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Autore: Ryu Hime    02/12/2018    2 recensioni
[Tratto dal Prologo]
–Dove cazzo sei stato!? Lei ti ha cercato dappertutto! E adesso è scomparsa! Tutto per colpa tua! Tua maledizione!- urlò Komor, adirato come mai lo era stato in vita sua.
Quell’uomo non rispose, in cuor suo sapeva quanto avesse ragione.
-Che cosa ci fai qui?- domandò duramente il Capo Palestra, furioso per il suo mutismo.
–So dov’è.-
[Tratto dai capitoli]
-Allora? Chi sceglie per primo?- domandò Belle, la ragazza bionda.
-Direi di far scegliere a Touko, dopotutto è casa sua.- disse Komor aggiustandosi gli occhiali.
La ragazza in questione fissava le Pokeball con un’espressione concentrata, come se stesse cercando di scrutare l’anima dei loro ospiti.
Passarono due minuti prima che si decidesse ad allungare la mano verso una delle sfere rosse e bianche.
[Autrice]
L'intero viaggio all'interno di Unima ed il post Lega, più qualche chicca direttamente dalla mia mente malata.
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Komor, N, Touko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Da Verità e Ideali

Era come stare dentro una bolla.
Galleggiava nel nulla senza preoccuparsi di niente.
Rimaneva sospeso in una sensazione incorporea.
La mente veniva scossa ogni tanto da sentimenti contrastanti, ma tutti accomunati da una vena malinconica.
Il tempo sembrava aver perso la sua importanza.
I minuti, i secondi, le ore… si erano come fusi insieme rendendo la percezione del tempo immobile, come se non fosse passato nemmeno un istante da quando aveva visto la luce del Sole.
Eppure quella sensazione di ricevere una tempesta di emozioni, non completamente sue, gli dava un’idea che forse del tempo era effettivamente passato.
Nonostante quello si sentiva sorprendentemente bene, come se fosse immerso in un rilassante bagno caldo. Non avvertiva il bisogno di tronare fuori, era completo.
Poi però accadde qualcosa… non riusciva a vedere lei.
Non era da nessuna parte.
Il panico cominciò ad assalirlo dai meandri più profondi della sua anima.
Ma lei continuava a non esserci.
Il tempo ricominciò a scorrere, troppo veloce perché potesse starvi dietro.
Accadde tutto talmente in fretta da far male.
La sensazione di riacquisire in una volta tutto il suo peso corporeo, la consapevolezza del pensiero e della mente.
Fu improvviso.
Improvviso e doloroso.
 
La luce del Sole gli ferì gli occhi. Si guardò attorno, ma nulla gli risultava familiare in quel piazzale ai piedi di un palazzo antico.
Sentiva la testa pesante e dolorante, come se qualcuno avesse suonato una campana mentre c’era dentro lui. La vista era annebbiata, le figure erano confuse e sfuocate simili a fumo. I rumori gli arrivavano come echi lontanissimi nel tempo e nello spazio.
Per un attimo gli sembrò di scorgere la figura di Nardo, ma cosa dicesse ancora sfuggiva alla sua comprensione.
Il mondo prese a roteare troppo veloce perché potesse assecondarlo e tutto diventò buio.
***
Quando la luce si estinse Iris era troppo sorpresa per riuscire a muoversi.
Al posto dell’Antico Drago stavano Reshiram, Touko, Zekrom, N e Kyurem. Erano tutti estremamente deboli ed avevano gli occhi chiusi.
Dopo un primo momento di smarrimento Iris e gli altri si precipitarono da loro.
Kyurem fu il primo a riprendere i sensi. Sbatté più volte gli occhi, si guardò attorno e si rialzo ondeggiando leggermente. Emise un verso basso e cavernoso che Iris interpretò come un ringraziamento. L’attimo dopo il Pokémon Confine aveva spiccato il volo, allontanandosi lentamente dall’Isola Libertà.
Iris lo guardò allontanarsi e quando riportò lo sguardo a terra Makoto teneva Touko tra le braccia semincosciente. Reshiram, appena dietro di loro, stava dando segni di ripresa.
-P-papà?- la voce di Touko era affaticata ed impastata di sonno.
