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Autore: ChrisAndreini    29/11/2018    5 recensioni
[Marichat-Spoiler seconda stagione]
Dopo un akuma particolarmente difficile e una giornata davvero stancante, Marinette riflette sulla sua vita amorosa sul balcone di casa sua. Una visita inaspettata metterà in dubbio molte cose che credeva di conoscere su sé stessa e la sua cotta.
#-Alla fine è solo un modello assoggettato al padre. Cosa ci trovi in lui?-
#-È un ragazzo gentilissimo, sempre pronto ad aiutare gli altri. Si impegna molto in quello che fa ed è sempre disponibile. E…- si interruppe, chiedendosi esattamente cosa altro gli piacesse di Adrien. Fu sorpresa nel notare che non conosceva la sua cotta bene come pensava, oltre i suoi doveri e i suoi hobby.
#-Tu, invece? Cosa ci trovi in Ladybug?-
Da questo incontro partirà una serie di eventi che scombussoleranno e scambieranno i mondi dei due supereroi parigini.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Under the bright stars

Capitolo 10

 

Quando Marinette finalmente aprì gli occhi, lentamente e con grandissimo sforzo, non avrebbe saputo definire il tempo in cui era stata svenuta, ma era piuttosto certa che fosse davvero lungo.

Troppo lungo.

-Tikki…- fu la prima parola che riuscì a pronunciare, e mentre la mente si faceva più lucida e la consapevolezza di quanto fosse successo le piombava addosso come un macigno, la paura per il sui kwami non fece che aumentare, e cercò di alzarsi, senza successo.

Era legata con delle corde che le tenevano ferme le braccia lungo il corpo, impossibili da muovere, e i piedi erano legati a loro volta. Sembrava in una specie di chiesa personale gigantesca, ai piedi di un altare o qualcosa del genere, che però Marinette non riusciva a vedere.

Iniziò a guardarsi intorno, cercando di capire dove fosse e trovare un modo per scappare, ma a malapena riusciva a muovere la testa.

La vista era ancora sfocata, le corde non le permettevano di respirare bene.

Poteva dire con assoluta certezza che Papillon le aveva preso la borsa, e con altrettanta certezza che avrebbe usato il Miraculous della volpe che lei aveva stupidamente tenuto al suo interno, certa di riuscire poi a restituirlo a Master Fu.

E in questo modo gli aveva dato un vantaggio non indifferente.

Iniziò a dimenarsi con forza, cercando di allentare le corde e liberare le braccia, ma a malapena riuscì a raggiungere le tasche del suo pantalone, che in ogni caso era certa di trovare vuote.

Si stupì quando le sue dita sfiorarono una sagoma allungata e solida, che non ricordava di avere in tasca.

Poi il piccolo e insignificante gesto compiuto quel pomeriggio le tornò in mente, e ringraziò Nathalie per averle messo fretta per dirigersi da Gabriel Agreste.

Una matita non poteva considerarsi un’arma di eccessiva potenza, ma era meglio di niente, e la determinazione di Marinette non era da sottovalutare.

Iniziò a strattonare con la massima forza per prendere la matita nella tasca, e riuscì ad afferrarla tra due dita, e a tirarla verso di sé.

La vista, nel frattempo, le tornava sempre più nitida, la mente più attiva. Iniziò a guardarsi intorno, cercando di trovare altri possibili aiuti esterni.

E si rese conto di essere sì, in una specie di chiesa, forse sotterranea, ma non era vicino ad un altare, ma una teca di vetro.

E nonostante dalla sua posizione Marinette fosse alquanto impossibilitata a capire con certezza chi ci fosse dentro, lo intuì senza problemi.

E ad un tratto capì perfettamente ciò che aveva spinto Papillon, o meglio, Gabriel, a prendere le vesti di super cattivo e aspirare al potere assoluto.

Ma non poteva assolutamente giustificarlo.

Perché, mentre processava cosa significasse il fatto che Gabriel Agreste fosse davvero Papillon, iniziò a pensare a tutte le volte che, a quanto pare per salvare la moglie, aveva messo in pericolo, spesso quasi mortale, il suo stesso figlio.

Gorizilla, Style Queen, Risposta, Volpina… come poteva un padre permettere una cosa simile?!

