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Autore: Asia Dreamcatcher    06/12/2018    2 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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Capitolo Ventotto: Perdonami padre perché ho peccato

Are you watching from your pit in Hell, father?

This is always my destiny... Never yours.

The Red Skull's failure will be his daughter's triumph...

And I will reshape this world.”

~ Sinthea Schmidt


Lo sguardo annoiato era fisso verso l'oblò appannato, da cui si poteva rimirare l'inizio di una placida alba.

«Hai intenzione di togliere questo cazzo di cadavere?».

Sin alzò gli occhi, assottigliati in uno sguardo infastidito, su Crossbones, che sbuffò lasciandosi cadere accanto a lei.

«Che sia da monito» sibilò facendo spallucce. L'uomo, che giaceva a terra con la gola aperta, aveva avuto l'avventato ardire di porle una domanda. Si sa, certi errori si pagano.

«Era pur sempre un nostro uomo» borbottò lui lanciando un'occhiata insofferente al cadavere; notando il suo mutismo si vide costretto a provocarla.

«Stavolta tuo padre ci farà a pezzi. E dico “ci” perchè riterrà me responsabile tanto quanto te» rincarò la dose stizzito.

A quel punto Sin si voltò.

«Che cosa mi stai suggerendo esattamente?» sussurrò maliziosa. Rumlow la guardò mal celando la propria aspettativa.

«Il malinconico Ward da che parte sta?»

«Da quella del vincente, mi pare ovvio».

Gli occhi della giovane si accesero di un bagliore malevolo.

«Hai ragione i tempi sono maturi. Chiama Allegra».


Per una che, non solo aveva fallito nella sua missione, ma aveva anche perso una delle loro “armi” più preziose; Sinthea Schmidt entrò nella base dell'HYDRA come una regina torna nella sua reggia dopo una semplice cavalcata per il suo regno.

Rumlow seguiva dietro di lei con espressione arcigna, con un semplice cenno intimò a L di congedarsi, mentre lei e il piccolo seguito procedevano con arrogante sicurezza fino alla sala dove Lukin e suo padre attendevano. Allegra Belgioioso era già lì, proprio accanto al capo supremo dell'HYDRA.

Nella sala di controllo regnava il silenzio.

Lukin con il suo impeccabile completo nero la fissava, faticando a mantenere l'espressione impassibile.

Un luccichio pericoloso illuminò gli occhi scuri di Allegra, che scivolò placidamente indietro, allontanandosi di poco dall'uomo.

«La figliol prodiga è tornata all'ovile» tuonò Aleksander;

«Mia figlia, il mio più grande fallimento» sibilò iracondo Teschio Rosso, emergendo nello sguardo duro del russo.

Inaspettatamente Sin sorrise, e non solo, iniziò pure a ridacchiare, come se quell'uomo non la stesse aspramente giudicando, come se quelle parole non la riguardassero, non più. Quando il suo sguardo tornò sul volto di Lukin era incredibilmente inespressivo.

«Sono mai stata altro per te, padre?» mormorò lugubre.

I suoi occhi castano-verdi sondarono l'intera sala, soffermandosi sui singoli presenti, iniziò a muoversi con passo felpato, circumnavigando il suo capo, padre e padrone.

«Eppure Vater, ti sei sempre affidato a me, no? - qualcosa si accese nel suo sguardo – oggi come in passato, mi hai messo a capo di alcuni dei tuoi squadroni più capaci. Mi hai dato potere nonostante il tuo disprezzo!» sputò rabbiosa.

Si scambio una rapida occhiata con Crossbones.

«Anche in questo tempo... Mi hai assegnato numerose operazioni-»

«Con esiti disastrosi!» si alterò Teschio e Sin sorrise melliflua.

«E sono ancora al tuo cospetto» rise ed allargò le braccia, come a voler dare più enfasi alle sue parole.