-Sono io tesoro, non preoccuparti. Sei al sicuro.- disse Makoto.
Fece appena in tempo a terminare la frase, perché la Campionessa si addormentò di nuovo.
Nardo era andato da N, Zekrom stava già cercando di alzarsi, ma era chiaramente disorientato.
-N, N riesci a sentirmi?- chiamò.
Il ragazzo si guardò attorno per un attimo, ma non riuscì a dire nulla. Svenne non appena Nardo si rese conto che stava effettivamente bene.
Reshiram e Zekrom non ricaddero nel sonno. Si rialzarono intontiti e cercarono di capire dove si trovassero. Poi videro i loro Eroi e subito furono loro accanto.
Una piccola folla di curiosi non tardò ad arrivare, ma nemmeno un mezzo di trasporto medico che li riportò sul continente.
***
Non fu facile trovare la giusta tranquillità a causa dei giornalisti che volevano sapere di più sull’accaduto. Alla fine avevano cercato di liquidarli con qualche semplice spiegazione di quello che era successo, ma la maggior parte non si accontentava certo delle briciole ed era rimasto ostinatamente davanti alle porte dell’ospedale. Almeno finché Zekrom e Reshiram non avevano deciso che ne avevano abbastanza. Fecero scappare i giornalisti a gambe levate  grazie ad una breve (seppur intensa) dimostrazione delle loro abilità.
 
Aki passava tutto il giorno accanto al letto della figlia. Era così decisa a non lasciarla che alla fine dovettero portarle i pasti in quella stanza d’ospedale.
Le Squadre dei due ragazzi pattugliavano l’ospedale e raramente lasciavano la loro stanza, troppo preoccupati che venissero rapiti un’altra volta.
Soltanto quando Makoto arrivò con la notizia che il Team Plasma era stato definitivamente estirpato da Unima sembrarono trovare un po’ di sollievo.
N e Touko faticarono a svegliarsi e ci volle un’intera settimana perché dessero un minimo segno di ripresa.
Aprirono gli occhi quasi simultaneamente, un movimento lento e confuso, come se lo facessero per la prima volta in vita loro.
Aki strinse immediatamente le mani della figlia osservando quel movimento come se fosse la cosa più straordinariamente commovente che avesse mai visto.
Quando Touko aprì completamente gli occhi si ritrovò quasi sorpresa ne vedere la madre davanti a lei.
-Mamma…?-
A quel punto Aki non riuscì più a trattenersi.
Un misto di emozioni che aveva cercato di tenere a bada esplosero tutte insieme. La paura di non rivedere più la figlia, il sollievo di vederla riaprire gli occhi. La profonda gioia derivata dal semplice fatto che l’aveva chiamata “mamma”, l’amore incondizionato che solo un genitore può provare.
Lacrime di gioia le scesero lungo le guance come un fiume in piena, grosse e pesanti.
Gettò le braccia al collo di Touko e la strinse a sé cercando di non farle male.
Dopo un attimo sentì le braccia della ragazza circondarle le spalle e le loro lacrime che si mescolavano in un fiume confuso di emozioni.
N sorrise debolmente.
Alla fine era andato tutto per il meglio.
Poi sentì una botta all’altezza della nuca e si voltò si scatto.
Zoroark lo guardava con un misto di rimprovero e sollievo, gli altri Pokémon non erano da meno.
Sarai contento, razza di incosciente!” sbottò il Pokémon Mutevolpe.
N sorrise.
-Mi spiace di avervi fatto preoccupare.-
Sarà meglio.” borbottò Carracosta nell’istante in cui Vanilluxe gli si gettò addosso in un moto d’affetto piangendo ghiaccioli.
In quel momento la porta si aprì facendo entrare un medico piuttosto anziano che alla vista di quello che stava succedendo sorrise soddisfatto.
Si avvicinò ai letti con lentezza, cercando di non interrompere quel momento.
Fu in quel momento che Touko si rese conto di una cosa.
Era talmente assurda che non osava neppure crederci.
Il cuore aveva preso a batterle forte e non era del tutto sicura che non fossero in realtà sensazioni fantasma. Sentì a malapena sua madre ed il medico che tentavano di attirare la sua attenzione.
Deglutì il nulla mentre cercò di fare il primo movimento.