E per tutto quel tempo, mentre si rintanava nel suo covo malefico, Adrien era da solo ad affrontare il lutto, venendo costantemente ripreso, frenato e chiuso in casa.

Marinette già da un po’ non aveva più una cotta per lui, o comunque credeva di non averla, ma restava una persona importantissima per lei, e si sentì invasa da una forte rabbia… e una grandissima empatia.

Adrien non meritava tutto questo!

Cercò di mettere da parte quei pensieri che non le avrebbero portato altro che confusione e di certo non la stavano aiutando ad uscire da quella situazione e ad aiutare Chat Noir, che sentiva di aver abbandonato.

Strinse la matita con forza, guidandosi con il tatto poiché coperta dalle corde, e le venne un’idea folle e di difficile realizzazione, quando notò che la matita era davvero appuntita.

Il filo dei suoi pensieri la portò a cercare con entrambe le mani il nodo che teneva legata la corda, e riuscì a raggiungerlo con la mano sinistra, e un considerevole sforzo di spalla.

Sempre più lucida ogni secondo che passava, si dimenò abbastanza da riuscire a passare la matita da una mano all’altra, e raggiungere con facilità il nodo.

L’idea era davvero stupida, ma era tutto quello che aveva. Consisteva nell’infilare la matita nel nodo e utilizzarla per allentarlo abbastanza da poi scioglierlo anche servendosi di una mano sola.

Era doppio e stretto con molta forza, perciò serviva un miracolo per infilare la matita, ed era improbabile che non si spezzasse nel tentativo, ma doveva provare.

E a volte, bisognava avere fede… e un pizzico di fortuna.

Marinette chiuse gli occhi, cercando di orientarsi solo con il tatto, e fece una muta preghiera verso Tikki, in modo che la aiutasse anche da lontano ad uscire da lì per andare a salvarla.

Sapeva che era una preghiera vana, ma le diede la forza di rischiare, e la determinazione necessaria per convincersi che non avrebbe fallito. Che la fortuna avrebbe baciato la sua Ladybug, con o senza Miraculous.

E le sue preghiere vennero ascoltate.

Proprio mentre infilava la matita nel nucleo del nodo, e la sentiva spezzarsi tra le sue mani, un raggio di luce si dipanò dal petto della ragazza, e la matita sembrò farsi mille volte più resistente, diventando, almeno al tatto, non dissimile da un punteruolo di ferro.

Non riuscì a trattenere un sorriso. Era quasi commossa da quel miracolo, e si sentì decisamente meno sola. Il suo piano funzionò, e in men che non si dica le corde diventarono abbastanza lente da permetterle di riottenere la mobilità delle braccia.

Non fu poi difficile slegare le corde che le imprigionavano le gambe, e in men che non si dica era finalmente libera.

Diede un’occhiata veloce sul suo petto, il punto dove il raggio di luce improvviso le aveva dato la fortuna necessaria a salvarsi, e notò che il kwagatama che Tikki le aveva regalato per il suo compleanno era uscito da dietro la maglietta, e sembrava risplendere.

Lo strinse al petto.

-Ti salverò Tikki, sconfiggerò Papillon!- promise sottovoce, con tutta la sua determinazione.

Doveva uscire da lì il prima possibile, cercando di fare il meno rumore possibile per non essere beccata e legata nuovamente.

Si bloccò proprio mentre cercava la porta.

Sarebbe uscita… probabilmente… doveva uscire! … ma poi?

Non era più Ladybug, non aveva neanche il miraculous della volpe. Non aveva la minima possibilità di sconfiggere Papillon come Marinette.

Iniziò a vagare silenziosamente nella stanza, cercando di trovare una soluzione.

Forse poteva andare da Master Fu e chiedere un altro miraculous… probabilmente l’ape faceva a caso suo. Doveva solo avvicinarsi lentamente a Papillon ed immobilizzarlo.

Ma avrebbe fatto in tempo? Non sapeva neanche da quanto tempo fosse lì. Per quanto ne sapeva Papillon aveva già il miraculous di Chat Noir.

Marinette si girò spaventata verso la teca dove la signora Agreste sembrava dormire, come aspettandosi di vederla aprire gli occhi e uscire fuori come fosse uno zombie.