«Altri sono morti per molto meno, e nonostante i tuoi insulti, le tue punizioni... Sono ancora qui! - rise sguaiatamente – ciò che ora ti chiedo è: perché papà?» la sua voce infantile cozzava con la sua espressione trionfante.

«Illumina noi miseri sudditi sul perchè io, figlia inetta, sono ancora viva e molti altri no? Io che mi ergo su una montagna di putridi cadaveri!».

Johan Schmidt si fece spazio nello sguardo di Lukin fino a prendere completo possesso del corpo.

«Sciocca ragazzina. Cosa vuoi esattamente da me? Ancora cerchi approvazione? - lo disse con scherno – Non hai mai imparato figlia...»

Le labbra insanguinate di Sinthea si aprirono in un sorriso vittorioso;

«Oh Vater è qui che sbagli. Ti ho osservato molto attentamente... Sono tua figlia dopotutto? Sempre più tu mi hai cercato, affidandoti a me, perchè? Perchè sono sangue del tuo sangue e questo è stato il tuo primo errore, tu stesso più volte, violentemente hai ribadito quanto i legami siano fragili, labili, buoni solo per necessità e sopravvivenza, e vadano recisi quando non hanno più alcuna utilità. Hai tradito il tuo primo e più grande principio... lasciando me vivere. La verità è che tu hai bisogno di me, sei più spirito che altro, sei invecchiato padre, tu dipendi da me, dalle mie azioni – il suo viso assunse un'espressione falsamente dolce – ma non ti preoccupare, io non dimentico.» ad un cenno più di metà degli agenti presenti levò le armi.

«Qui stiamo parlando di re e successioni... Nemmeno te ne sei reso conto: dipendi così tanto dalla tua sciocca figlia, che non ti sei accorto che il vento ha cambiato direzione!».

Teschio Rosso per la prima volta fu evidentemente preso in contropiede. Troppo assuefatto dal potere, troppo abituato al comando, troppo in alto per prendere anche solo in considerazione un tradimento di quelle proporzioni.

Ma la reazione tanto agognata di suo padre, scomparve dal suo volto alquanto velocemente.

Sin non seppe mai quali pensieri, in quei concitati istanti, avevano affollato la mente dell'uomo che per anni aveva chiamato padre.

Aleksander Lukin sorrise, come se il suo avversario avesse fatto una splendida mossa di scacchi risvegliandolo dal torpore di una partita facilmente nelle sue mani; estrasse la pistola;

«Hai ragione meine Liebe, ma a questo si può sempre rimediare».

Allegra fu rapida a colpire alle gambe Lukin, deviandogli il tiro. Sinthea fece in tempo a spostarsi.

«Sapevo che non c'era da fidarsi di voi Belgioioso, mercenari!»

Allegra gli fece l'occhiolino;

«Niente di personale, proteggo il mio investimento»

«Morirai per questo!»

«Scommettiamo su chi lo farà per primo?».

Da quel momento la base dell'HYDRA si trasformò in un vero e proprio campo di battaglia.

Sin ritrovò Rumlow;

«Elimina tutti gli uomini di fiducia di mio padre, a chi è incerto offri di unirsi a noi, se tentennano falli fuori. Papino è mio!» ordinò con gli occhi accesi di brama. Si lanciò all'inseguimento, falciando chiunque si frapponesse fra lei e il suo obiettivo.

«Non sei fiero di me, papà?» urlò folle.

«Tu sei stata una sciagura! Io ti ho dato la vita, io ti ho mantenuto in vita, ti ho resa ciò che sei! Cosa saresti senza di me!? È così che mi ripaghi, piccola ingrata?!» replicò fuori di sé mentre prendeva coscienza che lo scontro era ormai inevitabile.

«Ti ho dato la mia vita, servendoti... Ora se permetti padre, mi prendo ciò che mi spetta di diritto! La corono e la tua vita!» replicò digrignando i denti come un animale pronto all'attacco.