Sotto lo sguardo stupito dei presenti mosse leggermente le gambe, piegando le ginocchia.
-Avevo saputo che erano paralizzate permanentemente.- disse il medico cercando di non far cadere la cartella clinica.
Touko non disse nulla, continuava a fissare le gambe, nuovamente sensibili e perfettamente in grado di muoversi.
Allungò una mano verso le ginocchia temendo che fosse tutta un’illusione, ma quando le dita sfiorarono la pelle avvertì la leggera pressione attraverso le lenzuola.
-Potrò camminare…- mormorò, come per convincere sé stessa di quella verità inaspettata e dolce.
-Evidentemente quando l’Endofusione è stata sciolta tutto quello che il Team Plasma ti aveva tolto per questo scopo ti è stato restituito.- disse N.
Touko si era quasi dimenticata della presenza del ragazzo nella stanza.
Sentì una scossa percorrerle tutto il corpo, sotto la pelle. Un’emozione che temeva avrebbe dimenticato, quell’adrenalina che dà alle gambe un potente scatto per poterle muovere ad una velocità quasi inumana.
Cogliendo alla sprovvista tutti i presenti scostò di scatto le lenzuola e si catapultò fuori dal letto con una rapidità inconcepibile per una persona appena ripresasi da un coma, per quanto breve.
Si godette per un istante la sensazione delle piante dei piedi contro il pavimento freddo della stanza d’ospedale e raggiunse N in due falcate gettandogli le braccia al collo e cadendo assieme a lui sul materasso del letto del ragazzo.
Il suo cuore batteva ad una velocità impressionante e sentiva, attraverso la camicia da notte dell’ospedale che nemmeno quello di N era da meno.
-Sei un’idiota, correre un pericolo di quella portata…- sussurrò mentre calde lacrime salate cominciarono a scendere incontrollate bagnando completamente la maglietta di N.
Il ragazzo rimase paralizzato per un attimo prima di avvolgere la ragazza con entrambe le braccia, stringendola a sé cercando di sentirla vicina e al contempo tentando di non farle male.
-Alla fine ha funzionato…- rispose in un soffio cercando di fermare il flusso delle sue lacrime.
Aki ed il medico rimasero per un istante ad osservare inteneriti la scena. Decisero poi che non volevano interrompere quel momento. Aki fece un cenno d’intesa all’uomo ed i due uscirono camminando all’indietro.
N fu l’unico dei due ad accorgersene.
-Touko, forse dovremmo…- ma non terminò la frase.
La ragazza si era stretta a lui con decisone e non sembrava intenzionata a lasciare la presa.
-Se ti lascio tu te ne andrai un’altra volta.- disse mentre scuoteva la testa contro il petto del ragazzo.
N sorrise intenerito e le accarezzò la testa delicatamente, come se avesse paura di romperla con un movimento troppo avventato.
-Non vado da nessuna parte questa volta.- disse aspettando una reazione.
«Ehm.»
I due ragazzi alzarono di scatto lo sguardo per incontrare gli occhi di Reshiram e Zekrom che erano riusciti ad infilare i musi nella finestra.
Senza pensarci due volte scesero dal letto per raggiungerli. Non dovettero aspettare molto perché le loro Squadre si unissero a loro in un grande abbraccio che sapeva di commozione e ritrovo. Delle sensazioni che temevano avrebbero lasciato il posto ad altre più cupe e tristi.
I due Eroi ricevettero molte visite. Primi tra tutti i Capi Palestra, ma anche la professoressa Aralia e Belle. Anche i giornalisti cercarono di entrare nella stanza, ma Reshiram e Zekrom impedirono loro l’accesso.
Dovettero rimanere in ospedale finché i medici non furono assolutamente certi che i due fossero perfettamente in salute.
Una volta terminate tutte le visite e fatta una breve riabilitazione i due furono liberi di lasciare finalmente l’ospedale.
-Allora N, che cosa farai adesso?- chiese Nardo che era andato piuttosto spesso a trovarli, anche quando si trovavano in convalescenza.
-Ancora non lo so.- rispose lui in tutta onestà.
-Beh, hai tutti il tempo per pensarci.- disse l’ex Campione guardando distrattamente le forme cangianti delle nuvole.