E proprio quando incrociò lo splendido volto della signora Agreste, tutta la sua determinazione sembrò sparire.

Quasi incapace di distogliere lo sguardo, le si avvicinò lentamente, ormai del tutto lucida e quindi in grado di riflettere su quello che stava spingendo Papillon a fare quello che stava facendo, e le possibili conseguenze se avesse raggiunto il suo scopo o se fosse stato sconfitto prima.

Voleva riportare in vita la moglie.

A vederla così non sembrava neanche morta, ma in preda ad un pacato sonno senza sogni.

I mezzi con cui stava cercando di ottenere quell’obiettivo erano discutibili, e ingiustificabili, ma alla fine le conseguenze se avesse raggiunto l’obiettivo quali sarebbero state? Adrien avrebbe riavuto sua madre, la sua famiglia al completo. Forse Gabriel avrebbe smesso di essere un padre così miserabile e avrebbe cominciato a prendersi più cura di suo figlio.

Chi era lei per impedire ad una famiglia di riunirsi?

Come poteva privare Adrien di sua madre, quando sapeva quanto lui tenesse a lei.

E se smascherava Papillon, se lo consegnava alla giustizia… Adrien sarebbe rimasto completamente solo. Magari l’avrebbe odiata… l’idea era insopportabile.

Sfiorò la teca con le dita, iniziando a riflettere meglio sulla cosa.

Perché c’era qualcosa che non tornava in quel disegno idilliaco.

“Nell’universo dev’esserci sempre un equilibrio. Per ogni desiderio c’è un prezzo da pagare”

Le ritornarono alla mente le parole di Master Fu, e istintivamente si allontanò dalla teca, come se potesse risucchiarla al suo interno.

Quel disegno idilliaco non sarebbe mai stato possibile.

Qualcuno avrebbe pagato il sogno di Papillon, forse qualche innocente, forse Adrien, o lei.

No, doveva impedirlo. Per quanto triste, il lutto era parte della vita, e bisognava accettarlo. Affrontarlo. Andare avanti. Come stava facendo Adrien. Come avrebbe dovuto fare suo padre.

Mise una mano aperta sulla teca, come a comunicare con la donna.

-Mi dispiace signora Agreste, ma non posso permetterlo. Sono certa che capirebbe- le sussurrò, dispiaciuta.

Poi fece un profondo respiro, e si decise ad uscire da lì.

Il più lentamente possibile, e cercando di non fare rumore. 

Fu sollevata nel notare che era ancora nella residenza Agreste. Certo, potevano scoprirla con più facilità, e sicuramente il Gorilla pattugliava la zona, ma almeno poteva scoprire, se stava attenta, il piano di Gabriel e se era già entrato in contatto con Chat Noir.

Sperava solo di non incontrare Adrien nel frattempo. Sarebbe stato oltremodo imbarazzante, e non credeva neanche che sarebbe riuscita a guardarlo negli occhi.

Già si immaginava la conversazione:

“Marinette, che ci fai qui a quest’ora? Non dovevi tornare a casa?”

“Oh, ciao Adrien. Tuo padre e Papillon e mi ha rapita perché sono Ladybug”

“Che cosa?!”

“E non è tutto. Sto cercando di fermarlo dal salvare tua madre e lo voglio consegnare alla giustizia facendoti diventare orfano. Buona serata”

Si sentiva davvero una brutta persona, ma era il suo dovere.

Iniziò ad avanzare per la casa lentamente guardandosi intorno e con i nervi a fior di pelle. Forse la scelta più saggia era andare da Master Fu e prendere il miraculous dell’ape, senza cercare di indagare.

La casa, inoltre sembrava deserta, e la luna alta nel cielo che si intravedeva dalle finestre dei corridoi che stava attraversando le indicava che era svenuta da molte ore, ed il tempo sicuramente non era dalla sua parte.

Poi, proprio mentre finalmente raggiungeva l’ingresso, pronta ad uscire fuori, Nathalie, l’unica figura che sembrava abitare la casa al momento, uscì dall’ufficio di Gabriel.

Marinette ebbe pochi secondi per nascondersi, e fece forse la scelta più stupida e allo stesso tempo migliore che potesse fare.