Teschio – Lukin – ormai non si riuscivano più a distinguere tanto era la loro rabbia – prese la pistola;

«E' stato il tuo ultimo errore, Töchter

Sinthea aspettò il colpo di pistola e scattò rapidamente verso il padre.

Il proiettile le penetrò la carne del fianco e lei accolse quel dolore come una liberazione, afferrò suo padre – preso davvero in contropiede – e lo trascinò a terra.

Lukin riuscì a togliersela di dosso, non era mai stato un fine lottatore come Schmidt ma era allenato e con un fisico scattante. Sinthea nonostante fosse accecata dai suoi propositi non poteva sottovalutare che erano due nemici altamente preparati; ma lei aveva già scalfito suo padre nel più terribile dei modi.

Visto con occhio esterno nessuno avrebbe mai detto che fossero padre e figlia: Sinthea e l'ombra di Teschio nel corpo di Aleksander Lukin si colpivano con foga, senza pietà, due leoni che lottavano per la supremazia. Non vi era nessun fine più alto, ma puro e semplice dominio sull'altro.

Ad ogni ferita inferta corrispondeva una lesione sul corpo dell'avversario.

«Arrenditi ora e chiedi perdono Sinthea: ti verrà risparmiata una fine lenta e dolorosa».

La ragazza sputò del sangue sulle scarpe del padre.

«Sarai tu ad inginocchiarti a me, in una pozza di sangue» lo minacciò con un sorriso bestiale. Sin si buttò sull'uomo estraendo un pugnale finemente decorato. Usando tutta la sua agilità atterrò il padre, rompendogli il braccio destro e si mise a cavalcioni su di lui, bloccando palmo della mano sinistra con il pugnale, trapassandoglielo.

«Te lo ricordi questo? Me lo hai messo nella culla quando decidesti il mio destino. Non lo trovi ironico? Hai tu stesso decretato la tua morte per mano mia!».

«SINTHEA!» urlò indignato Teschio, ma nei suoi occhi si poteva benissimo leggera una vena di panico.

«Addio padre» sussurrò solenne, mentre lo teneva fermo sotto di sé, inerme, l'ombra dell'uomo che fu, terrorizzato finalmente da ciò che aveva creato. Lukin troppo ferito, troppo uomo contro quella furia potenziata, che si paragonava ad una divinità.

«Mi dispiace, dominare questo mondo non è mai stato il tuo destino. Ma il MIO, ora l'ho capito, hai fatto il tuo tempo. Spetta a me ridisegnare questo mondo, non si può dominare qualcosa di già corrotto, no... Bisogna prima darlo alle fiamme completamente e poi plasmarlo a propria immagine. Vedrai... Guardami dall'inferno, padre! Per quanto riguarda il tuo ingegnoso piano con il piccolo Rogers, mi dispiace ma ho altri piani. Io e lui siamo simili, nessuno ci ha reso ciò che siamo: siamo nati, cresciuti nel ventre materno, la nostra natura è quella di elevarci dal marciume che ci circonda. Tu e il caro Capitano siete storia, obsoleti.»

«Sin-» gorgogliò Lukin tentando di ribellarsi ma Sinthea estrasse rapida il pugnale e glielo rigirò con gran piacere nel ventre.

«Sai...» sibilò ad una spanna dal volto, l'espressione di un serpente che saggia la preda prima di ingoiarsela «Cosa mi ha permesso alla fine di liberarmi dalla tua ingombrante presenza? La fede. Non fede in una divinità o in un'idea o in qualcuno... No. Ho avuto fede in me!» si tirò indietro di colpo ed alzò la lama letale.

«Goditi l'inferno» con rabbia aggredì il petto di Lukin, la carne cedette senza resistenza, la lama trapassò dolce come fiele il cuore, lacerandolo.

Il sangue schizzò nel volto di Sinthea che sorrise appagata; mentre osservava come un bambino davanti ad un trucco di magia il liquido rosso e vischioso invadere la bocca dell'uomo, che per anni l'aveva dominata e soffocarlo impietoso.