-Potresti venire con noi a Soffiolieve.- propose Touko timidamente.
Al rossore improvviso dei due ragazzi Serperior e Zoroark alzarono gli occhi al cielo scuotendo le teste, divertiti e rassegnati ad un tempo.
-È un’ottima idea!- convenne Belle prima che N potesse rispondere.
-Potresti aiutarci con i Pokémon al laboratorio.- aggiunse con entusiasmo iniziando a parlare di come stessero cercando di capire il comportamento di alcuni Pokémon selvatici.
La sua parlantina non sembrava avere fine e ben presto divenne il sottofondo che accompagnò il gruppetto fino alla stazione ferroviaria, dove fu interrotto dai saluti.
Nardo sarebbe ripartito per chissà quale prossima meta sconosciuta nella Regione, come sempre a piedi. Rimase a guardare il treno allontanarsi sul binario salutando con la mano mentre Touko si sporgeva dal finestrino agitando le braccia e gridando saluti, finalmente di nuovo allegra.
L’ex Campione osservò la scena finché il treno non sparì all’orizzonte sorridendo soddisfatto.
-Forza, è ora di rimettersi in marcia.- disse imboccando il primo sentiero di montagna che gli capitò a tiro.
 
Qualche anno dopo
-Coraggio Aristide! Arriveremo in ritardo!- esclamò Iris tirando il Sindaco inflessibile per una manica.
-Arrivo, non mi trascinare. Siamo in perfetto orario.- disse cercando di moderare l’entusiasmo de La ragazza dal cuore di Drago.
-Tu non capisci! Dovrei aiutare Touko a vestirsi!- esclamò la ragazza nervosa.
-Siamo comunque in orario.- ribatté paziente l’uomo.
Ormai Soffiolieve era in vista, ogni casa era addobbata con fiori di tutti i colori. Molti erano selvatici, raccolti nei dintorni, ma c’erano anche rose, gigli e crisantemi. Gli abitanti erano per le strade con indosso i loro abiti migliori. I Pokémon Volante avevano delle ghirlande al collo  e per le strade correva una musica allegra.
C’era aria di festa.
Una voce spezzò l’incantesimo.
-Iris! Aristide!- era Belle.
Indossava un lungo abito verde con dei ricami arancioni, i capelli legati in una treccia alla francese e Samurott che le trotterellava al fianco assieme a Musharna e Stoutland. Al collo una catenina dorata con un ciondolo a forma di cuore e degli orecchini a goccia dello stesso materiale.
-Scusa il ritardo, il treno…- tentò di giustificarsi Iris, ma Belle la fermò.
-Siete in perfetto orario.- la rassicurò.
-Che ti avevo detto?- disse Aristide sospirando.
-E poi manca ancora Nardo.- aggiunse la bionda sorridendo divertita.
-Beh, non è che da lui ci si possa aspettare la puntualità.- commentò una voce alle spalle della ragazza.
-Komor!- salutò Iris.
Il Capo Palestra di Alisopoli indossava un completo blu scuro sopra una camicia immacolata ed una cravatta rossa a completare il tutto. Emboar e il resto della Squadra alle spalle.
-Ragazze, sapete che detesto fare il guasta feste, ma credo che Touko abbia bisogno di una mano. Iniziano a volare oggetti dalla finestra della sua stanza.- disse aggiustandosi la cravatta.
-Oh mamma…- sospirò Belle avviandosi tutta di corsa alla casa dell’amica seguita a ruota da Iris.
Lungo la strada La ragazza dal cuore di Drago poté notare la presenza di tutti i Capi Palestra e dei Super Quattro, oltre al fatto che ogni abitante di Soffiolieve era stato invitato alla cerimonia.
Erano passati tre anni da quando il Team Plasma era stato definitivamente sconfitto.
Da allora le cose erano cambiate.
In meglio.
N si era definitivamente trasferito a Soffiolieve e dopo un periodo ad aiutare la professoressa Aralia e Belle con i Pokémon al laboratorio aveva lavorato con Touko per aprire un rifugio per Pokémon poco distante dal paesino.