Salì le scale in fretta e silenziosamente e si mise ad origliare.

Sarebbe stato difficile scappare se Nathalie fosse salita, ma poteva sempre nascondersi nella prima stanza che avesse trovato.

-Mi tengo pronta per ogni evenienza. Certo, ho il miraculous. …Adrien?- Nathalie sembrava stesse parlando tra sé, ma Marinette intuì senza problemi che parlava con Papillon. Che l’avesse akumizzata? Sembrava troppo in sé e non aveva nessuna strana supertuta. E di che miraculous stava parlando?

Non aveva tempo di rifletterci, perché l’assistente iniziò a salire le scale, e per non essere scoperta, Marinette fu costretta ad infilarsi nella prima stanza che trovò, che purtroppo si rivelò essere l’ultimo luogo dove avrebbe voluto trovarsi.

Finì infatti dritta in camera di Adrien, sepolta dall’oscurità e convinta di aver turbato il suo sonno.

Sonno? Era già a letto? Era così tardi? Si aspettava che, con tutte le cose che Adrien aveva da fare, passasse più tempo sveglio, ma forse l’avevano in fretta stancato, dato che era sempre chiuso in camera.

Decise di non pensarci, e si avviò nel bagno per nascondersi, senza successo perché proprio in quel momento Nathalie aprì la porta, costringendo la ragazza a nascondersi sotto la scrivania.

Nathalie lanciò un’occhiata al letto di Adrien, dove lui dormiva beatamente completamente sepolto dalle coperte, tanto che si vedeva solo la base della testa.

Sembrava quasi il vecchio trucco del cuscino sotto le coperte con una parrucca.

Che pensiero ridicolo.

Dopo aver constatato che stava dormendo, senza avvicinarsi ulteriormente per evitare di svegliarlo, Nathalie sussurrò tra sé, ma sempre probabilmente rivolta al suo capo: -Sta dormendo. Non si è accorto di nulla- prima di uscire, chiudendo la porta dietro di sé.

Marinette tirò un profondo e silenzioso sospiro di sollievo, e uscì da sotto la scrivania, facendo il punto della situazione.

Nathalie era probabilmente invischiata in tutto quello, o akumizzata, in ogni caso doveva evitarla a tutti i costi. 

Papillon sembrava aver incrociato Chat Noir o essere in procinto di farlo, quindi Marinette era ancora in tempo per aiutarlo, ma non aveva comunque tempo da perdere.

Ma doveva assolutamente aspettare qualche minuto, per evitare che Nathalie la scovasse.

Agire in stealth, in quel momento, era la scelta più saggia. Non avrebbe aiutato nessuno intrappolata nuovamente in una cripta segreta.

Proprio mentre si avviava nuovamente alla porta per controllare se ci fossero suoni o se poteva uscire indisturbata, urtò contro il mobiletto vicino al letto, rischiando di far cadere il mappamondo, e per evitare che cadesse e facesse rumore, svegliando Adrien o peggio allertando Nathalie, perdette l’equilibrio e cadde dritta dritta sul letto di Adrien, nonché su Adrien stesso.

Seguì un secondo dove Marinette credette di morire, e fu convinta che ormai fosse finita.

Adrien si sarebbe svegliato, avrebbe allertato Nathalie, che l’avrebbe catturata e forse avrebbe catturato pure lui, e lei non sarebbe mai riuscita a salvare Chat Noir e impedire a Papillon di distruggere mezzo universo.

Poi quel secondo passò, e l’unico suono nella stanza continuò ad essere il respiro di Marinette e il cuore che batteva così forte da risuonare nell’enorme stanza.

Adrien non si mosse, non gridò, non la scansò.

Marinette gli era caduta addosso e stava ancora dormendo?

E mano a mano che lo shock iniziale passava, Marinette iniziò a rendersi conto che era atterrata davvero sul morbido, e che Adrien non respirava.

Dopo un attimo di sbigottimento e terrore “Oh cielo è morto l’ho ucciso!”, Marinette scansò le coperte, e notò che quello era davvero il vecchio trucco del cuscino con l’aggiunta di una parrucca, e che Adrien non si vedeva da nessuna parte.

Ma dov’era?

