. Kakaroth dovette tenersi fermo, mordendo con forza l'interno della guancia e corrugando le sopracciglia dal nervoso. 

  - Una maledetta cinese nel campo, una fortuna, non trovate?

Disse parlando ai suoi sottoposti i quali annuirono e sorrisero. Prese in pugno i capelli neri di cui la giovane era sempre andata fiera, li tirò facendole scappare un gemito di sofferenza e poi cacciando dalla tasca dei suoi pantaloni un coltellino prese a tagliarne le ciocche lasciandole cadere tra la polvere. Della sua capigliatura folta e lucida non ne rimase che un mucchio dalla forma storta, più lunga da un lato e corta dall'altro. 

 - Non sarai mai come le donne giapponesi, solo loro li possono portare lunghi, che ti serva da lezione.

Tra una risata e l'altra quando si fu allontanato Chichi cercò di riprendere le file corvine, inginocchiata, troppo lenta e non attenta da ignorare che la suola dello stivale del generale si fosse posato sul dorso della sua mano sinistra. Iniziò a premere facendole contorcere le dita nel tentativo di liberarsi dalla morsa dolorosa del suo peso.

'Basta, vi odio! Lasciatemi la mano, dannazione!' 

Urlò lei provocando nel generale la voglia di continuare con quella 'tortura'. L'aveva privata dell'essere donna tagliandole i capelli, umiliata facendola inginocchiare, sottomessa al suo volere ed obbligata a star ferma. 

'Ancora una parola, una soltanto e ti farò rimpiangere d'essere nata.'

Le sussurrò continuando a premere. Sentì dei passi avvicinarsi e riconobbe la falcata di Kakaroth, solo lui possedeva la particolarità di far così baccano.

'Lasciala.' 

'Torna al tuo posto Son.'

Bulma rimase ad osservare, non sapendo come comportarsi in una situazione così delicata. Kakaroth era nervoso, si tratteneva dal fare del male a Vegeta e il suo sguardo truce non ammetteva altro disonore per la ragazza di cui era infatuato. Le sue gemme brillavano di una strana e bieca luce, ribollente d'uno spirito turpe che Chichi, portando l'attenzione sul suo viso spigoloso, mai aveva notato. 

'Ho detto di lasciarla, Vegeta.' 

Tra il silenzio solo la risata sadica del generale fece eco, tolse la suola dalla mano della cinese passandola poi sul terreno, come per pulirla. Nel frattempo ella si tirò indietro portando la mano rossa e segnata sul petto trattanendo le lacrime. Egli alzò le braccia continuando il suo discorso.

'La tua devozione è insufficiente, i loro ideali di ugualianza ti hanno contagiato?' 

Si girò intorno con un sorriso beffardo, neanche l'amicizia contava più quando in gioco c'erano cariche più alte. L'esercito imperiale non ammetteva concessioni, le loro disfatte simili a quelle naziste con diversi ranghi, torture ed esperimenti. Vegeta e gli altri a malapena conoscevano i veri orrori della guerra, rinchiusi in un buco ed atteggiandosi da Re.

'Dovresti essere punito. Hai disonorato la figura dell'imperatore concendendo la grazia alla comunista, dunque ciò che non ha subito lei lo subirai tu.' 

Disse, inumidì le labbra sistemando i guanti bianchi e tirandoli appena fece cenno col capo di prendere il suo amico e portarlo via. Una parte della sua mente gli diceva di fermare quella farsa, di smettere, che non sarebbe servito e che in quel modo avrebbe perso l'unica persona che gli era sempre stata accanto, l'altra maldicevole di continuare, che ormai non erano amici, nulla se non un generale ed un soldato. 

'Non mi faresti mai questo!' 

'Sbagli, amico.'



*popolo Yamato: Giapponesi.

*politica dei tre assi: Sanko Sankusen, responsabile della morte di più di 2,7 milioni di civili cinesi, "uccidere tutti, bruciare tutto, e distruggere tutto"- Hirohito.

*Comunisti: all'epoca la Cina non era ancora comunista ma per affrontare l'attacco giapponese le due coalizioni (nazionalista - comunista) si unirono momentaneamente. 

* Wuhan: 20 Ottobre 1938 presa della città divenuta nel frattempo capitale militare, politica e economica della Cina centrale. Divisa in tre parti da Wu- Han ( Wuchang - Hankou - Hanyang) 

Sono più lunghe le note che il capitolo stesso, argh.






  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: daphtrvnks_