Aiutavano i Pokémon selvatici feriti o quelli che erano stati abbandonati dai loro Allenatori e tanti altri casi simili. Ogni tanto collaboravano con la polizia per fermare qualche pericoloso criminale o trafficanti di Pokémon (in quelle occasioni il dono di N si rivelava fondamentale).
Touko aveva preso più seriamente il suo ruolo di Campionessa ed era passata spesso alla Lega per eseguire i suoi compiti.
Reshiram e Zekrom facevano frequentemente brevi viaggi per la Regione. Touko ed N sospettavano che andassero alla Fossa Gigante per andare a trovare Kyurem, mai due Draghi non avevano mai confermato le loro ipotesi.
A distanza di due mesi dallo scioglimento dell’Endofusione i due ragazzi si erano ufficialmente fidanzati e nessuno si era sorpreso della cosa.
Iris guardò la porta d’ingresso di legno massiccio, aveva un’aria stranamente imponente, si ritrovò a pensare.
Non dovettero suonare perché la porta si spalancò davanti a loro facendo uscire un alquanto contrariato Makoto, anche lui in abito da cerimonia, con i suoi Pokémon al seguito. Aveva l’aria di uno che è appena stato in un tornado a dorso di un Hydreigon (Iris ne sapeva qualcosa).
-Ehm… buongiorno.- disse la viola cercando di non fissare troppo l’aspetto disordinato dell’uomo.
Quello per tutta risposta alzò le braccia ed uscì a grandi passi sospirando pesantemente.
-Mai cercare di tranquillizzare una donna nel giorno delle nozze!- esclamò mentre si allontanava.
Belle lo osservò confusa mentre spariva lungo il sentiero che portava alla navata nuziale.
Iris invece notò Umbreon sulla porta con un’espressione divertita e rassegnata prima di seguire il suo Allenatore.
-Che cos’è successo qui?- domandò Belle grattandosi distrattamente la nuca.
-Touko è molto agitata, diciamo che…- ma Aki non riuscì a terminare la frase perché una scarpa bianco ghiaccio col tacco alto fu scaraventata brutalmente dalla finestra.
-Da quando in qua lanciare oggetti dalla finestra aiuta a smaltire lo stress?- chiese Iris perplessa.
Aki sospirò.
-È così da stamattina. Pensate che ieri ho dovuto chiede aiuto a Catlina per metterla a dormire- confessò.
-Qualcuno è agitato.- commentò Iris.
Come a confermare le sue parole dalla finestra volò qualcos’altro.
-Ok, sarà il caso di andare a vedere come se la cava.- disse Belle precipitandosi nella stanza dell’amica.
-Touko? È permesso?- chiese aprendo timidamente la porta.
Alla vista del caos nella stanza le due rimasero bloccate sulla soglia.
Non c’era una cosa che fosse al suo posto.
L’abito da sposa era ancora sul manichino, il letto sfatto era pieno di vestiti che sarebbero dovuti stare in valigia e centinaia di altri piccoli oggetti erano sparsi sul pavimento a macchia d’olio.
Touko era in piedi in mezzo alla stanza, ancora in pigiama e con i capelli, di nuovo lunghi fino alla schiena, in un disordine imbarazzante.
I suoi Pokémon erano rintanati in un angolo, quasi avessero paura di essere i prossimi ad essere defenestrati. Tranne Serperior che cercava inutilmente di rimettere un minimo d’ordine.
-Per mille squame scomposte! Sembra sia passato un uragano!- esclamò Iris.
-Touko… che cos’è successo?- chiese Belle.
-Succede che non va bene niente!- esclamò la Campionessa alzando le braccia al cielo e lasciandosi cadere sul letto.
-Sono sicura che non sia così.- replicò Belle facendosi strada tra il caos della stanza.
-Infatti devi soltanto fare un po’ d’ordine.- commentò Iris guardandosi attorno.
-Sei solo nervosa.- aggiunse Belle.
-Non è solo quello…- mormorò Touko.
-Allora cosa c’è che non va?- chiese ancora la bionda.
-È che… è che non lo trovo!- esclamò la Campionessa.
-Cos’è che non trovi?- domandò Iris perplessa.
-La collana di Reshiram! È da stamattina che la cerco! Ma non salta fuori!- esclamò esasperata.