Era scappato di casa per andare di soppiatto da Nino? Sì ma come era possibile che non l’avessero beccato. Forse era un campione di stealth anche lui… beh… solo lui, dato che Marinette era sicuramente meno brava di quanto avrebbe voluto, e davvero troppo goffa alle volte.

Era comunque strano, però… e poco da Adrien. Non era tipo da scappare di casa, anche se effettivamente non era la prima volta. Si ricordava come se fosse ieri il terrore che aveva provato a Natale quando era scomparso.

Adrien era scomparso, e Chat Noir apparso, e lei ancora non si spiegava cosa aveva spinto Chat Noir a distruggere il cartellone pubblicitario di Adrien.

Era stato così illogico.

Poi Adrien era ricomparso, e di Chat Noir nessuna traccia. Non sembrava averlo visto o essere stato alla sua ricerca.

Dopotutto Chat Noir aveva una vita oltre il lavoro di supereroe.

E chissà quale vita.

Marinette, cercando di non distrarsi ma di restare concentrata sul suo obiettivo, scese cautamente dal letto, sistemò di nuovo le coperte e posò il mappamondo sul mobiletto. Fece poi per avviarsi di nuovo alla porta, ma si bloccò di scatto, e si girò verso la finestra, perché un piccolo dettaglio aveva attirato la sua attenzione.

Era buio, perciò non era chiaro cosa ci fosse proprio davanti alla finestra, ma come attirata da una calamita, si avvicinò sempre di più, strizzando gli occhi per vedere meglio.

E il suo sguardo e le sue mani raggiunsero una sdraio fin troppo familiare.

Rosa, mezza rotta, e con due pupazzetti rispettivamente rappresentanti Chat Noir e una Ladybug martoriata in modo da assomigliare a Marinette.

La mente di Marinette si svuotò completamente, incapace di comprendere appieno la scoperta che aveva appena fatto, e centinaia di ipotesi iniziarono a occupare lo spazio vuoto, cercando di prevalere l’una sull’altra.

Ipotesi che giustificassero l’assenza di Adrien, la presenza della sua vecchia sdraio, quella che Chat Noir le aveva sostituito con una nuova, le bambole.

Forse era una coincidenza, forse Chat Noir e Adrien si conoscevano e lui aveva chiesto al supereroe la sdraio. Forse Adrien era da Nino, o era scappato per prendere un gelato.

Ma alla fine c’era una sola opzione possibile, era impossibile negare l’evidenza.

Adrien era Chat Noir.

Chat Noir era Adrien.

Le ginocchia le cedettero, e si sedette sulla sdraio per riordinare le idee.

Per tutto quel tempo aveva avuto una cotta per Adrien, e quando l’aveva dimenticato si era presa una cotta per Adrien sotto altre spoglie.

Aveva rifiutato le avances della sua cotta per mesi.

Aveva baciato Adrien quando Kim era stato akumizzato.

E l’aveva baciato nuovamente poche settimane prima.

Erano stati in un quadrilatero amoroso tra due persone, senza rendersene conto.

Ma si poteva essere più stupidi?!

Ma oltre ai dilemmi amorosi, c’era qualcosa di molto peggio.

Papillon stava affrontando Chat Noir, in quel momento, e la faccenda assumeva tutto un altro significato con Adrien e Gabriel Agreste rispettivamente come Chat Noir e Papillon.

Gabriel stava affrontando suo figlio senza saperlo. Gli avrebbe fatto del male per riportare in vita sua moglie.

Gabriel aveva affrontato per tutto questo tempo suo figlio senza saperlo, mettendolo in pericolo di vita più volte di quante Marinette sospettasse.

E d’altra parte Adrien… per tutto questo tempo aveva combattuto contro la salvezza di sua madre.

Non si trattava più solo di Marinette che rovinava la vita della sua cotta. Ora Marinette rovinava la vita di entrambe le sue cotte e le stesse sue cotte se la stavano rovinando da sole.

Inconsapevolmente.

Era la scelta giusta, ma Marinette sentiva di dover dare delle spiegazioni ad Adrien.

Sentiva che doveva essere lui a scegliere.

Ma per prima cosa doveva dargli la possibilità di scegliere.

E toglierlo dalle grinfie assetate di sangue di suo padre.