Aveva vinto. Era lei ora la regina.


Le ci volle qualche momento per rendersi conto che respirava affannosamente, il petto che si alza ed abbassava agitato, come se avesse appena smesso di correre. Mise a fuoco il volto di suo padre e non provò nulla, nessuna tristezza, nessun rimpianto... Solo trionfo.

Si alzò facendo forza sulle ginocchia, barcollò non sapendo quasi come ritrovare l'equilibrio. Il suo sguardo abbandonò per sempre il corpo di Aleksander Lukin, il fantoccio di suo padre, la sua ombra era scomparsa per sempre. Chiuse gli occhi, allargò le braccia e sorrise, presto si ritrovò a ridere sguaiatamente.

Sinthea comparve nella stanza, in cui tutto era iniziato: Allegra si incamminò verso di lei, fiera. Aveva scommesso su di lei ed aveva avuto ragione. Rumlow, L, Ward: i suoi fedelissimi aspettavano con trepidazione. Il tempo stesso si sospese. Tutta la base attendeva.

«Mio padre è morto e con lui Aleksander Lukin.» annunciò solenne, abbracciando con lo sguardo scintillante tutta la sala «Ma non temete – si mosse verso il suo esercito e nel mentre calpestò senza alcun ritegno un cadavere, quasi non se ne accorse – loro erano il passato. Ma su una cosa avevano ragione: questo mondo è marcio. È giunto il momento per l'HYDRA di seguire una nuova strada, affidatevi a me e capirete cos'è il vero potere. Seguitemi ed insieme forgeremo un nuovo ordine, abbiate fede e plasmeremo questo modo!» uno dopo l'altro, come una marea che cambia, si inchinarono al nuovo capo dell'HYDRA.


*


«Dove mi state portando?»

«Dov'è lei?!»

D si agitava terrorizzata tra le braccia della scorta. Ci erano voluti sei uomini perché riuscissero a trattenerla.

«K! K! Dove sei?»

«Cosa volete farmi?!»

«Perché non è qui!?».

Il pugno la colpì senza pietà, non fosse stata una Winter Soldier probabilmente la mandibola si sarebbe completamente fratturata.

L la fissò gelido;

«Fa silenzio» sibilò, un cenno e gli uomini che la trattenevano ricominciarono a muoversi.

Gli occhi di D si riempirono di lacrime e la testa iniziò a girarle.

«KKKKKKKKKK!».


*


Allegra Belgioioso torreggiò sul cadavere di Aleksander Lukin, osservandolo incuriosità.

Si chinò e gli frugò le tasche, ne estrasse un fermacarte d'oro. Indifferente, prese le banconote che le spettavano e si rialzò.

«Hai perso la scommessa, sono desolata» disse atona, lanciando il fermacarte sul corpo immobile «Anch'io ho fatto la mia scelta» e se ne andò.

________________________________________________________________Asia's Corner

I'm back! E devo dire con un capitolo per niente tranquillo. Ora per alzata di mano, quanti se lo aspettavano?
Sin è stata proprio tremenda, questo capitolo (anche a cause delle mie varie vicessitudini lavorative) non è stato per nulla facile, ma spero davvero che sia stato non solo un bel colpo di scena ma anche che l'attesa sia valsa la pena!
Non mi dilungherò molto, come sempre sono curiosa di sapere cosa ne pensate... Ringrazio davvero tutti coloro che hanno pazientemente aspettato e sostenuto in questo periodo! Grazie a tutti!

Passando a buone nuove: se seguite la mia pagina FB (Asia Dreamcatcher) saprete che per questo Natale mi sono messa la sfida di postare il 29simo capitolo il giorno della Vigilia (che per me è importantissimo), sarà un capitolo molto diverso, adatto al clima natalizio.

Grazie ancora a tutti voi! 

Ps. Risponderò alle recensione del 27simo il prima possibile! Stay tuned!

   
 
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