-È per questo che continui a lanciare cose fuori dalla finestra?- chiese Belle stupita.
Iris si guardò attorno per qualche istante prima di scorgere un luccichio appena sotto l’armadio.
-È questa per caso?- chiese sollevando una catenina d’argento dove era appeso lo Yang di Reshiram.
Il viso di Touko si illuminò immediatamente.
-Iris!- esclamò abbracciandola di slancio.
-Bene, abbiamo risolto un problema, ma la cerimonia è tra un’ora e noi non abbiamo nemmeno cominciato.- disse Belle con fare pratico.
-Oh mamma! La cerimonia!- esclamò Touko come se ne fosse ricordata solo in quel momento.
-Non perdiamo tempo. Ho qui degli oli del Villaggio dei Draghi. Scioglili in acqua calda e fatti un bagno, hai bisogno di rilassarti per almeno un quarto d’ora.- disse Iris mentre trascinava in bagno la ragazza.
-Beh, direi che abbiamo una stanza da sistemare.- commentò Belle guardandosi attorno.
Con l’aiuto della sua Squadra e di quella di Touko rimise a nuovo la stanza, recuperò gli oggetti che erano stati precedentemente defenestrati e si fece aiutare da Aki per preparare l’occorrente per trucco e acconciatura.
Quando Touko tornò nella stanza doveva solo essere preparata per la cerimonia.
-Cosa farei senza di voi?- chiese con una punta di commozione.
-Staresti ancora cercando la collana lanciando oggetti dalla finestra.- rispose prontamente Belle.
Non persero altro tempo.
Belle pensò al make-up, un leggero ombretto azzurro dai riflessi argentei sulle palpebre, un rossetto color Baccapesca e nient’altro.
Iris si preoccupò dei capelli legandoli con due treccine ornate da minuscoli diamanti ai lati della testa che si univano ad un delicato chignon appena sotto l’orecchio destro. Nel laccio che lo teneva fermo era stato fissato un giglio bianco. I piccoli ciuffi ribelli vennero acconciati a boccoli.
Al collo lo Yang di Reshiram mentre dei lunghi orecchini di madreperla le ornavano i lobi.
Ma i pezzo forte era senz’altro l’abito.
Fu Aki ad aiutarla a metterlo.
Bianco come le piume di Reshiram toccava terra creando un piccolo cerchio davanti alla sposa. La gonna era ornata da un fitto decoro di pizzo che saliva scemando superando il corpetto dallo scollo dritto aiutato dal tessuto trasparente che creava una seconda scollatura a forma di arco rovesciato che andava a coprire leggermente le spalle scendendo fino al gomito. Uno strascico di tulle lavorato che partiva dalle scapole.
Come tocco finale un velo candido le scendeva fino ai fianchi.
Aki per la primissima volta la vide come una donna cresciuta e non come la bambina che per lei era stata fino a quel momento.
Sentì le lacrime di commozione iniziare a pizzicarle gli occhi.
-No mamma! Se cominci tu poi parto io!- esclamò Touko.
-È più forte di me…- sorrise la donna mentre la porta della stanza si apriva.
Makoto rimase per un attimo sulla soglia. Faceva fatica ad associare la donna che gli stava difronte con la peste che era sempre girata per casa fino a quella mattina.
Doveva aver esternato un po’ troppo il suo pensiero senza parole perché la figlia esclamò subito: -Non ti ci metterai anche tu!? Volete farmi piangere prima che esca di casa!?- sorridendo cercando di asciugare sul nascere le lacrime che cercavano di affacciarsi alle ciglia.
-Ci sarà tempo per sbavare il trucco, ma non adesso!- intervenne Belle indicando l’orologio.
-Cavolo!-
Touko cercò di precipitarsi sulle scale, poi sembrò ripensarci e si diresse verso la finestra.
-Che cosa vuoi fare!?- esclamò Iris.
-Beh…-
-Oh no. Non dalla finestra. Reshiram può benissimo perderti una volta che sarai sulla porta d’entrata.- esordì Aki con fare autoritario.
-Ma…-
-Niente ma! Dalla porta.- esordì la donna indicando la porta.
Alla fine Touko scese le scale seguita da tutto il suo corteo.
Una volta fuori incontrò gli occhi azzurri di Reshiram che sorrise.