Prese un profondo respiro, e uscì dalla stanza, con attenzione e non mettendo assolutamente in conto l’idea di essere nuovamente catturata.

No! Doveva aiutare Chat Noir e Adrien.

Riuscì a raggiungere la sala d’ingresso, contando di avere abbastanza tempo per andare da Master Fu, ma ancora una volta Nathalie rovinò i suoi piani, uscendo dall’ufficio di Gabriel come una furia e lasciando la porta aperta.

Ma non era più Nathalie, almeno non proprio.

Indossava il miraculous della volpe, sembrava parecchio di fretta e non si accorse di Marinette mimetizzata nell’ombra.

-Arrivo subito, Papillon. Tieni duro-

Marinette poté solo supporre che il suo micetto stava dando del filo da torcere al padre, e non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto e subito dopo una grande ansia.

Perché presto sarebbe stato in minoranza, e chissà quali orribili visioni Papillon gli avrebbe mostrato per convincerlo a cedergli il suo miraculous.

Questa volta Marinette non aveva assolutamente tempo da perdere per andare da Master Fu.

Doveva prendere un Miraculous alla svelta e andare ad aiutarlo.

Corse nell’ufficio di Gabriel senza più temere di essere scoperta e senza più preoccuparsene, con talmente tanta adrenalina in corpo che forse sarebbe riuscita a sconfiggere Papillon solo con la forza della sua determinazione. Si diresse senza esitazioni alla cassaforte, ovviamente chiusa e di cui Marinette non conosceva la combinazione.

Non aveva tempo di supporre, e si ricordò del sistema di sicurezza che Gabriel aveva usato quando aveva akumizzato Simon Dice.

Riuscì a sbloccare la cassaforte con un comando a distanza, e prese senza esitazioni il miraculous del pavone.

Essendo andato disperso, Mater Fu non le aveva mai detto nulla circa il suo potere e come funzionasse, prediligendo i miraculous in suo possesso.

Avrebbe dovuto accontentarsi della versione breve.

La kwami del pavone si stiracchiò una volta svegliata, e la guardò curiosa.

-Sei la mia nuova padrona?- chiese, con occhi vispi, e una voce stridula e leggermente rarefatta.

-Mi chiamo Marinette, mi dispiace ma sono parecchio di fretta. Cosa fa questo Miraculous?- chiese velocemente, appuntandosi la spilla al petto.

-Piacere, mi chiamo Duusu, sono la… piacere, mi chiamo Duusu… miraculus… pavone- iniziò a parlare a scatti, scattando da una parte all’altra della stanza.

Marinette la guardò confusa, e un po’ preoccupata.

-Duusu, tutto bene?- chiese avvicinandosi.

-Non toccare la mia padrona!- gridò Duusu, avvicinandosi a Marinette in un attacco di rabbia, e facendola sobbalzare.

Poi sbatté gli occhi più volte, e osservò Marinette con un grande sorriso.

-Ciao Marinette- la salutò -Io mi chiamo Duusu, e sono la kwami del miraculous del pavone. Per usarlo devi indossarlo e dirmi “Duusu, trasformarmi”- sembrò tornare normale per un attimo, poi cadde a terra.

Marinette si affrettò a raccoglierla. Non aveva mai visto nulla del genere.

-Non mi sento molto bene- affermò Duusu, con voce flebile, iniziando a piangere.

Forse era malata, come Tikki era stata, non troppo tempo prima. Marinette si sentì parecchio combattuta, ma questa volta era una faccenda più grande di lei.

-Mi dispiace tantissimo, ma non ho tempo di portarti da Master Fu. Ti prometto che appena aiuto Chat Noir ti porto da lui per aiutarti- le promise, per poi prendere un profondo sospiro.

-Duusu, trasformami!- le ordinò, e controvoglia lei fu costretta a entrare nella spilla e trasformare la giovane ragazza.

Il travestimento che le uscì era parecchio semplice, esattamente come piaceva a lei, ma più colorato rispetto a quello di Ladybug, e l’arma era un ventaglio di piume. Inoltre le era spuntato sulle spalle un corto mantello.

