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Autore: Urom99    28/11/2018    0 recensioni
Sei mesi era durato il viaggio con Luffy, sei mesi li aveva passati come allievo di Mihawk e la cosa che lo turbava era che, se avesse dovuto scegliere quelle noiose giornate in barca passate con Luffy e Nami e le noiose giornate in barca passate con il suo Maestro e Perona, avrebbe scelto le seconde.
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Quando Sanji capì chi aveva davanti si rese conto di essere salvo e anche di essere totalmente spacciato
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Drakul Mihawk, Perona, Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Sanji strisciò sfinito dentro la minuscola caverna umida, era il suo nascondiglio da qualche giorno, non lo avevano ancora scovato e questo lo rincuorava. Era angusta e decisamente poco confortevole, un sasso impiantato nel terreno non gli lasciava la possibilità di stendersi completamente, causandogli un certo disagio durante la notte.
Aveva racimolato si e no 10 ricette ed erano passati già sei mesi, lasciarsi andare allo sconforto non era da lui, ma quei bestioni travestiti erano più in gamba di qualsiasi altro avversario con cui si era scontrato.
Magari eliminando dalla lista quell'Orso qualcosa e l'ammiraglio Borsalino, si intendeva.
C'era anche quel Geko Moria e la sua orda di zombi, per non parlare di Lucci e Mr One e Crocodile... ma non era stato lui a batterli, nessuno di loro.
C'erano sempre stati quei due idioti a salvargli il culo, quante volte quella testa d'alga gli si era palesato davanti rubandogli l'avversario da sotto il naso.
Tutte quelle provocazioni che nascondevano ordini chiari e indiscutibili, che parevano urlagli addosso di non essere abbastanza forte per quell'avversario.


“Oi, torciglio, fatti da parte”


“Datti una calmata e stai indietro con gli altri”


“Cuoco se resti qui finirai per farti davvero male, torna sulla nave”


E Luffy, nonostante l'aria spensierata, non era molto diverso dal suo vice capitano, anzi era proprio quel suo fare bonaccione a fargli abbassare la guardia. Quella volta sul treno marino gli aveva dato una possibilità, ma le cose erano andate bene solo quando erano arrivati quei due, alla fine aveva solo preso tempo.


Era stato inutile.


Ed entrambi lo avevano appurato, era solo un cuoco.
Ma cosa era servito tutto quel “Proteggiamo la ciurma” alla fine dei giochi?
Semplice, mentre Luffy e Zoro entravano a far parte della Generazione Peggiore, lui e gli altri rimanevano deboli.
E quando alle Sabaody Zoro era crollato, dimostrandosi umano una volta tanto, uno dei pilastri che teneva in equilibrio l'intera faccenda era crollato con lui.
Luffy non ce l'aveva fatta a proteggerli tutti ed era andato tutto a puttane.
Sanji ripensava spesso a quella scena in cui il Marimo perdeva i sensi e la responsabilità passava a lui in automatico e non riusciva combinare niente.
Luffy che correva da una parte all'altra riuscendo ad urlare solo “ritirata”, Robin e Franky che cercavano di recuperare lo spadaccino, Usopp l'aveva preso in spalla senza battere ciglio come se non gli importasse della sua vita.
Sanji a quel gesto ci era rimasto di sasso a dirla tutta, lui aveva provato diversi diversivi, ma poi era successo.
Zoro si era rialzato e Sanji si era sentito meglio per un istante, nell'attimo successivo quella testa d'alga era scomparsa.
Dimenticava spesso che quell'isola non era fatta per pensare così a lungo.
“Sanji-kuun” quella voce grottesca mal mascherata gli mandò una scossa di disgusto lungo la spina dorsale, improvvisamente il cuoco si rese conto del più grande difetto di quel nascondiglio, non c'era nessuna via di fuga.
Il muso di quel tizio spuntò dall'unica apertura facendolo trasalire ed indietreggiare da seduto, per quel poco che poteva in uno spazio tanto angusto.
Il faccione dell'okama venne ben presto rimpiazzato dalla sua mano che cercò di acchiapparlo, il biondo fece subito partire un calcio caricato, ma quel bastardo non solo lo schivò, ma successivamente afferrò lo stesso piede per trascinarlo fuori a forza.
“Sanji-kuun, fai il bravo bambino” sghignazzò quell'omone gigantesco, tenendolo sollevato da terra.
Tra tutti gli okama che aveva incontrato sull'isola quello era senz'altro il più rozzo e pericoloso, era anche il possessore dell'undicesima ricetta che il povero cuoco cercava di recuperare ormai da due mesi senza successo.
“Lasciami bastardo” ringhiò il biondo scalciando a vuoto, l'haki della percezione di quell'uomo era davvero impressionante,
“Sai qual è il vero peccato?” sogghignò abbassandogli la camicia con un dito sopra cui primeggiava un'unghia lunga e piena di brillantini che gli graffiava la pelle al suo passaggio, Sanji soffocò un brivido cercando di ostacolare quel bastardo rimettendosi a posto i vestiti.
“Iva ci ha raccomandato di andarci piano con te” sussurrò scoprendo i capezzoli, mentre Sanji si raggomitolava su sé stesso.
“Smettila non sono un giocattolo!” abbaiò il biondo riuscendo finalmente a colpirlo, liberandosi. Mentre l'okama si schiantava a pochi metri da lui, il ragazzo riprese la sua corsa sistemandosi i vestiti alla svelta.
Quel tizio era davvero pericoloso, l'obbiettivo degli altri era sempre stato vestirlo da donna o simili, a quello non importava affatto, anzi, era ovvio che puntasse a ben altro.
   
 
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