«Sai, potresti persino farmi sfigurare vestita così.»
-Ne dubito fortemente.-
Accarezzò affettuosamente tutti i suoi Pokémon per poi montare sul Pokémon Verità.
-Ci vediamo alla navata.-
-Dove credi di andare?- chiese Iris che non capiva come avrebbero fatto a raggiungere il posto prima di Reshiram.
-Voglio vedere Soffiolieve dall’alto prima di partire di nuovo!- spiegò sorridendo mentre Reshiram guadagnava quota.
Quando arrivarono alla navata tutti avevano preso posto. Persino Nardo era arrivato. L’unica nota che lo faceva apparire elegante erano i vestiti chiaramente lavati di fresco e la barba appena fatta. Per il resto aveva il solito aspetto di sempre.
Antea e Concordia erano sedute in prima fila. N era riuscito a rintracciarle dopo un mese che si era stabilito a Soffiolieve con l’aiuto di Touko.
N era all’altare e scambiava qualche parola con l’ex Campione.
Non sembrava sentire per niente la tensione.
Quando vide i Pokémon di Touko quelli indicarono il cielo e lui capì al volo.
***
Touko stava sorvolando i tetti del suo amato paese.
«Allora, sei pronta?»
-Sono un po’ nervosa.-
«Beh, è del tutto normale.»
Rimasero in silenzio per un attimo.
-Staremo via parecchio.-
«Se vuoi il mio parere questo viaggio per voi sarà il più entusiasmante di tutti.»
-Beh, è un viaggio per tutte le Regioni sarebbe strano se non lo fosse.-
«Ti mancherà casa, è naturale. Ma non ti sentirai sola.»
Touko sorrise.
-Lo so.-
Guardò un’ultima volta il tetto cobalto di casa sua.
-Forza, c’è un matrimonio che mi aspetta. Cavolo… non avrei mai pensato di dirlo.-
Reshiram ridacchiò sommessamente e planò verso la navata.
 
Quando arrivò a destinazione sua madre la aiutò a sistemarsi la gonna e Makoto si sporse per prenderla sottobraccio.
Solo in quel momento Touko si rese conto che non era un sogno, ma la realtà.
La navata era un tappeto bianco tempestato di petali bianchi e rossi. Ai lati sedie tutte diverse per far sedere gli ospiti prese in prestito dagli abitanti di Soffiolieve. L’arco di fiori selvatici sopra l’altare dove l’aspettava… N.
Al solo vederlo il cuore iniziò una corsa incallita e si aggrappò al braccio del padre temendo di cadere.
Era vestito con un abito sartoriale nero. La camicia bianca era coperta da una cravatta blu scuro vecchio stile. Nel taschino esterno a sinistra era fissato un fiore bianco con mille ed un petali. All’altezza della nuca un laccio scuro cercava di dare una compostezza alla chioma verde indomabile. La manica lasciava vedere con chiarezza il bracciale d’argento rigido al quale era appeso lo Yin di Zekrom.
Touko sentì le gambe diventare improvvisamente di gelatina ed il cuore iniziare a battere a mille minacciando di sfondare la cassa toracica per gridare al modo la sua emozione.
Reshiram sorvolò la navata e si mise appena dietro l’altare assieme a Zekrom. Una volta atterrata scambiò con il Pokémon degli Ideali un sorriso d’intesa.
N guardò Touko ed i loro occhi si incatenarono gli uni agli altri.
Era bellissima.
Non c’erano altre parole per descriverla.
Sentiva il suo cuore ingaggiare una gara per battere il record mondiale di velocità. Quella sensazione, mescolata ai profumi dei fiori, le voci dei Pokémon ed alla forte emozione che stava provando lo convinsero che quello che stava vivendo era reale e non l’ennesimo sogno ad occhi aperti.
Quando Touko arrivò finalmente ad un passo da lui per lui era già passato troppo tempo e troppo lentamente.
Guardò una volta Makoto prima che l’uomo gli lasciasse definitivamente la mano della figlia.
Touko gli sorrise, come solo lei sapeva fare.
Sentirono a malapena la cerimonia.
Tornarono sulla Terra soltanto quando una bambina di Soffiolieve con un Purrloin appresso arrivò con gli anelli.