Si osservò un attimo cercando di abituarsi al cambio di look e alla nuova sensazione che provava con un miraculous che non le apparteneva, poi uscì in fretta dalla finestra, cercando il suo collega, amico, compagno di classe e cotta da troppo tempo e in troppi modi diversi per poter essere ancora considerato una semplice cotta.

Lo trovò sulla torre Eiffel, stregato da una visione che la ritraeva minacciata da una figura oscura insieme a una ragazza che le somigliava parecchio, e prima che Chat Noir potesse cedere il suo miraculous, come sembrava stesse per fare, lo richiamò, sperando che la sentisse, e atterrando in tutta fretta sull’illusione, cancellandola.

-Chat Noir! Non cedere il tuo Miraculous!- 

I due combattenti sollevarono lo sguardo, sorpresi, e sobbalzarono presi alla sprovvista dall’improvvisa venuta della nuova supereroina.

-Tu… no!- esclamò Papillon, riprendendosi prima di Chat Noir e guardandola sorpreso, quasi spaventato.

La ragazza non capì la sua reazione, ma come il resto di quella assurda serata, non aveva tempo da perdere.

Lanciò il ventaglio come un frisbee, allontanando padre e figlio, e saltò verso Chat Noir, per proteggerlo. Dovevano fuggire da quella conversazione, trovare un posto sicuro e lei doveva spiegargli tutti. Poi avrebbe fatto una scelta, e avrebbero ripreso il suo Miraculous o ceduto quello di Chat Noir. 

Marinette sperava che il ragazzo scegliesse bene, ma ne era certa, e in ogni caso non poteva essere lei a caricarsi sulle spalle questo compito.

Ma doveva assolutamente impedire a Papillon di vincere questa battaglia.

-Tu… chi sei?- chiese Chat Noir, sorpreso e non del tutto ripreso, allontanandosi e tornando all’erta contro Papillon, che sembrò chiamare la cavalleria.

Sicuramente Nathalie sarebbe venuta da un momento all’altro, perciò Marinette rimase all’erta, anche se iniziava a sentire una strana nausea. Probabilmente era una cosa da nulla.

-Sono Ladybug. Sono scappata da Papillon e gli ho rubato un miraculous che teneva nascosto. Non devi cedergli il tuo o sarà una catastrofe- lo informò in fretta.

-Togli immediatamente quella spilla!- esclamò Papillon, attaccandola con la spada. La supereroina si scansò per il rotto della cuffia, e Chat Noir le si mise davanti, parando l’attacco e contrattaccando per allontanare Papillon. Marinette fece lo stesso, con il ventaglio, costringendolo ad arretrare.

I due supereroi si ritrovarono fianco a fianco come sempre, e Chat Noir decise di fidarsi di lei.

-Va bene, Ladyplume. Ha un akumizzato che crea illusioni?- chiese, guardandosi intorno per beccarlo.

Marinette aggrottò le sopracciglia sentendo quel nuovo e originale nomignolo, ma decise di accettarlo. Non era così male come nuovo nome da supereroina, anche se non sarebbe durato.

-No, una sua assistente ha rubato il miraculous della volpe. La buona notizia è che ha meno di cinque minuti prima di ritrasformarsi, quindi basta tenere duro per essere nuovamente in maggioranza- rifletté.

-Quindi stavolta non hai perso un solo miraculous ma ben due?- la prese in giro Chat Noir, cercando di alleggerire la tensione. Ladyplume, però, si accorse che la sua voce era tremante, e non perdeva d’occhio i movimenti di Papillon, che era rimasto distante e li studiava cercando di trovare un nuovo piano d’azione.

Sembrò notare la preoccupazione di Chat Noir, perché, con un sorriso che non prometteva nulla di buono, si rivolse a lui personalmente.

-“La mia assistente”, come Ladybug ha deciso di definirla, è con Marinette, in questo momento. E se non mi dai immediatamente il miraculous farà una brutta fine- provò ad ingannarlo, in tono davvero convincente.

Chat Noir sgranò gli occhi e si strinse la mano con l’anello, incerto su cosa fare.

Ladyplume rifletté su cosa fare.

Avrebbe potuto dire direttamente “Sono io Marinette!”, dato che in ogni caso Papillon lo sapeva, ma non le sembrava la scelta giusta. Non era quello il momento, e soprattutto non era quello il modo. Chat Noir era provato, confuso, e con un enorme senso di colpa. E Marinette sapeva che in quel momento non si fidava del tutto di lei, non potendola riconoscere.

Provò comunque a rassicurarlo, omettendo la verità

-Non è vero, è un bluff. Marinette è salva, puoi giurarci- cercò di convincerlo. Chat Noir si girò verso di lei, poco convinto.

-L’hai trovata? Per questo ci hai messo tanto? Hai liberato anche lei?- le chiese, speranzoso.

-L’ho liberata. E ora è al sicuro- gli promise.

-Chi ti dice che non sia lei a bluffare? Magari perché tiene molto più a proteggere quel miraculous che alla vita di una singola cittadina- Papillon mise la pulce nell’orecchio al supereroe.

Ladyplume gli prese un braccio per girarlo verso di lei.

-Chat Noir, ti ho mai mentito?- lo fece ragionare, guardandolo negli occhi.

-Ma una volta Gabriel Agreste è quasi morto- sussurrò Chat Noir, quasi tra sé.

Ladyplume sobbalzò.

Parlava forse di Simon Dice? La vicenda, alla luce dei recenti fatti, assumeva tutto un altro significato.

-Già, è stata solo fortuna. L’avrebbe volentieri sacrificato per evitare che l’akuma vincesse, e c’era molto meno in ballo- continuò a convincerlo Papillon, e Ladyplume doveva ammettere che la sua strategia stava funzionando, e che era un maestro nell’arte oratoria, ben più di lei.

Dannati Agreste che la superavano in tutto!

Il problema della strategia è che se ora lei gli avesse rivelato che era Marinette, lui avrebbe pensato che lo diceva solo per convincerlo a non cedere il miraculous.

Già da un po’ i due si erano allontanati, in versione supereroi, e Ladyplume sapeva che era diventata, agli occhi del collega, una figura fin troppo autoritaria, alle volte, e spesso con idee suicide.

L’unica soluzione era fargli capire che lei era Marinette, e fargli anche capire che aveva capito che fosse Adrien, senza però farlo capire a suo padre.

E ci riuscì con due semplici parole.

-Micetto…- lo chiamò.

Lui si voltò verso di lei, aggrottando le sopracciglia al soprannome, come chiedendosi se fosse solo una strana coincidenza.

-… la sdraio- 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Siamo alle battute finali!

Allora, non ho aggiunto molto allo scorso capitolo, tranne un accenno di combattimento, ma quello che fa Marinette è sicuramente più importante di quello che ha fatto Chat Noir.

C’è stato il primo reveal, e forse anche il secondo, mi sono ampiamente discostata dalla storia originale e speravo davvero di vedere il finale della seconda stagione perché speravo di avere più informazioni sul pavone ma sono rimasta fregata per molti versi.

Mi sono praticamente inventata tutto il miraculous del pavone e la personalità di Duusu, quindi per chi leggerà eventualmente questa fanfiction tra qualche anno, scusate per le imprecisioni.

Ho modificato leggermente quello che dice Papillon nello scorso capitolo per motivi molto complessi, ma non è un cambiamento così esaltante.

Scusate per il mega ritardo quando avevo detto che avrei aggiornato più in fretta ma ho avuto davvero un enorme blocco e tante cose da fare. Praticamente sta arrivando la terza stagione prima della mia storia. 

Coooomunque… spero che il capitolo di piaccia, che il punto di vista di Marinette abbia risposto a molte domande e il prossimo sarà l’ultimo capitolo… di questa storia.

Si perché come vi ho accennato nello scorso capitolo… potrei fare un seguito, ma dipende da voi, se lo volete o no.

Vi darei altri dettagli ma penso che lo farò nel prossimo capitolo per evitare spoiler, sappiate solo che in questi tempi di hype sto finalizzando i dettagli per non uno, ma due seguiti, e uno spin-off che si colloca a metà della seconda storia.

…da one shot a trilogia… con eventuale spin-off… alla faccia della sintesi!

Tutto merito vostro e dell’ispirazione che mi date con le vostre recensioni.

Volevo dire qualcos’altro ma mi sono scordata.

Un bacione e alla prossima :-*

   
 
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