Due cerchi perfetti dorati, quello di Touko era lievemente più sottile rispetto a quello di N, ma per il resto erano perfettamente identici.
Li infilarono ognuno con la massima cura, come se avessero paura di spezzare l’incantesimo che li teneva svegli in quel meraviglioso sogno che si stava finalmente realizzando.
Tornarono a perdersi l’una negli occhi dell’altro, finché non arrivò la frase fatidica, quella che tutti, durante un matrimonio aspettano trepidanti di sentire.
-Per i poteri conferitimi vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.-
N non se lo fece ripetere due volte.
Le loro bocche si scontrarono, come assetati verso un oasi.
Il mondo cessò di esistere.
Almeno finché non sentirono la pioggia di riso cominciare a precipitare sulle loro teste e furono costretti a separarsi, pur tenendosi saldamente per mano e sorridendo come non avevano mai fatto nella loro vita.
I festeggiamenti durarono fino a notte fonda, quando nessuno era più in grado di ingannare il sonno.
 
Il mattino seguente N e Touko si trovavano all’uscita di Soffiolieve, ciascuno aveva uno zaino in spalla e la propria Squadra attorno.
Touko salutò con affetto e mille pianti i genitori, Belle, Komor, la professoressa Aralia, Nardo, Iris, i Capi Palestra e i Super Quattro.
Dopo essersi congedati Touko ed N fecero rientrare nelle Pokeball la loro Squadra e salirono su Zekrom e Reshiram che si staccarono immediatamente dal suolo iniziando ad esibirsi in mille giri della morte prima di svanire all’orizzonte.
I due Draghi volavano vicini verso un cielo colmo di promesse e nuove avventure.
N sorrideva, finalmente il più ambizioso dei suoi ideali si era realizzato, sostenuto da un’incrollabile verità.
Alla fine aveva capito cosa intendeva Zekrom quando gli disse “Solo gli Ideali possono sostenere la Verità” così come Reshiram aveva detto “Solo la Verità può sostenere gli Ideali”.
Erano due concetti apparentemente contrapposti, ma in realtà gli uni non potevano sopportare di esistere senza l’altra e viceversa.
Così continuarono a volare verso mete sconosciute, misteri da rivelare, persone da incontrare e chissà cos’altro.
Nessuno dei due poteva immaginare che ora Touko aspettava la fusione delle loro anime, l’incarnazione perfetta di un confine tra Ideali e Verità.
Solo uno sapeva di quella presenza.
Alla Fossa Gigante Kyurem percepì un’anima davvero affine alla sua.
Che anche per lui fosse giunto un Eroe?
Osservò il cielo dalla sua caverna e vide Reshiram e Zekrom solcare i cieli a tutta velocità.
Sbuffò con un mezzo sorriso soddisfatto.
Dopotutto il mondo poteva davvero riservare qualche bella sorpresa.





*solito aspetto da mezzo drago*
Eccomi!
Ora potete amarmi.
Direi che ho fatto finire le cose in pompa magna, non credete?
Mi è piaiuto davvero tanto scrivere questo capitolo e spero che a voi sia piaciuto leggerlo.
Finalmente ogni cosa è andata al suo posto.
La chicca delle ultime righe... non c'è molto da ragionarci: Touko aspetta un bambino e nella mia testa ho deciso che è l'Eroe di Kyurem.
Perché sì.
Andiamo perché cavolo solo lui nel Trio Tao non può avere un Eroe!?
Mi sembra ingiusto...
Quindi ho voluto fare così :)
Non credo che ci farò una storia sopra... boh non so nemmeno io... ho troppe cose in ballo in questo momento.
Tutto dipende da come mi gira.
Ma così su due piedi dico... no, non ci sarà un seguito, a voi l'immaginazione, finale aperto.
Ringrazio tantissimo con mille inchini e giochi di coda tutti voi che avete avuto la pazienza di seguire questa mia ennesima e squinternata storia uscita da una mente più malata che sana.
Non so se ci rivedremo su questo Fandom ma io sarò (spero) presto di nuovo attiva :D
Alla prossima <3
Ciau! ^.^
*saluta sbracciandosi e scodinzolando*
   
 
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